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Per puro caso, Repubblica pubblica un articolo su Allende, il Cile e gli Stati Uniti:

Così l'amministrazione Nixon favorì il golpe in Cile: i documenti desecretati 50 anni dopo il governo Allende​

Adesso è chiaro il ruolo degli Stati Uniti nel golpe di Pinochet in Cile. Non si tratta più di ipotesi, di tesi probabili sorrette da una convinzione dominante durante e dopo i 17 anni della più feroce dittatura militare del secolo scorso. È scritto nero su bianco. Lo confermano migliaia di documenti, trascrizioni, appunti, brogliacci, indicazioni, suggerimenti che fanno parte del file "Politica sul Cile".

Cinquant'anni dopo l'elezione a presidente di Salvador Allende (5 novembre 1970) la Nsa, la madre di tutte le agenzie di intelligence statunitensi, li ha desegretati e messi a disposizione del pubblico. Raccontano come, chi e in quali tempi attivò una fine strategia che non esponesse gli Usa a una condanna internazionale per un'interferenza considerata grave, visto che Allende era stato eletto in una libera e democratica elezione, ma agisse assediando in tanti modi il primo governo marxista nato in America Latina. Golpe in testa. Quegli scritti sono anche la testimonianza diretta di un intervento, una scelta politica e strategica decisiva per il successo di Augusto Pinochet.


Lo scopo era logorare ai fianchi l'uomo che aveva osato rompere il controllo Usa sull'America Latina con un progetto politico nuovo e diverso. Boicottarlo con pressioni sulle principali multinazionali affinché abbandonassero il paese, facendo crollare il prezzo del rame, tra i principali prodotti esportati dal Cile, esasperando una popolazione che si trovava senza più aiuti e spinta verso l'abisso della povertà. Fare di tutto per affossarlo. Fu soprattutto Henry Kissinger, all'epoca (1969-1974) segretario alla Sicurezza Nazionale, a sollecitare il presidente Richard Nixon per una linea d'intervento più diretta, poco condivisa dagli altri consiglieri della Casa Bianca favorevoli invece a quella che fu chiamata la "Strategia del modus vivendi": appoggiare i partiti dell'opposizione cilena, di centro e di destra, in vista delle elezioni che si sarebbero tenute nel 1976.

Le trascrizioni degli appunti sulle convulse riunioni che seguirono l'arrivo di un governo socialista in Cile, tratteggiano la serie di manovre di Kissinger per incontrare da solo Nixon prima che si vedesse l'intero Consiglio della Sicurezza Nazionale. Convocato alla Casa Bianca per il 5 novembre, il segretario riuscì a posticiparlo di 24 ore. Nel frattempo fece di tutto per vedersi di persona con il presidente per aggiornarlo sulla situazione in Cile e prospettargli in modo chiaro quello che andava fatto. Era Nixon a dover decidere, alla fine. L'importante era che decidesse bene, senza farsi convincere dalla linea morbida e prudente degli altri. Secondo quanto redatto dal funzionario che annunciava lo spostamento della riunione, Kissinger avrebbe avvertito: "Il Cile finirà per essere il peggior disastro della nostra Amministrazione: sarà la nostra Cuba del 1972".

Aveva fissato un principio. Adesso bisognava solo superare le obiezioni degli altri componenti il Consiglio di Sicurezza e gli inviti a non esporsi con interferenze che sarebbero state condannate a livello mondiale. Non restava altro che convincere il capo. L'incontro decisivo avviene nello Studio Ovale. Durante un'ora Kissinger si trova da solo con Nixon. Gli illustra uno studio dettagliato che suggerisce una linea aggressiva di lunga durata nei confronti del governo Allende.

"Nell'arco di 6 mesi-un anno", avvertirà Kissinger, "gli effetti di questa svolta marxista andranno oltre le relazioni tra Usa e Cile". Il riferimento era all'incubo comunista, all'influenza della via cilena al socialismo. "Uno degli esempi più vistosi", insisterà il massimo consigliere della Casa Bianca, "è l'impatto che avrà in altre parti del mondo, specialmente in Italia. La propagazione emulativa di fenomeni simili in altri luoghi a sua volta colpirà in modo significativo l'equilibrio mondiale e la nostra stessa sfera di influenza".

Nixon si fece convincere. Non tutti sapevano che, un anno prima, aveva già chiesto alla Cia di attivarsi per mettere a punto, in gran segreto, un golpe preventivo per evitare l'arrivo di Allende alla guida del Cile. Ma ognuno era ormai cosciente che la riunione si sarebbe svolta sulla base di un assunto preciso: l'elezione democratica del leader cileno e la sua agenda socialista per un cambio sostanziale minacciavano gli interessi degli Stati Uniti.

Il Consiglio di Sicurezza si riunisce finalmente il 6 novembre. Emergono subito le posizioni diverse. Il segretario di Stato William Rogers si oppone a una aggressione evidente. "Possiamo debilitarlo, in caso, senza essere controproducenti", suggerisce. Il segretario alla Difesa, Melvin Laird, si mostra più deciso: "Dobbiamo fare di tutto per danneggiarlo e poi farlo crollare". Il direttore della Cia, Richard Helms, conviene. Mostra un documento in cui si vede che Allende ha vinto di stretta misura e che il suo gabinetto è formato da "militanti della linea dura" che dimostra "la determinazione dei socialisti di affermare la loro politica più radicale sin dal principio".

Tutti, alla fine, tacciono e guardano Nixon. Si volta anche Kissinger che resta in attesa. "Se c'è un modo di rovesciare Allende, è meglio farlo", ordina il presidente. La frase è riportata nei documenti oggi declassificati. Detto e fatto. Si sa come andò a finire. Il lento logorio economico, il Paese assediato dagli scioperi, le minacce continue, il sollevamento dei militari guidati proprio da chi aveva avuto la fiducia di Allende. Augusto Pinochet non si fece scrupolo. Aveva avuto il via libera. I carri armati per le vie di Santiago, il bombardamento della Moneda, le fiamme, il presidente che resiste elmetto in testa e fucile automatico, la sua morte, le retate, gli stadi riempiti con migliaia di simpatizzanti, le sparizioni, le torture, le fucilazioni di massa. Il terrore fino al 1990.
 
Comunque, è interessante che tutti pensino a tassare questo o quello e nessuno (o quasi) dica, semplicemente: "Se servono soldi, stampiamoli e basta".
 
Sembra che la Campania diventerà zona rossa. De Luca, secondo l'ANSA, commenta:"Noi eravamo per chiudere tutto ad ottobre, per un mese, per avere una operazione di fermo del contagio e che ci avrebbe fatto stare tranquilli a Natale.". Ora, la domanda politica sarebbe: visto che erano pronti a chiudere, perché non l'ha fatto ma, anzi, ha cambiato idee diverse volte? Parlare di cialtroneria sarebbe fargli un complimento. Eppure, è bene ricordare che De Luca ha vinto due mesi fa le elezioni regionali con una percentuale di tutto rispetto. Evidentemente, la retorica del lanciafiamme ha sortito l'effetto desiderato.
 
La mia personalissima idea è che molti amministratori campani si siano cacati sotto dopo le rivolte verificatesi in tutta la regione e nessuno si è voluto assumere la responsabilità di decidere niente per non pagare il peso politico della decisione in termini di consenso. Ora, qualsiasi cosa succeda, si può sempre dire: "Eh, ma è stato il governo.".
 
Sembra che la Campania diventerà zona rossa. De Luca, secondo l'ANSA, commenta:"Noi eravamo per chiudere tutto ad ottobre, per un mese, per avere una operazione di fermo del contagio e che ci avrebbe fatto stare tranquilli a Natale.". Ora, la domanda politica sarebbe: visto che erano pronti a chiudere, perché non l'ha fatto ma, anzi, ha cambiato idee diverse volte? Parlare di cialtroneria sarebbe fargli un complimento. Eppure, è bene ricordare che De Luca ha vinto due mesi fa le elezioni regionali con una percentuale di tutto rispetto. Evidentemente, la retorica del lanciafiamme ha sortito l'effetto desiderato.
Puntualizzo: ha vinto le elezioni regionali perché si è vantato di aver gestito una prima ondata di pandemia che in Campania non è nemmeno arrivata, non nascondendo una vera soddisfazione nella morte di molte persone.
I campani se lo godano
 
Puntualizzo: ha vinto le elezioni regionali perché si è vantato di aver gestito una prima ondata di pandemia che in Campania non è nemmeno arrivata, non nascondendo una vera soddisfazione nella morte di molte persone.
I campani se lo godano
Secondo me la verità che nessun PdRegione vuole ammettere con i propri cittadini / con i propri elettori è che la gestione dell'epidemia è resa complessa dai tagli fatti negli ultimi 20 anni (restano famosi i tweet di Emiliano sugli ospedali che sono pericolosi e vanno chiusi) che i partiti a cui appartengono hanno votato ma, soprattutto, i PdRegione non vogliono ammettere che si sono messi in competizione salute e lavoro e, con la scusa di dare la priorità alla salute, si sta procedendo ad una manovra di deflazione salariale clamorosa.
 
Ultima modifica:
Simpatico il solito video ridicolo di de luca. In pratica si lamenta che il governo non li ha chiusi ad ottobre. Ma come, ma tu non eri il talebano del lanciafiamme che denigrava la lombardia perché si faceva le zone rosse da solo?
Forse perchè da che mondo e mondo è venuta fuori la verità, ovvero che le zone rosse non sono una competenza regionale?

Ridicolo
 
Sembra che la Campania diventerà zona rossa. De Luca, secondo l'ANSA, commenta:"Noi eravamo per chiudere tutto ad ottobre, per un mese, per avere una operazione di fermo del contagio e che ci avrebbe fatto stare tranquilli a Natale.". Ora, la domanda politica sarebbe: visto che erano pronti a chiudere, perché non l'ha fatto ma, anzi, ha cambiato idee diverse volte? Parlare di cialtroneria sarebbe fargli un complimento. Eppure, è bene ricordare che De Luca ha vinto due mesi fa le elezioni regionali con una percentuale di tutto rispetto. Evidentemente, la retorica del lanciafiamme ha sortito l'effetto desiderato.

Una delle risposte è camorra.
Simpatico il solito video ridicolo di de luca. In pratica si lamenta che il governo non li ha chiusi ad ottobre. Ma come, ma tu non eri il talebano del lanciafiamme che denigrava la lombardia perché si faceva le zone rosse da solo?
Forse perchè da che mondo e mondo è venuta fuori la verità, ovvero che le zone rosse non sono una competenza regionale?

Ridicolo

è un giochino visto dai vari presidenti di regione, vogliamo che ci chiudono dal governo così non è affar nostro. :tè:
 
A quanto pare Biden ha "stravinto". Hanno assegnato pure la Georgia. Ora mancano 2 senatori, ed è lì la criticità: i repubblicani sono avanti :sisi:
 
Io non ho capito una cosa se il sindaco decide zona rossa in autonomia le attività non hanno diritto al decreto ristori giusto?
 
Una delle risposte è camorra.


è un giochino visto dai vari presidenti di regione, vogliamo che ci chiudono dal governo così non è affar nostro. :tè:
Non è un giochino, è riparto delle competenze. Ovvero per creare una vera zona rossa ci vuole il personale militare, di cui dispone solo il governo, sempre che non si voglia credere a de Luca che a marzo sbeffeggiava tutti dicendo che si creava le zone rosse da solo.
Chissà perché ora non se l'è creata, d'altronde non l'aveva fatto a marzo?

Un ciarlatano supportato dalla stampa cretina che ridacchia delle sue battutine, nel frattempo prende in giro i campani, e non fa niente per rafforzare il sistema sanitario.
Visto che è stato stravotato solo per la truffa della sua gestione della prima ondata (mai arrivata in Campania), sarebbe logico pensare alle dimissioni ora.
 
Non è un giochino, è riparto delle competenze. Ovvero per creare una vera zona rossa ci vuole il personale militare, di cui dispone solo il governo, sempre che non si voglia credere a de Luca che a marzo sbeffeggiava tutti dicendo che si creava le zone rosse da solo.
Chissà perché ora non se l'è creata, d'altronde non l'aveva fatto a marzo?

Un ciarlatano supportato dalla stampa cretina che ridacchia delle sue battutine, nel frattempo prende in giro i campani, e non fa niente per rafforzare il sistema sanitario.
Visto che è stato stravotato solo per la truffa della sua gestione del prima ondata (mai arrivata in Campania), sarebbe logico pensare alle dimissioni ora.
Ma sbaglio oppure in uno degli ultimi DPCM si lasciava ai presidenti di regione la possibilità di inasprire le misure di chiusura fino ad arrivare a vere e proprie zone rosse? Non vorrei sbagliarmi su questo ultimo particolare, però.
 
Ma sbaglio oppure in uno degli ultimi DPCM si lasciava ai presidenti di regione la possibilità di inasprire le misure di chiusura fino ad arrivare a vere e proprie zone rosse? Non vorrei sbagliarmi su questo ultimo particolare, però.
Si ma sono buffonate, come tutti i dpcm. Mettono nero su bianco che i presidenti di regione e i sindaci possono disporre restrizioni, ma dal punto di vista amministrativo questi possono disporre solo di alcune cose come le aperture delle scuole, e la riorganizzazione dei trasporti e delle attività commerciali e pubbliche. Se l'obiettivo è il lockdown, senza l'assenso del governo, NON c'è nessun lockdown, sempre che Conte tra uno scaricabile e l'altro non vuole far credere che si può chiudere un comune con i vigili urbani


Voglio dire, questo è il TUEL, una vera fonte normativa (non i dpcm), d.lgs 267/2000, all'articolo 50.
"In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all'urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche. Negli altri casi l'adozione dei provvedimenti d'urgenza ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell'emergenza e dell'eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali"

"Allo stato o alle regioni", in base alle loro competenze. E le regioni, se vogliono chiudere un confine comunale (come avviene oggi nelle zone arancioni e rosse) NON dispongono di militari. Infatti i controlli sono ridottissimi tra i comuni, ma enormi per verificare che i bar rispettino le regole.
 
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