Studio Ghibli | Topic generale | Info, Opere, News e Curiosità

Pubblicità
spero ti piaccia, è forse il mio ghibli preferito //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
finora, vado sul classico e probabilmente sul più popolare in assoluto, ma il preferito è la città incantata, mi aveva letteralmente incantato a 5 anni e quando lo ho riscoperto 13/14 anni dopo lo ho amato ugualmente, con la maturità di un 18/19 enne... dopo viene il porco rosso a pari merito con il castello errante di howl, si alza il vento, poi totoro e laputa, mononoke lo dovevo vedere mesi fa ma non trovai mai il tempo e alla fine me ne dimenticai, ho visto delle foto l'altro ieri e ho pensato di recuperarlo ;p

 
“Kiki - Consegne a domicilio” di Takashi Shimizu 2014

Per chi non lo sapesse ancora informo che è stato realizzato un adattamento live-action del famoso film Anime, vedi qua un blog in Italiano.

A dire il vero l’ho saputo solo perché a pasquetta lo fanno vedere alla TV tedesca //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif

E in amazon.de sono già disponibili DVD / BR.

Non so se lo guarderò perché mi aspetto una sonora delusione.

Qua un

in tedesco però.
P.S.: ho anche trovato il topic in SG per l'Anime, ma deve essere un pò vecchiotto in quanto la modalità avanzata di post non funziona (bene).

 
I prossimi mesi promettono davvero bene, nuova edizione di Una Tomba per le Lucciole, documentario sullo Studio, e infine Marnie.

Quest'ultimo ho avuto modo di vederlo dato che è uscito in BD mentre mi trovavo in Giappone e ve lo consiglio vivamente, non è "impegnato" come una Tomba o un Si Alza il Vento né altrettanto triste, ma specialmente se siete persone introverse vi immedesimerete molto nella protagonista. Altrimenti in attesa dell'uscita italiana potete recuperarvi il libro che è altrettanto valido (se non di più).

Tra l'altro in occasione di queste uscite cinematografiche potrebbe arrivare qualche altro lavoro analogo a quello di sialzailvento.it che vi ho linkato una pagina fa, vi terrò aggiornati se vi interessa //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/bzv7yXY.png

 
Mi sono accorto solo ora che non avevo ancora acquistato il BD della versione LR di Principessa Mononoke. Che grave mancanza da parte mia //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/1.gif soprattutto considerando l'ottimo pacchetto, bellissimo sia visivamente che dal punto di vista audio. Non pensavo ci fosse addirittura il DTS HD. 9.89€ da Amazon e via:gab:

 
Ultima modifica da un moderatore:
Mi sono accorto solo ora che non avevo ancora acquistato il BD della versione LR di Principessa Mononoke. Che grave mancanza da parte mia //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/1.gif soprattutto considerando l'ottimo pacchetto, bellissimo sia visivamente che dal punto di vista audio. Non pensavo ci fosse addirittura il DTS HD. 9.89€ da Amazon e via:gab:
non te ne pentirai :stema:

 
The Kingdom of Dreams and Madness (Yume to kyôki no ohkoku)

Grazie ad una notizia su un quotidiano locale ho appreso che al Feff 17 (Far East Film Festival no 17) di Udine (ve ne ho già parlato il 1° Aprile al Bar della Sezione) sarà proiettato anche il film-documentario “The Kingdom of Dreams and Madness” della regista Mami Sunada dedicato allo Studio Ghibli o più precisamente a Hayao Miyazaki. Ecco, questo non me lo voglio perdere.

Qua alcune info in merito:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/02/the-kingdom-of-dreams-and-madness-docufilm-sullo-studio-studio-ghibli/1289560/



http://www.theverge.com/2014/11/28/7301455/the-kingdom-of-dreams-and-madness-review

 
Ultima modifica da un moderatore:
già la locandina per Marnie? si prendono d'anticipo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Oggi ho preso il libro della biografia di Miyazaki: "Un Mondo Incantato" di Valeria Arnaldi.

Ho letto una ventina di pagine e sembra veramente molto bello ed interessante.

Non vedo l'ora di andare avanti. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/1.gif

 
The Kingdom of Dreams and Madness (Yume to kyôki no ohkoku) ossia IL REGNO DEI SOGNI E DELLA FOLLIA

Allora, oggi pomeriggio ho visto al Far East Film Festival di Udine “The Kingdom of Dreams and Madness” in lingua originale sottotitolato Inglese (anche Italiano, ma si vedeva/leggeva malissimo purtroppo e distoglieva troppo dal vedere le immagini), quindi ho spolverato il vecchio file English nel mio cervello.

Non lo consiglio ad un pubblico adolescente o a chi vuole continuare ad associare Miyazaki e lo Studio Ghibli ad un mondo di carattere fiabesco, pensandoli Sì come autori delle opere stupende che conosciamo ma forse involontariamente immaginando loro come se fossero a loro volta come quei personaggi disegnati.

Lo consiglio invece agli appassionati e fan realistici di queste opere e del / dei grandi maestro/i, che hanno davvero voglia di guardare dietro il sipario. Si tratta di un documentario e per quanto credo sia stato fatto in modo clemente, mostra comunque diverse sfaccettature che già leggendo certi articoli qua e la, si percepivano.

Ci sarebbero tante riflessioni da fare, ma non ho voglia di scrivere un romanzo e sono anche un po’ stanchino.

Sicuramente mi ha colpito e lo rivedrò volentieri (in Italiano) se lo dovesse far vedere alla TV. Ti fa riflettere, anche sulla società giapponese, perché si percepisce che sono ben diversi rispetto a noi.

Per quanto molti aspetti mi piacciono, credo che nel complesso mi andrebbe troppo stretto. Troppo padronale, patriarcale, rivolto verso l’autorità (non mi vengono gli aggettivi appropriati).

Si intuisce anche che da loro l’Anime, come da noi (o almeno in Germania) il cabaret, costituisce uno spazio che ti permette di uscire dagli stereotipi e dai canoni di quella società, affrontando anche argomenti scomodi (protezione della natura, antimilitarismo, ecc.) e per quanto Miyazaki mi dia l’impressione di essere un datore lavoro padrone col quale non saprei se riuscirei andare d’accordo, è comunque anche uno di visione aperta, da idee politiche dello stampo verdi o sinistra. Si capiscono le sue preoccupazioni.

I discorsi che fanno sono sottili, di poche parole, ma sono molto profondi e pesanti.

Come nel terzo Reich o nella Germania dell’Est, si dicono pochissime parole e il resto della “conversazione” avviene in silenzio per affinità di pensiero.

Ripeto, ci sarebbero tante cose da dire, anche trattando altri aspetti del film, che come avete intuito è assai profondo, se uno vuole cogliere i vari aspetti e ascolta attentamente cosa viene detto, come si comportano le varie persone, come si presenta l’ambiente.

Ancora una cosa che colpisce: il rapporto con ossia l’influenza che ancora oggi esercita la figura paterna su Miyazaki. Uno direbbe che un uomo di 72 anni passa abbia da tempo tagliato la corda ombelicale col padre invece si percepisce di quanto ancora oggi Miyazaki nella sua sensibilità è influenzato dalla figura di suo padre.

Bene, mi fermo qua. Non credo aver spoglierato proprio un bel niente.

Ripeto: film consigliatissimo a chi, magari trascinato dalla visione delle loro opere (come me), vuole approfondire la conoscenza di Miyazaki e dello Studio Ghibli con i suoi vari protagonisti che trovano bene anche loro lo spazio nel film.

 
dovrebbero darlo al cinema a breve, se lo faranno dalle mie parti credo ci andrò //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
dovrebbero darlo al cinema a breve, se lo faranno dalle mie parti credo ci andrò //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
Non ci conosciamo tanto bene, ma per quel poco che mi pare di aver capito di te, credo che sei un „Anime-ista“ adulto e vaccinato che da persona matura apprende anche volentieri i retroscena. Pertanto ti consiglio veramente la visione, lascerà il segno, in senso positivo, cioè che fa riflettere su tante cose.

 
certo, è sicuro che lo vedrò. Il dubbio è solo se lo daranno al mio cinema, se non sarà così ci sarà sempre l'edizione home video di prossima pubblicazione che non mi lascerò scappare (se non altro per senso di 'completismo' Ghibli)

 
Allora, oggi pomeriggio ho visto al Far East Film Festival di Udine “The Kingdom of Dreams and Madness” in lingua originale sottotitolato Inglese (anche Italiano, ma si vedeva/leggeva malissimo purtroppo e distoglieva troppo dal vedere le immagini), quindi ho spolverato il vecchio file English nel mio cervello.
Non lo consiglio ad un pubblico adolescente o a chi vuole continuare ad associare Miyazaki e lo Studio Ghibli ad un mondo di carattere fiabesco, pensandoli Sì come autori delle opere stupende che conosciamo ma forse involontariamente immaginando loro come se fossero a loro volta come quei personaggi disegnati.

Lo consiglio invece agli appassionati e fan realistici di queste opere e del / dei grandi maestro/i, che hanno davvero voglia di guardare dietro il sipario. Si tratta di un documentario e per quanto credo sia stato fatto in modo clemente, mostra comunque diverse sfaccettature che già leggendo certi articoli qua e la, si percepivano.

Ci sarebbero tante riflessioni da fare, ma non ho voglia di scrivere un romanzo e sono anche un po’ stanchino.

Sicuramente mi ha colpito e lo rivedrò volentieri (in Italiano) se lo dovesse far vedere alla TV. Ti fa riflettere, anche sulla società giapponese, perché si percepisce che sono ben diversi rispetto a noi.

Per quanto molti aspetti mi piacciono, credo che nel complesso mi andrebbe troppo stretto. Troppo padronale, patriarcale, rivolto verso l’autorità (non mi vengono gli aggettivi appropriati).

Si intuisce anche che da loro l’Anime, come da noi (o almeno in Germania) il cabaret, costituisce uno spazio che ti permette di uscire dagli stereotipi e dai canoni di quella società, affrontando anche argomenti scomodi (protezione della natura, antimilitarismo, ecc.) e per quanto Miyazaki mi dia l’impressione di essere un datore lavoro padrone col quale non saprei se riuscirei andare d’accordo, è comunque anche uno di visione aperta, da idee politiche dello stampo verdi o sinistra. Si capiscono le sue preoccupazioni.

I discorsi che fanno sono sottili, di poche parole, ma sono molto profondi e pesanti.

Come nel terzo Reich o nella Germania dell’Est, si dicono pochissime parole e il resto della “conversazione” avviene in silenzio per affinità di pensiero.

Ripeto, ci sarebbero tante cose da dire, anche trattando altri aspetti del film, che come avete intuito è assai profondo, se uno vuole cogliere i vari aspetti e ascolta attentamente cosa viene detto, come si comportano le varie persone, come si presenta l’ambiente.

Ancora una cosa che colpisce: il rapporto con ossia l’influenza che ancora oggi esercita la figura paterna su Miyazaki. Uno direbbe che un uomo di 72 anni passa abbia da tempo tagliato la corda ombelicale col padre invece si percepisce di quanto ancora oggi Miyazaki nella sua sensibilità è influenzato dalla figura di suo padre.

Bene, mi fermo qua. Non credo aver spoglierato proprio un bel niente.

Ripeto: film consigliatissimo a chi, magari trascinato dalla visione delle loro opere (come me), vuole approfondire la conoscenza di Miyazaki e dello Studio Ghibli con i suoi vari protagonisti che trovano bene anche loro lo spazio nel film.
non capisco questa associazione col terzo reich.. :bah!::bah!:

può essere padrone quanto vuoi miyazaki, ma se non sei affine con le sue idee il problema non è di certo il suo.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif :asd: avercene di padroni così.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
The Kingdom of Dreams and Madness (Yume to kyôki no ohkoku) ossia IL REGNO DEI SOGNI E DELLA FOLLIA

non capisco questa associazione col terzo reich.. :bah!::bah!:può essere padrone quanto vuoi miyazaki, ma se non sei affine con le sue idee il problema non è di certo il suo.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif :asd: avercene di padroni così.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Il film mi ha trasmesso per certi versi la sensazione di clima da regime in Giappone, cioè la prepotenza di forze che ti condizionano anche nella libera espressione (Dialogo tra Miyazaki e Toshio Suzuki del tipo: ma, possiamo fare un film sul militarismo. Poi Miyazaki parla delle bugie su Fukushima, ecc.), e data la mia provenienza mi vengono spontanee determinati raffronti. Certo che il riferimento del “Terzo Reich” non era rivolto a Miyazaki.

Se ti piace lavorare sotto “padrone” vieni in Veneto o Friuli, ma personalmente preferisco le gestioni del tipo manageriale. Credo mi capirai meglio una volta visto il film: il grafico che preferisce non insistere con Miyazaki su certi disegni per non infastidirlo, la stretta collaboratrice incinta da tre mesi (se ho capito bene), che non gli dice niente, forse perché fuma come un turco anche in studio e quindi vicino a lei, e cosi via.

Spero di essermi spiegato meglio adesso. Ripeto, un film da vedere, in senso positivo. Forse io sono troppo sensibile e incuriosito dalla società nipponica, e nel tentativo di capirla meglio colgo invece troppo gli aspetti negativi.

 
non è che mi piace lavorare sotto padrone.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

ma un conto è lavorare sotto un padrone fascista e un conto è lavorare per qualcuno che probabilmente ama talmente tanto il suo mondo da volerne controllare ogni minimo aspetto.. stiamo parlando comunque di un genio, ci sta che sia anche strano.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
non è che mi piace lavorare sotto padrone.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gifma un conto è lavorare sotto un padrone fascista e un conto è lavorare per qualcuno che probabilmente ama talmente tanto il suo mondo da volerne controllare ogni minimo aspetto.. stiamo parlando comunque di un genio, ci sta che sia anche strano.. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Disney era quasi un dittatore ( aveva persino imposto ai dipendenti di farsi sempre la barba per mantenere un aspetto pulito ) ma lasciava sempre i suoi dipendenti liberi di lavorare e questi dovevano solo attenersi a logiche imposizioni ( sei la Disney, non puoi pensare di creare un cartone splatter ). Con Miyazaki invece o si seguono le sue direttive o non si fa nulla e no, non è bello avere un capo che ti controlla ogni cinque secondi senza darti un minimo di libertà, soprattutto in ambito creativo. Dalla fondazione della Disney ad oggi sono stati fatti cartoni con miriadi di stili diversi, morali diverse, visioni di pensiero diverse. Ad oggi dalla sua fondazione salvo i rari exploit di Takahata si è seguita un'unica corrente di pensiero/stile, cosa che va bene quando vuoi farti un nome ma a lungo andare il pubblico perderà interesse nel vedere sempre la stessa cosa ( anche perchè la qualità non riesce a mantenersi constante visto che si deve fare sempre le stesse cose cercando di riciclarle alla bene e meglio )

 
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top