Giochi West Dome | Il topic dei WRPG [Leggere 1° post!]

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Io l'ho giocato e finito a normale come faccio con tutti i giochi di questo tipo
E' un buon gioco solido come ti ho detto,ma lontano dall'élite

Solo atom RPG a volte mettevo facile perché era veramente a volte troppo cagacazzo
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Molto interessante colony ship...c'è per caso anche un esplorazione dei pianeti o solo colonie?
Narrativa di spessore di esplorazione ci sta solo la colonia uno dei migliori rpg usciti.
 
Ma sei proprio attratto dallo scam :sard:
Comunque se vuoi una perla vai di questo;

in realtà di exanima ne parlano tutti più o meno bene....
te mi continui a spammare roba solo in inglese, trovane uno con l'italiano.
hai visto l'aggiornamento di rogue trader? hanno inserito il turco, anche parlato, ma l'italiano manco pu cazzo.

comunque devo correggere un po' il tiro con greedfall 2, le ambientazioni son fatte molto ma molto bene e il livello di dettaglio in generale è veramente alto.
son riuscito grazie a boosteroid a farlo girare meglio, su una macchina amd, e direi che c'è da godere.
poi guardi le animazioni dei personaggi e ti passa la fantasia, ma vabbè :asd:
il combattimento è interessante, hai 3 slot che servono per ordinare 3 azioni consecutive del personaggio, questa cosa è utile e allo stesso tempo un po' incasinata.
utile per tirare le abilità senza ogni secondo dover farlo manualmente, incasinata perchè se sbagli inizi a muoverti come un cretino mentre ti attaccano, visto che anche il movimento è considerato azione, devi quindi cancellare l'azione selezionata e impartire un nuovo ordine.
un po' macchinoso, ma abituandosi funziona.
se riuscissero a renderlo più immediato, come idea, non è male.

scorcio di un fight di greedfall 2, ma facile facile
 
Ultima modifica:
ragazzi ma il dlc di cyberpunk che ho letto meritare, come funziona?
ho capito che si può entrare direttamente nel dlc da 0, ma è meglio andarci con un pg nuovo? si può importare un vecchio salvataggio?
 
ragazzi ma il dlc di cyberpunk che ho letto meritare, come funziona?
ho capito che si può entrare direttamente nel dlc da 0, ma è meglio andarci con un pg nuovo? si può importare un vecchio salvataggio?
Come funzionava in Witcher 3.
Puoi usare un nuovo PG in cui importi le scelte o giocarlo con il tuo "vecchio" PG e basta caricare l'ultimo save.

Ad esempio io lo ho giocato con la mia V. della prima run.
 
Akurello
cerco di non fare un wall-text spaventoso e porto i punti importanti.

- fantasy
qui può andare a gusti, lasciamo il beneficio del dubbio, ma abbiamo un romanzo, comunque portato egregiamente a schermo e in un ambiente ruolistico e mostrato nella maniera più nuda e cruda possibile, contro un gioco che ha ricreato un intero mondo "di mezzo" come quello di Dungeon's and dragons, un classico del gioco da tavolo e di lore.

- videogioco
purtroppo questo è un paragone infelice da parte mia, abbiamo un action fortemente story-driven, con un gioco di ruolo ispirato a d&d party-based con un rule-set da gioco da tavolo, rivisitato in chiave larian (con tutte le differenze del caso nell'interazione tra elementi ed ambiente), che riesce a miscelare molto bene la parte strategica a quella story-telling.
come potrebbe mai uscirne vivo the witcher da un confronto del genere? unicamente se si preferisce il setting e la tipologia di storia proposta da quest'ultimo, che ricordiamo non spicca esageratamente nè in varietà nè in difficoltà (quindi non compensa nemmeno a livelli basilari di gameplay per gli standard dell'action-rpg).

- gioco di ruolo
e qui veramente c'è da sbizzarrirsi.
ma son cose che ho già detto poc'anzi.
baldur's gate porta dungeon's and dragon a schermo, il gioco di ruolo da tavolo per eccellenza.
ne implementa il rule-set e cerca in tutti i modi di rappresentare, narrativamente parlando, una storia più malleabile e plasmabile possibile.
quindi evitando di parlare di gameplay più specifico, dove non sarebbe nemmeno giusto paragonarlo ad un action, parliamo di storia, in particolare di quella che è la meccanica scelta-conseguenza e tutte le correlazioni interpretative che si possono avere nel mezzo.
the witcher 3 parte da un romanzo con un personaggio pre-descritto, vai quindi a giocare le gesta di un protagonista che avrà già un suo modo di fare e di comportarsi (oltre che di combattere, cosa che ne limita tantissimo la gestione e lo sviluppo), con i suoi legami e le sue conoscenze, ciò che fa il giocatore è quello di cercare di giocarlo a suo modo, modificandone alcuni suoi atteggiamenti in particolari situazioni di gioco, o per meglio dire, prendere delle scelte nette durante l'avventura che porteranno chi a lungo termine, chi nel breve, a concludere importanti situazioni di facciata fino a modificare l'epilogo finale.
in baldur's gate beh.....
  • hai personaggi d'origine con le loro quest,
  • hai un personaggio personalizzato in toto che andrà ad interagire in maniera completamente diversa a seconda della razza, classe, interpretazione diretta del giocatore, durante svariate interazioni di dialogo nella partita (anche se molte e principalmente concentrate durante l'atto 1) oltre che statistiche varie di potenziamento e gestione del personaggio (che influiranno sui vari skill-check di gioco, comprese le abilità del girino), se gioco come un drowad esempio i goblin reagiranno in maniera diversa al vedere un thiefling (e qui subentrano poi le possibilità di camuffarsi ecc, che permette di trasformarsi quasi in ogni razza e personaggio).
  • esiste una quest principale anche per il personaggio principale, che è oscura pulsione, un origine a sè che può essere anch'essa ruolata in entrambi i percorsi (buono e cattivo) e che praticamente è un gioco a sè, con nuove interazioni di dialogo, nuovi personaggi, nuovi epiloghi.
soppesando dunque sulla bilancia anche il mero aspetto story-driven, dove abbiamo da entrambe le parti, quindi anche in baldur's gate, un altissimo livello di narrazione, con tanto di cutscenes e dialoghi "interpretati", doppiati e tutto ciò che ne comporta, dove va a pendere l'ago?

io non vedo un singolo punto a favore che non sia una preferenza del protagonista e nel mondo di gioco raccontato, che posso capire sia preferibile per ovvi motivi quello di the witcher.
geralt è incredibilmente carismatico e il tutto viene trattato in maniera molto più cruda e brutale rispetto a baldur's gate, se....non si considera l'oscura pulsione :sisi:
 
Ultima modifica:
Akurello
cerco di non fare un wall-text spaventoso e porto i punti importanti.

- fantasy
qui può andare a gusti, lasciamo il beneficio del dubbio, ma abbiamo un romanzo, comunque portato egregiamente a schermo e in un ambiente ruolistico e mostrato nella maniera più nuda e cruda possibile, contro un gioco che ha ricreato un intero mondo "di mezzo" come quello di Dungeon's and dragons, un classico del gioco da tavolo e di lore.

- videogioco
purtroppo questo è un paragone infelice da parte mia, abbiamo un action fortemente story-driven, con un gioco di ruolo ispirato a d&d party-based con un rule-set da gioco da tavolo, rivisitato in chiave larian (con tutte le differenze del caso nell'interazione tra elementi ed ambiente), che riesce a miscelare molto bene la parte strategica a quella story-telling.
come potrebbe mai uscirne vivo the witcher da un confronto del genere? unicamente se si preferisce il setting e la tipologia di storia proposta da quest'ultimo, che ricordiamo non spicca esageratamente nè in varietà nè in difficoltà (quindi non compensa nemmeno a livelli basilari di gameplay per gli standard dell'action-rpg).

- gioco di ruolo
e qui veramente c'è da sbizzarrirsi.
ma son cose che ho già detto poc'anzi.
baldur's gate porta dungeon's and dragon a schermo, il gioco di ruolo da tavolo per eccellenza.
ne implementa il rule-set e cerca in tutti i modi di rappresentare, narrativamente parlando, una storia più malleabile e plasmabile possibile.
quindi evitando di parlare di gameplay più specifico, dove non sarebbe nemmeno giusto paragonarlo ad un action, parliamo di storia, in particolare di quella che è la meccanica scelta-conseguenza e tutte le correlazioni interpretative che si possono avere nel mezzo.
the witcher 3 parte da un romanzo con un personaggio pre-descritto, vai quindi a giocare le gesta di un protagonista che avrà già un suo modo di fare e di comportarsi (oltre che di combattere, cosa che ne limita tantissimo la gestione e lo sviluppo), con i suoi legami e le sue conoscenze, ciò che fa il giocatore è quello di cercare di giocarlo a suo modo, modificandone alcuni suoi atteggiamenti in particolari situazioni di gioco, o per meglio dire, prendere delle scelte nette durante l'avventura che porteranno chi a lungo termine, chi nel breve, a concludere importanti situazioni di facciata fino a modificare l'epilogo finale.
in baldur's gate beh.....
  • hai personaggi d'origine con le loro quest,
  • hai un personaggio personalizzato in toto che andrà ad interagire in maniera completamente diversa a seconda della razza, classe, interpretazione diretta del giocatore, durante svariate interazioni di dialogo nella partita (anche se molte e principalmente concentrate durante l'atto 1) oltre che statistiche varie di potenziamento e gestione del personaggio (che influiranno sui vari skill-check di gioco, comprese le abilità del girino), se gioco come un drowad esempio i goblin reagiranno in maniera diversa al vedere un thiefling (e qui subentrano poi le possibilità di camuffarsi ecc, che permette di trasformarsi quasi in ogni razza e personaggio).
  • esiste una quest principale anche per il personaggio principale, che è oscura pulsione, un origine a sè che può essere anch'essa ruolata in entrambi i percorsi (buono e cattivo) e che praticamente è un gioco a sè, con nuove interazioni di dialogo, nuovi personaggi, nuovi epiloghi.
soppesando dunque sulla bilancia anche il mero aspetto story-driven, dove abbiamo da entrambe le parti, quindi anche in baldur's gate, un altissimo livello di narrazione, con tanto di cutscenes e dialoghi "interpretati", doppiati e tutto ciò che ne comporta, dove va a pendere l'ago?

io non vedo un singolo punto a favore che non sia una preferenza del protagonista e nel mondo di gioco raccontato, che posso capire sia preferibile per ovvi motivi quello di the witcher.
geralt è incredibilmente carismatico e il tutto viene trattato in maniera molto più cruda e brutale rispetto a baldur's gate, se....non si considera l'oscura pulsione :sisi:
Confesso che mi era proprio sfuggito questo post, orbene, come da singolar tenzone, ecco la mia risposta.

- Fantasy
Non concordo pienamente con l'idea che la preferenza tra TW3 e BG3 sia una mera questione di gusti. A mio avviso, si tratta di una distinzione oggettiva nella dimensione umana che i due giochi riescono a raggiungere. Mentre BG3 rimane ancorato a una dimensione più "ludica" (per usare la terminologia di Huizinga), TW3 trascende il mero gioco per toccare corde emotive profonde e universali.
Da veterano e Dungeon Master di D&D e AD&D, la mia sensibilità verso il genere fantasy è acuta. Eppure, per me, non c'è paragone. TW3 rappresenta l'apice della narrazione nel formato WRPG, un'opera compiuta che, pur non traendo direttamente origine da un singolo romanzo, riesce a distillare l'essenza complessa e "grim/dark" della saga letteraria di Andrzej Sapkowski, infondendola di una potente umanità, di sentimenti autentici e di amore.
È la storia di una famiglia disfunzionale e atipica – un padre e una figlia – immersa in un fantasy toccante che oscilla costantemente tra risate, sorprese, commozione e introspezione profonda. A mio modesto parere, nel 2025, la sua narrazione "spicciola" (nel senso di quotidiana e profondamente umana) rimane insuperata. Pur riconoscendo la bellezza di BG3 come fantasy party game, percepisco una certa distanza, una dimensione intrinsecamente più "giocosa". Forse la natura ramificata e potenzialmente illimitata della creazione di una storia videoludica, che implica l'esplorazione di vette narrative inospitali e l'immersione in profondità inesplorate, è un territorio in cui BG3 non riesce a competere pienamente con la densità emotiva di TW3. Non si tratta semplicemente di gusti. Creare una storia implica narrare qualcosa che, pur non essendo reale, risuona con la nostra esperienza umana, qualcosa che possiamo sentire dentro, anche senza comprenderlo appieno.
La meraviglia di una storia non risiede tanto nella tecnica o nelle infinite forme che può assumere (che pure destano fascino intellettivo), quanto nella genuina trasmissione umana, nell'empatia che il racconto, sia esso detto o mostrato, riesce a suscitare. È questo "stupore dello spirito" che eleva un'opera.
The Witcher 3 trascende i limiti del medium videoludico, configurandosi come un viaggio narrativo meravigliosamente complesso in cui il fantasy incontra l'umano, e l'umano riscopre emozioni e sentimenti spesso sopiti nella frenesia del reale. Per me, paragonare TW3 a BG3 è come confrontare la Gerusalemme Liberata di Tasso con Italo Calvino: due opere di valore, ma con una diversa profondità emotiva e un diverso impatto sull'anima. Il fantasy di TW3 arriva dritto al cuore perché, in fondo, parla dell'essere umano stesso.

- videogioco
L'Atemporalità di The Witcher 3 è un'Impostazione "datata" che sfida il tempo stesso. Nonostante la sua impostazione possa essere considerata "datata" secondo gli standard più recenti, The Witcher 3 non solo resiste al confronto con le produzioni attuali, ma le guarda dall'alto grazie a elementi intrinseci alla sua concezione, da dove partire?
Dalle missioni secondarie, sublimi e multiformi: Un vero tesoro narrativo ed inesauribile. Uno degli aspetti che ancora oggi rende TW3 un'eccellenza è la profondità e la complessità delle sue missioni secondarie. Lungi dall'essere semplici compiti di "fetch quest", queste missioni si ergono a veri e propri racconti brevi, ricchi di infinite variazioni narrative, momenti inaspettati che spesso lasciano il giocatore sbalordito, e molteplici soluzioni che influenzano il mondo di gioco e le relazioni tra i personaggi. Questa meticolosità assoluta da parte degli sviluppatori nel curare ogni singolo incarico è sorprendente e rende riduttivo considerare il gioco unicamente nella sua dimensione ludica.
TW3 è un'esperienza serrata e vincolata alla narrazione cero, ma la forza motrice del gioco non è assolutamente sminuita. Ogni meccanica, ogni scelta, ogni esplorazione è al servizio del racconto. Questa coesione tra gameplay e narrativa è uno dei suoi punti di forza principali.
Oltre la semplice "Ludicità": La profondità dei sistemi di gioco è assoluta. Ridurre TW3 alla sola dimensione ludica significa ignorare la ricchezza e la complessità dei suoi sistemi:
  • Il Combat System: Pur non essendo un "soulslike", offre una profondità strategica basata sulla preparazione (pozioni, oli, segni), sulla conoscenza dei nemici e sull'abilità del giocatore, non piccola.
  • Il Sistema di Scelta nei Dialoghi: Le decisioni prese durante i dialoghi hanno conseguenze reali e spesso impreviste sul mondo di gioco e sul destino dei personaggi, amplificando il senso di agency del giocatore.
  • Le Mille Variazioni di una Missione: Come accennato, ogni missione può ramificarsi in modi inaspettati, offrendo rigiocabilità e la sensazione di un mondo vivo e reattivo.
  • L'Albero dei Mutageni: Un sistema di progressione del personaggio che permette una personalizzazione profonda delle abilità di Geralt.
  • La Vasta Gamma di Equipaggiamento: Dalle innumerevoli spade uniche ai set di armatura specifici per ogni scuola di Witcher, il sistema di loot e crafting è stratificato e gratificante.
  • La Credibilità del Mondo di Gioco: Il Continente è un ambiente vasto, coerente e pulsante di vita, con una lore ricca e personaggi memorabili.
  • La Qualità della Scrittura: I dialoghi sono brillanti, i personaggi sfaccettati e le storie raccontate sono mature e coinvolgenti.
  • La Colonna Sonora Evocativa: Le musiche accompagnano perfettamente l'atmosfera del gioco, amplificando le emozioni e immergendo ulteriormente il giocatore nel mondo di Geralt.
  • La Cura dei Dettagli: Ogni elemento, dalle animazioni dei personaggi all'architettura dei villaggi, è curato con una meticolosità impressionante.
  • L'Impatto Emotivo: TW3 riesce a toccare corde profonde nel giocatore, suscitando empatia, tristezza, gioia e rabbia attraverso le sue storie e i suoi personaggi.
In sintesi, The Witcher 3 è un capolavoro videoludico che, pur mostrando i segni del tempo in alcuni aspetti tecnici, surclassa molte produzioni recenti grazie alla sua narrazione potente e stratificata, alla profondità delle sue missioni secondarie, alla coerenza del suo mondo e alla cura maniacale per i dettagli. La sua capacità di coinvolgere emotivamente il giocatore e di offrire un'esperienza narrativa così ricca e sfaccettata lo rende un punto di riferimento nel genere WRPG a mani basse, e come videogioco è fottutamente divertente.

- gioco di ruolo
Per quanto tu ti possa sforzare, un tuo personaggio non avrà MAI la gravitas di Geralt di Rivia in BG3 e men che mai la sua storia.
Geralt non è un personaggio vuoto da riempire con le scelte del giocatore; è un individuo con un passato denso, un codice morale complesso (seppur flessibile), relazioni intricate e un peso del mondo sulle spalle. Questa storia pregressa, magistralmente costruita attraverso i romanzi e i giochi precedenti, gli conferisce una profondità e un'autorevolezza che un personaggio creato ex-novo difficilmente può raggiungere.
La scelta di far interpretare un personaggio predefinito come Geralt non limita affatto il gioco di ruolo, anzi, lo arricchisce. Invece di partire da una tela bianca, il giocatore si cala nei panni di un individuo già plasmato, con le sue motivazioni e la sua storia, ma con la libertà di interpretarne le azioni e le decisioni all'interno di quel contesto.
La libertà di scelta in The Witcher 3 è notevole. Puoi decidere di agire in modo pragmatico e "da Witcher", oppure mostrare compassione, astuzia o brutalità. Puoi indagare a fondo nei misteri o optare per soluzioni rapide. La bellezza sta nel fatto che ogni scelta è inserita in un contesto narrativo coerente, frutto di un'attenta preparazione da parte di CD Projekt Red. Raramente ci si imbatte in situazioni in cui il gioco non abbia previsto una possibile reazione del giocatore, mantenendo una forte immersione nel ruolo di Geralt.
E ogni scelta è sempre stata preparata, non ti troverai mai in una situazione in cui CDPR non ha pensato a qualche tua soluzione non ponderata
Geralt ha un passato con Yennefer, Triss, Ciri e molti altri personaggi. Le dinamiche di queste relazioni sono già definite, ma il giocatore ha la possibilità di influenzarne l'evoluzione attraverso le proprie scelte. E poi, interpretare Geralt significa muoversi in un mondo ricco di storia, miti e mostri, un contesto che influenza le sue azioni e le reazioni degli altri nei suoi confronti. Doug Cockle ha dato a Geralt una voce e un'interpretazione che sono ormai indissolubilmente legate al personaggio, fornendo un solido punto di partenza per l'immedesimazione, tra l'altro.
Il Geralt del videogioco è una fedele trasposizione del personaggio letterario, pur lasciando spazio all'interpretazione del giocatore.
Riconosco che l'approccio di Baldur's Gate 3, con la creazione di un personaggio da zero, offre un tipo di libertà e di immedesimazione diverso. Entrambi gli approcci hanno i loro punti di forza e attraggono giocatori con preferenze diverse. La bellezza del mondo dei videogiochi di ruolo sta proprio nella sua varietà di esperienze narrative e nella possibilità di connettersi con storie e personaggi in modi unici.
Non c'è un modo "giusto" o "sbagliato" di apprezzare un gioco, e la passione che nutri per BG3 è assolutamente condivisibile e testimonia la forza della sua creazione, allo stesso TW3.

Sorathil

Ed ecco a domanda, risposta.
 
Confesso che mi era proprio sfuggito questo post, orbene, come da singolar tenzone, ecco la mia risposta.

- Fantasy
Non concordo pienamente con l'idea che la preferenza tra TW3 e BG3 sia una mera questione di gusti. A mio avviso, si tratta di una distinzione oggettiva nella dimensione umana che i due giochi riescono a raggiungere. Mentre BG3 rimane ancorato a una dimensione più "ludica" (per usare la terminologia di Huizinga), TW3 trascende il mero gioco per toccare corde emotive profonde e universali.
Da veterano e Dungeon Master di D&D e AD&D, la mia sensibilità verso il genere fantasy è acuta. Eppure, per me, non c'è paragone. TW3 rappresenta l'apice della narrazione nel formato WRPG, un'opera compiuta che, pur non traendo direttamente origine da un singolo romanzo, riesce a distillare l'essenza complessa e "grim/dark" della saga letteraria di Andrzej Sapkowski, infondendola di una potente umanità, di sentimenti autentici e di amore.
È la storia di una famiglia disfunzionale e atipica – un padre e una figlia – immersa in un fantasy toccante che oscilla costantemente tra risate, sorprese, commozione e introspezione profonda. A mio modesto parere, nel 2025, la sua narrazione "spicciola" (nel senso di quotidiana e profondamente umana) rimane insuperata. Pur riconoscendo la bellezza di BG3 come fantasy party game, percepisco una certa distanza, una dimensione intrinsecamente più "giocosa". Forse la natura ramificata e potenzialmente illimitata della creazione di una storia videoludica, che implica l'esplorazione di vette narrative inospitali e l'immersione in profondità inesplorate, è un territorio in cui BG3 non riesce a competere pienamente con la densità emotiva di TW3. Non si tratta semplicemente di gusti. Creare una storia implica narrare qualcosa che, pur non essendo reale, risuona con la nostra esperienza umana, qualcosa che possiamo sentire dentro, anche senza comprenderlo appieno.
La meraviglia di una storia non risiede tanto nella tecnica o nelle infinite forme che può assumere (che pure destano fascino intellettivo), quanto nella genuina trasmissione umana, nell'empatia che il racconto, sia esso detto o mostrato, riesce a suscitare. È questo "stupore dello spirito" che eleva un'opera.
The Witcher 3 trascende i limiti del medium videoludico, configurandosi come un viaggio narrativo meravigliosamente complesso in cui il fantasy incontra l'umano, e l'umano riscopre emozioni e sentimenti spesso sopiti nella frenesia del reale. Per me, paragonare TW3 a BG3 è come confrontare la Gerusalemme Liberata di Tasso con Italo Calvino: due opere di valore, ma con una diversa profondità emotiva e un diverso impatto sull'anima. Il fantasy di TW3 arriva dritto al cuore perché, in fondo, parla dell'essere umano stesso.

- videogioco
L'Atemporalità di The Witcher 3 è un'Impostazione "datata" che sfida il tempo stesso. Nonostante la sua impostazione possa essere considerata "datata" secondo gli standard più recenti, The Witcher 3 non solo resiste al confronto con le produzioni attuali, ma le guarda dall'alto grazie a elementi intrinseci alla sua concezione, da dove partire?
Dalle missioni secondarie, sublimi e multiformi: Un vero tesoro narrativo ed inesauribile. Uno degli aspetti che ancora oggi rende TW3 un'eccellenza è la profondità e la complessità delle sue missioni secondarie. Lungi dall'essere semplici compiti di "fetch quest", queste missioni si ergono a veri e propri racconti brevi, ricchi di infinite variazioni narrative, momenti inaspettati che spesso lasciano il giocatore sbalordito, e molteplici soluzioni che influenzano il mondo di gioco e le relazioni tra i personaggi. Questa meticolosità assoluta da parte degli sviluppatori nel curare ogni singolo incarico è sorprendente e rende riduttivo considerare il gioco unicamente nella sua dimensione ludica.
TW3 è un'esperienza serrata e vincolata alla narrazione cero, ma la forza motrice del gioco non è assolutamente sminuita. Ogni meccanica, ogni scelta, ogni esplorazione è al servizio del racconto. Questa coesione tra gameplay e narrativa è uno dei suoi punti di forza principali.
Oltre la semplice "Ludicità": La profondità dei sistemi di gioco è assoluta. Ridurre TW3 alla sola dimensione ludica significa ignorare la ricchezza e la complessità dei suoi sistemi:
  • Il Combat System: Pur non essendo un "soulslike", offre una profondità strategica basata sulla preparazione (pozioni, oli, segni), sulla conoscenza dei nemici e sull'abilità del giocatore, non piccola.
  • Il Sistema di Scelta nei Dialoghi: Le decisioni prese durante i dialoghi hanno conseguenze reali e spesso impreviste sul mondo di gioco e sul destino dei personaggi, amplificando il senso di agency del giocatore.
  • Le Mille Variazioni di una Missione: Come accennato, ogni missione può ramificarsi in modi inaspettati, offrendo rigiocabilità e la sensazione di un mondo vivo e reattivo.
  • L'Albero dei Mutageni: Un sistema di progressione del personaggio che permette una personalizzazione profonda delle abilità di Geralt.
  • La Vasta Gamma di Equipaggiamento: Dalle innumerevoli spade uniche ai set di armatura specifici per ogni scuola di Witcher, il sistema di loot e crafting è stratificato e gratificante.
  • La Credibilità del Mondo di Gioco: Il Continente è un ambiente vasto, coerente e pulsante di vita, con una lore ricca e personaggi memorabili.
  • La Qualità della Scrittura: I dialoghi sono brillanti, i personaggi sfaccettati e le storie raccontate sono mature e coinvolgenti.
  • La Colonna Sonora Evocativa: Le musiche accompagnano perfettamente l'atmosfera del gioco, amplificando le emozioni e immergendo ulteriormente il giocatore nel mondo di Geralt.
  • La Cura dei Dettagli: Ogni elemento, dalle animazioni dei personaggi all'architettura dei villaggi, è curato con una meticolosità impressionante.
  • L'Impatto Emotivo: TW3 riesce a toccare corde profonde nel giocatore, suscitando empatia, tristezza, gioia e rabbia attraverso le sue storie e i suoi personaggi.
In sintesi, The Witcher 3 è un capolavoro videoludico che, pur mostrando i segni del tempo in alcuni aspetti tecnici, surclassa molte produzioni recenti grazie alla sua narrazione potente e stratificata, alla profondità delle sue missioni secondarie, alla coerenza del suo mondo e alla cura maniacale per i dettagli. La sua capacità di coinvolgere emotivamente il giocatore e di offrire un'esperienza narrativa così ricca e sfaccettata lo rende un punto di riferimento nel genere WRPG a mani basse, e come videogioco è fottutamente divertente.

- gioco di ruolo
Per quanto tu ti possa sforzare, un tuo personaggio non avrà MAI la gravitas di Geralt di Rivia in BG3 e men che mai la sua storia.
Geralt non è un personaggio vuoto da riempire con le scelte del giocatore; è un individuo con un passato denso, un codice morale complesso (seppur flessibile), relazioni intricate e un peso del mondo sulle spalle. Questa storia pregressa, magistralmente costruita attraverso i romanzi e i giochi precedenti, gli conferisce una profondità e un'autorevolezza che un personaggio creato ex-novo difficilmente può raggiungere.
La scelta di far interpretare un personaggio predefinito come Geralt non limita affatto il gioco di ruolo, anzi, lo arricchisce. Invece di partire da una tela bianca, il giocatore si cala nei panni di un individuo già plasmato, con le sue motivazioni e la sua storia, ma con la libertà di interpretarne le azioni e le decisioni all'interno di quel contesto.
La libertà di scelta in The Witcher 3 è notevole. Puoi decidere di agire in modo pragmatico e "da Witcher", oppure mostrare compassione, astuzia o brutalità. Puoi indagare a fondo nei misteri o optare per soluzioni rapide. La bellezza sta nel fatto che ogni scelta è inserita in un contesto narrativo coerente, frutto di un'attenta preparazione da parte di CD Projekt Red. Raramente ci si imbatte in situazioni in cui il gioco non abbia previsto una possibile reazione del giocatore, mantenendo una forte immersione nel ruolo di Geralt.
E ogni scelta è sempre stata preparata, non ti troverai mai in una situazione in cui CDPR non ha pensato a qualche tua soluzione non ponderata
Geralt ha un passato con Yennefer, Triss, Ciri e molti altri personaggi. Le dinamiche di queste relazioni sono già definite, ma il giocatore ha la possibilità di influenzarne l'evoluzione attraverso le proprie scelte. E poi, interpretare Geralt significa muoversi in un mondo ricco di storia, miti e mostri, un contesto che influenza le sue azioni e le reazioni degli altri nei suoi confronti. Doug Cockle ha dato a Geralt una voce e un'interpretazione che sono ormai indissolubilmente legate al personaggio, fornendo un solido punto di partenza per l'immedesimazione, tra l'altro.
Il Geralt del videogioco è una fedele trasposizione del personaggio letterario, pur lasciando spazio all'interpretazione del giocatore.
Riconosco che l'approccio di Baldur's Gate 3, con la creazione di un personaggio da zero, offre un tipo di libertà e di immedesimazione diverso. Entrambi gli approcci hanno i loro punti di forza e attraggono giocatori con preferenze diverse. La bellezza del mondo dei videogiochi di ruolo sta proprio nella sua varietà di esperienze narrative e nella possibilità di connettersi con storie e personaggi in modi unici.
Non c'è un modo "giusto" o "sbagliato" di apprezzare un gioco, e la passione che nutri per BG3 è assolutamente condivisibile e testimonia la forza della sua creazione, allo stesso TW3.

Sorathil

Ed ecco a domanda, risposta.
una domanda mi sorge spontanea, lo hai giocato baldur's gate 3?
perchè qua vedo che descrivi the witcher, ne hai fatto una mini-recensione, ma non ho visto un singolo paragone con quello che fa baldur's gate, se non vagamente,
altrimenti della scelta-conseguenza non ne avresti parlato a mio avviso, senza andare a ripetere i vantaggi che comporta un sistema libero come quello di bg, considerando anche che tw 3 è cambiato molto dai suoi stessi predecessori e per certi aspetti, prende batoste anche da loro, soprattutto in termini di rigiocabilità.
se prima si aveva una storia con un inizio e una fine scritti, che cambiava tutto il comparto d'intermezzo di gioco fino a modificare interi capitoli a seconda della o delle scelte fatte, qui abbiamo un sistema di gioco più classico con molte più scelte fini a sè stesse e/o pensate sul lungo termine (in soldoni che modificano l'epilogo di gioco).
a mio avviso ne ha risentito abbastanza come struttura, purtroppo obbligata dal passaggio all'open-world (rispetto alle macro-aree di gioco), presentandoti qualcosa di meno compatto e molto più banale / comune.
non di meno comunque curato e di qualità, ribadirò sempre l'esempio del becchino.

anche perchè gran parti delle lodi che stai tessendo per the witcher 3, son le stesse che si possono tessere per baldur's gate, dalla qualità della scrittura, alle scelte, dalla profondità di sviluppo e gioco, alla quantità di equipaggiamento (dove non c'è proprio storia, non si può fare un paragone tra i due, motivo per cui ho evitato di farlo).
io infatti non ho mai detto che the witcher 3 sia un pessimo videogioco, o gdr, magari un action banalotto, ma che non regge con un gioco di ruolo come baldur's gate, sotto quasi tutti i punti di vista, tolto il fatto che uno potrebbe:
  • non apprezzare il sistema a turni, e ci sta
  • trovare geralt più interessante come così' la sua storia, essendo un fantasy proveniente da un romanzo vero e proprio e come riesca ad essere un personaggio incredibilmente carismatico e affascinante, cosa sulla quale concordiamo (l'avevo scritto anche in precedenza).
  • ci aggiungo il tipo di immedesimazione proposta, che come dici tu, può essere più apprezzata rispetto ad un foglio bianco da riempire.

oggettivamente parlando, in termini ruolistici più ludici e come profondità generale di gioco, con tutte le varianti nel mezzo, abbiamo ribadisco un gioco fortemente story-driven da una parte che abbozza e accenna ad un gameplay action molto però superficiale (nonostante riesca nella sua semplicità a divertire e funzionare, come tanto di cappello che in 3 giochi siano passati da una specie di buttom-smashing ad un action open world più che sufficiente), in confronto ad un gdr a 360 gradi che miscela perfettamente storia e gameplay, complessità e accessibilità, che pone l'accento sulle scelte (dall'origine stessa del personaggio, esempi che ti ho già fatto) e su come queste si sviluppino nella storia oltre in un epilogo personalizzato al termine dell'esperienza.
c'è a mio avviso un divario "tecnico" tra i due che non può essere colmato dal tipo di immedesimazione o dal come viene raccontata una storia, perchè fondamentalmente con gli origin-character o la dark urge, si ha potenzialmente una narrazione molto simile e se togli questo fondamentale aspetto a the witcher, non gli rimane poi molto con cui poter controbattere, soprattutto come gioco di ruolo (unica di demerito in questo caso che può spezzare un po' il ritmo d'immersione, è che il personaggio a prescindere è muto, quindi potrebbe far calare un po' l'immedesimazione con esso).
come videogioco posso venirti incontro che lo story-telling di per sè forse è ancora insuperato per la stra-.grande maggioranza dei videogiochi, non tanto dei giochi di ruolo, in generale e che ancora riesca a fare scuola oggi sotto alcuni aspetti, è indiscutibile.
ma tanto credo sia indiscutibile che è come paragonare un libro-game ad un gioco di ruolo, penso che l'esempio possa calzare a pennello.
 
una domanda mi sorge spontanea, lo hai giocato baldur's gate 3?
perchè qua vedo che descrivi the witcher, ne hai fatto una mini-recensione, ma non ho visto un singolo paragone con quello che fa baldur's gate, se non vagamente,
altrimenti della scelta-conseguenza non ne avresti parlato a mio avviso, senza andare a ripetere i vantaggi che comporta un sistema libero come quello di bg, considerando anche che tw 3 è cambiato molto dai suoi stessi predecessori e per certi aspetti, prende batoste anche da loro, soprattutto in termini di rigiocabilità.
se prima si aveva una storia con un inizio e una fine scritti, che cambiava tutto il comparto d'intermezzo di gioco fino a modificare interi capitoli a seconda della o delle scelte fatte, qui abbiamo un sistema di gioco più classico con molte più scelte fini a sè stesse e/o pensate sul lungo termine (in soldoni che modificano l'epilogo di gioco).
a mio avviso ne ha risentito abbastanza come struttura, purtroppo obbligata dal passaggio all'open-world (rispetto alle macro-aree di gioco), presentandoti qualcosa di meno compatto e molto più banale / comune.
non di meno comunque curato e di qualità, ribadirò sempre l'esempio del becchino.

anche perchè gran parti delle lodi che stai tessendo per the witcher 3, son le stesse che si possono tessere per baldur's gate, dalla qualità della scrittura, alle scelte, dalla profondità di sviluppo e gioco, alla quantità di equipaggiamento (dove non c'è proprio storia, non si può fare un paragone tra i due, motivo per cui ho evitato di farlo).
io infatti non ho mai detto che the witcher 3 sia un pessimo videogioco, o gdr, magari un action banalotto, ma che non regge con un gioco di ruolo come baldur's gate, sotto quasi tutti i punti di vista, tolto il fatto che uno potrebbe:
  • non apprezzare il sistema a turni, e ci sta
  • trovare geralt più interessante come così' la sua storia, essendo un fantasy proveniente da un romanzo vero e proprio e come riesca ad essere un personaggio incredibilmente carismatico e affascinante, cosa sulla quale concordiamo (l'avevo scritto anche in precedenza).
  • ci aggiungo il tipo di immedesimazione proposta, che come dici tu, può essere più apprezzata rispetto ad un foglio bianco da riempire.

oggettivamente parlando, in termini ruolistici più ludici e come profondità generale di gioco, con tutte le varianti nel mezzo, abbiamo ribadisco un gioco fortemente story-driven da una parte che abbozza e accenna ad un gameplay action molto però superficiale (nonostante riesca nella sua semplicità a divertire e funzionare, come tanto di cappello che in 3 giochi siano passati da una specie di buttom-smashing ad un action open world più che sufficiente), in confronto ad un gdr a 360 gradi che miscela perfettamente storia e gameplay, complessità e accessibilità, che pone l'accento sulle scelte (dall'origine stessa del personaggio, esempi che ti ho già fatto) e su come queste si sviluppino nella storia oltre in un epilogo personalizzato al termine dell'esperienza.
c'è a mio avviso un divario "tecnico" tra i due che non può essere colmato dal tipo di immedesimazione o dal come viene raccontata una storia, perchè fondamentalmente con gli origin-character o la dark urge, si ha potenzialmente una narrazione molto simile e se togli questo fondamentale aspetto a the witcher, non gli rimane poi molto con cui poter controbattere, soprattutto come gioco di ruolo (unica di demerito in questo caso che può spezzare un po' il ritmo d'immersione, è che il personaggio a prescindere è muto, quindi potrebbe far calare un po' l'immedesimazione con esso).
come videogioco posso venirti incontro che lo story-telling di per sè forse è ancora insuperato per la stra-.grande maggioranza dei videogiochi, non tanto dei giochi di ruolo, in generale e che ancora riesca a fare scuola oggi sotto alcuni aspetti, è indiscutibile.
ma tanto credo sia indiscutibile che è come paragonare un libro-game ad un gioco di ruolo, penso che l'esempio possa calzare a pennello.

  • non apprezzare il sistema a turni, e ci sta
  • trovare geralt più interessante come così' la sua storia, essendo un fantasy proveniente da un romanzo vero e proprio e come riesca ad essere un personaggio incredibilmente carismatico e affascinante, cosa sulla quale concordiamo (l'avevo scritto anche in precedenza).
  • ci aggiungo il tipo di immedesimazione proposta, che come dici tu, può essere più apprezzata rispetto ad un foglio bianco da riempire.

Certo che l'ho giocato ma come hai correttamente puntualizzato, questi tre aspetti (ed altri) hanno minato un po' il nostro rapporto, per così dire, personale.
Ho navigato anche le terre di Baldur's Gate 3, comprendo il suo fascino per molti. Ma la vera grandezza per me risiede nella capacità di un'opera di trascendere il mero "gioco di ruolo" e toccare l'essenza dell'umano, come ti ho scritto. E secondo me TW3 lo fa con una potenza ineguagliabile. Le scelte in BG3 sono meccanismi ludici ben congegnati, ma le decisioni che plasmano il destino di Geralt e del suo mondo hanno un peso esistenziale nettamente diverso, una risonanza che BG3, pur con le sue lodi, non raggiunge. La rigiocabilità è un'aggiunta, non un fondamento. La narrazione di TW3 è un fiume maestoso che scorre con una direzione precisa, arricchendo ogni ansa, non una serie di rivoli che si disperdono in mille direzioni, una volta finito il gioco (TW3) nulla ti vieta di continuare a fare il pellegrino di questo mondo stupefacente.
Tuttavia mi preme sottolineare che non volevo solo "difendere" il gioco, solo sottolineare la sua bellezza tragica.
Ho esplorato a fondo BG3 e ne riconosco le indubbie qualità come GDR con un sistema di scelte ramificato e un gameplay profondo. Tuttavia, la natura dell'esperienza è intrinsecamente diversa da quella di TW3. Mentre BG3 offre un'ampia tela per plasmare il proprio destino, TW3 ci immerge in una storia preesistente, guidata da un protagonista dalla gravitas ineguagliabile. Le lodi che si tessono per entrambi sono in parte sovrapponibili, ma l'impatto emotivo e la risonanza narrativa che emana dal viaggio di Geralt rimangono, a mio avviso, un punto di riferimento insuperato nello storytelling videoludico. Sono due approcci diversi al genere, e io celebro l'eccellenza unica di TW3 nel suo specifico modo di raccontare una storia.
Concordo tuttavia sull'idea ruolistica, ma solo in parte su quella del combat, a mio avviso, molti non ci sanno giocare a TW3.
È un po' un meme il fatto che sia un action-superficiale, è vero, non è fatto dal Team Ninja, ma TW3 è pieno di piccole cose raffinate, ci sono IF, CC, e tante piccole ideuzze (PRO CS) per giocarselo in MdM con sfide uniche, molti non hanno nemmeno capito quale spada usare per mostri specifici (si illumina nella IU)

ma tanto credo sia indiscutibile che è come paragonare un libro-game ad un gioco di ruolo, penso che l'esempio possa calzare a pennello.

Questa tua ultima frase cattura l'essenza della discussione, forse è un lungo periodo in cui trovo più soddisfazione nel giocare i mille-mila librogame di questo mercato (ne sto provando a fare uno anche su CV a tempo perso) piuttosto che organizzare una sessione di D&D o CoC
 
Certo che l'ho giocato ma come hai correttamente puntualizzato, questi tre aspetti (ed altri) hanno minato un po' il nostro rapporto, per così dire, personale.
Ho navigato anche le terre di Baldur's Gate 3, comprendo il suo fascino per molti. Ma la vera grandezza per me risiede nella capacità di un'opera di trascendere il mero "gioco di ruolo" e toccare l'essenza dell'umano, come ti ho scritto. E secondo me TW3 lo fa con una potenza ineguagliabile. Le scelte in BG3 sono meccanismi ludici ben congegnati, ma le decisioni che plasmano il destino di Geralt e del suo mondo hanno un peso esistenziale nettamente diverso, una risonanza che BG3, pur con le sue lodi, non raggiunge. La rigiocabilità è un'aggiunta, non un fondamento. La narrazione di TW3 è un fiume maestoso che scorre con una direzione precisa, arricchendo ogni ansa, non una serie di rivoli che si disperdono in mille direzioni, una volta finito il gioco (TW3) nulla ti vieta di continuare a fare il pellegrino di questo mondo stupefacente.
Tuttavia mi preme sottolineare che non volevo solo "difendere" il gioco, solo sottolineare la sua bellezza tragica.
Ho esplorato a fondo BG3 e ne riconosco le indubbie qualità come GDR con un sistema di scelte ramificato e un gameplay profondo. Tuttavia, la natura dell'esperienza è intrinsecamente diversa da quella di TW3. Mentre BG3 offre un'ampia tela per plasmare il proprio destino, TW3 ci immerge in una storia preesistente, guidata da un protagonista dalla gravitas ineguagliabile. Le lodi che si tessono per entrambi sono in parte sovrapponibili, ma l'impatto emotivo e la risonanza narrativa che emana dal viaggio di Geralt rimangono, a mio avviso, un punto di riferimento insuperato nello storytelling videoludico. Sono due approcci diversi al genere, e io celebro l'eccellenza unica di TW3 nel suo specifico modo di raccontare una storia.
Concordo tuttavia sull'idea ruolistica, ma solo in parte su quella del combat, a mio avviso, molti non ci sanno giocare a TW3.
È un po' un meme il fatto che sia un action-superficiale, è vero, non è fatto dal Team Ninja, ma TW3 è pieno di piccole cose raffinate, ci sono IF, CC, e tante piccole ideuzze (PRO CS) per giocarselo in MdM con sfide uniche, molti non hanno nemmeno capito quale spada usare per mostri specifici (si illumina nella IU)



Questa tua ultima frase cattura l'essenza della discussione, forse è un lungo periodo in cui trovo più soddisfazione nel giocare i mille-mila librogame di questo mercato (ne sto provando a fare uno anche su CV a tempo perso) piuttosto che organizzare una sessione di D&D o CoC
a suo modo bg 3 è unico nel suo genere, ad oggi c'è ben poco, anche di vecchie glorie, in grado di tenergli testa.
dunque è difficile dire che c'è un qualcosa di migliore di un altro, non credi?
che poi è alla fine ciò per cui siam finiti a scrivere qua, il fatto che tu sostenessi che non ci fosse nulla di migliore di the witcher, anche se obiettivamente a livello ludico di scelta, oltre a bg, ne trovi parecchia.
poi che dipenda sempre da cosa uno cerchi ci sta, assolutamente.

anche perchè con me sfondi una porta aperta, io con the witcher 3 mi ci sono divertito un mondo, marcia della morte e build up prima di magie e dopo di alchimia (tra l'altro rottissima l'alchimia in end-game, sei praticamente un carro armato :asd:), ma ribadisco, non riesce a competere con un gioco strategico, per ovvie ragioni.
anche se devo dire che rigiocarlo oggi, pare molto legnoso soprattutto nei movimenti e nell'esplorazione, ma giustamente visti gli annetti sulle spalle che si porta.
che sia superficiale purtroppo lo diventa a causa della difficoltà, un po' come i primi ac, hai tanta carne al fuoco, ma puoi finire il gioco premendo un singolo tasto (e no, obbligare un giocatore a metterlo a marcia della morte per avere un minimo di sfida, non è una giustificazione).

per quanto riguarda la storia voglio ripetermi, abbiamo un immedesimazione diversa, ma il livello di malleabilità e scelta proposto da baldur's gate è semplicemente fuori di testa.
i micro dettagli che raggiunge nel fare una singola scelta è quanto più vicino si possa avvicinare ad una sessione da tavolo, forse nemmeno disco elysium raggiunge certi livelli (e parliamo di un prodotto di sola narrazione).
perchè è possibile avere a che fare anche con tutta una serie di eventi slegati dal proprio personaggio e che seguono un loro percorso dove tu vieni coinvolto direttamente o indirettamente, come wyll con mizora
tutto ciò che lo riguarda è pazzesco, solo cambiare classe e sentire mizora che ride in sotto fondo è terrificante
come così con gale
se muore addirittura c'è una sua sotto-quest per resuscitarlo
o karlac
può fare una fine orribile dove addirittura le tagli la testa, come diventare parte pulsante dell'esperienza di gioco
shadowheart addirittura cambia aspetto a seconda del tipo di path che si decide di percorrere.
la storia di alfira
che dipende dall'origine del proprio personaggio, se normale, o oscura pulsione
dove potrà avere un futuro o meno.
c'è tanta di quella carne al fuoco che veramente ancora adesso faccio fatica ad immaginarmela.
il tutto tra l'altro con un livello di "scalabilità" pazzesco, in quanto la difficoltà è ben calibrata per ogni tipologia di giocatore (se lo metti con settaggi ad onore/strategico si può avere una sfida interessante, altrimenti lo butti a storia e ti godi tutto il parco narrativo che è in grado di proporti), quindi ci aggiungerei un livello di bilanciamento pure soddisfacente.

capisco l'affetto che si possa provare nei confronti di un'opera, perchè con the witcher di questo si parla, non è semplicemente un videogioco, ma di fronte ai fatti, non si può negare l'oceano che propone bg 3 in termini ludici e narrativi a prescindere dal gioco di ruolo.
dopo subentra ovviamente il gusto e il proprio piacere, però mi sembra che alla fine della fiera siamo concordi su questo, abbiamo di fronte due titani del videogioco in genere, e che entrambi semplicemente regalano due esperienze fuori da ogni schema e norma di mercato, sia nei giochi di ruolo che nella videoludica in generale.
per quanto mi riguarda the witcher non sfigura nemmeno con produzioni come the last of us, anzi, ed è anch'esso un titano nel genere narrativo.
ma baldur's gate è baldur's gate, i larian hanno tirato fuori qualcosa di veramente unico e che detterà legge per tantissimi anni a venire.
obiettivamente parlando è per ragioni più che ovvie, migliore di the witcher, soggettivamente parlando, come tu stesso sottolinei, sono due esperienze molto diverte e che tanto ovviamente vanno giocate entrambe almeno una volta :sisi:

p.s. credo tu abbia giocato bg una sola volta, io ti invito a rigiocarlo in oscura pulsione se puoi, perchè veramente hai un gioco nuovo tra le mani :sisi:
 
In tutto questo io dico che KCD2 caga in testa ad entrambi Sorathil e Akurello ci stanno delle accortezze che quei due giochi se le sognano :tunak:
ancora non ho trovato il coraggio di giocarlo, alcuni pareri su internet mi hanno smorzato la fantasia, ma altri, come il tuo, mi fanno venire voglia di prenderlo.
anche dalfi ne parlava bene ho letto :sisi:
 
ancora non ho trovato il coraggio di giocarlo, alcuni pareri su internet mi hanno smorzato la fantasia, ma altri, come il tuo, mi fanno venire voglia di prenderlo.
anche dalfi ne parlava bene ho letto :sisi:
Fidati, se hai tempo di giocarlo compralo e goditelo, lo amerai. Dovessi sbagliarmi te lo rimborso io stesso :ahsisi:
 
Mi sono sbagliato ti do l'account paypal 60 euro :docwho:
Ciao Bubu, capiti a fagiolo, il mio account paypal è bloccato, mandami una gift card di Steam da 50€ e il tuo indirizzo che ti mando 120€ in banconote da 6€ :iwanzw:
 
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