Confesso che mi era proprio sfuggito questo post, orbene, come da singolar tenzone, ecco la mia risposta.
- Fantasy
Non concordo pienamente con l'idea che la preferenza tra TW3 e BG3 sia una mera questione di gusti. A mio avviso, si tratta di una distinzione oggettiva nella
dimensione umana che i due giochi riescono a raggiungere. Mentre BG3 rimane ancorato a una dimensione più "ludica" (per usare la terminologia di Huizinga), TW3 trascende il mero gioco per toccare corde emotive profonde e universali.
Da veterano e Dungeon Master di D&D e AD&D, la mia sensibilità verso il genere fantasy è acuta. Eppure, per me, non c'è paragone. TW3 rappresenta l'apice della narrazione nel formato WRPG, un'opera compiuta che, pur non traendo direttamente origine da un singolo romanzo, riesce a distillare l'essenza complessa e "grim/dark" della saga letteraria di Andrzej Sapkowski, infondendola di una potente umanità, di sentimenti autentici e di amore.
È la storia di una famiglia disfunzionale e atipica – un padre e una figlia – immersa in un fantasy toccante che oscilla costantemente tra risate, sorprese, commozione e introspezione profonda. A mio modesto parere, nel 2025, la sua narrazione "spicciola" (nel senso di quotidiana e profondamente umana) rimane insuperata. Pur riconoscendo la bellezza di BG3 come fantasy party game, percepisco una certa distanza, una dimensione intrinsecamente più "giocosa". Forse la natura ramificata e potenzialmente illimitata della creazione di una storia videoludica, che implica l'esplorazione di vette narrative inospitali e l'immersione in profondità inesplorate, è un territorio in cui BG3 non riesce a competere pienamente con la densità emotiva di TW3. Non si tratta semplicemente di gusti. Creare una storia implica narrare qualcosa che, pur non essendo reale, risuona con la nostra esperienza umana, qualcosa che possiamo sentire dentro, anche senza comprenderlo appieno.
La meraviglia di una storia non risiede tanto nella tecnica o nelle infinite forme che può assumere (che pure destano fascino intellettivo), quanto nella genuina trasmissione umana, nell'empatia che il racconto, sia esso detto o mostrato, riesce a suscitare. È questo "stupore dello spirito" che eleva un'opera.
The Witcher 3 trascende i limiti del medium videoludico, configurandosi come un viaggio narrativo meravigliosamente complesso in cui il fantasy incontra l'umano, e l'umano riscopre emozioni e sentimenti spesso sopiti nella frenesia del reale. Per me, paragonare TW3 a BG3 è come confrontare la Gerusalemme Liberata di Tasso con Italo Calvino: due opere di valore, ma con una diversa profondità emotiva e un diverso impatto sull'anima. Il fantasy di TW3 arriva dritto al cuore perché, in fondo, parla dell'essere umano stesso.
- videogioco
L'Atemporalità di The Witcher 3 è un'Impostazione "datata" che sfida il tempo stesso. Nonostante la sua impostazione possa essere considerata "datata" secondo gli standard più recenti, The Witcher 3 non solo resiste al confronto con le produzioni attuali, ma le guarda dall'alto grazie a elementi intrinseci alla sua concezione, da dove partire?
Dalle missioni secondarie, sublimi e multiformi: Un vero tesoro narrativo ed inesauribile. Uno degli aspetti che ancora oggi rende TW3 un'eccellenza è la profondità e la complessità delle sue missioni secondarie. Lungi dall'essere semplici compiti di "fetch quest", queste missioni si ergono a veri e propri racconti brevi, ricchi di infinite variazioni narrative, momenti inaspettati che spesso lasciano il giocatore sbalordito, e molteplici soluzioni che influenzano il mondo di gioco e le relazioni tra i personaggi. Questa meticolosità assoluta da parte degli sviluppatori nel curare ogni singolo incarico è sorprendente e rende riduttivo considerare il gioco unicamente nella sua dimensione ludica.
TW3 è un'esperienza serrata e vincolata alla narrazione cero, ma la forza motrice del gioco non è assolutamente sminuita. Ogni meccanica, ogni scelta, ogni esplorazione è al servizio del racconto. Questa coesione tra gameplay e narrativa è uno dei suoi punti di forza principali.
Oltre la semplice "Ludicità": La profondità dei sistemi di gioco è assoluta. Ridurre TW3 alla sola dimensione ludica significa ignorare la ricchezza e la complessità dei suoi sistemi:
- Il Combat System: Pur non essendo un "soulslike", offre una profondità strategica basata sulla preparazione (pozioni, oli, segni), sulla conoscenza dei nemici e sull'abilità del giocatore, non piccola.
- Il Sistema di Scelta nei Dialoghi: Le decisioni prese durante i dialoghi hanno conseguenze reali e spesso impreviste sul mondo di gioco e sul destino dei personaggi, amplificando il senso di agency del giocatore.
- Le Mille Variazioni di una Missione: Come accennato, ogni missione può ramificarsi in modi inaspettati, offrendo rigiocabilità e la sensazione di un mondo vivo e reattivo.
- L'Albero dei Mutageni: Un sistema di progressione del personaggio che permette una personalizzazione profonda delle abilità di Geralt.
- La Vasta Gamma di Equipaggiamento: Dalle innumerevoli spade uniche ai set di armatura specifici per ogni scuola di Witcher, il sistema di loot e crafting è stratificato e gratificante.
- La Credibilità del Mondo di Gioco: Il Continente è un ambiente vasto, coerente e pulsante di vita, con una lore ricca e personaggi memorabili.
- La Qualità della Scrittura: I dialoghi sono brillanti, i personaggi sfaccettati e le storie raccontate sono mature e coinvolgenti.
- La Colonna Sonora Evocativa: Le musiche accompagnano perfettamente l'atmosfera del gioco, amplificando le emozioni e immergendo ulteriormente il giocatore nel mondo di Geralt.
- La Cura dei Dettagli: Ogni elemento, dalle animazioni dei personaggi all'architettura dei villaggi, è curato con una meticolosità impressionante.
- L'Impatto Emotivo: TW3 riesce a toccare corde profonde nel giocatore, suscitando empatia, tristezza, gioia e rabbia attraverso le sue storie e i suoi personaggi.
In sintesi, The Witcher 3 è un capolavoro videoludico che, pur mostrando i segni del tempo in alcuni aspetti tecnici, surclassa molte produzioni recenti grazie alla sua narrazione potente e stratificata, alla profondità delle sue missioni secondarie, alla coerenza del suo mondo e alla cura maniacale per i dettagli. La sua capacità di coinvolgere emotivamente il giocatore e di offrire un'esperienza narrativa così ricca e sfaccettata lo rende un punto di riferimento nel genere WRPG a mani basse, e come videogioco è fottutamente divertente.
- gioco di ruolo
Per quanto tu ti possa sforzare, un tuo personaggio non avrà MAI la gravitas di Geralt di Rivia in BG3 e men che mai la sua storia.
Geralt non è un personaggio vuoto da riempire con le scelte del giocatore; è un individuo con un passato denso, un codice morale complesso (seppur flessibile), relazioni intricate e un peso del mondo sulle spalle. Questa storia pregressa, magistralmente costruita attraverso i romanzi e i giochi precedenti, gli conferisce una profondità e un'autorevolezza che un personaggio creato ex-novo difficilmente può raggiungere.
La scelta di far interpretare un personaggio predefinito come Geralt non limita affatto il gioco di ruolo, anzi, lo arricchisce. Invece di partire da una tela bianca, il giocatore si cala nei panni di un individuo già plasmato, con le sue motivazioni e la sua storia, ma con la libertà di interpretarne le azioni e le decisioni all'interno di quel contesto.
La libertà di scelta in The Witcher 3 è notevole. Puoi decidere di agire in modo pragmatico e "da Witcher", oppure mostrare compassione, astuzia o brutalità. Puoi indagare a fondo nei misteri o optare per soluzioni rapide. La bellezza sta nel fatto che ogni scelta è inserita in un contesto narrativo coerente, frutto di un'attenta preparazione da parte di CD Projekt Red. Raramente ci si imbatte in situazioni in cui il gioco non abbia previsto una possibile reazione del giocatore, mantenendo una forte immersione nel ruolo di Geralt.
E ogni scelta è sempre stata preparata, non ti troverai mai in una situazione in cui CDPR non ha pensato a qualche tua soluzione non ponderata
Geralt ha un passato con Yennefer, Triss, Ciri e molti altri personaggi. Le dinamiche di queste relazioni sono già definite, ma il giocatore ha la possibilità di influenzarne l'evoluzione attraverso le proprie scelte. E poi, interpretare Geralt significa muoversi in un mondo ricco di storia, miti e mostri, un contesto che influenza le sue azioni e le reazioni degli altri nei suoi confronti. Doug Cockle ha dato a Geralt una voce e un'interpretazione che sono ormai indissolubilmente legate al personaggio, fornendo un solido punto di partenza per l'immedesimazione, tra l'altro.
Il Geralt del videogioco è una fedele trasposizione del personaggio letterario, pur lasciando spazio all'interpretazione del giocatore.
Riconosco che l'approccio di Baldur's Gate 3, con la creazione di un personaggio da zero, offre un tipo di libertà e di immedesimazione diverso. Entrambi gli approcci hanno i loro punti di forza e attraggono giocatori con preferenze diverse. La bellezza del mondo dei videogiochi di ruolo sta proprio nella sua varietà di esperienze narrative e nella possibilità di connettersi con storie e personaggi in modi unici.
Non c'è un modo "giusto" o "sbagliato" di apprezzare un gioco, e la passione che nutri per BG3 è assolutamente condivisibile e testimonia la forza della sua creazione, allo stesso TW3.
Sorathil
Ed ecco a domanda, risposta.