Quattro
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Before the devil knows you're dead – Sidney Lumet, 2007. Filmone pazzesco per me, tensione che si taglia con il coltello ammantata da una colonna sonora di monolitica gravità, un drammone come non se ne fanno più graziato da una serie di interpretazioni (Hoffman e Hawke su tutti, ma anche Finney e Shannon) che semplicemente perforano lo schermo con la loro intensità. La storia è molto semplice e si potrebbe dire pure prevedibile, se non addirittura stereotipata: ma il film è molto più di questo. Prova di eccezionale forza da parte di un Lumet ottantatreenne al momento dell'uscita, che sa esattamente cosa fare e come farlo con il materiale a sua disposizione.
La Bête – Bertrand Bonello, 2023. Alcune belle immagini, un soggetto non da buttare, ma in fin dei conti incapace di sviluppare in maniera interessante i propri spunti, nonché molto derivativo se non stereotipato in ciascuno dei tre segmenti che compongono il film (espediente narrativo con cui Bonello tenta di mascherare la superficialità del tutto, senza riuscirci). Si lascia guardare principalmente per la Seydoux ma in fondo noiosetto oltre che annacquato.
The substance – Coralie Fargeat, 2024. Visto il trailer visto il film (per inciso il trailer è nel film) una retorica spicciola che manca di qualsiasi sottigliezza o spunto originale, non solo molto prevedibile ma pure fastidiosamente didascalico e ripetitivo. Dura due ore e mezza e comunque sembra voler arrivare al finale in fretta e furia, e poi pure quello nulla di che. Idea carina per un mediometraggio ma veramente poca roba.
La Bête – Bertrand Bonello, 2023. Alcune belle immagini, un soggetto non da buttare, ma in fin dei conti incapace di sviluppare in maniera interessante i propri spunti, nonché molto derivativo se non stereotipato in ciascuno dei tre segmenti che compongono il film (espediente narrativo con cui Bonello tenta di mascherare la superficialità del tutto, senza riuscirci). Si lascia guardare principalmente per la Seydoux ma in fondo noiosetto oltre che annacquato.
The substance – Coralie Fargeat, 2024. Visto il trailer visto il film (per inciso il trailer è nel film) una retorica spicciola che manca di qualsiasi sottigliezza o spunto originale, non solo molto prevedibile ma pure fastidiosamente didascalico e ripetitivo. Dura due ore e mezza e comunque sembra voler arrivare al finale in fretta e furia, e poi pure quello nulla di che. Idea carina per un mediometraggio ma veramente poca roba.