Ah, non sapevo di questa dichiarazione. In effetti...
Aggiungo da un articolo del 13 gennaio, giusto a titolo di completezza e non per obiettare nulla sul tuo commento:
L’ex Guardasigilli e la capogruppo Pd Serracchiani incontrano nel carcere di Sassari l’anarchico in sciopero della fame da 75 giorni. «Va impedito che una persona muoia. E semmai verificare se vi siano altri strumenti per interdire la comunicazione dei detenuti con l’esterno. Il carcere duro...
ilmanifesto.it
Cospito si batte però contro l’intero sistema del 41 bis, non solo per la sua propria posizione. Andrebbe rivisto questo regime dell’ordinamento penitenziario?
È uno strumento che è stato pensato con specifiche finalità, originariamente solo per le organizzazioni mafiose. La mafia però è tutt’altro che sconfitta. Perciò, al netto delle modalità della sua applicazione, è uno strumento del quale ancora non possiamo fare a meno. La questione è se sia sic et simpliciter applicabile anche a fattispecie che sono parzialmente diverse, o se non si possano trovare anche altri strumenti. Anche perché in questo caso si è passati da un regime senza particolari prescrizioni legate al profilo di Cospito al 41 bis, senza prendere altri provvedimenti intermedi, pure possibili, come la censura della posta o altre forme di carattere interdittivo che si possono applicare secondo l’ordinamento dell’alta sicurezza.
Quindi c’è, come sostengono in molti, una sproporzione tra le misure restrittive che gli sono state imposte e il profilo di pericolosità del detenuto?
C’è sempre un margine di discrezionalità nell’apprezzamento delle situazioni. Evidentemente c’era un comportamento del quale si doveva tenere conto ma la cosa che andrebbe verificata è se le sue comunicazioni con l’esterno fossero in grado di orientare specifiche attività criminose o se avessero solo un carattere generico, molto diverso dai codici strutturati mafiosi che bypassavano i controlli dell’amministrazione penitenziaria e per fermare i quali è stato pensato il 41 bis. C’è poi da valutare anche se l’organizzazione a cui Cospito si riferisce sia comparabile per struttura gerarchica alle organizzazioni mafiose, e se si muova in conseguenza diretta alle sue indicazioni. E questo è un altro aspetto che va valutato guardando le carte, io non sono in grado di dare un giudizio. È lecito però chiedersi se c’è un margine di apprezzamento su una situazione come questa, perché non è detto che quel tipo di comunicazione tra Cospito e i movimenti anarchici abbia la stessa efficacia di quelle veicolate dalle organizzazioni mafiose.
All’Aquila alcune organizzazioni che si battono contro il 41 bis hanno manifestato a favore della brigatista Nadia Lioce e anche di Cospito. Secondo lei bisognerebbe almeno tornare alla versione iniziale del 41 bis, applicabile solo ai mafiosi?
Adesso il tema fondamentale è impedire che una persona muoia. E semmai verificare, a partire da questa vicenda, se non vi siano altri strumenti dell’ordinamento per interdire la comunicazione dei detenuti con l’esterno senza ricorrere al 41 bis. Certamente non dobbiamo farci dettare l’agenda dagli anarco-insurrezionalisti o da chi vuole aprire altri casi.
Ah, poi ha fatto uscire il tweet in cui si augura la revoca del 41 bis a Cospito...