Nottata all'insegna del grande cinema fantastico italiano
Splice
Belloccio, belloccio. Si lascia guardare. Il fulcro della pellicola è Dren, la mostra, letale ma principalemente tenera e vulnerabile, la solita vittima dell'ingegneria genetica, e anche se alla fine fa una carneficina, non è proprio riuscita a farmi arrabbiare. E' la donna della mia vita, un po' bambina, un po' monella, innocentemente seduttrice e quando occorre bestiola feroce; me la sposerei, una così, che poi neanche parla.
C'è molto di Frankentein, con questi due scienziati che perdono il lume del buon senso e della morale. Persino più dell'esperimentare in sé, visto che uno si lascia pure sedurre dalla mostra. E come dargli torto? Varda che bellezza
Insomma tutto funziona bene, anche se non propone nulla di veramente nuovo.
Sei giorni sulla terra
Ecco, questo tanto grande miga l'è... Ci speravo molto, invece è un film mediocre. Una scopiazzatura da questo e quello, con citazioni scoperte, specialmente prese da Incontri ravvicinati, dalla musica come mezzo per entrare in contatto con l'alieno (o meglio con l'anima, ma qui è sempre una seconta entità che vive in noi) all'apparizione di veri ufologi (o meglio fuffologi, in questo caso) in guisa di novelli Hynek, come malanga e Forgione (questo nei panni di un prete a cui il regista dà malauguratamente la parola per fare una domanda al convergno che apre il film). La regia è buona, capace d'infondere un ritmo per ogni scena, per altro con in quadrature a volte "eccentriche" che contribuiscono a dare dinamicità specie alle scene d'azione. La storia, copiature o no, potrebbe pure stare in piedi, se non ci fosse troppissima carne al fuoco. O forse il problema non è neanche queto... In ogni caso, queste fughe, questi complotti, questi tradimenti, questi personaggi occulti e misteriosi... Troppo, davvero troppo. Ho fatto fatica a seguire la storia, che già all'inizio mi aveva interdetto per il suo passare da alieni materiali a entità extradimensionali spiritiche. Il tutto poi recitato d attori che un po' così. Uno di loro urlerà alla fine "Questo non è un film, lo so!". No no, è un film, e siete voi a confermarlo perché non recitate nei panni di persone credibili. La colpa è pure dei nomi assurdi che Natali ha voluto dare ad alcuni personaggi, da un certo Trismegisto a un esorcista greco Platon. La ragazza invece si chiama Saturnia. Mah.
A proposito della ragazza, voglio dire che è la cosa più riuscita del film, una patatina dolce e tenere che verrebbe voglia di adottare senza dire niente ai genitori
Ah, ma è la ragazza madre dell'ultimo Don Matteo! Mi ricordava qualcuna...