Ultimo Film Visto | Consigli e Domande Inside

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ieri sera ho visto su netflix Confidenza, con Elio Germano...e niente, non pensavo di trovarmi tutta questa angoscia addosso :asd:

non mi è piaciuto moltissimo, anche se lui è uno dei miei attori italiani preferiti

ho letto adesso che è tratto da un romanzo e ho pensato che se mi sono sentito "derubato" di più di due ore della mia vita, non so cosa avrei pensato se avessi letto un intero libro :asd:
 
Erotic Journey, Kwok Hung Lau
Sesso senza che parlano, l'ho sempre detto che è disdicevole.
 
The Golden Lotus, Li Han-Hsiang
Alla rassegna Hong Kong di qualche mese fa avevano proposto un altro film di questo regista, una trita storia di coppia che viene oggi osannata perché un uomo recita la parte di una donna etc etc Avevo quindi messo da parte questo regista nella mia testa. Errore gravissimo. Per puro caso sono finito su questo che è sopra le righe in tutto. C'è uno potente e ricco che vuole scopare con tutte e fa mille cose per riuscirci. La riuscita del film sta nel fatto che le parti di "manipolazione", per me le più noiose e disdicevoli che si possano vedere in un film di solito, sono ridotte all'osso. Invece il film si concentra in un modo estremamente particolare sull'affetto carnale tra i protagonisti. Scopano, si insultano, si picchiano, ammazzano. Insomma ci vanno giù duro e vi assicuro che è una goduria. E' anche uno dei film in cui ho visto più baci. Non è l'erotica abituale perché l'azione è scomposta in modo classico, semplicemente non si ferma mai di idee. Fa venire voglia di riscoprire la letteratura cinese. Anche il finale non poteva essere più appropriato. Ve lo straconsiglio.
 
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The Substance, Coralie Fargeat
Pure io che mi vedo ste cacate. Lo insulto un po' su letterboxd e defollowo chiunque gli metta più di 7.
 
Lo stanno pompando abbastanza su letterboxd, se è una roba a la Titane lo salto volentieri però.:fiore:
non ho visto Titane, che ho prudentemente saltato, ma credo proprio che sia lo stesso tipo di circo
 
Angela Guts: Red Flash, Takashi Ishii
Sto regista a me pare un peracottaio. Inizia che questa ragazza fotografa o non so che, ha flashback di trauma lavorando su un film erotico, non c'è nessun mistero a questo trauma, eppure viene messo da parte. Seguiamo quindi la protagonista a non fare assolutamente nulla per non so quanto tempo, poi le succede una cosa grossa, ritornano i flashback sul trauma già capito, e la cosa centrale, arrivata anche un po' a muzzo tardi, viene sviluppata in modo che dire ambiguo è dire poco. Se la tira fino ad un colpo di scena secondo me telefonatissimo che fra l'altro smentisce che magari fosse un film più intimo di cui da spettatore non hai colto l'approccio. Mi pare che fa cose splattere tanto per farle, mette qualche referenza zozzerella che ha visto in altri film e incassa. Ma non credo ci abbia capito niente.
 
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Ho visto Speak No Devil, quello originale, del 2022, su PrimeVideo.
Devo dire che mi è piaciuto molto. Un "horror" come deve essere: disturbante ma non per forza gore/splatter.
Mi è piaciuto molto, lo consiglio.
 
The Ghost Story, Li Han-Hsiang
Quello che il titolo dice.
 
4 mosche di velluto grigio, Argento
Bello soddisfacente. Non c'è una sola scena che abbia un senso compiuto a livello di trama, è tutto sotto o sovra sviluppato, sconclusionato, con un sacco di cose prevedibili... Eppure ci si diverte un sacco perché i personaggi si urlano addosso per cavolate, si divertono, muoiono pure in modo strambo. Insomma è un bel film. Bonus, sono riuscito ad indovinare l'assassino!!
 
Doom Generation di Gregg Araki

Molto interessante. Film che va a rappresentare l'idea della generazione x in maniera tanto surreale quanto realista. Allo stesso tempo, una critica all'ipocrisia delle persone "ben pensanti" dell'epoca. Un connubio tra onirismo e carnalità, sostenuto più dal comparto tecnico che da quello autoriale. Infatti la fotografia è molto azzeccata per l'atmosfera ed il messaggio mentre la colonna sonora è gradevole nonché martellante. L'unica pecca, più sul piano extracinematografico, è che si tratta di una pellicola abbastanza derivativa, cioè molto influenzata da quello che piaceva in quel periodo, infatti fa richiami a film pulp e a film grotteschi (anche ai thriller volendo), senza legarli bene nel suo dna. Non so se mi sono spiegato. Così facendo, in conclusione, rende memorabile più che altro la sua estetica (e la testa parlante).

Getting Any? di Takeshi Kitano

Film che vidi già nel 2018, ma che poi ho recuperato per rinfrescarmelo un po'. Vari episodi in puro stile Kitano con protagonista questo poraccio a cui capita veramente di tutto. Si fa parodia di molte cose: dai media alla società. I media anche a livello di generi, infatti si passa dai film storici in costume agli yakuza e dal sci-fi horror ai monster movies. Il protagonista è un ragazzo contemporaneo ante-litteram, non fa praticamente nulla, è completamente inetto agli eventi e vive tutte queste situazioni assurde in maniera immobile ed estranea al mondo. Certo è normale essere estranei ad un mondo come quello, però non è così sveglio neanche nella parte più sobria, anzi... . Un film avanti per il suo tempo, infatti con parodia della società mi riferisco al modo in cui sono messi in scena la dipendenza dal sesso e dal consumismo, i falsi miti della società dell’immagine, la violenza come gerarchia sociale, l'ignoranza che diventa saccenza, e quant'altro. Molto bello nel suo essere buffo.

Gozu di Takashi Miike

Film che è allo stesso tempo avanti per il suo periodo e giusto per il suo periodo. "Avanti" per il suo essere così fuori dagli schemi ma anche a suo modo queer, come piace forse più oggi che allora. "Giusto" perché la sua carica simbolica e metaforica oggi andrebbe persa, essendo un'epoca più superficiale. A me piacciono queste opere folli, stratificate, che offrono modo di usare la testolina e riflettere sia su quanto si sta vedendo, che su quanto abbia una corrispondenza nel nostro mondo. Il film parte come uno yakuza movie classico, se non fosse che il protagonista è completamente fuori e noi praticamente viviamo la storia dal suo punto di vista. Il fatto che la sua pazzia si rifletta nel mondo circostante, rende il suo viaggio on the road completamente folle. Il film si muove tra due piani: quello antinarrativo e quello simbolico; quindi non è proprio istantaneo da capire. Il film è on the road non solo per il protagonista, ma anche per la mente dello spettatore, la quale viene sballottata di qua e di là fino ad un finale unico e incisivo.

Visitor Q di Takashi Miike

Film singolare, anche qui si uniscono il realismo e l'assurdo. L'estetica del film e il suo focalizzarsi su dinamiche familiari è un pretesto per renderlo quasi "mondano", tuttavia il grottesco, l'eccesso, il cinismo, la violenza, il black humor e lo "strano" lo indirizzano su tutt'altra strada. Idem per i bisogni intimi e personali dei personaggi, che rendono l'atmosfera umana, influenzati da una messa in scena perversa e ricca di ilarità, che rende tutto disumano. Bellissime le inquadrature, fantastica l'ironia, ottimo il suo dualismo e ben fatto anche qui il finale. Rimane comunque un film non per tutti, di nicchia non solo per il budget ma anche per le sue idee e il suo modo di porle.

Tetsuo di Shin'ya Tsukamoto

Dal momento che è il più famoso del gruppetto, sarà il film di cui parlerò meno. Che c'è da dire? Avanguardista (sia visivamente che tematicamente), fatalista (filosoficamente) e carnale (pragmaticamente). Come io abbino gli aggettivi e gli avverbi, il regista nel film abbina la pulsione umana al distacco del progresso. Il caldo del corpo al freddo del ferro. La fusione di questi elementi non ha solo previsto la storia umana, ma anche spianato la strada per quella del cinema successivo.

Cure di Kiyoshi Kurosawa

Come lo definì qualcuno, è il "capostipite dell’evoluzione dell’horror giapponese in un genere più stratificato". Infatti si utilizzano le caratteristiche tipiche di quel genere per affrontare un'indagine psicologica. C'è anche molto noir evidentemente. Anche qui si alterna la carnalità, data dalla violenza e dal sangue, all'onirismo, dato dalle sequenze metafisiche che rendono il film più filosofico. Si tratta di una pellicola tutta di dualismo. La regia alterna la staticità alla frenesia, passa dalla sovraesposizione alla sottoesposizione, toglie al comparto musicale per dare a quello sonoro. Il film è molto introspettivo seppur molto elittico, lavora molto di sottrazione. E anche qui c'è una dualità: si toglie alla narrazione per dare all'osservazione. Si toglie al capito per dare al percepito. L'inquietudine è data dall'essere umano stesso: non dal suo interagire col soprannaturale, bensì dalla psiche. La morte ha la valenza di uno sbadiglio, è un comportamento di routine, questo è il punto. Si rappresenta un genere umano vuoto, freddo. Più cosmopolita ma meno sano. Sano sia nel suo capire il mondo, che nel suo agire nel mondo. La paura è data dalla consuetudine: dall'acqua, dalla calma, dal silenzio, da un bicchiere. Quello che mi piace di film come questo è che mostrano (pur lavorando di sottrazione, ripeto) come l'interno della mente e l'esterno del corpo rappresentino potenzialmente due ecosistemi non solo diversi ma anche contrastanti. In questo film le forze del male sono date dalla calma e dalla mondanità. Dal normale. Molto interessante e molto intelligente. Da un pretesto che sa di già visto ad un'opera unica. Con un gran finale anche. Davvero bello.
 
Tremila anni di attesa
Mi è piaciuto molto, il tempo è volato durante il film. Viste le premesse mi sarei aspettato un film più strambo e invece è molto con i piedi per terra.
 
Bride of the Andes, Hani
Film giapponese ambientato in sud america con una donna che va a sposrasi con un giapponese che vive lì in montagna. E' molto poco riuscito il suo spaesamento iniziale, non si riesce a starle appresso come essere umano, poi però il film trova una dimensione tutta sua grazie all'accumulo di elementi. Tra conflitti coi nuovi modi di produzione, vari incontri che ritornano, la scoperta di manufatti, lei trova un suo posto e riflette anche sull'essere giapponese, che viene ipotizzato che come popolo possa venire proprio da quella regione. Un peccato che le relazioni umane debbano stare così al passo del titolo del film, e verso la fine si rompe i coglioni pure il regista di sta cosa. Ormai è troppo tardi ma lei intanto ha fatto tante cose. Non sono niente di che, non si tratta qui di Wang Quan'an che ti ricostruisce da zero la condizione umana rurale, però siccome sono tante cose che trovano un loro equilibrio diventa piacevole da vedere.
 
Indecent Beast, Philip So Yuen-Fung, Chia-Chu Wu
Hong Kong anni novanta con trama di tradimento e uccisioni varie. Spento.
 
Sapporo, Yokohama, Nagoya, Ogoto, Hakata: Toruko wataridori, Sekimoto
Un po' finto docu un po' vero docu e più finzione con Meika Seri prostituta e il suo fidanzato che vanno in giro e litigano. Visto con sottotitoli improvvisati. Tenuto in piedi da lei secondo me, anche se non è riuscitissimo c'è qualcosa nel loro andare in giro a fare un film così.

Secret Chronicle: Crimson Goddess in Paradise, Chūsei Sone
Nuovo regista. Troppa commediola e tutto il resto per niente sviluppato, peccato. Però c'è Meika Seri.
 
The Enchanting Shadow, Li Han-Hsiang
vabbé ho capito il ranking di questo regista du letterboxd è a caso totale, devo pregare per trovare quelli belli.
 
The Fall guy :
Visto con colpevole ritardo, considerando che avrei voluto vederlo in sala quando uscì.
Mi aspettavo qualcosina in più dal trailer ma è un film riuscitissimo, godibile, divertente. Gosling e Blunt tengono benissimo banco insieme ed hanno una grande alchimia, sopratutto quando le cose devono essere prese poco sul serio o deve essere preso poco sul serio Gosling. Film intelligente, così come lo fu Bullet train, senza pretese. Leitch mi piace da tempo, da quando uscì quello sgangherato de “l’atomica bionda” il quale rimane il mio preferito tra tutti i suoi film.
Menzione d’onore per il montaggio sonoro e visivo, per i dialoghi e per la scrittura dei personaggi, ottimi anche i comprimari.
6,5/10
 
Speak No Evil, Christian Tafdrup
Una coppia insieme alla loro figlia decidono di andare a passare un weekend a casa di amici (un'altra coppia), presto però capiranno che c'è qualcosa che non và. Trama abbastanza banale e già vista in tanti altri film ma quello che accade nel finale è sconvolgente, gli ultimi 10 min ti lasciano completamente senza parole. Durante tutto lo svolgimento non ci sono colpi di scena e tutto sembra piatto e scontato, ma nelle fasi finali il film decolla all'improvviso mettendo in scena delle situazioni assurde. Il regista dunque spiazza lo spettatore che si aspetta una risoluzione banale con qualcosa di completamente inedito e inaspettato.
 
Speak No Evil, Christian Tafdrup
Una coppia insieme alla loro figlia decidono di andare a passare un weekend a casa di amici (un'altra coppia), presto però capiranno che c'è qualcosa che non và. Trama abbastanza banale e già vista in tanti altri film ma quello che accade nel finale è sconvolgente, gli ultimi 10 min ti lasciano completamente senza parole. Durante tutto lo svolgimento non ci sono colpi di scena e tutto sembra piatto e scontato, ma nelle fasi finali il film decolla all'improvviso mettendo in scena delle situazioni assurde. Il regista dunque spiazza lo spettatore che si aspetta una risoluzione banale con qualcosa di completamente inedito e inaspettato.
Sono d'accordo sulla fase finale del film, io l'ho trovata di una crudeltà inaudita.
 
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