Onestamente credo che per fare un lavoro del genere occorra necessariamente essere appassionati, mi viene difficile immaginare una SH col padre-padrone capitalista che sferza i dipendenti proletari finché non finiscono il loro turno. Già la decisione di formarsi nei linguaggi informatici deve per forza presupporre una passione, dato che stiamo parlando di roba molto, molto difficile. Non dimentichiamo che i videogiochi sono a pieno titolo un'espressione dell'arte, e anche se sono prodotti secondo criteri industriali, sempre di arte si tratta. E credo inoltre che ciò valga per qualsiasi prodotto artistico. Faccio un esempio che all'apparenza non c'entra niente: anni fa sono stato sul set di Gomorra per fare da comparsa, e sono rimasto molto colpito dalla dedizione che ci metteva ogni singolo addetto ai lavori. Ricordo che c'era un'attenzione al dettaglio incredibile, con gente che sembrava non contare nulla che si incazzava per la minima cosa fuori posto. Era ovvio che anche lì ci fosse la passione per il cinema - o, per meglio dire, per la serialità televisiva - a muovere il tutto, dato che non c'era la benché minima parvenza di alienazione in quelle persone.
Dipende ma senza dubbio.
Ogni azienda grande o piccola, è gestita in maniera sostanzialmente diversa, non conta solo la passione, contano anche i rapporti lavorativi ed extra lavoro.
In quasti anni è persino più duro fare lo sviluppatore. Basta poco, o nulla e puoi compromettere il tuo lavoro e perdere il tuo ruolo o peggio.
Ad esempio, lavori presso un grossa azienda, una softcompany di quelle AAA, il tuo lavoro è un sogno: fai videogiochi, così il pueblo concepisce il tuo lavoro.
È tarda sera e sei scazzato.
Scrivi un tweet contro una persona, o rispondi in malo modo, all'ennesimo che recrimina su cosa fai. Hai fatto l'errore di scrivere che sei un concept designer presso Ubilol.
Stai certo che qualcuno riferirà il tuo tweet e più è grave, peggio saranno le conseguenze.
Pochi giorni fa parlavo con uno sviluppatore piccolo-piccolo, e mi diceva che il suo obiettivo è costruire, oltre che un gioco (indie), anche un ambiente di lavoro salutare, etico per i suoi dipendenti. Beh, auguri eh. Per età raggiunta e contatti presi e PERSI, posso affermare in assoluta tranquillità che in Italia sarebbe epocale costruire una azienda/studio simile, non solo meritocratica ma pure etica.
Non è assolutamente così scontato, ecco perché credo che tutto quello che riguarda ND e il crunch non dovrebbe riguardarci, più di tanto.
Godiamo del gioco, della forma d'arte (o meno), non spingiamoci oltre. Ci credereste ai ricatti, alle sottomissioni, e alle rinunce che spesso tanti fanno, sentendosi soffocare in queste big aziende?
No. Non ve lo immaginate neppure. Eppure è come diceva Spidey "Da grandi poteri derivano somme cagate di minchia" (più o meno, l'ho rielaborata)
Parliamo del grande gioco, delle menti che l'hanno concepito, di chi l'ha fatto insomma, della passione infusa nel prodotto. È probabile che se sapessimo tutto quello che c'è dietro...la valutazione cambierebbe.
Della serie "Sei così sensibile con gli animali e sei così stronzo con gli esserei umani?" - ecco una roba simile.