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Ultimo Film Visto | Consigli e Domande Inside

  • Autore discussione Staff Cinema
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Viscaccia

Endure and Survive
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Licorice Pizza (PTA). Ingenuo, meschino, disgustoso, bello. Lui però 15 anni ce li ha per gamba...
 

Togg

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Violenze in un carcere femminile, Bruno Mattei

E' un Riki-Oh italiano che purtroppo ad un certo punto inizia a soppiantare l'orgia di sesso e violenza con una trama riformista standard. Peccato, resta un gran film per me. Sono andato a caccia della canzone finale e l'ho trovata: https://grindhouse-effect.com/2020/05/02/may-2nd-2020-update/
Unico singolo di Laura Gemser, ora mi voglio recuperare la sua filmografia, storie come la sua oggi ci sono? boooh.
 

Togg

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The dirty dozen, Aldrich
Non mi sono piaciuti gli altri suoi e neanche questo più di tanto. Retorica di guerra a non finire.
 

Togg

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Opening Night, Cassavetes

Scrittura impressionante. Non soltanto ci sono una smanata di personaggi tutti ben sviluppati e in contatto costante tra loro, ma l'emersione dei temi è talmente delicata che mai e dico mai c'è una sola strutturazione dei temi che prende spazio al di fuori dei personaggi stessi.
 

Togg

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A woman under the influence, Cassavetes
Riflettevo che quando l'ho visto per la prima volta tanti anni fa già mi fece un effetto enorme per il vortice emotivo tutto dentro una casa praticamente. Oggi riesco ad analizzare con molta più precisione la scrittura, come la protagonista viene controbilanciata con persoanggi standard, come il loro amore si sviluppa, così come le paure di lei che sono sempre motivatissime. Ma all'epoca non ce n'era neanche bisogno, era già sconvolgente semplicemente percepire la vita emotiva di un personaggio.
Sottolineerei anche che il film ha una struttura standard in 3 atti, quindi il problema dello standard non sta lì. Il problema è lo sviluppo della "trama" che spesso corrisponde a un susseguirsi di ragioni sociali. Qui non c'è nessuno sviluppo, proprio viene sottolineato che non succede nulla, e quando qualcosa succede si passa ad altro o la cinepresa si allontana. Che siano i tagli, l'iniezione, etc etc. E non si tratta di snobbismo formale, del genere mostro ma non mostro e lascio cresce la tensione. No. Cassavetes sviluppa i suoi punti di interesse, sono solo altri. La necessità emozionale, quanto sia difficile da trovare, la stabilità sociale etc etc
 

Togg

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The untold story, Herman Yau
Molto meglio l'altro, questo è narrativamene e umanamente molto meno interessante.
 

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Conte d'été, Rohmer
Madonna quanto poco mi è piaciuto. Hong Sang-soo viene comparato a questo e sono tipo opposti in approccio tematico. Bah.
 

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The Kid, Chaplin
Visto.
 

Togg

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The Gold Rush, Chaplin
Vista la versione musicata e narrata, secondo me muto era meglio. E' ok si può dire o scandalo?
 

TestaMatta89

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The Gold Rush, Chaplin
Vista la versione musicata e narrata, secondo me muto era meglio. E' ok si può dire o scandalo?
Penso che sia più controverso affermare il contrario.
Comunque io penso di aver visto la versione intermedia, musicata ma senza narrazione, e secondo me è perfetta.
 

Togg

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sì sì infatti, la musica ci sta tutta, la narrazione no. poi comunque boh il film non mi fa impazzire.

The killing of a chinese bookie, Cassavetes
Pensavo che io ho sempre avuto problemi con ste storie di soldi e mafia, non c'ho voglia di ansia al cinema. Questo non è il mio preferito suo ma porca miseria che film enorme comunque, i momenti umani sono saette. Dalle interazioni con i vari sgherri, alla magnifica parte finale che è un tripudio, agli scazzi improvvisi in una situazione sentimentale dolcissima. Visto dopo di un cortometraggio studentesco con protagonista molle, vi assicuro che la differenza c'è e si sente.
 

Togg

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Ash is purest white, Jia Zhangke
Get me out of here.
 

Quattro

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È da un po' che non scrivo, scorrendo velocemente il mio diario Letterboxd:

The rescue – Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin, 2021. Storia miracolosa, speleologia subacquea, difficilmente non mi avrebbe toccato, però un po' manipolatorio nonché sospetto anglocentrico, considerando che c'erano soccorritori di varie altre nazionalità che vengono a malapena elencati.

La spiaggia – Alberto Lattuada, 1954. Importante per l'epoca, fa il paio con il successivo Adua e le compagne (1960) di Pietrangeli se vogliamo, che ne rappresenta quasi un contrappunto post-legge Merlin che arriva nel '58. Lo sviluppo non riserva particolari sorprese salvo il finale, comunque ben realizzato e meritevole di essere preservato.

Where the wild things are – Spike Jonze, 2009. Revisione. Jonze per me è uno dei registi più sottovalutati degli ultimi venticinque anni, e questo senza dubbio il più sottovalutato dei suoi lungometraggi. L'anno prossimo Her compirà 10 anni, e noi continuiamo ad aspettare...

The martian – Ridley Scott, 2015. Revisione. Il volemosebene USA-Cina finale mette imbarazzo per la sua completa assenza di sottigliezza propagandistica, comunque al di là di qualche battutina a vuoto resta intrattenimento hard sci-fi di buon livello che si lascia rivedere volentieri.

The other side of the wind – Orson Welles, 2018. Diciamo che avrei tagliato quasi completamente il film nel film perché l'ho trovato non-ironicamente pessimo e blocca troppo e troppo spesso tutto il flusso narrativo. Il resto invece favoloso con un John Houston che manco si capisce se stia recitando o se sia effettivamente così. Semplificando in maniera brutale, fra un film da 9 e un film-nel-film da 4 l'impressione generale mi è risultata sfortunatamente media. Comunque valeva la pena di recuperarlo.

Majo no takkyūbin (Kiki – Consegne a domicilio) – Hayao Miyazaki, 1989. Terza visione. Uno dei miei film preferiti. Iniziai a capirlo veramente solo dopo essermi trasferito per vivere da solo all'università, e nella sua deliberata semplicità c'è quasi tutto dentro. Adesso forse mi tocca un po' meno direttamente ma resterà sempre e comunque un film molto importante per me.

They’ll love me when I'm dead – Morgan Neville, 2018. Come letto in qualche commento qui e là in rete, è un po' un peccato che non tocchi affatto tutta la parte legata ai diritti e al montaggio del film, che l'ha portato alla pubblicazione da parte di Netflix oltre quarant'anni dopo la fine delle riprese. Comunque fa il suo lavoro nel raccontare il processo (o caos) creativo, e riesce ad evitare di scadere in un'agiografia di Welles cercando anzi di rilevarne gli aspetti problematici, le difficoltà nel relazionarsi con i collaboratori e l'ambiente, il rischio di paralisi del perfezionismo, etc. Ben realizzato, fa un buon accompagnamento al film.

The social network – David Fincher, 2010. Terza o quarta visione, ho perso il conto. Incredibile quanto non sia invecchiato, nonostante siano trascorsi ben dodici anni nei quali si direbbe che tutto sia cambiato. La sceneggiatura resta affilatissima, la colonna sonora indimenticabile, il ritmo irresistibile. Non ci si stanca di rivederlo.

The Batman – Matt Reeves, 2022. Mi è piaciuto Pattinson e mi è piaciuto il suo Batman, la sua profonda tristezza, la sua irrimediabile solitudine, la sua metodicità e il suo autolesionistico spirito di sacrificio. L'incipit fa anche un ottimo lavoro nel presentare il personaggio dalla prospettiva delle sue vittime – bellissime quelle carrellate verso le ombre, accompagnate dal suo monologo. Purtroppo dopo un sorprendentemente promettente primo atto inizia il solito minestrone cinefumettoso di personaggi e situazioni visti e rivisti fino alla nausea, sottotrame prive di interesse per chiunque, colpi di scena a vuoto, e un finale anticlimatico né convincente. Alla fine si arriva con una palpabile stanchezza, esacerbata dall'ennesima riesumazione del cattivone di turno già messo in caldo per il seguito, a cui ormai non si riesce più a credere.

The French dispatch – Wes Anderson, 2021. Visto, gradito e dimenticato.

Ho poi visto Osama ranking (Ranking of kings) che clamorosamente ha trasmesso l'ultimo episodio esattamente nel giorno in cui ci sono arrivato io, cioè ieri. :asd: Lo straconsiglio perché l'animazione è eccezionale (sembra qualcosa che lo Studio Ghibli degli anni Ottanta avrebbe potuto produrre con le tecnologie di oggi) e perché riesce a commuovere in modo semplice ma profondo, MA voglio anche far presente che nella seconda metà della serie le cose cominciano a sfuggire un po' troppo di mano e che questo purtroppo gli impedisce di ambire a livelli alti. Troppi deus-ex-machina, troppi fake-outs, troppi voltafaccia repentini, ripetuti e immotivati, redenzioni troppo facili, frequenti e quasi mai sufficientemente preparate, specialmente nel finale, rapporti di forza estremamente discutibili, tutti elementi che culminano in due episodi finali in cui diversi nodi vengono sciolti in maniera tanto frettolosa e incoerente che questo non può non ripercuotersi almeno in una certa misura su quanto visto fino a quel momento. Vorrei vedere la storia e i personaggi andare avanti perché resta comunque una visione particolarmente piacevole (e lo farà, perché ci sono ancora molti e importanti punti aperti e la serie è stata un successo) ma purtroppo temo che i presupposti narrativi siano ormai in parte compromessi e che dietro non ci sia una mano capace di mantenere (o meglio, riprendere) il controllo. Nota di merito per tutte le sigle di apertura e chiusura, non le ho saltate nemmeno una volta e non contento me le sono pure ascoltate a ripetizione a TV spenta, a volte piagnucolando.
 
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Quando Kiki vola madonna santa.
 

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Wolfwalkers – Tomm Moore, Ross Stewart, 2020. La bellissima animazione non basta a mantenere l'interesse per una struttura pedissequamente convenzionale e una sceneggiatura priva di guizzi. Apprezzabile la contestualizzazione storica. Doppiaggio non particolarmente brillante. Dolorosamente banali i pezzi cantati.
 

Divodark

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Visto Tape 407 su PrimeVideo. Lo inserisco a mani basse tra uno dei film più brutti, stupidi e insensati che abbia mai visto. Sconsigliato su tutta la linea.
 

Gianpi

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Dal mio letterbox che ho appena creato, se vi va mandatemi i vostri nickname in pm

Licorice Pizza, P.T. Anderson (2021) - Voto: 4/5

"E poi ha una fissazione per questa Licorice Pizza! Ma che cos'è una Licorice Pizza? È fisicamente una pizza alla liquirizia o no?"

Drive My Car, Ryusuke Hamaguchi (2021) - Voto: 4/5

Riuscire a non farmi toccare il cellulare per tre ore non è da tutti

The Batman, Matt Reeves (2022) - Voto: 4.5/5

Miglior film di Batman dopo "The Lego Batman Movie"

Spencer, Pablo Larraìn (2021) - Voto: 3/5

Una biopic su Lady Diana con l'intensità di un thriller, non aggiungo altro. Mezza stella in più per Kristen Stewart.
 

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Ju-On Origins, Miyake
Ci credete che non ho visto il film originale? Miniserie di 6 episodi netflix con regista quello del fil di box che mi era piaciuto a Berlino. Questa è un papocchio ultra dark, davvero robetta.

La Calma, Mariano Cocolo
Festival di film americolatini, questo argentino. Serie di scenette tristi con protagonista triste su scontri terrieri. Vogliono comprargli la terra del padre e lei non vuole etc. Boh.
 
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