Alien 3,* 5, nulla da dire
Seven 9 il ritmo, il taglio, la sceneggiatura,* i titoli di testa, John Doe,* Freeman nel suo ruolo più definitivo e uno dei finali più memorabili degli anni 90 : definizione di thriller, classico da far vedere a scuola come costruzione, messa in scena* e gestione degli spazi.
The game, 7,5 , gioccatolone chiaramente fine a se stesso, tecnicamente superbo, e qua il voto dipende se vi sono piaciuti o no i "twist" finali. A me personalmente si, ma soprattutto adoro Douglas recitare nella sua salsa e c'è forse il miglior utilizzo di white rabbits
Fight Club 8,5
E anche questo è puro anni 90, un cult TOTALE (te lo lì ). Non è il capolavoro di tutti i tempi, e non è neanche quel grande messaggio anticapitalista. Ma non ha mai voluto essere nessuno dei due, solo una storia che permetteva alle singole parti (il montaggio, gli attori, la regia matura di Fincher) di esaltarsi al meglio.
Panic Room 7
Come The Game, un giocattolone con la quale probabilmente Fincher si è divertito più di noi. The Game comunque mi è piaciuto di più,* perche ha Douglas.
Zodiac 10
Il capolavoro di Fincher, la sua eredità,* prima parte con un taglio documentaristico che ti sovrasta di informazioni mentre una seconda molto più compassata, ma ancora travolgente. La cosa che più colpisce è la perfetta gestione dei tempi, e probabilmente è qua che la sua cura maniacale per i dettagli raggiunge l'apice. Qua non si tratta neanche di abilità tecnica e dell'utilizzo dei mezzi, questo è un thriller che va semplicemente oltre. Ciliegina sulla torta sono quelle scene (tutte quelle in cui appare Lynch, o quella dello scantinato,* o l'inizio)* schiaffi in faccia, che nessun regista riesce a riprodurre in modo così diretto e curato(il fatto che un regista si dedichi alla maniacale riproduzione di un omicidio con un gusto tale è semplicemente fantatico). E poi, Hurdy Gurdy Man.
Benjamin Button 6,5
Polpettone più convincente del solito grazie alla pacatezza dei tempi che riesce a dargli Fincher.
The Social Network 9
Uno dei migliori biopic di sempre perché non è un biopic. È un pretesto per raccontare una storia di avidità sull'America, classica e tutto ma costruita con degli archi narrativi che la rendono accattivante ed in grado di creare gli effetti thriller con la sola gestione dei tempi e del montaggio. Il classico film che, se si becca in televisione, che sia iniziato da dieci o cento minuti, lo si guarda, e al contempo eccellente in tutti gli aspetti più tecnici e recitativi.
Millennium 8
Un remake quasi al livello di The Departed, anche se c'è da dire che il film originale non era certo un I.A., ma comunque rimane la solrita sbalorditiva capacità narrativa di Fincher, che si prende tutto il tempo necessario per prima attrarre e poi colpire lo spettatore. E poi, Orinoco Flow.
Gone Girl 9
E qua molti non saranno d'accordo con me, ed è comprensibile. Ma è il film con cui ho più avvertito una perfezione formale e ricercatezza autoriale di Fincher, i cui film sono tutti un po' "distaccati" e freddi nei confronti dei protagonisti, ma qua vi è proprio un interesse personale nel cercare di rendere la storia, pone lo spettatore come intruso nelle vite dei due coniugi, in particolare nei confronti di Nick Dunne. Ed è interessantissima la satira con cui critica i media con l'arco narrativo di Nick e l'ipocrisia generale americana con quello di Amy. In sintesi, vi ho trovato una volontà personale di rendere la storia in un certo modo, che mi ha catturato assolutamente. Storia lunga e intricata eppure gli effetti scatenanti si possono ridurre a concetti semplicissimi,* e per analizzarli distrugge la più importante istituzione tradizionale, il matrimonio. Non è Hitchcockiano, se non per qualche carrellata "in omggio",ma è certamente Hitchcockiana Amy Dunne,* e la Pike ruba la scena. Capisco però che l'intricatezza della storia e l'utilizzo così aggratis della retorica possano stancare.