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Ultimo Film Visto | Consigli e Domande Inside

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dante3vergil

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Il Collezionista di Carte

Nuovo film di Paul Schrader, sceneggiatore di Taxi Driver
In linea generale mi è piaciuto, le tematiche sono quelle classiche del regista e sceneggiatore del Michigan, soprattutto l'espiazione
Il film è molto asciutto e centrato, va diretto all'obiettivo senza perdersi in prolungamenti vari
Mi è piaciuto particolarmente il rapporto tra il singolo e la sua nazione, ovvero come le colpe di quest'ultima alla fine ricadano sia giuridicamente che psicologicamente sugli individui che la servono (e che poi vedono nei fanatici l'ipocrisia di chi sta bene)
Verso la fine c'è una scena strana ma carina, che costruisce tutta un'atmosfera thriller - horror per poi risolverla in altro modo
E' un film caratterizzato da luci a neon e coperte/tappetti/moquette, che a mio avviso rappresentano bene questo distacco dalla società e la prevalenza del fittizio e del ricordo sul presente reale
Oscar Isaac è fantastico, veramente encomiabile
A livello di ritmo della narrazione ho preferito la seconda metà, perché è veramente molto scorrevole e piacevole da seguire
Tuttavia a livello di scrittura ho preferito la prima metà, perché è più in linea col carattere del personaggio, dopo di che il film si lascia andare a qualche ingenuità
Nonostante questo il finale l'ho trovato discreto, durante il film mi ero fatto un'aspettativa diversa, però può starci anche questo con l'inquadratura che cita La Creazione di Adamo, tutto sommato un film godibile
A me è piaciuto molto il dualismo fra lui, che si era davvero sporcato le mani per il suo Paese, e il giovane con gli amici che non fanno altro che urlare "USA", senza sapere davvero cosa c'è dietro; infine lui abbandona il tavolo finale, del confronto che avrebbe decretato quale delle due facce dell'America sarebbe stata quella che sarebbe rimasta, per porre fine al capitolo della faccia più tenebrosa fra le due in "competizione".

Spero d'essermi spiegato :dsax:
 

Togg

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Le fantome de la liberté, Bunuel
E' bello vedere un regista che si diverte.
 

Floxy

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Enemy

Mi ha parecchio turbato: gli ho dato un significato, ma non sono sicuro comunque mi sia piaciuto. Non so ormai quali film di Villeneuve mi manchino, ma finora è decisamente il più criptico.
Incuriosito l'ho guardato e concordo che sia molto criptico, forse anche un po' troppo.
 

dante3vergil

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Incuriosito l'ho guardato e concordo che sia molto criptico, forse anche un po' troppo.
Oserei dire quasi in perfetto stile Lynchano. Ci ho riflettuto su comunque, e per quanto sia il film di Villeneuve che m'è piaciuto meno, è comunque un bel film :sisi: lo consiglierei, nel caso si volesse guardare qualcosa di diverso dal solito
 
Ultima modifica:

Togg

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per me Enemy è troppo poco criptico 0_0
 

Viscaccia

Endure and Survive
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Che io ricordi in Enemy uno dei punti importanti era il ruolo della donna in quanto oppressivo :hmm: Dovrei rivederlo
 

Togg

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Che io ricordi in Enemy uno dei punti importanti era il ruolo della donna in quanto oppressivo :hmm: Dovrei rivederlo
madonna sì, che ansietta da niente...
un'ansietta da tradimento poco e mal sviluppata
 

Viscaccia

Endure and Survive
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Son sempre stato curioso di leggere il libro di Saramago ("L'uomo duplicato", da cui Enemy è tratto), mi frena la paura che sia un mattone non da poco
 

Quattro

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Provo ad aggiungere qualcosa su alcuni film visti a Venezia, ci sarebbero anche altre visioni su cui volevo scrivere due righe ma casomai sarà per la prossima volta.

Dune, Villeneuve. Clamoroso per la padronanza nella messa in scena di un immaginario estremo come quello di Dune, misuratissimo, per certi versi essenziale, pur restituendo l'imponenza sovrumana di civiltà, tecnologie ed eventi di scala interplanetaria. World building gestito magistralmente per quasi tutta la durata del film e in particolare nelle prime battute, che era molto facile sbagliare. Personalmente di Dune avevo letto solo qualche capitolo (non so se fosse colpa della traduzione, ma non trovavo soddisfacente il livello generale della scrittura) e sinceramente ho trovato più efficace l'introduzione di Villeneuve rispetto a quella dello stesso Herbert. Il principale problema del film nasce secondo me dalla sua natura tronca, che dovendo costruire un finale dove un finale non c'era inizia nell'ultimo atto a forzare i tempi e i toni in modo per me non convincente e forse anche non molto coerente con la gestione precedente dei tempi e degli eventi. La prima cosa che viene in mente, benché sia poco più di un'inezia, è l'abuso di flash-forward su Zendaya, che francamente dopo la terza o la quarta volta diventano involontariamente ridicoli. In ogni caso, il modo in cui Villeneuve ha deciso di prendersi i suoi tempi è ammirevole, e spero paghi nel fisiologicamente inevitabile seguito. In generale, il giudizio non può che essere sospeso. Nota finale su Chalamet, ottima prova e casting centratissimo.

Spencer, Larraìn. Benché non banale, e al di là della stucchevole epigrafe iniziale sufficientemente equilibrato nel rappresentare le varie sfaccettature della questione – l'instabilità mentale ed emotiva di lei, le costrizioni di palazzo non come ripicca personale bensì come inevitabile corollario di un sistema di potere ormai cristallizzato sulla convenzione in quanto tale – l'ho trovato fin troppo convenzionale scena per scena. Il parallelo con Anna Bolena poteva essere un apprezzabile dettaglio ma scade nel kitsch per l'insistenza con cui viene riproposto. Stewart bellissima ma interpretazione molto discutibile, in particolare nella primissima scena in cui sfodera un fintissimo accento inglese francamente inascoltabile.

La ragazza ha volato, Labate. Prodotti come questo con il passare degli anni mi sono un po' venuti a noia, ciò detto è comunque competentemente realizzato e non privo di pregi. In particolare spicca – nel bene o nel male – l'ellisse che oscura un passaggio cruciale dell'intreccio: scelta coraggiosa o, al contrario, vigliacca? Sinceramente non saprei dirlo, in ogni caso lascia aperto uno spiraglio di discussione che di per sé è apprezzabile. Se c'è una cosa che mi ha un po' lasciato l'amaro in bocca è il trattamento di Trieste, città che personalmente trovo molto affascinante e che vorrei vedere più rappresentata ma che in realtà, benché citata più volte nel film, rimane di fatto solo uno sfondo che nulla aggiunge rispetto a una qualsiasi altra ambientazione senza nome.

Competencia oficial, Duprat e Cohn. Una piacevole sorpresa. Il tema e gli inneschi comici non sono assolutamente nulla che non si sia già visto più e più volte, eppure riesce comunque a brillare spesso grazie a dei tempi e a delle interpretazioni precisissime. Dato il titolo speravo si interessasse anche al tema festivaliero, che in realtà rimane relegato a un minutaggio davvero minimo. Comunque divertente.

Last night in Soho, Wright. Un pasticcio, con cui specialmente nell'ultimo atto diventa quasi impossibile mantenere la sospensione dell'incredulità. L'incipit è ottimo, il soggetto – se si è disposti a stare al gioco – ha un grandissimo potenziale, ma con il progressivo sopravvento dell'elemento orrorifico si va a perdere quasi tutto in una corsa al jump scare e al colpo di scena che francamente ho trovato deludente da parte di Wright. Soggetto indubbiamente difficilissimo da gestire, evidentemente troppo difficile anche per un maestro come lui.

Amira, Diab. A volte bastano poche inquadrature per distinguere i film che hanno quel quid in più da quelli che non ce l'hanno, e con Amira per me è stato così. Al di là del soggetto e dell'intreccio, è un film scritto con il cuore in cui è bello appassionarsi ai personaggi, e che riesce a calare la vicenda in un contesto sociale, politico, storico e culturale in modo organico e non invadente, con la giusta specificità ma senza per questo perdere in universalità. Forse gestito meno bene il finale: ma è un neo che gli perdono volentieri.

Il buco, Frammartino. Bellissime immagini, e molto apprezzabile l'omaggio all'impresa che viene qui ripercorsa, con un certo gusto se vogliamo quasi herzoghiano. Felice inoltre di vedere rappresentato al cinema un mondo irresistibilmente affascinante come quello della speleologia. Non c'è però altro: sulle altre (fortunatamente minimali) velleità narrative di Frammartino è più gentile stendere un velo pietoso.

Illusions perdues, Giannoli. Non conoscendo il materiale originale l'ho trovato sorprendentemente moderno nel rappresentare il lato più deteriore della stampa e in particolare della critica, proiettando anche un'ombra sull'arte in generale e sul rapporto fra qualità e consenso, fra analisi e manipolazione. La parabola percorsa dal protagonista è quanto di più convenzionale ci si possa aspettare, ma questo va solo a maggior merito della sceneggiatura che riesce comunque a rivitalizzarlo scena per scena senza doversi necessariamente appoggiare sulla tensione dell'anticipazione degli eventi. Qualche didascalia ripetuta forse più del necessario, anche dopo che il messaggio era stato ormai messo bene in chiaro e sottolineato, ma nulla di intollerabile. Messa in scena sontuosa e impeccabile, interpretazioni convincenti. Riuscito, una bella sorpresa di questo festival.

Mona Lisa and the blood moon, Amirpour. A tratti trova un vago gusto girovago notturno, ma è davvero difficile capire perché questo film sia stato girato. Completamente privo di qualsivoglia elemento di interesse, dozzinale e svogliato nella messa in scena. Spezzo una lancia solo nei confronti del piccolo coprotagonista, capace di infondere un po' di vita in un film del tutto insignificante.

Miracol, Apetri. Gestione delle informazioni precisissima, è sostanzialmente un film di dialoghi e riesce ad avvincere fin dalle prime battute. Quando l'azione si sposta al di fuori del dialogo, sa colpire, e forte. Come per La ragazza ha volato, anche qui trovo una scelta su uno snodo cruciale dell'intreccio che non so se considerare interessante o dozzinale. Sospeso il giudizio su questo elemento, ma da parte mia merita a prescindere una piena promozione. Bellissima lei.

Riassunto, miglior film Amira, peggior film Mona Lisa, sorpresa Competencia oficial, delusione Soho.
 

Togg

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Tower of Evil, Jim O’Connolly
Horrorino provocante degli anni 70 su isoletta, piacevole da vedere e sicuramente pure da girare.

Malignant, James Wan
Avevo letto che era bello, avevo dubbi, i dubbi erano giusti. Una decina di idee umane tutte diverse che cercano di rendersi interessanti, ognuna è già stata fatta mille volte meglio.
 

Gianpi

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Che mi consigliate di Godard?
 

rave98

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L'Age d'Or

Film realizzato da Bunuel nel 1930, ancora in collaborazione con Dalì
Molto intelligente e artistico
 

Togg

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Che mi consigliate di Godard?
Niente ahahaha

(la chinoise, comment ça va, tout va bien)


Showgirls, Verhoeven
Ragazza bella va a Las Vegas ed è tutto un trionfo di chi vuole ottenere cosa da chi. Diciamo che sono i temi che mi rompono più in assoluto, lui ha sempre quest'ansia incessante nei suoi film, ma rilassati un attimo non è che ogni scena deve per forza farmi la lezioncina sull'umano. Per fortuna l'incastro narrativo non è così riuscito il che spezza le catene moraliste e lo rende quasi piacevole.

The incredible shrinking man, Arnold
C'è uno strando disequilibrio tematico che si mantiene aperto fino alla rilettura finale. Appaiato a riflessioni sociali nette ma tenute ai margini lo rende un film difficile da dimenticare.

La fiancée du pirate, Kaplan
Ragazza alternativa che abita in campagna e se li scopa tutti. E' molto bello ma si blocca un po' troppo sulla canzone che gli piace senza essere Chunking Express. Vuol dire che non poteva dare di più e va bene così.
 

~Gray Føx™

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Visto ch che si parla tanto di Silente in queste ore, da ignorante in materia non capisco il collegamento tra Harry Potter ed animali fantastici?
 

Shinobu

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Un altro giro (2020), carino ma tremendamente scontato dall'inizio alla fine, dopo i primi 20 minuti hai già capito cosa succederà finale incluso. Mikkelsen azzeccatissimo anche in questo ruolo.

è il secondo film danese che apprezzo recentemente (mi era piaciuto comunque molto di più Riders of Justice) non male la Danimarca ultimamente al cinema.
 

dante3vergil

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(la chinoise, comment ça va, tout va bien)


Showgirls, Verhoeven
Ragazza bella va a Las Vegas ed è tutto un trionfo di chi vuole ottenere cosa da chi. Diciamo che sono i temi che mi rompono più in assoluto, lui ha sempre quest'ansia incessante nei suoi film, ma rilassati un attimo non è che ogni scena deve per forza farmi la lezioncina sull'umano. Per fortuna l'incastro narrativo non è così riuscito il che spezza le catene moraliste e lo rende quasi piacevole.

The incredible shrinking man, Arnold
C'è uno strando disequilibrio tematico che si mantiene aperto fino alla rilettura finale. Appaiato a riflessioni sociali nette ma tenute ai margini lo rende un film difficile da dimenticare.

La fiancée du pirate, Kaplan
Ragazza alternativa che abita in campagna e se li scopa tutti. E' molto bello ma si blocca un po' troppo sulla canzone che gli piace senza essere Chunking Express. Vuol dire che non poteva dare di più e va bene così.
Dune lo vedrai?
Un altro giro (2020), carino ma tremendamente scontato dall'inizio alla fine, dopo i primi 20 minuti hai già capito cosa succederà finale incluso. Mikkelsen azzeccatissimo anche in questo ruolo.

è il secondo film danese che apprezzo recentemente (mi era piaciuto comunque molto di più Riders of Justice) non male la Danimarca ultimamente al cinema.
Sinceramente io non capisco tutto questo entusiasmo per Un altro giro: ben fatto, ma nulla di imprescindibile :sisi:
Ti consiglio Land of Mine, come altro film danese :sisi:
 

Shinobu

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Dune lo vedrai?

Sinceramente io non capisco tutto questo entusiasmo per Un altro giro: ben fatto, ma nulla di imprescindibile :sisi:
Ti consiglio Land of Mine, come altro film danese :sisi:

Per quel che mi riguarda nessun entusiasmo, anzi ho detto che è tremendamente scontato, però scorre bene, insomma brutto non è.

Land of Mine a occhio è un film che tratta la guerra mondiale, non proprio il mio genere :dsax:
 
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