Castlevania: Lords of Shadow 2
a cura di
diennea2
“Ma stiamo scherzando?”.
Queste sono state le mie parole quando mi son comparsi i titoli di coda. Premetto già fin da subito che le mie aspettative per questo titolo non erano assolutamente alte, conscio dei problemi analizzati dalle varie recensioni che ho letto in giro non mi aspettavo di certo un giocone come il primo capitolo, ma ad essere onesti nemmeno una roba simile.
Cercherò in tutti i modi di descrivere chiaramente questo gusto amaro che m’ha lasciato in bocca questo gioco, che definirlo "bestemmia" per le potenzialità di base che aveva è davvero riduttivo.
Vero, lo sviluppo di Lords of Shadow 2 è stato parecchio travagliato, se poi aggiungiamo che l’ambiente lavorativo non era dei migliori e che il leader-capo del team MercurySteam faceva un po’ la minchia che gli pareva, ecco che il risultato finale non poteva certamente essere roseo, MA ciò non toglie che questo seguito butta letteralmente nel cesso una base di gioco solidissima e già impacchettata.
Partiamo dalla trama. Nonostante la qualità di questa sia altalenante, esistono alcuni eventi (come ad esempio la ri-comparsa di Carmilla) che risultano tutto fuorché chiari. Gabriel, oramai divenuto Dracula, si risveglia dopo un lunghissimo sonno secolare nella città di Castlevania dei giorni nostri. Stremato ed indebolito, sarà costretto a stringere un patto con Zobek per eliminare una volta per tutte Satana in cambio della propria morte, unica e vera libertà per il nostro protagonista.
La storia del primo capitolo a me sinceramente non mi è dispiaciuta per niente, anzi, ma qui l’asticella qualitativa della sceneggiatura si è notevolmente abbassata. Pare che la trama sia stata sviluppata solamente per chiudere in modo blando e poco significativo il cerchio della famiglia Belmont, dove il finale rimarrà impresso nella nostra mente non perché bello, ma talmente insulso e sbrigativo da far incazzare anche il videogiocatore occasionale.
Nonostante le comparse della spada del Vuoto e degli artigli del Caos (e della presenza di livelli delle armi) siano una gradita aggiunta, il numero di mosse e combinazioni tra loro si è leggermente abbassato. Mi sono accorto di questa peculiarità solamente a fine gioco, quando ormai le combo si conoscono tutte a memoria, ed è esattamente da qui che ho notato l’impossibilità di mescolarle fra loro, buttando alle ortiche quel splendido combat system che il primo capitolo ci ha tanto deliziati.
Se il sistema di combattimento è stato leggermente modificato in peggio, il gameplay in toto fatica davvero tanto ad arrivare alla sufficienza. Tralasciando il ritmo davvero pessimo, il titolo tenta di allargare i propri orizzonti proponendo sistemi di gioco veramente insulsi e fuori contesto: sto parlando delle fasi stealth.
Davvero, non riesco ancora a capire cosa centri lo stealth con un tipo di gioco come Lords of Shadow, l’idea di diversificare il gameplay con una trovata simile non solo è stata sviluppata malissimo, ma ha letteralmente ammazzato un ritmo di gioco fallato già in partenza. Chapeau di *****.
Altra cosa che forse i Mercury Steam si son dimenticati sono gli enigmi, mah…si vede che oramai non vanno più di moda.
Ultima nota per il gameplay sono le bossfight: anche qui sono ben distanti dalla qualità della prima avventura di Gabriel; qui oltre ad avere poco mordente, il repertorio delle mosse dei boss è davvero povero e poco stimolante per una vera e propria sfida.
Il lato artistico di questo titolo è…strambo. Durante l’avventura Gabriel riuscirà a tornare indietro nel tempo, quando saremo nel passato l’ambientazione risulta davvero ben fatta e disegnata in modo curato, mentre nella città del presente non centra davvero nulla con il titolo o con la trilogia della famiglia Belmont. Il gioco da questo punto di vista ci mostra scorci davvero belli ed interessanti per poi passare a momenti schizofrenici poco curati, insignificanti ed assolutamente non adatti al contesto.
Il lavoro dei Mercury per quanto riguarda i nemici è ben lontano dall’essere sufficente: i pattern sono scarni come pochi, la IA è insulsa e l’aspetto estetico di questi è da bocciare in toto.
La longevità del titolo base è piuttosto alta, la prima avventura si attesterà sulle 17 ore di gioco, ma questa mole di “divertimento” non è pura al 100% perché capiterà molte volte che la noia sopraggiunga. Purtroppo gli eventi non saranno mai diversi tra loro e l’odore di ripetitività lo si percepirà già a metà partita.
Unica caratteristica che è rimasta qualitativamente immutata sono le musiche, davvero ispirate e molto belle.
Se il primo Lords of Shadow era diviso in capitoli, qui l’intero gioco prende la forma di una mappa estesa, suddivisa in ampie zone tutte collegate attraverso un una mappatura poco precisa.
Per quanto riguarda la componente tecnica del titolo non ho riscontrato nessun tipo di problema, ne alcun tipo di calo di frame o altro.
Molti mi hanno consigliato di acquistare il DLC che, a detta di tutti pare essere piuttosto divertente, ma sinceramente l’idea di spendere ulteriori soldi per migliorare questa ciofeca è ben lontana dalle mie intenzione. Praticamente sono riusciti a rovinare tutto. La qualità in questo caso ha girato di 180 gradi per andare contromano, riuscendo a distruggere tutto ciò che c’è di buon nel primo capitolo della serie. Il gameplay è peggiorato, l’aspetto narrativo non funziona, l’aspetto estetico ha alti e bassi troppo evidenti, le idee di base fanno schifo, il ritmo di gioco è osceno, l’assenza (o quasi) degli enigmi (o "presenza delle fasi stealth") è da bestemmia, le bossfight non sono incisive. Musiche a parte, niente funziona come dovrebbe. Il finale più sbrigativo e superficiale che io abbia mai visto poi mi ha letteralmente trafitto il cuore lasciandomi una rabbia che saliva man mano che scendevano i titoli di coda. Mercury Steam è riuscita a farmi incazzare come non mi capitava da parecchio tempo. Seriamente, per me questa è stata la più grande delusione degli ultimi 10 anni videoludici.
Voto: 5