Hype TOP 10 PS4 Generation | #ermejodermejo | Votazione conclusa: Kratos dominatore incontrastato | Classifica al primo post |

Hype
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Terzo giorno di lavorazione della lista (solo quella...manco ci sto scrivendo nulla ancora) e sto a 14 giochi. Non so se ce la faccio a buttarne fuori 4 :sard:
Dai Sirio, Sakura wars puoi anche eliminarlo, sù :sisi:
 
Knack 2 non si vede spesso, vè?

:icebad:
Se dovessi fare una TOP di giochi coop locale sarebbe sicuramente sul podio.
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Terzo giorno di lavorazione della lista (solo quella...manco ci sto scrivendo nulla ancora) e sto a 14 giochi. Non so se ce la faccio a buttarne fuori 4 :sard:
Io ho avuto difficoltà trovare il decimo eppure ho giocato centinaia di giochi :hmm:
 
Terzo giorno di lavorazione della lista (solo quella...manco ci sto scrivendo nulla ancora) e sto a 14 giochi. Non so se ce la faccio a buttarne fuori 4 :sard:
Io ho il problema opposto, fatico ad arrivare a 10 :sard:
 
Io ho il problema opposto, fatico ad arrivare a 10 :sard:

La tua penso di saperla già

Days Gone
The Last of Us 2
Knack
Knack 2
Final Fantasy XV
KH Melody of Memory
Predator Hunting grounds
Fortnite
Killzone Shadow Fall
The Quiet man

Ci sta più o meno no? :draper:
 
La tua penso di saperla già

Days Gone
The Last of Us 2
Knack
Knack 2
Final Fantasy XV
KH Melody of Memory
Predator Hunting grounds
Fortnite
Killzone Shadow Fall
The Quiet man

Ci sta più o meno no? :draper:
No la mia è:

World War Z
Days Gone
TLOU
TLOU2
Zombie Army 4
Dying Light
The Walking Dead Telltale
Dead Rising 4
Resident Evil 2
DayZ
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Perché ne hai giocati pochi o perché ne trovi pochi meritevoli? :hmm:
Ne ho giocati abbastanza (sicuramente più di 10) ma non riesco ad arrivare a 10, che eleggerei "segnanti" per la mia gen (perché la mia lista alla fine è quella)... Penso mi fermerò ad 8.
 
No la mia è:

World War Z
Days Gone
TLOU
TLOU2
Zombie Army 4
Dying Light
The Walking Dead Telltale
Dead Rising 4
Resident Evil 2
DayZ
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Ne ho giocati abbastanza (sicuramente più di 10) ma non riesco ad arrivare a 10, che eleggerei "segnanti" per la mia gen (perché la mia lista alla fine è quella)... Penso mi fermerò ad 8.
Abbiamo dei gusti difficili vedo :draper:
 
Perchè days gone tra i troll. Perchè :sadfrog:
 
allora non dipende dal titolo.. me felicio:fiore:
 
Doppia premessa:
  • è ovvio che ho lasciato fuori tantissimi giochi che mi sono piaciuti molto, ma per non fare il paraculo non farò nessuna horonable mention, sarà preciso e brutale;
  • ho ancora un sacco di titoloni da recuperare, da Red Dead Redemption 2 a Resident Evil 2, passando per Dark Souls 3 e Uncharted 4 (e molti altri ancora), ma conoscendomi, la classifica finale per l'80/90% non cambierebbe, quindi sono convinto della presente stesura.
Detto questo, cominciamo!



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10. The Witcher 3 Wild Hunt
Probabilmente questo titolo sarà in molte TOP 10. Io ho recuperato la saga dello strigo a fine 2018 e a inizio 2019, dopo aver giocato i primi due capitoli su PC e recuperato tutti i libri in pochissimi mesi mi accingevo a concludere l'epopea di Geralt di Rivia. L'ho messo in questa TOP 10 perché è uno dei titoli che più mi ha fatto immergere nel suo mondo: noi siamo gli artefici della storia, noi siamo i protagonisti, immersi in quel mondo vivo, pieno di storie, di personaggi, di semplici paesaggi mozza-fiato. Lasciando da parte le emozioni che regala, dato che sono collegate al fatto che questo capitolo è la summa di tutta l'epopea di Geralt e compagni, la scrittura è qualcosa di senza pari. Tutto l'impianto narrativo riesce a tenere incollato allo schermo il giocatore. Non solo la main è curata e potente, anche le secondarie raccontano sempre storie che non potete non amare. Anzi, molto spesso sono intrecciate con la main quest creando un flusso di azioni-reazioni a catena che vi permettono di plasmare l'esperienza secondo il vostro volere. Lo considero un capolavoro del media che non raggiunge la perfezione per la sua parte ludica. Tutto il resto è talmente ad alti livelli comunque, che pure i suoi difetti ludici passano in secondo piano.

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9. Nier Automata
Prima di Automata non avevo mai giocato nulla di Taro, e se dietro non ci fossero stati i Platinum Games penso che non lo avrei comunque mai preso. Ed è paradossale che la cosa che mi sia piaciuta di meno, è il sistema di combattimento. Per carità, è divertente e menare le mani non pesa mai, però vuoi il team dietro, vuoi la demo, vuoi i video, mi ero fatto un'idea leggermente sbagliata. Diciamo che è tutto fumo e poco arrosto, anche se qualche piccola chicca c'è. Ma perché è nella TOP 10 della gen? Perché è il titolo più adulto, maturo e profondo che abbia mai provato, narrativamente parlando. Un titolo che ha una carica emotiva senza pari, un pugno diritto allo stomaco del giocatore, che non può far altro che soffrire in silenzio e godersi una delle opere più belle del nostro media preferito. Un capolavoro che sa come lasciare il segno insomma.




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8. Cuphead
Cuphead lo giocai al D1 sul mio PC macinino, lo apprezzai tantissimo, ma vista la natura del gioco e i problemi che mi dava il PC, finita la prima run non approfondii nulla. L'estate scorsa con l'uscita su PS4 ho finalmente potuto sviscerarlo in ogni sua parte e... l'ho apprezzato ancora di più, tanto che ora è in questa TOP. Il titolo è semplicemente perfetto, non ha sbavature: gameplay semplice e immediato, con qualche sfumatura tattica per quanto riguarda la scelta del layout del nostro uomo-tazza, varietà impressionante, longevo il giusto, comparti tecnico, sonoro e visivo eccellenti e soprattutto è gasante e soddisfacente come pochi altri giochi. Questo già basterebbe a spiegare perché si trovi qui, ma l'ho inserito anche perché la sua realizzazione è una delle più grandi dimostrazioni di amore e passione che possiamo ritrovare nel nostro media preferito. Se caso mai un giorno dovessi incontrare i fratelli Moldenhauer vorrei dar loro un grande abbraccio e dir loro un grande grazie, per il segnale positivo che hanno dato all'industria con il loro gioiello.


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7. Batman Arkham Knight
Questo titolo credo sarà in pochissime TOP, se non addirittura solo nella mia. Non voglio sollevare per l'ennesima volta la diatriba sulla Batmobile, ma io l'ho amata (quanto ho amato le sfide dei DLC, non potete capire), e di conseguenza ho amato il gioco. L'unico problema per me sono state le boss fight, ma non per la Batmobile, ma perché DOPO la sezione con quest'ultima non c'è effettivamente la boss fight classica. Poi oh, è stato il mio primo titolo per PS4 vero e proprio. Per me quindi è semplicemente la conclusione perfetta per una saga perfetta. I Rocksteady hanno mostrato ancora una volta a tutti come si fanno i videogiochi, osando, e hanno salutato il Cavaliere Oscuro regalandogli (e regalandoci) la sua migliore avventura. Appena dopo averlo finito dissi che mi sentivo già vuoto sapendo che non avremmo mai avuto altri Batman made in Rocksteady, e oggi, dopo tutte le vicissitudini successe nel corso degli anni, non posso che confermare quel senso di vuoto.



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6. The Last of Us Parte II
The Last of Us Parte II è ciò che più si avvicina al concetto di perfezione. Il titolo ND è un piacere dall'inizio alla fine: level design maniacale, IA nemica sublime, varietà di situazioni senza precedenti, world building certosino, parte stealth curata a dovere e gunplay viscerale rendono ogni minuto di gioco passato nel crudele mondo di TLoU un piacere da giocare. L'impatto visivo è fuori dal comune. Avete visto le animazioni? Vi ricordo che gira tutto su una macchina del 2013 senza una minima défaillance: zero cali di frame e bug, caricamenti rapidi, è un vero e proprio miracolo tecnico. Sulla parte narrativa voglio dire poco e niente, se non che i ND hanno voluto raccontarci una storia di vendetta e redenzione, viscerale, che farà male al giocatore in più di un'occasione e che affronta un sacco di temi, molti dei quali coraggiosi per il media di appartenenza, con una naturalezza disarmante, senza nessuna incongruenza di sorta e con un finale da cazzotti nello stomaco. Insomma, è un titolo impeccabile. Ma allora perché è solo al sesto posto? Perché per gusti personali gli preferisco altri titoli, ma è in dubbio che Parte II, come qualità complessiva, sia il miglior gioco della generazione, e quello che più si avvicina alla perfezione.

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5. Sekiro Shadows Die Twice
Con Bloodborne, From Software e Miyazaki decisero di regalarmi un Souls riveduto e corretto sulle mie preferenze (spoiler?). Con Sekiro mi hanno addirittura regalato un action vero e proprio. E la parte migliore del pacchetto è proprio il suo Combat System! Nonostante la struttura e alcuni elementi ricorrenti possano ricordare i precedenti lavori dello studio, dopo pochi minuti di giochi capirete che pad alla mano cambia tutto. In primis, la cosa che salta subito all'occhio è la mancanza della stamina: questo vuol dire una cosa sola, aggredire l'avversario senza farlo respirare. Il fulcro dei combattimenti è rappresentato dal binomio attacco e deviazione, ovvero la parata al momento esatto. Ogni colpo e ogni deviazione rompono la postura dell'avversario, e quando questa sarà compromessa, potremmo sferrare un attacco mortale, anche se l'avversario ha tutta la vita. Questa meccanica va a creare delle danze di morte splendide visivamente, brutali, viscerali e adrenalinche, in una sola parola, appaganti. Sekiro non sta più in alto perché varietà generale e level design, nonostante siano sopra la media, non sono ai livelli cui FS ci ha abituato. Un gioiellino che ha mostrato ancora una volta al mondo la maestria del team del nostro amato Miyazaki.

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4. Devil May Cry 5
Tra tutti i titoli presenti nella mia TOP Devil May Cry 5 è forse uno di quelli che presenta più difetti. Ma perché è così in alto? Perché il gameplay di Nero e Dante non solo è perfetto, ma rende il gioco, ai miei occhi (alle mie mani), l'action (e non solo) più divertente che abbia mai giocato in vita mia! Ok, c'è V che fa cadere le palle a terra, ci saranno problemi di level design o riciclo, però quando starete controllando i due ammaza-demoni dai capelli cinerei non vi importerà di nulla. Insomma, senza giri di parole, Devil May Cry 5 non è solo un ritorno in grande stile, per il sottoscritto è un vero e proprio capolavoro, nonché nuovo punto di riferimento e pietra miliare del genere. Ripeto, ha dei difetti e forse tra tutti i titoli presenti in lista oggettivamente è uno dei più attaccabili perché eccelle solo nel gameplay di 2 personaggi su 3, ma quando gioco con quei due personaggi, mamma mia, diventa, pad alla mano, uno dei giochi più divertenti e gasanti che abbia mai giocato.



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3. Crash Bandicoot 4 It's About Time
Gradino più basso del podio per il marsupiale con cui noi degli anni 90 siamo cresciuti. Badate bene però che non è qui per nostalgia, anzi, questo Crash 4 mi ha fatto capire quanto piccoli siano i nostri amati primi 3 capitoli. Senza esagerare, come varietà, grandezza, gameplay e più nello specifico level e game design, i titoli della prima PlayStation sono praticamente delle demo. Crash Bandicoot 4 riesce a conservare la sua identità, ma al tempo stesso ad offrire nuove meccaniche e situazioni di gioco che lo elevano nell'Olimpo del genere di appartenenza, e non solo. Senza girarci intorno, è il miglior platform a livelli che abbia mai giocato e anche uno dei migliori mai realizzati. Solo a vedere un trailer mi sale la scimmia di andare subito a rimetterlo nella PlayStation, nonostante ci abbia giocato quasi 100 ore. Non voglio insozzare questa sua commemorazione quindi non parlerò della diatriba sulla difficoltà e tutto ciò che ne consegue, vi dico solo che è uno dei giochi che più mi ha intrattenuto, galvanizzato e appagato in questa generazione di console, ed ecco spiegato perché è così in alto.


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2. Bloodborne
Come anticipato prima, Bloodborne è un Souls riveduto e corretto secondo i miei gusti. Dark Souls è uno dei titoli più belli che abbia mai giocato, e sicuramente uno dei di quelli con il level design migliore, che mi ha lasciato attonito praticamente ogni tre per due. Bloodborne riesce a fare lo stesso, con una direzione artistica migliore, secondo i miei gusti, e un gameplay che alleggerisce la parte ruolistica, virando di più verso l'action: praticamente un gioco fatto su misura per me. Bloodborne, anche se non mi ha stupito come Dark Souls in passato per colpa della mia esperienza, dato che sapevo già cosa aspettarmi da FS, è un Souls riveduto e corretto sulle MIE preferenze... è come se Miyazaki mi avesse chiesto cosa vorresti che cambiassi nel prossimo Souls?, e se ne fosse uscito con Bloodborne, quindi, come diavolo faccio a non amarlo? E vi dirò di più, non è solo nella TOP generazionale, ma è nel trittico dei miei giochi preferiti di sempre, insieme al titolo che troverete al primo posto e insieme a Prince of Persia Le Sabbie del Tempo.


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1. God of War
Ed eccoci arrivati alla fine. Il mio gioco della generazione, che si affianca a Prince of Persia Le Sabbie del Tempo e Bloodborne per andare a corrompere il trittico dei miei giochi preferiti di sempre, è God of War. Similmente a quanto detto per Bloodborne, Barlog ha preso un brand che amavo già, ha migliorato gameplay e level design, evolvendo la classica formula di gioco proprio secondo i miei gusti, mantenendo comunque il fascino del franchise. L'aggettivo migliore per descrivere l'ultima fatica di Santa Monica è MASTODONTICO. Un gioco enorme, potente, certosino, che trasuda amore e passione da tutti i pori: nulla è lasciato al caso, nulla. Anche la più inutile situazione, all'apparenza, ha un motivo. Nient'altro da dire, giocatelo e basta, penso sia il solo titolo delle generazione che non ha nessuna contro-indicazione. Anche TLoU 2 per la storia (nonostante oggettivamente lo consideri il gioco della generazione), o RDR2 per il suo gameplay rimasto al 2008 potrebbero far storcere il naso a qualcuno, God of War no. L'unico difetto di God of War è quello di essere il primo titolo di una nuova trilogia, con tutto ciò che questo comporta.​
 
Premessa: tutti i giochi presenti sono stati giocati su PS4 (o PRO), sono esclusi i giochi "presenti su PS4", ma che ho comunque non giocato su PS4 (perché li ho presi su altre piattaforme)

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Scelta estremamente combattuta, ma alla fine il cuore ha prevalso. Death Stranding è perfettamente imperfetto. Un prodotto avveniristico, pieno di bachi, e mancanze, eppure tremendamente pieno di idee, e coraggio, in un panorama AAA che tende naturalmente verso la stagnazione. Raramente un titolo mi ha coinvolto così tanto dal suo annuncio (2015 il comunicato stampa, 2016 il Teaser all'E3), fino alla sua uscita e completamento (Platino incluso). Raramente un gioco mi ha spinto addirittura al Doppio D1 (PS4, e Steam), addirittura in Collector's Edition. La magia del non sapere (e in un certo qual modo, quasi mi dispiace che a Settembre 2019 Kojima sia stato costretto a sbottonarsi dandoci quell'ora di gameplay da divorare e digerire), la magia del teorizzare, la magia dello scoprire. Anni di teorie, e gineprai concettuali si sono sublimati in più di 300 ore di gioco (completistiche ovviamente), in un'esperienza unica. Non priva di difetti (come ribadito in apertura), quali l'IA, il sistema di mira, o la qualità delle Ricompense Missione... Eppure, in quell'idea così semplice (il "Bartolini Simulator") si nasconde una grandezza e un'originalità che nessun altro gioco su PS4 mi è riuscito a dare. Il consegnare un pacco, lo scoprire un nuovo percorso (per superare i propri limiti di tempo e percentuale di consegna), il provare nuovi equipaggiamenti, lo svelare nuovi misteri di questo mondo futuribile, il condividere la mia esperienza con sconosciuti (tramite lo Stranding System, un'implementazione geniale del concept di multiplayer online asincrono) e conosciuti (amici che lo stavano giocando in parallelo a me, con cui chiacchierare di trama e altro), sono solo alcune delle cose che me lo fanno amare... Eppure alla fine è proprio nei suoi personaggi (anche loro tutt'altro che perfetti), e nella sua storia cipollosa (composta da tanti strati che vanno dallo sci-fi puro, alla metafisica, fino a giungere all'approfondimento di tematiche "semplici" e genuine come l'amore familiare e personale), che mi hanno rubato il cuore, e hanno reso DS il titolo che più di tutti non potrò dimenticare in questa Quarta Generazione di Console Sony.

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Al secondo posto, ma di pochissimo, in fondo se non è zuppa, è pan bagnato. The Witcher 3 arrivò come un fulmine a metà 2015 colpendo con un fragore senza precedenti fino a quel momento della Generazione. Era Maggio 2015 (dopo ben 2 rinvii), e un po' tutti lo aspettavamo, vuoi per il massiccio marketing targato CDPR, vuoi per una certa fame di A(W)RPG. Nel 2014 era sopraggiunto Dragon Age Inquisition, un titolo che aveva inizialmente saziato la voglia di Fantasy AAA, ma non era riuscito nell'impresa di soddisfarmi a dovere, vuoi per la classicità del suo plot, vuoi per la struttura importata da un MMO (seppur in salsa single player), vuoi per una certa spossatezza del brand DA (non smetto di sperarci comunque!). TW3 d'altro canto arrivava dopo 2 successi crescenti (entrambi giocati su PC, il primo al D1, il secondo un anno dopo [2012] a causa dei pesanti requisiti), e prometteva un mondo titanico, pieno di quest stratficate e ricche di scelte chiaroscurate, il tutto con una narrativa che si prometteva non solo di chiudere la trilogia di Geralt ma anche di dare un ulteriore punto fermo alla macro storia dello Strigo (ossia quella degli 8 romanzi di Spakowski) che era stata espansa dai CDPR (con quella che potremmo definire una "fan fiction di alta qualità"). Nei mesi antecedenti all'uscita non solo rigiocai di gusti i capitoli precedenti, ma ne approfittai pure per colmare le lacune letterarie (un grosso grazie andrà sempre ad Elaine, ex Mod di Sezione Libri). Il risultato finale? Una carica di eccitazione e aspettative che non ha precedenti (fino a quel momento, e forse tutt'oggi rimane imbattuta). Quello che mi trovai davanti fu un'esperienza unica nel suo genere. Un OW (multi regionale) strabordante di trame, e sottotrame, un cast colossale, e un'avventura virtualmente infinita (tra PS4 e PC, sono a oltre 1000 ore). TW3 ha retto tutto l'hype che si portava dietro, seppur abbia le sue indiscutibili criticità come un Combat System troppo leggero, un quest design strutturalmente troppo ripetitivo (soprattutto nel Main Game), e un Plot Principale rushato nell'Ultimo Atto (mannaggia a loro e al voler uscire anzitempo!). Eppure resta l'esperienza Fantasy definitiva di questa Gen, una netto rivoluzione nel campo degli Open World di stampo narrativo e una delle epopee ARPG più belle che abbia giocato nel corso del decennio

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Non poteva mancare sul podio dell'eccellenza generazionale PS4, l'ultima fatica di Santa Monica Studio. Il titolo più segnante della produzione Sony di questa Generazione, insieme a Death Stranding, e un grande ritorno sulle scene di SSM e di Cory Barlog (dopo l'eccezionale God of War 2 su PS2). Questo "soft reboot" (ma anche sequel), annunciato in quel di Los Angeles, in quel folle E3 2016, si portava addosso un carico di hype assolutamente folle. Una indubbia rivoluzione nella serie (con tutti i lati positivi e negativi che ciò poteva comportare), che presentata con una slice demo roboante sulle epiche note di McCreary (peccato abbia lasciato il gaming al momento!), mi aveva lasciato estasiato (vedere il ritorno dell'amato spartano dopo tanti anni è stato un colpo dritto al cuore, essendo la mia IP Sony preferita), ma anche con una naturale dose di dubbio. Man mano che ci si avvicinava al D1, l'aspettativa cresceva (anche a fronte di una campagna marketing molto silenziosa, volta a ridurre al minimo l'esposizione dell'utenza a possibili spoiler), e vedere le review e le opinioni dell'utenza (qui sul forum) rincarò la dose. Comprai GoW al D1, ma lo giocai circa 20 giorni dopo (stavo finendo Xenoblade 1 su Wii U), e mi accompagnò per oltre un mese con un viaggio che vorrei dimenticare, per poterlo rivivere una seconda volta completamente blind. Il nuovo Combat System è fresco e originale, ma non lesina in stratificazione e complessità, il mondo di gioco è finalmente di più ampio respiro ma costruito ad arte per non risultare dispersivo (con una brillante implementazione di idee da Metroidvania 3D), e la trama (e approfondimento dei personaggi) è finalmente più complessa rispetto a quanto ci aveva abituato l'esalogia precedente (che pur dimostrando una certa coerenza nel tessuto narrativo, si esemplificava per il 90% del tempo in una corsa di rabbia e vendetta). God of War 2018 è il perfetto esempio di come rinnovare una serie che ormai aveva dato tutto, ricostruendola dalla sua base in modo quasi perfetto (purtroppo la varietà di mob e Boss rimane un problema che mi auguro venga risolto da Ragnarok), il tutto senza rinunciare alle sue radici (ci sono dei momenti che gratificano chiunque sia fan di lungo corso dello Spartano), e osando addirittura proporre qualcosa di incredibile sul fronte registico (il piano sequenza applicato ad un titolo così complesso è tuttora un esperimento stupefacente). Il tutto è condito da una musica eccezionale, e da una quantità di LORE da far impazzire qualunque amante della mitologia norrena (la caccia ai riferimenti mitologici nel gioco, è stata una delle cose che più mi ha divertito della mia run). Questo capitolo è e rimane un punto di svolta per la serie, e per la generazione ormai conclusa, ed è tutt'ora il principale motivo per attendere con malata eccitazione la venuta di Ragnarok su PS5 (e PS4, visto che sarà sicuramente cross gen, mannaggia a Ryan).

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Il blockbuster generazionale di Rockstar Games. Vicino alla cima, ma comunque lontano rispetto ai primi tre, per quanto mi riguarda. Apprezzai moltissimo RDR1 nella scorsa Generazione, eppure non fu mai fra i miei titoli Rockstar preferiti in assoluto, forse per il setting un po' troppo decadente, e per la mancanza di una vera anima da "Banda Criminale", che tanto mi piace nei classici Western del '900... Be' il secondo Capitolo, ha (quasi) completamente esaudito il mio desiderio: ci troviamo di fronte ad un'epopea western in un un mondo crepuscolare (ma non ancora finito), nella prospettiva finalmente di una banda criminale di stampo classico, composta da ogni genere di stereotipo (in senso buono) del genere di appartenenza. RDR2 è la summa del cinema western passato e presente, condensato in un'avventura da una longevità mostruosa. RDR2 ha tutte le qualità del colossal R*: una storia di ampio respiro, ricca e varia, personaggi che bucano lo schermo, un mondo vivo (più che mai!), e una grafica incredibile unita ad una quantità (e complessità) di animazioni che ha pochi rivali nell'industria (sì ND è uno di questi ovviamente). Persino nel suo panorama specifico (A/A OW), RDR2 non esita a dare una spinta innovativa: l'ecosistema del mondo di gioco è il più evoluto (probabilmente) della generazione, il sistema di IA e interazioni con gli NPCs (per quanto alla lunga possa risultare ripetitivo) è senza precedenti, e l'implementazione dei Random Encounters (che si fondono fluidamente all'avventura, portando conseguenze anche sul medio-lungo periodo) è la sublimazione di quanto iniziato con il precedente capitolo. Quindi cosa manca a RDR2? Quello che manca da un po' di tempo alle produzioni Rockstar: un salto di qualità nel quest design (perché ogni missione si struttura praticamente allo stesso modo, finendo sempre e comunque con un bagno di sangue), e un salto di qualità nel sistema di controllo e shooting del personaggio (ancora troppo ancorato ad una pesantezza, che seppur garantisca il realismo, rende estremamente faticoso godersi la frenesia dell'azione). Se R* riuscirà a superare questi suoi limiti, il loro prossimo titolo (qualunque esso sia) potrà ambire alla cima; detto ciò RDR2 rimane un'esperienza generazionale, che sia per il suo Open World, sia per la sua bellissima trama (Arthur nel cuore, per sempre!), ha segnato questi anni, e segnerà ancora a lungo il futuro dei blockbuster dell'industria.

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Ero molto indeciso dove metterlo, ed ero persino tentato di fare il colpo gobbo e metterci Final Fantasy XV, vuoi per l'affezione verso l'avventura che fu quel gioco, vuoi per vedere le reazioni della gente, vuoi per punire alcune scelte fatte da questo Remake (no, non parlo delle scelte narrative, parlo delle scelte strutturali). Ma... No, non sarei stato apposto con la mia coscienza. Final Fantasy VII Remake è stato un viaggio abbastanza folle, pure lui iniziato ben prima dell'uscita effettiva del gioco (nel lontano 2015, ma in realtà molto prima considerando che il rumor del remake era un appuntamento annuale se ben ricordate), e concretizzatosi in 2 run (normale, difficile) con oltre 200 ore di gioco, e il desiderio tutt'ora di riprenderlo in mano (con l'Upgrade PS5 unito al DLC di Yuffie) per giocarci ancora. Final Fantasy VII Remake non è solo un sogno che si avvera (bene o male), ma è soprattutto un gioco incredibile. E' il remake (e in un certo senso anche reboot) più ambizioso mai creato, e seppur compia scelte non proprio perfette a livello narrativo (l'annacquamento di certi frangenti, e le scelte bizzarre del finale), pad alla mano mi sono trovato davanti al A(J)RPG più divertente in assoluto da giocare di questa generazione. Un sistema di combattimento stimolante, che sintetizza e modernizza un sistema Action e un sistema ATB, e che solo alla Massima Difficoltà riesce ad esprimere tutta la sua profondità. Final Fantasy VII Remake pur con i suoi evidenti limiti (l'eccessiva linearità, e l'annacquamento di certi passaggi) ti fa desiderare di giocare ancora ed ancora, di sperimentare nuove build con le varie Materie, e di combattere nemici sempre più ostici, ed è in questo che sta il suo più grande punto di forza. Ovviamente anche dal punto di vista visivo (a fronte di certe brutture) e dal punto di vista uditivo (grazie Nobuo!) risulta un'esperienza eccezionale. Insomma non è solo un punto di svolta per i Remake, e per i "Dream Project", ma è anche una importante ripartenza per Square Enix, che risulta assuefante da giocare, e mi carica di aspettative per la prosecutio della Saga.

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Già... La pecora nera della serie, la mela della discordia KojiNami, il Dolore Fantasma della Fanbase, eppure... Eppure dopo un centinaio di ore, non posso assolutamente non riconoscere a Metal Gear Solid V: The Phantom Pain il valore ludico che merita. Leviamoci subito il dente: sì, il gioco è incompleto (vero Missione 51?), la struttura dell'OW è superflua, parte della trama è fine a sé stessa, e mancano determinati personaggi che qualunque fan si sarebbe aspettato di vedere... Eppure è un gioco bellissimo da giocare ancora oggi dopo quasi 6 anni dalla sua uscita. Le possibilità sandbox di questo gioco sono tra le migliori proposte nella generazione PS4: dallo stendere ogni persona alla vecchia maniera (con una classica pistola a tranquillante), allo scoprirsi e massacrare tutti, fino allo sfruttare l'ambiente al suo massimo per passare completamente inosservato. Le possibilità di sperimentazione sono tantissime, e il giocatore viene lasciato in un parco giochi, in cui è il level design e l'equipaggiamento (estremamente vario) prescelto a farla da padrone, dovendosi per giunta scontrare contro un'ottima IA che risulta essere tra le più responsive viste in questa generazione. Questo è il MGS che più di tutti mette il gameplay davanti a tutto, a costo (purtroppo, per certi versi) di sacrificare il ritmo della narrazione. Ciò che MGSV non riesce a fare è essere un grande MGS, ma riesce nel compito (non semplice) di essere un grandissimo Stealth Sandbox Game. Rimane un'esperienza che consiglierei a qualunque amante della saga, pur con l'amaro in bocca di quel "dolore fantasma" che in fine sopraggiunge. MGSV delinea alcuni retroscena e personaggi interessanti, e collega un passaggio fondamentale della Saga (a dimostrazione di quanto Kojima tenesse all'opera nella sua interezza). E' un'esperienza particolare, alienante per molti versi (la gestione della base, a mente fredda, ha un retrogusto di inutilità), ma che ludicamente è la summa di 30 anni di Metal Gear Saga, e narrativamente è la chiusura imperfetta di una splendida epopea "spy-story"... Rimarrà sempre l'amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere se Konami non avesse segato il progetto, e se (diciamolo) Kojima avesse preso scelte di sviluppo un po' diverse (e parlo in primis di narrativa), ma diavolo l'idea di rimetterlo su e di ripulire una qualche base in Afghantistan c'è tutt'oggi, e penso sia il miglior testamento alle qualità ludiche del titolo.

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Mi capita di rado di giocare demo, alpha, beta, et similia di un gioco. Tendenzialmente quando adocchio un gioco so già che lo vorrò, e in virtù di ciò preferisco tenermi distante dalle demo per restare più blind possibile (sto guardando te, Monster Hunter Rise!). Probabilmente il primo Nioh è l'eccezione che conferma la regola. Seguii Nioh dalla primissima alpha (finendola) per ogni singola alpha e beta seguente, fino al D1. A posteriori, quasi mi dispiace che abbiano ribassato la difficoltà nelle 2 demo seguenti (no in realtà non mi dispiace l'alpha era un incubo allucinante a livello di aggro dei nemici, e pericolosità degli stessi). Non sono il fan numero 1 dei Souls like (mi piacciono, li gioco, ma non li venero), eppure Nioh mi catturò dal primo trailer (o meglio dal primo "vero" trailer, visto che in origine Nioh venne presentato nel 2005 come Musou, poi sparì e ritornò da noi come un Action game con elementi da Souls like e da Diablo like). Forse perché all'epoca la fame di setting giapponese (condito pure dalla bellissima mitologia shintoista, rappresentata da Tecmo Koei con una grande direzione artistica) era fortissima (oggi si è affievolito grazie ai vari titoli usciti con questa ambientazione), vuoi perché avevo voglia di un gioco hardcore, sadico, ma estremamente soddisfacente da giocare, ma sicuramente le 70 (e più) ore passate su Nioh sono state un piacere. Il gioco è manchevole sul level design e sulla narrativa, ma ha dalla sua un comba system tra i migliori prodotti in questa gen (se non il migliore, per mio gusto personale): una mescolanza eccezionale tra un Souls like e un Action puro, con una varietà di moveset, armi, e possibilità assuefante. A questo Combat System stratosferico, si aggiunge un impianto da Diablo like fortemente basato sul loot che spinge a sperimentare e potenziare le build, così da poter "rompere" sempre di più i nemici che ci si parano davanti. Nioh è l'emblema di un prodotto sicuramente non perfetto, ma con un'eccellenza assoluta (il suo combat system) che da sola rende meritevole pagare il prezzo del biglietto (ed è il motivo per cui prima o dopo giocherò più che volentieri anche il secondo capitolo, seppur mi aspetti semplicemente un ottimo more of the same).

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Sorpresa, non sorpresa. Il primo gioco che ho giocato su PS4 (Ottobre 2014), e al netto di tutti i suoi limiti, è anche uno di quelli che più mi è rimasto impresso. Partiamo facendo una premessa doverosa: il suo seguito (Shadow of War) è nettamente migliore per varietà di nemici, varietà del combat system, narrativa, longevità, complessità del sistema Nemesys, grafica... Allora perché citare Mordor e non War? Be', quest'ultimo è letteralmente un more of the same espanso del primo, con un forte retrogusto di già visto, come tale non ha avuto lo stesso impatto su di me che ha avuto il primo inoltre al D1 era piagato dalle loot boxes, quindi merita di essere puniton (Oggi sono state rimosse, quindi non preoccupatevi se volete giocarlo!). Come dicevo Shadow of Mordor fu il primo titolo che giocai su PS4, ci sono abbastanza affezionato, considerando che giocarlo su PS3 era impossibile (tutt'oggi è uno dei peggiori port old gen della storia di questo medium. Non parliamo solo di limiti grafici e di fluidità [atroce], ma di vere e proprie feature di gioco mancanti). Di base Shadow of Mordor è letteralmente un more of the same (strutturalmente) della serie Arkham, con un gameplay che riprende a piene mani sia dal sistema Stealth del Cavaliere Oscuro, sia dal Combat System basato sul Free Flow (in fondo sempre di Warner parliamo)... Mordor evolve tali elementi con un gameplay all'arma bianca dal feeling ovviamente più brutale, e un utilizzo di abilità magiche (legate allo Spettro) che rinfrescano la formula. Non è però sicuramente il Combat System il punto focale del gioco, la sua forza sta nel Nemesys System, che non ho timore a definire decisamente innovativo nel panorama del gaming. Monolith è sempre stata estremamente interessata all'innovazione dell'IA, e Mordor in un certo qual modo fa proprio questo: offrire un'IA che simula una serie di comportamenti nuovi e originali (dall'impazzire, all'odiarti, al restare danneggiati e così cambiare stile di combattimento, fino al desiderio di stalkerarti), non si tratta ovviamente di un'IA "unica", ma più che altro di un insieme di pattern comportamentali uniti insieme ad un sistema randomizzante, il risultato però (quando lo giocai) fu stupefacente: per la prima volta i nemici si ricordavano di me, mi odiavano, o avevano paura, reagivano a ciò che gli facevo, e intrecciavano con me delle vere e proprie storie (che erano mie e solo mie, slegate da un pattern fisso). Questo è il motivo per cui difficilmente dimenticherò Mordor, unito al fatto che, da amante di Tolkien a livelli patologici (Il Silmarillion è una delle mie letture annuali), vedere trasposti elementi della Seconda Era (Celebrimbor, Annatar, la forgiatura degli anelli del potere) mi carica di rara eccitazione; per carità gli sceneggiatori hanno peccato sia sulla narrazione sia sulla scrittura dei personaggi, ma per un amante del mondo di Arda vedere trasposti certi eventi leggendari (seppur con ovvi cambiamenti e forzature) è un colpo al cuore. Se il mondo fosse giusto, si trasporrebbero molto di più le vicende della Prima e della Seconda Era (Numenor nel cuore!)

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Esattamente: omissis. I miei ultimi 2 spazi della top restano vuoti. Voglio però spendere 2 parole comunque in questo paragrafo, per spiegare meglio la ragione di questo vuoto. No, non ho giocato solo 8 giochi nella Gen, non vi preoccupate. No, non ritengo brutti o mediocri gli altri giochi che ho giocato durante questi ultimi 7 anni. Ho giocato grandissimi giochi, ma non mi sento di candidarne nessuno (di quelli non elencati): ho recuperato grandi mancanze, come KH2 (gioco straordinario ancora oggi), ma non mi sento proprio di nominare nella top la "remastered di una remastered"; ho giocato titoli autoriali splendidi, come The Last Guardian, ma piagati da troppi difetti (per quanto mi riguarda); ho giocato remake che mi hanno colpito al cuore (Crash 'N Sane), ma che rimangono troppo ancorati all'originale PSX per risaltare nella Generazione PS4; e ho giocato tanti bei giochi (Horizon, vari Assassin's Creed, Final Fantasy XV, Vampyr, vari Souls e tanti altri... Troppi per elencarli) che hanno saputo regalarmi decine di ore di divertimento e che ricordo con piacere, ma che non hanno capitalizzato la mia affezione in modo netto. Penso (e spero) che nelle mie descrizioni soprascritte sia risaltato che ognuno degli 8 titoli in elenco mi ha sorpreso con qualcosa (o più di qualcosa) che mi è rimasto impresso (oltre ad essere legato a tutti avendone seguito lo sviluppo passo passo): vuoi l'originalità del Nemesys System, o l'incredibile interattività dell'IA degli NPCs della Frontiera, o ancora l'originalità del ridurre il core gameplay al trasporto di pacchi e pacchetti... Insomma gli 8 titoli sopra per me sono stati (tanto o poco) stupefacenti o comunque eccellenti almeno in qualcosa, tanto da rimanermi impressi come simboli dell'intera gen, ma ciò non toglie che tantissimi altri titoli siano stati splendidi e totalmente meritevoli di essere giocati per quanto mi riguarda.
 
Vc3nZ_92 Bellissimo Batman AK, solo la Batmobile merita la prima posizione.
zaza50 Contento per Nioh, in questi giorni sto giocando il secondo capitolo, se ancora non lo ha giocato te lo consiglio caldamente. :nev:
 
zaza50 Contento per Nioh, in questi giorni sto giocando il secondo capitolo, se ancora non lo ha giocato te lo consiglio caldamente. :nev:
Lo giocherò sicuramente :sisi:
Sia lui sia Sekiro sono in lista (ormai su PS5), ma devo trovare un mese molto zen, per non sfasciare casa :asd:
 
Catzo zaza50 visto il tuo rapporto odio/amore pensavo ci fosse un posticino nella classifica per i 4 bro:Final-Fantasy-XV_Cover_2016.jpg
 
The Witcher 3 e Sekiro sempre presenti nelle classifiche :ivan:

Incredibile come il terzo capitolo dello Strigo sia entrato nel cuore di tutti.
 
Catzo zaza50 visto il tuo rapporto odio/amore pensavo ci fosse un posticino nella classifica per i 4 bro:Visualizza allegato 765
L'ho citato negli omissis :sisi: Non potevo assolutamente mettere lui e sacrificare FFVIIR. Sono affezionato al XV, ma il VIIR è stata una dimostrazione incredibile (sia sul "come fare un remake", sia sul come modernizzare un combat system) :sisi:
 
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