Scioperare è un diritto. Se studiassi un po' di storia ti accorgeresti che ogni momento rivoluzionario, che in quanto tale ha portato a un cambiamento sociale, è stato accompagnato da sollevazioni popolari, spesso anche violente. Queste stesse sollevazioni ambivano a realizzare ciò che sembrava assurdo (ottenere diritti, far terminare guerre, abolire privilegi…).
È ovvio che scendere in piazza non ha un'influenza diretta su Gaza: cosa può averlo dopotutto? Nemmeno la Corte Internazionale sta fermando Netanyahu, nemmeno la progressiva presa di posizione del mondo Occidentale, quindi figurati se la società civile non ha il potere di fermare una guerra. Può però innanzitutto fare sentire la sua voce, mettere pressione, o anche semplicemente manifestare dissenso prendendo posizione, specie in un paese dove il Governo sta reprimendo il dissenso e mistificando la narrazione della questione.
Ma soprattutto, cosa che a te e a tanti sfugge, manifestare è una questione di coscienza. Mentre tu stai qui su un forum a blaterare di una violenza costruita ad arte per pochissimi episodi violenti in una giornata di manifestazioni che ha coinvolto 80 città, migliaia di persone si sono unite per un ideale più grande e sono state bene nel farlo. L'esito? Non ci è dato saperlo, ma mentre da una parte c'è chi si riempie la bocca di parole nobili rese vuote, dall'altra ci sono persone che hanno scelto di stare dalla parte giusta della storia con un atto semplice ma che oggi suona rivoluzionario.
Quindi per favore, anche meno con questo atteggiamento del "EHHHHH MA GLI SCIOPERI NON CAMBIANO NIENTE", perché:
1) È segno di mancata conoscenza della storia.
2) È segno di un pensiero utilitaristico che valuta tutto in base all'esito delle cose e sarebbe troppo facile prendere posizione solo quando si è sicuri dell'esito.
E giusto per concludere: dato che scioperare è un diritto non va contestato, considerando che la giornata di lavoro non viene retribuita.