Appunto: in un paese civile zia Pasqualina si fa il tampone (o il vaccino, o magari è guarita), si scarica il green pass e al ricevimento i camerieri controllano.In linea generale sono d'accordo con te, e te lo dice uno che imporrebbe regole ovunque per colpa di persone che mancano totalmente di senso civico, però ci sono cose che,coer quanto le puoi regolamentare, risultano sia di difficile applicazione, e anche di difficile controllo. Tu capisci bene che richiedere il green pass ad un banchetto di matrimonio, che è sostanzialmente un pranzo privato costituito da tanti commensali, (che se sei un ristorante difficilmente vedi ni giorni lavorativi normali, mentre se sei sala vera e propria vedi solo poche volte l'anno), non è come richiedere lo stesso green pass ad un altro tipo di locale tipo pizzeria o ristorante non aperto ai grandi eventi privati. Cioè se io sono lo sposo difficilmente non invito la zia Pasqualina perché non ha il green pass, come difficilmente lo chiederebbe il cameriere della sala per non fare incazzare me sposo che ho pagato bei soldi per il pranzo. Insomma sulla carta possiamo imporre tutto, ma nella pratica molte cose, essendo anche in buona fede, non vengono applicate.

Ah e se la zia ha 80 anni, si farà aiutare da figli e nipoti.
Secondo me il green pass non è concepito male, siamo noi italiani e la nostra indole indomita a rifiutare ogni genere di limitazione o imposizione.