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Eyes wide shut – Stanley Kubrick, 1999. Seconda visione. Leggermente ridimensionato rispetto alla prima, che era stata un colpo di fulmine – forse svanita un po' di quella patina mistero, non ho trovato altrettanto interessante ciò che vi si trova al di sotto. Resta comunque un viaggio terribilmente suggestivo, grondante di atmosfera e di pulsioni, nonché bellissimo da vedere – tranquillamente sul podio per quanto riguarda la filmografia, dietro solo a Barry Lyndon e 2001 che sono probabilmente irraggiungibili.
Turning red – Domee Shi, 2022. Prima parte e in particolare la sequenza introduttiva sorprendenti per freschezza e pura energia cinetica – con un montaggio al limite dell'iperattivo, ma è anche bello pensare che in questo modo va a riflettere la personalità della protagonista – secondo e terzo atto invece in costante calo fino a tornare in linea con le mie aspettative, cioè mediocrine.
No time to die – Cary Joji Fukunaga, 2021. Non è male, forse un pochino al di sotto di Skyfall ma comunque sicuramente fra i migliori tre con Craig, insomma non si può dire che non sia perlomeno un buon film d'azione, solo che arrivati ormai al quinto film in quindici anni sa davvero tutto, troppo, di già visto, e rivisto.
No no però il decadentismo oserei dire per definizione si associa alle classi alte quali aristocrazia e/o alta/altissima borghesia a seconda dell'epoca, del resto della società La dolce vita lascia intravedere qualcosina (i.e. la prostituta all'inizio, le masse di disperate accalcate in attesa del miracolo) ma questa rimane sempre margini dello scorcio che Fellini voleva ritrarre qui.
Turning red – Domee Shi, 2022. Prima parte e in particolare la sequenza introduttiva sorprendenti per freschezza e pura energia cinetica – con un montaggio al limite dell'iperattivo, ma è anche bello pensare che in questo modo va a riflettere la personalità della protagonista – secondo e terzo atto invece in costante calo fino a tornare in linea con le mie aspettative, cioè mediocrine.
No time to die – Cary Joji Fukunaga, 2021. Non è male, forse un pochino al di sotto di Skyfall ma comunque sicuramente fra i migliori tre con Craig, insomma non si può dire che non sia perlomeno un buon film d'azione, solo che arrivati ormai al quinto film in quindici anni sa davvero tutto, troppo, di già visto, e rivisto.
Sì perché infatti cerca una soluzione semplice, pensa magari sto salotto culturale ce l'ha, e invece no. Però decadente sembra negativo sì, cioé non è che i prolettari stanno meglio dei ricchi dell'entertainement.
Altrimenti pure la protagonista di Chungking Express è decadente, perché non ha le idee chiare e si innamora di uno sbirro che passa qualche volta a un ristorante a caso di hong kong.
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La scena clou del litigio in auto, lei che gli fa la filippica sul fatto che ha già tutto e DEVE essere felice così, e lui che ovviamente inizia a vomitarle addosso la ricerca emozionale impossibile:
No no però il decadentismo oserei dire per definizione si associa alle classi alte quali aristocrazia e/o alta/altissima borghesia a seconda dell'epoca, del resto della società La dolce vita lascia intravedere qualcosina (i.e. la prostituta all'inizio, le masse di disperate accalcate in attesa del miracolo) ma questa rimane sempre margini dello scorcio che Fellini voleva ritrarre qui.