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[Angolo dell'Orrore] Le Nostre Creepypasta

Yurinoa

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Molto bella anche questa storia, non so se perché si tratta di bambini, o per la fiducia riposta da Matthew in Richard, è anche quella che mi ha "inquietato" di più ?
Grazie come sempre :sisi:

Ho preparato un'altra storia :unsisi:

Un'affabile vecchietta

Era una giornata veramente piovosa a Londra, Lucas non aveva nessuna voglia di uscire. Se ne stava al caldo nella sua graziosa casa stile inglese. Viveva solo ma non gli dispiaceva, voleva godersi la vita da scapolo ancora per qualche anno prima di fare il grande passo. All'improvviso sentì suonare il campanello. Si chiese chi potesse essere, non aspettava visite. Andò ad aprire e si ritrovò davanti un'anziana sulla settantina bagnata fradicia a causa della pioggia.
Lucas: Le serve qualcosa?
Anziana: Mi scusi se la disturbo. Mi vergogno un po' a doverglielo chiedere ma non potrebbe gentilmente offrirmi riparo dalla pioggia? Non ho un ombrello con me e sento molto freddo.
Lucas: Non vorrei sembrarle scortese signora ma non mi fido a far entrare sconosciuti in casa mia. Spero non si offenda, non lo faccio solo con lei.
Anziana: Oh la prego, sia buono, sono soltanto una povera vecchietta. Cosa potrei mai farle di male?
Lucas rimase in silenzio.
Anziana: Guardi, ho una torta con me. Se mi offre riparo dalla pioggia la divivderò con lei per ripagarla dell'ospitalità.
Lucas ci pensò un po' su. Ricordava chiaramente che, quando era bambino, una delle prime cose che sua madre gli insegnò era di non fidarsi degli sconosciuti. Ma quella vecchietta sembrava davvero innocua, probabilmente non sarebbe stata in grado di far male a una mosca.
Lucas: E va bene, entri pure.
Anziana: La ringrazio! Lei è davvero gentile.
Lucas la fece entrare. La donna si tolse il cappotto bagnato e Lucas lo sistemò all'entrata.
Lucas: Venga, può sedersi qui in sala da pranzo.
Anziana: Grazie, giovanotto.
Lucas: Oh, non sono più così giovane. Ho trentacinque anni, signora.
Anziana: Davvero? Sembra più giovane.
Lucas apprezzava le lusinghe e questo lo fece rilassare.
Lucas: Vuole che le prepari un tè caldo?
Anziana: Oh, non vorrei disturbare ulteriormente.
Lucas: Si figuri, tanto avevo già intenzione di prepararlo.
Anziana: Allora prenda la mia torta, la mangeremo insieme al tè.
Lucas preparò il tè e la torta. Il dolce aveva un aspetto davvero invitante, era una torta di mele. Ne tagliò due fette e le sistemò in due piattini. Apparecchiò la tavola sistemando le tazzine, la tegliera e le posate. I due si accomodarono seduti uno di fronte l'altro e iniziarono a chiacchierare sorseggiando il tè.
Anziana: Allora caro, non le ho chiesto il suo nome.
Lucas: Mi chiamo Lucas.
Anziana: Oh che bel nome! E cosa fa di preciso?
Lucas: Sono un impiegato.
Anziana: Interessante.
Continuarono così per un po' sino ad arrivare alla torta.
Lucas: Wow, sembra buonissima.
Ne assaggiò un po', prendendone una piccola porzione con la forchettina da dessert. Notò che aveva un sapore deciso, non lo gradiva particolarmente ma decise di mangiarne ancora. Arrivato a metà fetta fu costretto a fermarsi.
Lucas: Devo dire che ha un sapore molto forte... Cosa c'è dentro?
Anziana: Ci ho messo la cannella, caro.
Lucas: Scusi ma, non pensa di avercene messa un po' troppa?
Anziana: Si, serviva a coprire un altro sapore.
Lucas (confuso): Quale sapore?
L'anziana non rispose. Iniziò a frugare nella sua borsa sino a estrarre una specie di fialetta. La aprì e ne bevve il contenuto.
Lucas (confuso): Cos'è?
Anziana: Questa? Solo un antidoto.
Lucas (confuso): Un antidoto?
Anziana: Si, un antidoto. Un antidoto per il veleno che abbiamo appena ingerito.
Lucas sgranò gli occhi, non riusciva a credere alle sue orecchie. Improvvisamente iniziò a sentirsi male, la gola gli bruciava. Si alzò dalla sedia barcollando, la testa iniziava a girargli. Cadde a terra, la sua vita si stava lentamente spegnendo.
Anziana: Sa, aveva ragione prima. Non bisogna fidarsi degli sconosciuti.
 

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Grazie come sempre :sisi:

Ho preparato un'altra storia :unsisi:

Un'affabile vecchietta

Era una giornata veramente piovosa a Londra, Lucas non aveva nessuna voglia di uscire. Se ne stava al caldo nella sua graziosa casa stile inglese. Viveva solo ma non gli dispiaceva, voleva godersi la vita da scapolo ancora per qualche anno prima di fare il grande passo. All'improvviso sentì suonare il campanello. Si chiese chi potesse essere, non aspettava visite. Andò ad aprire e si ritrovò davanti un'anziana sulla settantina bagnata fradicia a causa della pioggia.
Lucas: Le serve qualcosa?
Anziana: Mi scusi se la disturbo. Mi vergogno un po' a doverglielo chiedere ma non potrebbe gentilmente offrirmi riparo dalla pioggia? Non ho un ombrello con me e sento molto freddo.
Lucas: Non vorrei sembrarle scortese signora ma non mi fido a far entrare sconosciuti in casa mia. Spero non si offenda, non lo faccio solo con lei.
Anziana: Oh la prego, sia buono, sono soltanto una povera vecchietta. Cosa potrei mai farle di male?
Lucas rimase in silenzio.
Anziana: Guardi, ho una torta con me. Se mi offre riparo dalla pioggia la divivderò con lei per ripagarla dell'ospitalità.
Lucas ci pensò un po' su. Ricordava chiaramente che, quando era bambino, una delle prime cose che sua madre gli insegnò era di non fidarsi degli sconosciuti. Ma quella vecchietta sembrava davvero innocua, probabilmente non sarebbe stata in grado di far male a una mosca.
Lucas: E va bene, entri pure.
Anziana: La ringrazio! Lei è davvero gentile.
Lucas la fece entrare. La donna si tolse il cappotto bagnato e Lucas lo sistemò all'entrata.
Lucas: Venga, può sedersi qui in sala da pranzo.
Anziana: Grazie, giovanotto.
Lucas: Oh, non sono più così giovane. Ho trentacinque anni, signora.
Anziana: Davvero? Sembra più giovane.
Lucas apprezzava le lusinghe e questo lo fece rilassare.
Lucas: Vuole che le prepari un tè caldo?
Anziana: Oh, non vorrei disturbare ulteriormente.
Lucas: Si figuri, tanto avevo già intenzione di prepararlo.
Anziana: Allora prenda la mia torta, la mangeremo insieme al tè.
Lucas preparò il tè e la torta. Il dolce aveva un aspetto davvero invitante, era una torta di mele. Ne tagliò due fette e le sistemò in due piattini. Apparecchiò la tavola sistemando le tazzine, la tegliera e le posate. I due si accomodarono seduti uno di fronte l'altro e iniziarono a chiacchierare sorseggiando il tè.
Anziana: Allora caro, non le ho chiesto il suo nome.
Lucas: Mi chiamo Lucas.
Anziana: Oh che bel nome! E cosa fa di preciso?
Lucas: Sono un impiegato.
Anziana: Interessante.
Continuarono così per un po' sino ad arrivare alla torta.
Lucas: Wow, sembra buonissima.
Ne assaggiò un po', prendendone una piccola porzione con la forchettina da dessert. Notò che aveva un sapore deciso, non lo gradiva particolarmente ma decise di mangiarne ancora. Arrivato a metà fetta fu costretto a fermarsi.
Lucas: Devo dire che ha un sapore molto forte... Cosa c'è dentro?
Anziana: Ci ho messo la cannella, caro.
Lucas: Scusi ma, non pensa di avercene messa un po' troppa?
Anziana: Si, serviva a coprire un altro sapore.
Lucas (confuso): Quale sapore?
L'anziana non rispose. Iniziò a frugare nella sua borsa sino a estrarre una specie di fialetta. La aprì e ne bevve il contenuto.
Lucas (confuso): Cos'è?
Anziana: Questa? Solo un antidoto.
Lucas (confuso): Un antidoto?
Anziana: Si, un antidoto. Un antidoto per il veleno che abbiamo appena ingerito.
Lucas sgranò gli occhi, non riusciva a credere alle sue orecchie. Improvvisamente iniziò a sentirsi male, la gola gli bruciava. Si alzò dalla sedia barcollando, la testa iniziava a girargli. Cadde a terra, la sua vita si stava lentamente spegnendo.
Anziana: Sa, aveva ragione prima. Non bisogna fidarsi degli sconosciuti.

Speravo nel plot twist con Lucas che alla fine si rivelava il cattivo ? Comunque a Lucas avrebbe fatto bene conoscere la favola di Biancaneve ?
 

Yurinoa

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Speravo nel plot twist con Lucas che alla fine si rivelava il cattivo ? Comunque a Lucas avrebbe fatto bene conoscere la favola di Biancaneve ?
Anche la Bella e la Bestia :asd:

Non vedo perchè qualcuno dovrebbe far entrare una sconosciuta in casa propria :rickds: Per dire, neanch'io l'avrei fatta entrare, senza offesa eh :dsax:

Comunque... nuova storia :sisi:

L'avvertimento del gatto

In una bella villa situata in campagna viveva James, un ragazzo di diciassette anni, con i genitori, la sorella maggiore Rachel e Francis, un gatto soriano. La casa era stata acquistata una settimana prima a un prezzo stracciato, i genitori di James fiutarono l'occasione e ne approfittarono, dopo tanti anni vissuti in città un po' di tranquillità era quello che ci voleva. La villa era molto vecchia, il pavimento in legno scricchiolava, necessitava senza dubbio di una rinfrescata ma a questo ci avrebbero pensato con calma. James si era sistemato in una delle stanze al piano superiore, accanto a quella della sorella Rachel. Un giorno, mentre pranzavano, notarono Francis fissare intensamente una delle pareti della sala da pranzo.
Padre di James: Che ha il gatto?
Madre di James: Non ne ho idea, caro..,
Francis: Meow...
James: Ehi, Francis, cos'hai?
Il gatto ripetè il miagolio.
Padre di James: Bah! Lasciamolo perdere.
E continuarono a mangiare. Francis rimase a fissare la parete. Il giorno dopo fece la stessa cosa ma con un punto diverso della casa. Fissò intensamente il soffitto della camera da letto di James.
Francis: Meow...
James: Francis, vieni qui.
Il ragazzo prese il gatto in braccio, a quel punto il felino, sentendosi più vicino al soffitto, soffiò contro di esso.
James: Francis, ma si può sapere cos'hai?!
Il gatto si liberò dalla presa e corse via. Rachel lo vide allontanarsi con la coda gonfia.
Rachel: Secondo me quel gatto è un po' scemo, proprio come te, James.
Rise ed entrò nella sua stanza.
James: Zitta, Rachel!
Quella stessa notte, Francis iniziò a miagolare ininterrottamente. I genitori di James si svegliarono.
Padre di James: Dannazione James! Fa stare zitto quel gatto!
Madre di James: Ti prego caro, calmati...
James: D'accordo...
Rachel: Lo dicevo io che quel gatto è scemo.
James prese Francis e lo portò in camera sua.
James: Francis, io proprio non riesco a capire cos'hai...
Francis: Meow...
I due dormirono insieme. Al suo risveglio James notò che Francis era sparito.
James: Francis? Francis!
Scese al piano inferiore e iniziò a cercarlo dappertutto.
James: Mamma! Non riesco a trovare Francis!
Madre di James: Prova a cercarlo fuori...
Il ragazzo uscì e iniziò a chiamarlo a squarciagola ma del gatto nessuna traccia, si era allontanato volontariamente. James continuò le ricerche per ore ma dovette rinunciare. Tornò a casa frustrato.
Padre di James: Meglio così! Quel gatto era un rompiscatole!
Sentite quelle parole, James si arrabbiò e tornò in camera sua senza dire niente.
Scesa la sera continuo a pensare al suo amato gatto.
James: Francis, dove sei andato?
La mattina successiva tutti i membri della famiglia erano morti nei loro letti. Ci volle del tempo prima che qualcuno si accorgesse dell'accaduto. I corpi vennero portati via e sottoposti a un'accurata autopsia. La causa della morte era qualcosa che la scienza non poteva spiegare razionalmente. Ognuno di loro sembrava morto per deperimento fisico, come se la loro energia vitale si fosse esaurita di colpo. Il caso scosse un po' gli animi, secondo alcuni fatti di cronaca la famiglia di James non era la prima ad aver perso la vita all'interno di quella casa. Ma si sa, con il tempo la gente tende a dimenticare e dopo diversi mesi la villa venne rimessa in vendita.
 
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Heinrich

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Strane apparizioni sul muro di casa


Certo le storie di fantasmi molto spesso sono montate o si basano su esperienze false, quella che vi racconto è la mia esperienza di quando avevo 7 anni.
Era una notte d'inverno e aveva nevicato di recente, cosa strana per allora si parla della fine degli anni 80 in Toscana e per giunta a Prato, ricordo che quella notte mi svegliai alle 3:00 circa, i miei dormivano. Non ricordo il perché mi sia svegliato di notte e senza apparente motivo, ma la prima cosa che notai è che delle ombre stavano proiettate sul muro all'esterno della mia camera. Pur essendo piccolo sapevo che la finestra dava sulla strada e che, ancora ricordo i dettagli come se fosse oggi, c'erano dei bei lampioni. Tutto mi fece pensare che fossero persone che passando sotto il lampione proiettavano il riflesso sul muro. Fin qui tutto logico e razionale, ma qualcosa non andò come doveva. Per un istinto malsano volevo avere la certezza di un parere, era tipico del mio carattere rompere i cocones ai miei anche quando dormivano, quindi mi recai in camera loro e svegliai mio padre, dopo avergli spiegato il tutto e assicurandomi che anche lui vedesse quelle ombre si riaddormentò.
Allora mi affacciai alla finestra della camera dei miei genitori, e qui la cosa sfuggì dal mio controllo. Non c'era nessuno per la strada, mi voltai indietro e le ombre continuavano a proiettarsi sul muro come se fossero in fila indiana. Non so perché lo feci, ma una volontà forte mi spinse a toccare il muro, e ragazzi non ci potevo credere, il muro era caldo. Ho i brividi al solo pensiero di questo ricordo di ben 31 anni fa. Ed è tutto vero. Tornai a letto ma non riuscii ad addormentarmi, arrivai alle 7 ed ero ancora sveglio e sudato.
A grandi linee, che zona di Prato?

Ho scoperto il topic per puro caso ma se riesco, con calma ed ad un orario più decente, metto qualcosa di mio che in materia sono piuttosto pieno di storie. Anche se più che essere creepypasta le mie sono storie reali vissute da me, amici o parenti.
 

pipigno

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A grandi linee, che zona di Prato?

Ho scoperto il topic per puro caso ma se riesco, con calma ed ad un orario più decente, metto qualcosa di mio che in materia sono piuttosto pieno di storie. Anche se più che essere creepypasta le mie sono storie reali vissute da me, amici o parenti.
Via Bologna, sei anche te di Prato???
 

MattewMatt96

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E anche la Bella e la Bestia :asd:

Non vedo perchè qualcuno dovrebbe far entrare una sconosciuta in casa propria :rickds: Per dire, neanch'io l'avrei fatta entrare, senza offesa eh :dsax:

Comunque... nuova storia :sisi:

L'avvertimento del gatto

In una bella villa situata in campagna viveva James, un ragazzo di diciassette anni, con i genitori, la sorella maggiore Rachel e Francis, un gatto soriano. La casa era stata acquistata una settimana prima a un prezzo stracciato, i genitori di James fiutarono l'occasione e ne approfittarono, dopo tanti anni vissuti in città un po' di tranquillità era quello che ci voleva. La villa era molto vecchia, il pavimento in legno scricchiolava, necessitava senza dubbio di una rinfrescata ma a questo ci avrebbero pensato con calma. James si era sistemato in una delle stanze al piano superiore, accanto a quella della sorella Rachel. Un giorno, mentre pranzavano, notarono Francis fissare intensamente una delle pareti della sala da pranzo.
Padre di James: Che ha il gatto?
Madre di James: Non ne ho idea, caro..,
Francis: Meow...
James: Ehi, Francis, cos'hai?
Il gatto ripetè il miagolio.
Padre di James: Bah! Lasciamolo perdere.
E continuarono a mangiare. Francis rimase a fissare la parete. Il giorno dopo fece la stessa cosa ma con un punto diverso della casa. Fissò intensamente il soffitto della camera da letto di James.
Francis: Meow...
James: Francis, vieni qui.
Il ragazzo prese il gatto in braccio, a quel punto il felino, sentendosi più vicino al soffitto, soffiò contro di esso.
James: Francis, ma si può sapere cos'hai?!
Il gatto si liberò dalla presa e corse via. Rachel lo vide allontanarsi con la coda gonfia.
Rachel: Secondo me quel gatto è un po' scemo, proprio come te, James.
Rise ed entrò nella sua stanza.
James: Zitta, Rachel!
Quella stessa notte, Francis iniziò a miagolare ininterrottamente. I genitori di James si svegliarono.
Padre di James: Dannazione James! Fa stare zitto quel gatto!
Madre di James: Ti prego caro, calmati...
James: D'accordo...
Rachel: Lo dicevo io che quel gatto è scemo.
James prese Francis e lo portò in camera sua.
James: Francis, io proprio non riesco a capire cos'hai...
Francis: Meow...
I due dormirono insieme. Al suo risveglio James notò che Francis era sparito.
James: Francis? Francis!
Scese al piano inferiore e iniziò a cercarlo dappertutto.
James: Mamma! Non riesco a trovare Francis!
Madre di James: Prova a cercarlo fuori...
Il ragazzo uscì e iniziò a chiamarlo a squarciagola ma del gatto nessuna traccia, si era allontanato volontariamente. James continuò le ricerche per ore ma dovette rinunciare. Tornò a casa frustrato.
Padre di James: Meglio così! Quel gatto era un rompiscatole!
Sentite quelle parole, James si arrabbiò e tornò in camera sua senza dire niente.
Scesa la sera continuo a pensare al suo amato gatto.
James: Francis, dove sei andato?
La mattina successiva tutti i membri della famiglia erano morti nei loro letti. Ci volle del tempo prima che qualcuno si accorgesse dell'accaduto. I corpi vennero portati via e sottoposti a un'accurata autopsia. La causa della morte era qualcosa che la scienza non poteva spiegare razionalmente. Ognuno di loro sembrava morto per deperimento fisico, come se la loro energia vitale si fosse esaurita di colpo. Il caso scosse un po' gli animi, secondo alcuni fatti di cronaca la famiglia di James non era la prima ad aver perso la vita all'interno di quella casa. Ma si sa, con il tempo la gente tende a dimenticare e dopo diversi mesi la villa venne rimessa in vendita.

Bella anche questa ? I gatti di fenomeni paranormali ne capiscono, sempre bene averne almeno uno in casa per vedere se è tutto apposto ?
 

Heinrich

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Via Bologna, sei anche te di Prato???
Sì, mi pare di avertelo già accennato in sezione Calcio. Però non ho storie inquietanti lì in zona, altrimenti mi sarei potuto spaventare. :asd:


Comunque me ne è venuta in mente una raccontabile. I protagonisti sono una ragazza, che chiameremo S ed un ragazzo che chiameremo P. I due sono fidanzati da qualche tempo. La madre di P è morta di tumore anni prima che S e P si conoscessero. Un giorno, mentre S è a casa di P, improvvisamente resta immobile a fissare il vuoto per qualche minuto. Dopo essersi ripresa, racconterà a P di aver visto la madre. Fin qui potrebbe essere una semplice allucinazione ma S aggiunge che la madre di P le ha raccontato una cosa. Cosa che P confermerà essere vera ma che né lui, né il fratello e né il padre le avevano mai raccontato, pur essendone gli unici a conoscenza.
 

pipigno

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Sì, mi pare di avertelo già accennato in sezione Calcio. Però non ho storie inquietanti lì in zona, altrimenti mi sarei potuto spaventare. :asd:


Comunque me ne è venuta in mente una raccontabile. I protagonisti sono una ragazza, che chiameremo S ed un ragazzo che chiameremo P. I due sono fidanzati da qualche tempo. La madre di P è morta di tumore anni prima che S e P si conoscessero. Un giorno, mentre S è a casa di P, improvvisamente resta immobile a fissare il vuoto per qualche minuto. Dopo essersi ripresa, racconterà a P di aver visto la madre. Fin qui potrebbe essere una semplice allucinazione ma S aggiunge che la madre di P le ha raccontato una cosa. Cosa che P confermerà essere vera ma che né lui, né il fratello e né il padre le avevano mai raccontato, pur essendone gli unici a conoscenza.
Bella, si ora ricordo. Scusami ma la vecchiaia si fa sentire:bruniii::bruniii::bruniii::bruniii::bruniii::facepalm::facepalm::facepalm::facepalm:
Post unito automaticamente:

Nuova storia :sisi:

Animale Domestico

La famiglia di Richard, un ragazzino di dieci anni, era la la classica famiglia americana, un po' come si vede nei film: Benestante, genitori sempre impegnati... Si trasferivano spesso da una località all'altra, il bambino ci fece presto l'abitudine. Sapeva che non doveva affezionarsi troppo alla casa e alla gente del posto perchè presto avrebbe dovuto dirgli addio. Un elemento però che non sarebbe mai cambiato era Rocky, il suo amato animale domestico. Rocky faceva parte della famiglia da tempo, era già presente quando Richard è nato. Nei momenti di solitudine gli teneva sempre compagnia. Erano da poco arrivati nella loro nuova casa, una villa a due piani con giardino, mansarda e scantinato. Richard avrebbe iniziato presto a frequentare la scuola. Il primo giornò andò tutto sommato bene, riuscì subito a fare amicizia con un compagno di classe, un suo coetaneo di nome Matthew. I due ragazzini chiacchieravano del più e del meno e cercavano di incoraggiarsi a vicenda. Fu così per un po' di tempo, a quel punto Richard decise di invitarlo a casa sua vista la confidenza che si era creata. Matthew accettò con entusiasmo, finita la scuola i due raggiunsero la casa di Richard. I suoi genitori non c'erano, sarebbero arrivati verso sera.
Richard (a Matthew): Mentre aspettiamo il ritorno dei miei genitori ti va di fare un gioco?
Matthew: Certo! Quale?
Richard. Che ne dici di nascondino?
Matthew: Per me va bene!
Richard: Ok, allora io mi nascondo, tu conti fino a 20 e poi mi cerchi, Al turno successivo ci scambiamo.
A quel punto Richard si nascose, Matthew contò fino a venti.
Matthew: Diciannove, venti... Pronto o no, sto arrivando!
Iniziò a cercarlo, prima in cucina, poi in sala da pranzo... Richard sembrava sparito.
Matthew (pensando): Sarà mica andato al piano di sopra?
All'improvviso sentì un rumore provenire dallo scantinato. Matthew si avvicinò e udì un altro rumore. Aprì la porta che conduceva in basso e provò ad accendere la luce ma purtroppo non funzionava. Il ragazzino provò un po' di timore.
Matthew: Richard sei lì? Se sei lì ti ho trovato, esci fuori, non mi va di scendere le scale.
Nessuna risposta. A quel punto si fece coraggio e scese le scale. Era buio, si vedeva appena. Matthew sentì una sorta di respiro affannoso che lo fece rabbrividire. Avanzò nell'oscurità e vide due occhi gialli che lo fissavano. Il bambino rimase immobile. Sentì un ringhiò e subito dopo una misteriosa figura si fece avanti. Sembrava una specie di grosso cane ma la stazza era decisamente troppo grande per essere quella di un semplice cane, aveva una bocca enorme con zanne appuntite da cui colavano rivoli di bava. Matthew sgranò gli occhi terrorizzato ma prima che riuscisse a scappare la creatura gli si fiondò addosso iniziando a morderlo con ferocia. Il bambino non provò nemmeno a difendersi, quell'essere aveva una forza mostruosa. Cadde a terra, con il mostro che velocemente dilaniava il suo corpo.
Matthew (con la voce spezzata): Aiu...to...
Poco dopo sentì un rumore di passi. Era Richard che scendeva la rampa di scale dello scantinato. Matthew ormai non riusciva più a parlare, l'ultima cosa che riuscì a fare fu fissare Richard che gli si avvicinava.
Richard: Mi dispiace Matthew ma il mio adorato Rocky doveva mangiare.
Li mortacci de pippo:phraengo::phraengo::phraengo::phraengo::phraengo::phraengo:
 
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Una preda facile

Nella caotica New York viveva Mary, un'imprenditrice sempre indaffarata che dedicava la sua intera esistenza al lavoro. Tutti i giorni, esclusa la Domenica, si recava diligentemente presso la società per cui lavorava dove ricopriva ormai da diversi anni un ruolo di spicco. Era una donna di notevole bellezza, sempre vestita elegante e con i capelli in ordine. Era talmente presa dalle sue mansioni che non aveva minimamente notato (oppure non gli dava importanza) che ogni giorno un uomo sulla trentina la seguiva durante il tragitto casa-lavoro. Lo faceva all'andata e al ritorno, sembrava ossessionato da lei. Il losco figuro non si era mai avvicinato troppo ma alla fine decise di mettere in atto le sue intenzioni: L'avrebbe aggredita e violentata. Il solo pensiero lo faceva eccitare, si sfregava le mani e si leccava le labbra con lussuria. Così un sabato sera aspettò che Mary staccasse da lavoro e si mise a seguirla. La donna non sembrava essersi accorta di essere pedinata ma all'improvviso accelerò il passo. L'uomo fece lo stesso, seguendola sino a un angolo buio dove era certo di averla vista svoltare. Della donna nessuna traccia, sembrava sparita. All'improvviso Mary gli apparve alle spalle, l'uomo si voltò di scatto. "Pensavi non mi fossi accorta di te?" disse lei. L'uomo sembrava intimorito. "Ci divertiamo un po', che ne dici?"continuò. A quel punto l'aspetto della donna mutò facendo posto a sembianze mostruose. Le unghie si trasformarono in artigli e gli arti si allungarono in maniera spropositata. L'altezza raggiunse i due metri e mezzo. L'uomo era terrorizzato, non riuscì nemmeno a fiatare. "Credevi fossi una preda facile? disse infine "Mary" con voce distorta e disumana. Subito dopo affondò gli artigli su di lui, lacerandogli la carne con una facilità impressionante. L'uomo venne smembrato e diviso in più parti. Finito il divertimento, Mary riprese le sue sembianze umane e fece sparire il corpo. L'indomani si recò al lavoro in tutta tranquillità.
 
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Una preda facile

Nella caotica New York viveva Mary, un'imprenditrice sempre indaffarata che dedicava la sua intera esistenza al lavoro. Tutti i giorni, esclusa la Domenica, si recava diligentemente presso la società per cui lavorava dove ricopriva ormai da diversi anni un ruolo di spicco. Era una donna di notevole bellezza, sempre vestita elegante e con i capelli in ordine. Era talmente presa dalle sue mansioni che non aveva minimamente notato (oppure non gli dava importanza) che ogni giorno un uomo sulla trentina la seguiva durante il tragitto casa-lavoro. Lo faceva all'andata e al ritorno, sembrava ossessionato da lei. Il losco figuro non si era mai avvicinato troppo ma alla fine decise di mettere in atto le sue intenzioni: L'avrebbe aggredita e violentata. Il solo pensiero lo faceva eccitare, si sfregava le mani e si leccava le labbra con lussuria. Così un sabato sera aspettò che Mary staccasse da lavoro e si mise a seguirla. La donna non sembrava essersi accorta di essere pedinata ma all'improvviso accelerò il passo. L'uomo fece lo stesso, seguendola sino a un angolo buio dove era certo di averla vista svoltare. Della donna nessuna traccia, sembrava sparita. All'improvviso Mary gli apparve alle spalle, l'uomo si voltò di scatto. "Pensavi non mi fossi accorta di te?" disse lei. L'uomo sembrava intimorito. "Ci divertiamo un po', che ne dici?"continuò. A quel punto l'aspetto della donna mutò facendo posto a sembianze mostruose. Le unghie si trasformarono in artigli e gli arti si allungarono in maniera spropositata. L'altezza raggiunse i due metri e mezzo. L'uomo era terrorizzato, non riuscì nemmeno a fiatare. "Credevi fossi una preda facile? disse infine "Mary" con voce distorta e disumana. Subito dopo affondò gli artigli su di lui, lacerandogli la carne con una facilità impressionante. L'uomo venne smembrato e diviso in più parti. Finito il divertimento, Mary riprese le sue sembianze umane e fece sparire il corpo. L'indomani si recò al lavoro in tutta tranquillità.
E aggiungerei:"Son tutti pazzi per Mary":trollface::trollface::trollface:.

Grande storia, bellissima.
 

MattewMatt96

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Una preda facile

Nella caotica New York viveva Mary, un'imprenditrice sempre indaffarata che dedicava la sua intera esistenza al lavoro. Tutti i giorni, esclusa la Domenica, si recava diligentemente presso la società per cui lavorava dove ricopriva ormai da diversi anni un ruolo di spicco. Era una donna di notevole bellezza, sempre vestita elegante e con i capelli in ordine. Era talmente presa dalle sue mansioni che non aveva minimamente notato (oppure non gli dava importanza) che ogni giorno un uomo sulla trentina la seguiva durante il tragitto casa-lavoro. Lo faceva all'andata e al ritorno, sembrava ossessionato da lei. Il losco figuro non si era mai avvicinato troppo ma alla fine decise di mettere in atto le sue intenzioni: L'avrebbe aggredita e violentata. Il solo pensiero lo faceva eccitare, si sfregava le mani e si leccava le labbra con lussuria. Così un sabato sera aspettò che Mary staccasse da lavoro e si mise a seguirla. La donna non sembrava essersi accorta di essere pedinata ma all'improvviso accelerò il passo. L'uomo fece lo stesso, seguendola sino a un angolo buio dove era certo di averla vista svoltare. Della donna nessuna traccia, sembrava sparita. All'improvviso Mary gli apparve alle spalle, l'uomo si voltò di scatto. "Pensavi non mi fossi accorta di te?" disse lei. L'uomo sembrava intimorito. "Ci divertiamo un po', che ne dici?"continuò. A quel punto l'aspetto della donna mutò facendo posto a sembianze mostruose. Le unghie si trasformarono in artigli e gli arti si allungarono in maniera spropositata. L'altezza raggiunse i due metri e mezzo. L'uomo era terrorizzato, non riuscì nemmeno a fiatare. "Credevi fossi una preda facile? disse infine "Mary" con voce distorta e disumana. Subito dopo affondò gli artigli su di lui, lacerandogli la carne con una facilità impressionante. L'uomo venne smembrato e diviso in più parti. Finito il divertimento, Mary riprese le sue sembianze umane e fece sparire il corpo. L'indomani si recò al lavoro in tutta tranquillità.
Bella storia come sempre ?
 

Yurinoa

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Thomas e Karen erano una giovane coppia di fidanzati. Vivevano insieme da qualche anno in una piccola casa in campagna di proprietà dei genitori di lui. Purtroppo il loro rapporto si era incrinato già da diversi mesi, liti e discussioni facevano ormai parte della loro quotidianità. Una sera al culmine dell'ennesima lite Thomas si mise la giacca e disse:
Thomas: Adesso basta, me ne vado!
Karen: E dove pensi di andare?!
Thomas: Vado a fare due passi.
Kare: A quest'ora?! Aspetta, parliamone!
Ma Thomas non gli rispose nemmeno, uscì di casa sbattendo la porta. Karen si abbandonò a un debole pianto. Quanto sarebbe durata ancora questa situazione? Le ore passarono e finalmente Thomas tornò. Karen lo aveva aspettato sveglia per tutto il tempo. L'uomo sembrava tranquillo.
Karen: Per l'amor del cielo Thomas, dove sei stato?
Thomas: Te l'ho detto, a fare due passi. Guarda, ti ho preso una cosa.
E le porse dei fiori raccolti chissà dove. La donna rimase sorpresa.
Karen: Oh...
Thomas: Scusami per prima. Ti prometto che da ora in poi le cose andranno meglio.
I due si abbracciarono.
Karen: Sono felice che tu sia tornato.
Nei giorni successivi Thomas sembrava un'altra persona. Preparava la colazione (non l'aveva mai fatto prima), era sempre sorridente e propenso al dialogo. A Karen non dispiaceva affatto. Uscivano a fare passegiate, anche solo prendere un gelato insieme sembrava la più bella delle cose. Una notte però accadde qualcosa di impensabile. La donna si svegliò e per puro caso vide Thomas, immobile, fissare qualcosa dalla finestra e bisbigliare delle parole incomprensibili. Non gli diede molto peso anche se il fatto l'aveva un po' inquietata. Più il tempo passava e più Karen assisteva a comportamenti inspiegabili. Una volta seguì Thomas e lo osservò mentre mangiava insetti di ogni tipo. Scarafaggi, ragni, vermi... Li prendeva uno a uno, mangiandoli avidamente. La donna si mise una mano alla bocca disgustata. La mattina successiva si fece coraggio e lo affrontò.
Thomas: Buongiorno cara, vuoi che ti prepari la colazione?
Karen: Ti ho visto ieri sera.
Thomas: Non so di cosa tu stai parlando.
Karen: Ti ho visto mentre mangiavi quegli insetti.
L'uomo si fermò.
Karen: E una volta ti ho sentito bisbigliare parole incomprensibili. Si può sapere cosa mi stai nascondendo?
Thomas:...
Karen prese un coltello da cucina e glielo puntò contro mantenendo comunque le distanze.
Karen: Avanti. Parla.
Thomas: Pensi davvero di potermi minacciare con quello?
Karen:...
Thomas: Tranquilla, non devi avere paura. Io faccio parte di una razza aliena. Osserviamo gli umani da molto tempo ma, credimi, non abbiano intenzioni ostili. Vogliamo soltanto studiarvi e capire i vostri comportamenti.
Karen: Perchè?! A cosa vi serve farlo?!
Thomas(?): È soltanto scienza, in fondo anche voi umani studiate il comportamento degli animali a scopo scientifico,no?
Karen: Ma se tu non sei Thomas, dov'è lui ora?
Thomas(?): Si trova su una navicella. Probabilmente uno dei nostri scienziati lo sta ancora esaminando. Ma fidati, non abbiamo intenzione di ucciderlo. Quando avranno finito con lui gli cancelleranno la memoria e lo libereranno.
Karen: E cosa pensi di fare con me?
Thomas(?): Ti ho osservata da vicino, forse non ci crederai ma ho gradito il tempo passato insieme. Non potrei mai farti del male. Se vuoi posso restituirti il tuo fidanzato e cancellare la memoria a entrambi, sarà come se tutto questo non fosse mai accaduto. Non ho raccolto moltissimi dati ma posso tentare di nuovo con un'altra coppia. Che ne dici?
Karen:...
Thomas(?): Rivuoi il tuo fidanzato?
La donna ci pensò su, abbassò il coltello che finora aveva sempre tenuto puntato, guardò la creatura negli occhi e sorrise. L'alieno ricambiò il gesto. Karen lo fissò per un po' e infine disse:
Karen: No. Se vuoi puoi restare.
In fondo il suo "nuovo" fidanzato non era poi così male.

Avrei voluto scrivere di più ma ho pensato di accorciarla ;)

Se posso chiedere... Preferite storie brevi di poche righe, oppure gradite anche racconti un po' più lunghi?
 
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Thomas e Karen erano una giovane coppia di fidanzati. Vivevano insieme da qualche anno in una piccola casa in campagna di proprietà dei genitori di lui. Purtroppo il loro rapporto si era incrinato già da diversi mesi, liti e discussioni facevano ormai parte della loro quotidianità. Una sera al culmine dell'ennesima lite Thomas si mise la giacca e disse:
Thomas: Adesso basta, me ne vado!
Karen: E dove pensi di andare?!
Thomas: Vado a fare due passi.
Kare: A quest'ora?! Aspetta, parliamone!
Ma Thomas non gli rispose nemmeno, uscì di casa sbattendo la porta. Karen si abbandonò a un debole pianto. Quanto sarebbe durata ancora questa situazione? Le ore passarono e finalmente Thomas tornò. Karen lo aveva aspettato sveglia per tutto il tempo. L'uomo sembrava tranquillo.
Karen: Per l'amor del cielo Thomas, dove sei stato?
Thomas: Te l'ho detto, a fare due passi. Guarda, ti ho preso una cosa.
E le porse dei fiori raccolti chissà dove. La donna rimase sorpresa.
Karen: Oh...
Thomas: Scusami per prima. Ti prometto che da ora in poi le cose andranno meglio.
I due si abbracciarono.
Karen: Sono felice che tu sia tornato.
Nei giorni successivi Thomas sembrava un'altra persona. Preparava la colazione (non l'aveva mai fatto prima), era sempre sorridente e propenso al dialogo. A Karen non dispiaceva affatto. Uscivano a fare passegiate, anche solo prendere un gelato insieme sembrava la più bella delle cose. Una notte però accadde qualcosa di impensabile. La donna si svegliò e per puro caso vide Thomas, immobile, fissare qualcosa dalla finestra e bisbigliare delle parole incomprensibili. Non gli diede molto peso anche se il fatto l'aveva un po' inquietata. Più il tempo passava e più Karen assisteva a comportamenti inspiegabili. Una volta seguì Thomas e lo osservò mentre mangiava insetti di ogni tipo. Scarafaggi, ragni, vermi... Li prendeva uno a uno, mangiandoli avidamente. La donna si mise una mano alla bocca disgustata. La mattina successiva si fece coraggio e lo affrontò.
Thomas: Buongiorno cara, vuoi che ti prepari la colazione?
Karen: Ti ho visto ieri sera.
Thomas: Non so di cosa tu stai parlando.
Karen: Ti ho visto mentre mangiavi quegli insetti.
L'uomo si fermò.
Karen: E una volta ti ho sentito bisbigliare parole incomprensibili. Si può sapere cosa mi stai nascondendo?
Thomas:...
Karen prese un coltello da cucina e glielo puntò contro mantenendo comunque le distanze.
Karen: Avanti. Parla.
Thomas: Pensi davvero di potermi minacciare con quello?
Karen:...
Thomas: Tranquilla, non devi avere paura. Io faccio parte di una razza aliena. Osserviamo gli umani da molto tempo ma, credimi, non abbiano intenzioni ostili. Vogliamo soltanto studiarvi e capire i vostri comportamenti.
Karen: Perchè?! A cosa vi serve farlo?!
Thomas(?): È soltanto scienza, in fondo anche voi umani studiate il comportamento degli animali a scopo scientifico,no?
Karen: Ma se tu non sei Thomas, dov'è lui ora?
Thomas(?): Si trova su una navicella. Probabilmente uno dei nostri scienziati lo sta ancora esaminando. Ma fidati, non abbiamo intenzione di ucciderlo. Quando avranno finito con lui gli cancelleranno la memoria e lo libereranno.
Karen: E cosa pensi di fare con me?
Thomas(?): Ti ho osservata da vicino, forse non ci crederai ma ho gradito il tempo passato insieme. Non potrei mai farti del male. Se vuoi posso restituirti il tuo fidanzato e cancellare la memoria a entrambi, sarà come se tutto questo non fosse mai accaduto. Non ho raccolto moltissimi dati ma posso tentare di nuovo con un'altra coppia. Che ne dici?
Karen:...
Thomas(?): Rivuoi il tuo fidanzato?
La donna ci pensò su, abbassò il coltello che finora aveva sempre tenuto puntato, guardò la creatura negli occhi e sorrise. L'alieno ricambiò il gesto. Karen lo fissò per un po' e infine disse:
Karen: No. Se vuoi puoi restare.
In fondo il suo "nuovo" fidanzato non era poi così male.

Avrei voluto scrivere di più ma ho pensato di accorciarla ;)

Se posso chiedere... Preferite storie brevi di poche righe, oppure gradite anche racconti un po' più lunghi?
Per me puoi anche scrivere racconti più lunghi, magari alternandoli con storie più leggere. Ovviamente mi ci vorrà più tempo per leggerle (il tempo libero è sempre meno ?), però sicuro leggo tutto e anzi mi piacerebbe vedere anche qualche storia più approfondita ?
 

Yurinoa

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Per me puoi anche scrivere racconti più lunghi, magari alternandoli con storie più leggere. Ovviamente mi ci vorrà più tempo per leggerle (il tempo libero è sempre meno ?), però sicuro leggo tutto e anzi mi piacerebbe vedere anche qualche storia più approfondita ?
Grazie del feedback ;)

Nuova storia :sisi:

Misofobia

I due coniugi Henry e Claire, sposati ormai da dodici anni, vivevano in una bella villa immersa nel verde lontano dal caos delle città urbane. La lussuosa dimora era situata proprio vicino a un lago, non era raro quindi che facessero delle lunghe passeggiate proprio in prossimità dello specchio d'acqua. Claire era una donna tranquilla ma un po' ingenua, suo marito Henry non gli faceva mancare nulla. Sarebbe sembrato l'uomo ideale se solo non fosse stato per un piccolo difetto: Soffriva di misofobia. I primi sintomi si erano manifestati già durante il periodo dell'adolescenza ma i genitori avevano sempre sottovalutato la cosa. Con il passare degli anni la sua fobia era peggiorata al punto da rifiutare di stare troppo a contatto con degli estranei. Proprio per questo decise di lasciare la città in cui viveva per trasferirsi a vivere in una villa isolata solo con sua moglie. Claire faceva quel che poteva per venire incontro alle esigenze di suo marito ma non sempre era facile soddisfarlo. Henry pretendeva che la casa venisse pulita ogni giorno, fino a qualche mese prima se ne occupava una donna delle pulizie che avevano assunto ma questa venne cacciata via in malo modo. Allora toccò a sua moglie occuparsi di tutto quanto. All'inizio le cose andavano bene ma Henry era sempre più ossessionato. La fissava mentre cucinava, mentre faceva il bucato... Una volta la vide asciugarsi il naso colante con un dito mentre preparava la cena. Non si era accorta di essere osservata, così continuò come se niente fosse. Purtroppo non si era lavata le mani. Qualche giorno dopo invece la donna fece cadere accidentalmente la cesta con i panni puliti a terra. Li raccolse e li sistemò tranquillamente. Alla vista di questi comportamente la rabbia di Henry iniziò a crescere e ad accumularsi al punto da divenire insopportabile. Una sera, mentre cenavano insieme, l'uomo immaginò che il suo pasto fosse pieno di germi, questo gli fece assumere un'espressione disgustata. La moglie gli chiese se fosse tutto ok. Il marito gli rispose che sarebbe andato un attimo in cucina a prendere del vino. In realtà era andato a prendere uno dei suoi vecchi trofei in bronzo. La donna, ignara di cosa sarebbe accaduto di lì a poco, rimase comodamente seduta. Henry la colpì in testa senza pietà. Quel colpo bastò a uccidere la consorte ma lui, in preda a una follia omicida, continuò ad accanirsi su di lei, colpendola più volte fino a fracassargli del tutto il cranio. Il sangue schizzò sul pavimento, imbrattandolo completamente. Una volta calmatosi, l'uomo prese il corpo di Claire, lo avvolse con una coperta e ci legò qualcosa di pesante. Infine decise di sbarazzarsene gettandolo nel lago. Sua moglie non aveva parenti ancora in vita, nessuno l'avrebbe cercata. Tornato a casa, prese candeggina e altri prodotti per la pulizia e ripulì il pavimento con meticolosa precisione. Una volta finito si mise seduto e tirò un sospiro di sollievo. Adesso si che era tutto pulito.
 
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pipigno

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Thomas e Karen erano una giovane coppia di fidanzati. Vivevano insieme da qualche anno in una piccola casa in campagna di proprietà dei genitori di lui. Purtroppo il loro rapporto si era incrinato già da diversi mesi, liti e discussioni facevano ormai parte della loro quotidianità. Una sera al culmine dell'ennesima lite Thomas si mise la giacca e disse:
Thomas: Adesso basta, me ne vado!
Karen: E dove pensi di andare?!
Thomas: Vado a fare due passi.
Kare: A quest'ora?! Aspetta, parliamone!
Ma Thomas non gli rispose nemmeno, uscì di casa sbattendo la porta. Karen si abbandonò a un debole pianto. Quanto sarebbe durata ancora questa situazione? Le ore passarono e finalmente Thomas tornò. Karen lo aveva aspettato sveglia per tutto il tempo. L'uomo sembrava tranquillo.
Karen: Per l'amor del cielo Thomas, dove sei stato?
Thomas: Te l'ho detto, a fare due passi. Guarda, ti ho preso una cosa.
E le porse dei fiori raccolti chissà dove. La donna rimase sorpresa.
Karen: Oh...
Thomas: Scusami per prima. Ti prometto che da ora in poi le cose andranno meglio.
I due si abbracciarono.
Karen: Sono felice che tu sia tornato.
Nei giorni successivi Thomas sembrava un'altra persona. Preparava la colazione (non l'aveva mai fatto prima), era sempre sorridente e propenso al dialogo. A Karen non dispiaceva affatto. Uscivano a fare passegiate, anche solo prendere un gelato insieme sembrava la più bella delle cose. Una notte però accadde qualcosa di impensabile. La donna si svegliò e per puro caso vide Thomas, immobile, fissare qualcosa dalla finestra e bisbigliare delle parole incomprensibili. Non gli diede molto peso anche se il fatto l'aveva un po' inquietata. Più il tempo passava e più Karen assisteva a comportamenti inspiegabili. Una volta seguì Thomas e lo osservò mentre mangiava insetti di ogni tipo. Scarafaggi, ragni, vermi... Li prendeva uno a uno, mangiandoli avidamente. La donna si mise una mano alla bocca disgustata. La mattina successiva si fece coraggio e lo affrontò.
Thomas: Buongiorno cara, vuoi che ti prepari la colazione?
Karen: Ti ho visto ieri sera.
Thomas: Non so di cosa tu stai parlando.
Karen: Ti ho visto mentre mangiavi quegli insetti.
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Karen prese un coltello da cucina e glielo puntò contro mantenendo comunque le distanze.
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Thomas: Tranquilla, non devi avere paura. Io faccio parte di una razza aliena. Osserviamo gli umani da molto tempo ma, credimi, non abbiano intenzioni ostili. Vogliamo soltanto studiarvi e capire i vostri comportamenti.
Karen: Perchè?! A cosa vi serve farlo?!
Thomas(?): È soltanto scienza, in fondo anche voi umani studiate il comportamento degli animali a scopo scientifico,no?
Karen: Ma se tu non sei Thomas, dov'è lui ora?
Thomas(?): Si trova su una navicella. Probabilmente uno dei nostri scienziati lo sta ancora esaminando. Ma fidati, non abbiamo intenzione di ucciderlo. Quando avranno finito con lui gli cancelleranno la memoria e lo libereranno.
Karen: E cosa pensi di fare con me?
Thomas(?): Ti ho osservata da vicino, forse non ci crederai ma ho gradito il tempo passato insieme. Non potrei mai farti del male. Se vuoi posso restituirti il tuo fidanzato e cancellare la memoria a entrambi, sarà come se tutto questo non fosse mai accaduto. Non ho raccolto moltissimi dati ma posso tentare di nuovo con un'altra coppia. Che ne dici?
Karen:...
Thomas(?): Rivuoi il tuo fidanzato?
La donna ci pensò su, abbassò il coltello che finora aveva sempre tenuto puntato, guardò la creatura negli occhi e sorrise. L'alieno ricambiò il gesto. Karen lo fissò per un po' e infine disse:
Karen: No. Se vuoi puoi restare.
In fondo il suo "nuovo" fidanzato non era poi così male.

Avrei voluto scrivere di più ma ho pensato di accorciarla ;)

Se posso chiedere... Preferite storie brevi di poche righe, oppure gradite anche racconti un po' più lunghi?
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pipigno

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Ragazzi, se avete delle preferenze fatemelo sapere :sisi:

Le Creepypasta si possono suddividere in tante categorie: Serial Killer, Presenze, Mostri, Cannibalismo... Finora ho sempre scritto in totale libertà ma non mi dispiacerebbe seguire delle "linee guida" suggerite da voi.

Più che altro per rendervi più partecipi e dare una scossa al Topic :asd:
 

MattewMatt96

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Le Creepypasta si possono suddividere in tante categorie: Serial Killer, Presenze, Mostri, Cannibalismo... Finora ho sempre scritto in totale libertà ma non mi dispiacerebbe seguire delle "linee guida" suggerite da voi.

Più che altro per rendervi più partecipi e dare una scossa al Topic :asd:
Io in generale ho sempre avuto una preferenza per le storie riguardanti presenze/fantasmi ?
 
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