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Minchia, io provvedimenti che hai elencato sono uno più senza senso dell'altro, se non siamo ai livelli di "aridatece er puzzone", poco ci manca ???
Argomenti per favore? 

 
Argomenti per favore? 
Valefix, se non capisci da solo quanto siano cretine cose tipo "taglio dei parlamentari", "taglio degli stipendi dei parlamentari", "reddito di cittadinanza", "flat tax" e stronzate dicendo per me è impossibile spiegartelo. 

 
Questo paese non è mai stato governato o meglio: questo paese è stato governato solo per rispondere ad interessi esteri e personali di coloro che occupavano le poltrone...
Sarà,  intanto pare chiaro che l'establishment europeo si augura che i partiti che stanno ora all'opposizione in Italia (PD e Forza Italia),  tornino a governare il prima possibile e appare altrettanto chiaro che questo governo non sia benvoluto, chissà perché.. 

Valefix, se non capisci da solo quanto siano cretine cose tipo "taglio dei parlamentari", "taglio degli stipendi dei parlamentari", "reddito di cittadinanza", "flat tax" e stronzate dicendo per me è impossibile spiegartelo. 
Cretine?  In proporzione alla grandezza dello Stato e al numero di abitanti siamo la Nazione con più politici a libro paga al mondo, questi tagli sono pur sempre un risparmio di soldi pubblici. 

https://www-internazionale-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.internazionale.it/notizie/2015/01/20/amp/l-italia-e-il-secondo-paese-europeo-per-numero-di-parlemantari?amp_js_v=a2&amp_gsa=1&usqp=mq331AQCCAE%3D#referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&amp_tf=Da %1%24s&ampshare=https%3A%2F%2Fwww.internazionale.it%2Fnotizie%2F2015%2F01%2F20%2Fl-italia-e-il-secondo-paese-europeo-per-numero-di-parlemantari

Il reddito di cittadinanza sulla carta non è altro che un sussidio per chi rimane senza lavoro ed è indigente e deve essere accompagnato da un reintegro nel settore lavorativo mediante i centri per l'impiego, in Germania funziona così, poi è difficile che la cosa funzioni in Italia. 

https://www-adnkronos-com.cdn.ampproject.org/v/s/www.adnkronos.com/fatti/politica/2018/03/15/reddito-cittadinanza-come-funziona-europa_ubTRHqQ5qnShQjCmN7WV6J_amp.html?amp_js_v=a2&amp_gsa=1&usqp=mq331AQCCAE%3D#referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&amp_tf=Da %1%24s&ampshare=https%3A%2F%2Fwww.adnkronos.com%2Ffatti%2Fpolitica%2F2018%2F03%2F15%2Freddito-cittadinanza-come-funziona-europa_ubTRHqQ5qnShQjCmN7WV6J.html

La flat tax dovrebbe è un taglio fiscale che è comunque sempre cosa buona e giusta data la pressione fiscale nel nostro Paese. 

 
Ultima modifica da un moderatore:
Non mi sarei aspettato una risposta diversa. D'altra parte molti ancora non hanno capito niente nonostante la realtà abbia provveduto a prenderli a calci sui denti.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Non mi sarei aspettato una risposta diversa. D'altra parte molti ancora non hanno capito niente nonostante la realtà abbia provveduto a prenderli a calci sui denti.
Io facevo solo un paragone con chi c'era prima, vedo un miglioramento, tra l'altro è grazie al decreto dignità se stanno incentivando (o meglio costringendo) le aziende ad assumere a tempo indeterminato.

 
Interessante post sulla questione del "tuttosubitismo" da parte del Pedante (autore di "la crisi narrata", che può vantare una prefazione al testo scritta da Bagnai):

Oggi esiste una parola nuova: il «tuttosubitismo». Che alcuni usano per deplorare chi, tra gli elettori della frazione euroscettica e leghista del governo, esprime delusione e amarezza per la mancata realizzazione del programma Basta Euro di Matteo Salvini e accusa di «tradimento» i suoi autori. Dopo un anno di governo, notano i «tuttosubitisti», non sono stati adottati provvedimenti per emanciparsi dal giogo politico, economico e monetario dell'Unione, mentre alcuni messaggi pubblici suggeriscono l'intento opposto. Dall'altra parte, esponenti e sostenitori del partito controbattono che il peso relativamente esiguo della componente parlamentare sovranista nella coalizione, il sostegno sinora scarso dell'opinione pubblica, i compromessi dettati dall'alleanza di governo, le resistenze istituzionali che riflettono interessi e automatismi culturali sedimentati da decenni, nonché la delicatezza degli equilibri internazionali sottesi, rendono il percorso di recupero della sovranità nazionale necessariamente lento e faticoso. Che, appunto, non si può ottenere tutto e subito, ma ci si prova.

La querelle del «tuttosubitismo» solleva nell'elettore interrogativi importanti sulla volontà del partito di perseguire davvero gli obiettivi dichiarati in campagna e su quanto sia coeso, o lo sia mai stato, nel farli propri. Il problema non è nuovo:


Look at the Thiers, look at Guizot, in opposition and in place! Look at the Whigs appealing to the country, and the Whigs in power! Would you say that the conduct of these men is an act of treason, as the Radicals bawl,—who would give way in their turn, were their turn ever to come? No, only that they submit to circumstances which are stronger than they,—march as the world marches towards reform, but at the world's pace (and the movements of the vast body of mankind must needs be slow), forgo this scheme as impracticable, on account of opposition,—that as immature, because against the sense of the majority,—are forced to calculate drawbacks and difficulties, as well as to think of reforms and advances,—and compelled finally to submit, and to wait, and to compromise. (W. M. Thackeray, Pendennis, 1851)


Il «tuttosubitismo» e la sua critica hanno a che fare con il consenso di un partito politico e il suo debito elettorale. Possono perciò difficilmente offrire un criterio di valutazione della legislatura intera. Anzi, rischierebbero di anestetizzare quella valutazione se appiattissero i tanti e gravi pericoli della condizione politica attuale in una dialettica senza uscita. Se cioè, nel divergere tutta l'attenzione di chi lotta verso il cuore inespugnabile della cittadella nemica, lo rendessero ignaro delle incursioni, dei saccheggi e delle stragi delle truppe ostili, fino all'irrecuperabile sconfitta. Mi spiego.

Per molti, grazie anche al lavoro di chi oggi siede nelle aule, lo stretto nesso causale tra l'(auto)imposizione dei vincoli europei e la regressione produttiva, salariale, occupazionale, infrastrutturale ecc. del nostro Paese non è più un mistero. Oggi quasi un quinto degli italiani ritiene che l'appartenenza all'Unione Europea sia «un male» e quasi la metà di non averne tratto vantaggi. Ciò che invece sfugge di norma, o si sottintende con troppa facilità, è che i trattati europei non sono che l'agente di un più ampio processo indirizzato non tanto all'unione di un continente, quanto a trasferire il potere diffuso iscritto negli ordinamenti delle nazioni - e quindi, per corollario diretto, anche delle ricchezze e della libertà di chi ci abita - dalle masse al vertice. Questo processo, che possiamo chiamare per semplicità «globalista», incrocia senz'altro il «sogno» europeo ad esempio là dove quest'ultimo indebolisce e vincola i governi eletti, liberalizza i movimenti di merci e capitali, fissa il tasso di cambio a detrimento della competitività dei più deboli ecc., ma non vi si identifica.

Lo ripetiamo: non vi si identifica. Né quindi vi si può esaurire.

La revoca del potere diffuso si consuma anche in seno alle giurisdizioni nazionali, sia limitando la democrazia nei fatti e nelle norme, sia introducendo nuove forme di costrizione e controllo dei cittadini, tra le quali spiccano oggi la dematerializzazione dei processi (fino alla dematerializzazione della democrazia) e il governo biotecnico dei corpi. Che queste strategie si stiano dispiegando negli stessi tempi e modi, e con gli stessi slogan, anche in Canada, Stati Uniti, Australia, Sud America ecc. dovrebbe bastare per riposizionare il «problema Europa» in un contesto che lo trascende di molti ordini e che potrebbe addirittura sacrificarlo, senza con ciò disinnescarne i motivi.

Fissate le coordinate del problema, non si può purtroppo ignorare che su questa «corsia interna» la legislatura attuale sta correndo molto, moltissimo, a rotta di collo, più di qualunque altra della storia recente. Non solo e non tanto per la qualità dei provvedimenti ereditati dai predecessori, attuati, incrementati o escogitati ex novo. Non solo perché la «agenda digitale» con le sue appendici di sorveglianza, controllo, manipolazione, insicurezza e costi per i più deboli è subito decollata con la fatturazione elettronica obbligatoria per tutti, la schedatura dei dati sanitari, il controllo biometrico dei dipendenti, la fregola di votare con i touchscreen e di rendere ogni cosa «smart», il cinqueggì, l'abracadabra della blockchain e della «intelligenza artificiale» - molto credibilmente affidate a un testimonial ottantatreenne. Non solo perché subordina alla somministrazione di farmaci il diritto all'istruzione e al lavoro, nel momento di minore allarme epidemiologico della nostra storia. Né perché incita con pelosa urgenza alla pratica, già degenerata altrove, dell'autosoppressione dei deboli. E non solo perché vuole incrinare ulteriormente i bastioni della democrazia nazionale colpendo insieme la democrazia - con l'idea altrimenti assurda di ridurre il numero dei parlamentari - e la nazione - con lo svuotamento delle sue competenze e la loro dispersione asimmetrica nelle regioni.

Non solo per tutte queste cose, che non sono nuove. Ma per il metodo con cui le persegue, nella velocità e nel silenzio. L'esempio più emblematico è anche il più recente. Il 2 marzo appariva in Gazzetta la determina AIFA n. 21756/2019 con cui si inseriva un chemioterapico, la triptorelina, tra i farmaci a carico del SSN se utilizzato per arrestare la pubertà dei dodicenni in crisi di identità sessuale. Ora, non solo è rivoltante l'idea in sé, di stravolgere con un antitumorale lo sviluppo psicofisico di un bambino, ma più rivoltante è l'indifferenza bovina di tutte le voci politiche sul tema, evidentemente derubricato a cavillo, a notula indegna dell'attenzione di chi bada alle cose serie (?). Eppure stiamo parlando dello stesso Paese che dieci anni fa - non cento! - dava bagarre in Aula sulla più blanda «pillola del giorno dopo». Che è successo? Quanto è inutile e perversaun'assemblea che tace mentre si entra nella carne dei piccoli? E che dire dell'obbligo di fatturazione elettronica? Come è stato possibile che un provvedimento che non voleva nessuno sia stato approvato con l'assenso tacito o vocale di tutte le sponde politiche? A che serve una rappresentanza che non rappresenta? Con le maggioranze che si imbavagliano a vicenda brandendo irrilevanti vincoli «contrattuali» (l'unico contratto è con gli elettori) e le minoranze che si disattivano per rincorrere gli ologrammi scodellati dalla propaganda più lisergica e puerile, che chiamano «opposizione»?

Di questo garbuglio si può dire una cosa: che non ha freni e che marcia unanime e imperturbato, per le ragioni più lontane ma convergenti al traguardo, in coda al pastore globale. Agli elettori di ogni parte non resta che augurarsi di barattare l'amaro calice con qualche forma di riscatto - prima o poi, quale che sia. O se esaurito il credito, portare le proprie istanze dalla sorda Versailles alle piazze-giocattolo della rete e ai parlamenti-giocattolo dei social, che però rispondono agli azionisti, non alla Carta. Lì potrebbero perciò essere censurate, menomate, penalizzate. Anzi possono esserlo, lo sono già. E dopo? Dove si sfogheranno gli elusi? E come?

Tutto ciò sta accadendo molto velocemente e da ciò - mi auguro e mi appello in questo senso ai lettori - il palcoscenico del «tuttosubitismo» non ci deve distrarre. Se in quella trama si fotografa una parte, forse la più calcificata e avanzata, del problema, nuovi veleni devono ancora colare sulle radici della democrazia costituzionale e delle sue filiali. Occorre perciò invertire il messaggio e dirsi invece «nontuttosubitisti», far precedere all'auspicio di controriforme sacrosante ma lontane la condizione più urgente di una assenza di riforme e il dovere di resistere a uno Zeitgeist che finge di accogliere le alternative per sopprimerle. Coltivare cioè il katéchon, il «trattenitore» paolino (2 Tes. 2:6-7) che rallenta l'avvento dell'Anticristo intralciandone il cammino, il potere oppositivo che per Carl Schmitt (Der Nomos der Erde) salva l'umanità mettendo un freno ai suoi «progressi». La metafora teologica allude non per forza alla fine dei tempi storici, ma certamente a quelli della disseminazione materiale e politica dell'età costituzionale, il cui crepuscolo è già evidente.

L'illusione di «governare la modernità» - di accettare cioè ogni sua singola clausola cambiandone qua e là il titolo e la posizione nel testo - segna l'orizzonte angusto e penoso di tutte le politiche di matrice globale. Non viene il dubbio che quella «modernità» possa non essere che il marchio commerciale di una agenda tra le tante, la cui trazione è ormai tale da rendere vergognosa e oscena la sola ipotesi di dubitarne. E che quell'agenda possa non essere né vecchia né nuova, ma semplicemente indesiderabile alla radice e quindi in ogni sua singola parte.

Nel merito hanno ragione i critici del «tuttosubitismo»: non si può respingere in campo aperto un nemico radicato e potente, un nemico dai cui successi dipendono i successi dei più forti del mondo. Crederlo è sbagliato, farlo credere è scorretto. Ma per tradurre il giusto monito in atti e non ricascare nelle trappole successive dovrebbero però aggiungere che occorre sottrarsi a esso in ogni suo campo e in ogni sua metamorfosi, per quanto possibile: sparpagliarsi nei boschi, non rispondere alle sue chiamate o rispondere tardi, non eseguire i suoi comandi o eseguirli male, temporeggiare, piegarsi alla sua violenza ma non alle sue minacce, temerne le armi ma disprezzarne le lusinghe, disseminare falle nel codice, non prendere l'iniziativa, salire per ultimi e scendere per primi, accamparsi nell'ombra, riverirlo ma non rispettarlo. 

Perché questo possiamo oggi pretendere: che non accada tutto, non subito. Che in un mondo che si precipita a gara nell'abisso ci resti un piccolo vantaggio, una piccola differenza che può trasformarsi domani in salvezza.

Nel frattempo, in Basilicata praticamente nessuno sta andando a votare.
In realtà sembra che l'affluenza sia più alta rispetto alle elezioni passate:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/24/elezioni-basilicata-alle-12-affluenza-al-133-candidato-centrodestra-bardi-non-vota-non-ha-la-residenza/5059417/

Nelle precedenti consultazioni regionali del 2013, alle ore 12, era stato registrato il 5,79 per cento in tutta la regione, in quelle del 2010, invece, la percentuale era del 7,42. In entrambi i casi però si votò in due giorni. Alle politiche del 2018 la percentuale è stata del 16,27 per cento.

 
E infatti anche nelle scorse elezioni non aveva votato praticamente nessuno.

Comunque, il pedante si è sputtanato completamente. Aveva già iniziato con la storia dei vaccini ma con il tuttosubitismo ha toccato il fondo.

 
Comunque, il pedante si è sputtanato completamente. Aveva già iniziato con la storia dei vaccini ma con il tuttosubitismo ha toccato il fondo.
Non penso che hai compreso bene quello che stava cercando di comunicare. La sua posizione te la chiarisce anche nei commenti fra l'altro:

Mi dispiace che dal testo sia emersa una mia antipatia verso il "tuttosubitismo", che non c'è. Lo considero un momento democratico necessario dove l'elettorato richiama i vertici agli impegni presi. I cittadini non sono tenuti a occuparsi di strategie ma di bisogni e risultati.
Se legge il mio primo libro, La crisi narrata, vi troverà ampi stralci dell'opera di Marx in cui riconosco una lettura corretta e premonitrice degli eventi odierni.
Per quanto riguarda i vaccini lui ha sempre e solo criticato l'obbligatorietà di essi, cosa che non c'è stata per decenni in Italia per la maggior parte dei vaccini (e non mi risulta ci siano state pandemie per questo) e che è stata introdotta da un partito che ha sempre puntato a fare il male di tutti (il che quantomeno dovrebbe destare qualche dubbio). Obbligatorietà che fra l'altro non esiste negli altri paesi europei e che qui è stata introdotta sull'assunto che gli italiani sono dei coglioni, per cui lo Stato deve decidere per loro (autorazzismo e vincolo esterno anyone?). Oltre questo ha criticato chi parla dei vaccini come fossero acqua fresca, invece che come farmaci che possono avere effetti collaterali (anche gravi) come tutti gli altri farmaci, e che per questo dovrebbero essere utilizzati con attenzione. Cosa che è sinceramente innegabile considerando che lo Stato prevede per legge indennizzi nei confronti di chi ha subito danni a causa di essi: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_1556_allegato.pdf

Legge 210/92 Legge 25 Febbraio 1992, n. 210 (in Gazzetta Ufficiale, 6 Marzo, n. 55).

INDENNIZZO A FAVORE DEI SOGGETTI DANNEGGIATI DA COMPLICANZE DI TIPO IRREVERSIBILE A CAUSA DI VACCINAZIONI OBBLIGATORIE, TRASFUSIONI
A questo proposito non capisco perché spari su un Compagno sulla base di un dogmatismo che è quantomeno bizzarro. Nonostante sei al corrente che molti economisti rispettabilissimi a livello accademico mentano senza vergogna per motivi di carattere politico e di conflitto distributivo, non ti viene neanche il minimo dubbio che lo stesso possa succedere in campo medico... Eppure gente come il Burioni sono la copia sputata di suddetti economisti, solo traslata nella medicina. Così come il trattamento riservato nei confronti dei medici che non si allineano al pensiero mainstream è il medesimo riservato agli economisti che cercavano di negare il mantra eurista. Boh, magari tu pensi veramente che il PD abbia imposto l'obbligo vaccinale per il bene degli italiani e non per altri motivi, come dimostrano tutte le altre schifezze che hanno fatto in passato. E magari pensi anche che i medici e ricercatori - fra cui un premio Nobel - che sono contro l'obbligo (e non contro i vaccini, come dicono i poco intelligenti) siano dei coglioni (o rincoglioniti cit.) che non sanno di cosa parlano, al contrario di te che sei laureato in medicina (o no?)...

Sinceramente è davvero strano che da una parte, dove hai competenza, ti poni dalla parte che fino a poco tempo fa era dei pazzi, ed invece su un'altra questione molto simile ti poni in totale linea con il pensiero dominante, senza neanche dubitarlo (non suona molto comunista come cosa). Buon senso vorrebbe che non si prendessero posizioni definite su questioni che non si possono comprendere appieno, sopratutto non parlando di sputtanamenti di sorta, poi fai come vuoi...

 
Ultima modifica:
No guarda, io non sparo su nessuno per partito preso: semplicemente non entro nel dibattito sui vaccini perché non ho le competenze per farlo: non ho né la laurea in medicina né una specializzazione in immunologia come mi sembra non li abbia neanche il pedante. E con argomenti così complessi non vale neanche il "eh ma mi sono informato". Non ne faccio neanche una questione filosofica sulla volontà o meno. Dico semplicemente che non si capisce quale dovrebbe essere il numero minimo di vaccini che si debba fare: 3, 4, 10, nessuno? 

Aggiungo come addendum che Burioni è un buffone: prima rompe i cogliòni dicendo che se non hai un dottorato in medicina non puoi parlare di medicina -corretto- ma poi lui trova di potersi inserire in un dibattito tanto specialistico se non di più rispetto a quello dei vaccini quale la dissoluzione di aree valutarie non ottimali pur non avendo mai studiato macroeconomia in vita sua.

Per quanto riguarda il tuttosubitismo, te l'ho detto: se hai il culo parato è un po' facile dire "eh, facciamo le cose con calma" o ancora, "eh sì, ci sta che qualcuno voglia tutto e subito ma dovrà attaccarsi al càzzo".

 
Ultima modifica da un moderatore:
No guarda, io non sparo su nessuno per partito preso: semplicemente non entro nel dibattito sui vaccini perché non ho le competenze per farlo: non ho né la laurea in medicina né una specializzazione in immunologia come mi sembra non li abbia neanche il pedante.
Quando affermi che si è sputtanato per quello che ha scritto stai entrando nel dibattito però, e stai anche prendendo una precisa posizione. Altrimenti non dovresti esprimere pareri di questo tipo sulla sua figura.

E con argomenti così complessi non vale neanche il "eh ma mi sono informato". Non ne faccio neanche una questione filosofica sulla volontà o meno. Dico semplicemente che non si capisce quale dovrebbe essere il numero minimo di vaccini che si debba fare: 3, 4, 10, nessuno? 
Sono stati quattro per tanto tempo con il resto raccomandato (in Francia erano addirittura tre), e non essendoci state pandemie mi pare che sia un numero su cui si può avere delle garanzie. Se si vuole cambiare bisognerebbe dimostrare che vi è una urgenza di qualche tipo, cosa che però non mi sembra risulti nei numeri. Se poi vogliamo guardare a quello che dicono dall'alto della "gerarchia della comunità scientifica" - visto che a quanto pare Lascienza non è democratica ma è un dogma (rabbrividisco a pensare a cosa sarebbe la scienza oggi se gli scienziati non avessero mai messo in discussione le idee dei loro tempi...) - anche Nature ha criticato il fatto di rendere i vaccini obbligatori in Francia: https://www.nature.com/articles/d41586-018-00660-y

Laws are not the only way to boost immunization

The French government must mitigate the risks in its legal imposition of vaccinations by promoting more coherent and proactive vaccine policies.

A new French law requires that babies born after 1 January be vaccinated in their early years against 11 diseases. Previously, vaccines against only three of these — diptheria, tetanus and polio — were mandatory. The others were recommended, but the decision was left to parents. Now, children must also be vaccinated against Haemophilus influenzae B, hepatitis B, pertussis, pneumococcal disease, meningitis C, measles, mumps and rubella. Those who haven’t had all their immunizations, including booster shots, the government says, will be refused admission to nurseries, schools and camps in France.

This policy is dividing public-health scientists in the country. Many French general practitioners are among those who argue that the measure is authoritarian and could backfire, not least by alienating parents and increasing wariness of vaccines in a country where various health scandals (most infamously, HIV-infected blood transfusions given in the early 1980s to people with haemophilia) have spread mistrust of health authorities. [...]

To portray societal hesitation about vaccination as a simple battle between anti-vaccine groups and ignorant populations on the one side, and scientific reason and public health on the other — as the French government has done — promotes an unproductive and sterile controversy, and a simplified view that obscures complex issues, such as the multiple causes of ‘vaccine hesitancy’ in populations, and the fundamental role of building trust in health-care institutions and information from government and scientists. [...]

But in a country where ‘liberté’ is one of the three pillars of the national motto, the heavy-handed law could do something that nobody involved wants: fuel further unfounded resistance to life-saving vaccines. Making vaccines mandatory should be at most a stopgap. The only sustainable policy is for the government to put its efforts into making a strong case to the public about the benefits of vaccinations, and to better use the available evidence to implement more proactive strategies that can extend already respectable coverage rates for most diseases to those vaccines that are lagging.
Vorrei sapere poi se ti sembrano normali cose come il fatto di non poter essere assunto nella pubblica amministrazione o di poter essere licenziati dal proprio lavoro perché non si è fatto per esempio il vaccino per il morbillo, magari perché lo si è già contratto da ragazzini e quindi si è immunizzati. A me no sinceramente, e non credo neanche per la nostra Costituzione.

Aggiungo come addendum che Burioni è un buffone: prima rompe i cogliòni dicendo che se non hai un dottorato in medicina non puoi parlare di medicina -corretto- ma poi lui trova di potersi inserire in un dibattito tanto specialistico se non di più rispetto a quello dei vaccini quale la dissoluzione di aree valutarie non ottimali pur non avendo mai studiato macroeconomia in vita sua.
Esatto, è un buffone. Ma quel buffone è anche il portabandiera di tutto questo movimento per l'obbligo vaccinale, quindi qualche dubbio viene sulla serietà del tutto...

Per quanto riguarda il tuttosubitismo, te l'ho detto: se hai il culo parato è un po' facile dire "eh, facciamo le cose con calma" o ancora, "eh sì, ci sta che qualcuno voglia tutto e subito ma dovrà attaccarsi al càzzo".
Guarda che il Pedante non utilizza il termine "tuttosubitismo", anzi. Considerando che critica questo Governo ben più di quanto faccia tu, lui è molto più tuttosubitista di te. Ed è anche in buona compagnia con gente come Vladimiro, ecc.

Visto che ti è sfuggito il senso del suo messaggio dovresti rileggerti il post una seconda volta.

 
Ultima modifica:
È possibilissimo che mi sia sfuggito il senso del post del pedante. D'altra parte, tuttavia, considero plausibile anche l'ipotesi secondo cui quello che non ha colto il senso del post sei tu.

Per quanto riguarda il discorso dei vaccini, mi sembra di capire che neanche tu sei in grado di stabilire un numero ottimale di vaccini obbligatori su base scientifica posto che, comunque, il tema della volontarietà si porrebbe anche se ci fosse un solo vaccino obbligatorio.

 
Brutta giornata ieri per i radical chic dopo che è stata smontata la balla del Russia Gate per poi finire con il trionfo del cdx (specialmente Lega) in Basilicata dopo 24 anni di sinistra

 
Comunque dopo le europee non avranno piu scuse per cambiare rotta,ancora il benificio del dubbio la lega lo ha e infatti vince ovunque, poi pero i se e i ma devono essere sotituiti dai fatti.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Ma è ovvio che vinca: sono venute a galla le stronzàte del reddito di cittadinanza e di casta cricca corruzione e le persone sono costrette a sperare nella Lega e Salvini ha evidentemente talento per la comunicazione. 

Ma le Europee furono un successo anche per Renzi che, però, si sa come è andato a finire.

 
Ultima modifica da un moderatore:
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È possibilissimo che mi sia sfuggito il senso del post del pedante. D'altra parte, tuttavia, considero plausibile anche l'ipotesi secondo cui quello che non ha colto il senso del post sei tu.

Per quanto riguarda il discorso dei vaccini, mi sembra di capire che neanche tu sei in grado di stabilire un numero ottimale di vaccini obbligatori su base scientifica posto che, comunque, il tema della volontarietà si porrebbe anche se ci fosse un solo vaccino obbligatorio.
Forse ti sfugge ma l'obbligo vaccinale non rientra nella sfera di competenze della scienza ma della politica (tant'è che questo l'ha imposto una che non è laureata in medicina). Se confondi le due cose allora per coerenza dovresti applicare lo stesso concetto anche per quanto riguarda la scienza economica: niente più discussioni politiche su come andrebbe effettuata la redistribuzione del reddito, facciamoci guidare dai tecnici secondo quella che è la teoria economica dominante di questo periodo storico (più liberismo per tutti!). Non puoi fare due pesi e due misure come ti pare, ci vuole coerenza nelle cose.

Non dovresti neanche glissare sul fatto che una rivista di riferimento mondiale in campo scientifico, scriva a chiare lettere che la violenza di un tale obbligo rischia di avere effetti negativi sulla percezione che la gente ha dei vaccini (cosa che sta succedendo, basti vedere quante persone c'erano all'evento dell'altro giorno), ottenendo così effetti diametralmente opposti rispetto a quello che si dice si vorrebbero ottenere. Anzi scrive che una cosa del genere dovrebbe essere una soluzione temporanea - al massimo - e che i governi e la comunità scientifica dovrebbero basarsi sulla divulgazione e sulle campagne di sensibilizzazione, non sulle costrizioni con tanto di minacce. Inoltre quei vaccini chiave sono sempre stati obbligatori in tutti i paesi per motivi precisi, mentre gli altri erano raccomandati ma non imposti sempre per motivi precisi (cosa che tu vuoi ignorare). Il tema della volontarietà infatti è nato ora quando hanno travalicato quella linea cambiando qualcosa che non era necessario cambiare (utilizzando tra l'altro gravi forme di costrizione per imporle), non prima.

Alla fine non mi hai risposto sul fatto se ti sembri normale che il diritto all'istruzione e al lavoro siano concessi solo in caso uno acconsenta a farsi fare una punturina o meno. Di solito chi tace acconsente, ed in questo caso allora forse dovremmo riscrivere la Costituzione per aggiornarla a questa nuova visione del comunismo, che concede il diritto al lavoro e allo studio solo a chi segue l'agenda di un preciso partito politico (dalla parte del capitale):

Articolo 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto (ALMENO CHE NON SI SIA VACCINATO).

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Articolo 34

La scuola è aperta a tutti (NON SE NON SEI VACCINATO).

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
In fondo che può andare storto, tanto la storia non ci insegna che quando si discrimina qualcuno sulla base del Lascienza™ (che è cosa diversa dalla scienza) poi non ci vuole niente a passare anche a cose più gravi come l'interdizione - che ne so - degli ebrei dalla scuola pubblica per esempio (sulla base del razzismo scientifico eh, non siamo trogloditi qui):

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Ah no, quello era fascista. Mentre negare diritti fondamentali emarginando gli "untori" no. Insomma due pesi e due misure, come al solito.

 
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Guarda anche a te sfugge una cosa fondamentale: oltre a non essere un medico né un immunologo, a me, dei vaccini, non frega niente.

Il pedante, dal mio punto di vista, si è sputtanato entrando in un dibattito che non gli compete. Il tema della volontarietà è filosofico e, come avrai capito, in generale ho molta sfiducia nella percezione che le masse hanno. E mi ci metto anche io, fra i componenti delle masse, così evitiamo fraintendimenti.

Mi dici che i vaccini sono medicinali come gli altri e possono avere effetti collaterali? Lo so perfettamente. Ti dirò di più: non mi stupirei per niente se l'obbligo vaccinale sia stato spinto da qualche lobby particolare. Non ci sarebbe niente di nuovo. Però, ecco, se un sistema economico che fa sì che le imprese abbiano talmente potere da poter obbligare uno stato a porre in essere politiche ad hoc per le aziende stesse non vi piace, non vi piace il capitalismo, ditelo chiaramente e accettate l'alternativa, il socialismo. 

Buon proseguimento.

 
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