nel bene e nel male, pur con tutti i tagli, il comparto tecnico altalenante(anche in questo episodio), i cambi di ritmo cosi rapidi da risultare talvolta ingiustificabili, siamo giunti alla fine di questo atteso, almeno per me, adattamento animato che pur non avvicinandosi a quella perfetta semplicità che caratterizza il manga, rimane comunque godibile. Anche solo per la possibilità di vedere finalmente trasposte in anime una colonna degli shonen anni '90 cosi tristemente poco conosciuto in tutta la sua semplicità e potenza.
L'ultimo episodio, in tal senso, ne è forse uno degli esempi più puri nonostante ci siano anche qui dei piccoli tagli(si veda la morte di Kuin) e lo fa servendosi anche di Hakumen, questo "mostro", questo ammasso di invidia, odio e paura che è stato obiettivo e scopo ultimo del viaggio del duo di protagonisti dal suo principio fino all'epilogo. Ci viene data la possibilità non solo di vedere il momento in cui è "davvero" nata "Che splendidi. Anch'io vorrei essere cosi. Perché io sono impuro" e poi lo vediamo abbandonarsi alla disperazione più totale, sia nel momento in cui si priva volontariamente di quegli occhi che lo avevano "tradito" di fronte ai suoi nemici, sia quando urla disperato in preda alla rabbia perché non riesce a trovare la lancia oppure nel momento finale, quando si rende conto che il suo asso nella manica, Shagaksha, la vera fonte della sua immortalità non lo odia più ed è destinato a scomparire, per sempre, lui, Hakumen.
Lasciando però qualcosa dietro di se, un qualcosa, il suo più recondito segreto "Qualcuno chiami il mio nome. Il mio nome, non con un grido di morte. Non innalzando un pianto di rammarico.Qualcuno chiami il mio nome in un luogo pacifico. Hakumen non è il mio nome...Io, desideravo mi si chiamasse..." e questa è un passaggio che forse inizialmente potrebbe ingannare lo spettatore, non è importante come lo avrebbero chiamato, per Hakumen era "importante" che qualcuno, semplicemente, lo chiamasse. L'atto stesso di vedere la sua esistenza reale, riconosciuta in un modo che non fosse l'unico da lui conosciuto.
E poi che dire di Tora? Forse il personaggio che più è cresciuto nel corso della serie, finalmente veniamo anche a conoscenza di alcuni retroscena che lo hanno portato ad essere impalato dalla lancia per cinquecento lunghi anni(le vicissitudini sul suo incontro col samurai sono narrate in un episodio speciale, nel manga), è uno di quei momenti in cui si vede la maestria di Fujita, quella sua capacità di incastrare sempre tutti gli elementi alla perfezione, ogni cosa ha un suo senso ed un'importanza. Oppure quando "umilia" Hakumen in tutto e per tutto, quando paragona la condizione di Hakumen a quella di Nagare nei confronti di Ushio, un misero essere umano che con il suo tradimento era riuscito a "spezzare" quella catena d'odio e invidia e tornare ad essere stesso. Ma forse ancora più importante per Tora, è stato il suo "addio", il suo riconoscere l'importante del legame costruito con Ushio nel corso di questo lungo anno fra scontri, litigi, risate ed un continuo imparare l'uno dall'altro "Ormai ti ho già divorato. Sono completamente sazio". E mentre Tora scompare perché indissolubilmente legato ad Hakumen, in quanto è sempre e comunque Shagaksha(ed è importante che Hakumen lo chiami per nome nel corso dell'episodio, molto importante) Ushio può solo salvarsi grazie alle anime di Jie Mei e Gyrio, lui ha mantenuto la sua promessa, non c'è più bisogno della lancia ed ora saranno "loro" a salvare a lui dal destino dei possessori della lancia.
Posso invece comprendere che il "sacrificio" degli Yokai sul finale possa sembrare "strano"(mentre quello della signora protettrice è molto più immediato, visto che chiude alla perfezione il personaggio di Saya) ma è perfettamente coerente con la storia. Come infatti viene specificato non tutti gli Yokai si "sacrificano" Raishin, Kagari, Izuna (possiamo realisticamente credere che siano, non solo gli yokai più "legati" agli umani, ma anche quelli più "giovani") sono in molti quelli che restano in vita con il compito di guidare la loro specie in una nuova era di pace con gli umani senza dimenticare il discorso finale di Onji agli spettatori. Gli yokai "possono" tornare, è una possibilità,una possibilità che permette allo spettatore di "sperare" di "credere" quello che preferisce quando sente sul finale quella voce inconfondibile...è forse solo un "ricordo" prezioso che accompagnerà Ushio per il resto della sua vita oppure è qualcosa di più "concreto"?
Chissà, la scelta sta a noi...