ormai, nel bene e nel male, fra gioie e rimpianti siamo al finale.
Questo episodio nonostante sia "lento" nel "ripresentare" i vari personaggi sfrutta al massimo tutti i minuti a sua disposizione forte di una serie di scelte registiche "semplici" ma geniali che colpiscono direttamente lo spettatore quasi come una serie di pugnalate e chiariscono la situazione, meglio di quanto farebbero mille parole.
Ma tutto a suo tempo.
Partiamo dall'inizio, i primissimi secondi ci mettono negli inediti panni del Killer,di Yashiro Gaku, del signor Nishizono e ci forniscono una lettura unica, inedita, intima della distorta personalità di quest'uomo, di questo mostro e del "perché" scelga proprio quei bersagli partendo da una storia che chiunque sia appassionato di animazione,di fumetto giapponese, ma anche solo del folklore del paese del Sol Levante... ha letto almeno una volta, "Il filo di Ragno".
Il tutto mentre getta luce sulla presenza di quel criceto e di quella ruota all'interno della ending, uno dei pochissimi elementi a non avere fino ad ora una spiegazione e ci introduce alla sua nuova e più perfetta ragione di vita, il suo nuovo Spice, il suo preferito, colui che gli è sopravvissuto, la delizia che non ha mai gustato appieno, Satoru Fujinuma.
Si può obiettare che l'episodio in questa sede e per tutta la sua durata, ometta un dettaglio fondamentale.
Come ha fatto Satoru a sopravvivere? Come ha fatto ad uscire vivo da quella macchina? Chi è stato a salvarlo?
Ma ciò passa momentaneamente in secondo piano l'opening scorre mentre quella che è un tempo era solo un'ipotesi, una delle tante partorita dagli spettatori appassionatisi alla vicenda diviene realtà.
Il titolo della serie, Erased, la storia di Kayo, il suo grido d'aiuto, ripetuto cosi tante volte quasi come un mantra...si riferiva a Satoru e non alla bambina.
è lui, colui che ha donato la pace alla sua città, colui che è riuscito nell'impresa di salvare le piccole vittime del suo stesso carnefice, a non esistere.
Ha salvato Kayo, Aya, Hiromi,Yuuki e sua madre da un destino orribile ma non se stesso eppure...probabilmente è esistito dentro i suoi cari più di quanto non lo fosse stato il se stesso originale.
Satoru finisce in coma.
Solo dopo quindici anni, quindici lunghi anni quel proiettore può accendersi nuovamente per far scorrere la pellicola che è la sua vita.
Accudito giorno per giorno, fra sacrifici e dolori da sua madre, la quale non ha mai perso la speranza.
Qualsiasi lode nei confronti di Sachiko, di questa donna sola, di questa madre arrivati a questo punto è riduttiva.
Riduttiva dopo aver osservato brevemente con quanta dedizione si sia dedicata a Satoru, come abbia vissuto unicamente confidando nel suo risveglio non dimentichi delle sue parole nell'episodio nove "La mia opinione è che, a questo mondo,i nostri figli siano la cosa più preziosa
Eppure nonostante Satoru sia finalmente sveglio, nonostante "sia per la prima volta nell'epoca Heisei", c'è qualcosa di anomalo
Qualcosa che...salta subito all'orecchio, è un bambino di undici anni, nel corpo di un ventiseienne.
Un bambino che però ha conoscenze che non dovrebbe possedere: termini, voci, visi, abilità come il disegno...tutte cose a cui non riesce a dare un senso.
Le sue memorie, i suoi ricordi ventinove anni di ricordi e viaggi nel tempo tutto pare offuscato e confuso, chi è lui in realtà?
Tali interrogativi meritano veramente di trovare una risposta?
Vale la pena andare a scavare nuovamente, quando sua madre ha "istruito" a regola i suoi due migliori amici, Kenya ed Hiromi, ora adulti e professionisti affermati, di non menzionare in alcun modo nulla del suo passato nonostante dopo tutti questi anni è chiaro che siano tante le cose che i due vorrebbero chiedergli.
Ed altrettante sono le cose di cui gli vorrebbe parlare un'altra persona, lei, Kayo.
Fa male, fa male a chi, come me, aveva immaginato un lieto fine per Satoru e la ragazza, rivederla cosi.
Ora adulta, sposata, moglie e sopratutto felice anche lei che era abituata anzi, condannata, a vivere una vita di solitudine, ora può esserlo "e tutto questo grazie a te Satoru".
Eppure anche lei porta un peso, le non sa la verità che noi conosciamo, ma sospetta,sa, che quanto accaduto all'amico è anche colpa sua e, come è solito per chi "sopravvive", si sente incolpa, si sente "indegna" di essere felice.
Ma lui trova subito le parole adatte"Kayo il mio destino è mio soltanto. Non c'è alcun bisogno che tu ti senta in responsabile" eppure sta soffrendo, sta soffrendo ma lo realizza la portata di quel dolore solo nell'istante in cui sfiora la mano del figlio di Kayo e Hiromi, Mirai che significa futuro.
Ma questo nome, non vi fa tornare in mente nulla? "Fu cosi che salvai Kayo,e regalai un futuro alla sua esistenza.Da qui in avanti Kayo stessa traccerà il proprio cammino. E io sono convinto che il futuro che attende Kayo sia un luogo pieno di luce"...il futuro di Kayo è un luogo pieno di luce.
è un futuro possibile solo grazie a lui, grazie a lui che ha sacrificato tutto per salvare lei, suo marito e gli altri.
Mirai, questa piccola vita esiste solo grazie a lui ma allo stesso tempo sfiorarla gli fa realizzare la portata di cosa ha perso.
E mentre Satoru cerca di rimettere in sesto il suo cuore in frantumi, il suo corpo e la sua identità, i vari interpreti di questa vicenda continuano a muoversi
Ci è data la possibilità di ascoltare uno straccio di conversazione...molto sospetta fra il medico di Satoru ed il direttore"...come le ho già detto non ho intenzione di farlo. è un mio paziente non una cavia da laboratorio" cosa vogliono fare a Satoru?
Ma prima di poter anche solo ragionare su tali parole, ecco che Kenya si ripresenta da Satoru accompagnato da un uomo che Satoru dovrebbe ricordare solo vagamente, il signor Sawada.
Questo incontro è un segnale chiaro, chiare come le parole che i due uomini si scambiano uscendo dalla stanza "Abbiamo aspettato quindici anni. Mettergli fretta servirebbe a poco.Facciamo le cose con calma"
Cosa voleva essere Kenya? Un paladino della giustizia, come Satoru. E qual è il suo mestiere adesso? L'avvocato.
Chi aveva un file dettagliato sul caso e che aveva avvertito Sachiko sulla presenza di un killer che bersagliava i bambini? Il signor Sawada.
è probabile che i due abbiano iniziato a collaborare per risolvere quel caso e Satoru è la chiave per risolverlo.
Nel mentre Satoru fa amicizia con una bambina malata di leucemia.
Una bambina che lo aveva osservato di continuo durante i suoi esercizi di riabilitazione e alla quale ora cerca di dare coraggio.
Come un certo giovane uomo aveva fatto con lui tanto tempo prima.
Questo momento è offuscato dalla presenza dei peggio sciacalli del nostro moderno.
Sempre pronti a gettare fango e calunniare per puro diletto.
Ironicamente giunge "in soccorso" di Satoru, un uomo di nostra conoscenza.
Un uomo che avevamo intravisto in lontananza mentre conversava proprio con la bambina di cui sopra, Kumi.
Non uomo qualsiasi, ma lui, il signor Nishizono, Yashiro Gaku.
Che si ripresenta alla prima occasione, desideroso di rivederlo, di rivedere la sua preda prediletta, la sua nemesi "Durante questi quindici anni non ho fatto altro che attendere il tuo risveglio" e si solo immaginare quanto ora attenda che il ragazzo recuperi la memoria.
Proprio come aveva immaginato, una volta sposatosi l'uomo ha preso il cognome della moglie e non solo quello.
Ha anche ereditato l'influente posizione di consigliere cittadino, una volta appartenuta al suocero.
Incarico che come abbiamo avuto modo di vedere, gli ha dato un'influenza ed un potere inimmaginabili ai tempi in cui era solo un "semplice" maestro elementare.
E fra le sue tante conoscenze, vi è ora anche il direttore dell'ospedale.
Lo stesso direttore con cui il medico di Satoru aveva parlato poco sopra.
è stato proprio grazie a quest'uomo a noi sconosciuto che Nishizono ha incontrato la piccolo Kumi.
La quale, ovviamente, è una ennesima vittima predestinata, volta a colmare quel suo vuoto.
Yashiro si riavvicina dunque a Satoru e proprio il giorno in cui in cui è pronto ad agire, ad uccidere la bambina questi gli fa una richiesta inconsueta.
Sono passati cinque giorni da quando si sono incontrati di nuovo(L'operazione di Kumi era fissata una settimana dopo tale incontro e con l'ultimo riferimento temporale tale giorno è indicato come "dopodomani") e Satoru vuole fare due chiacchiere.
Il killer sembrava non aspettare altro, conscio della presenza dei paparazzi, invita il ragazzo a parlare in un luogo più appartato"Ho trovato il posto ideale, sai?" e mentre parla e ricorda i momenti vissuti da Satoru e dai suoi altri ex alunni"avevate la vostra base segreta e giocavate a nascondervi, no?", indossa nuovamente quei guanti, picchietta di nuovo quel dito costantemente.
Basta un'inquadratura, Satoru ora sa, ora ricorda ma aspetta solo di essere da soli, sul tetto "Yashiro. Ora ricordo di nuovo...tutto quanto"
Il climax finale sta per avere luogo, quel singolo, agognato filo di ragno è nuovamente visibile.
Satoru ha scelto nuovamente di affrontare quel mostro da solo.
Cosa succederà?
La opening nasconde forse qualche indizio? Il fuoco, l'acqua, la tormenta mancherebbe quel proiettile?
Ma nelle sue condizioni Satoru non può fuggire come potrà salvarsi dalla sua nemesi?
Indifeso e nel suo territorio?
E forse, ancora più importante, arrivati a questo punto è possibile che anche lui possa agognare ad un futuro pieno di luce? Senza Kayo?
Forse si, forse una persona c'è...ma siamo pur sempre nel 2003, mancano ancora tre anni prima che Satoru possa conoscere quella fanciulla la quale, parola di mamma, è platealmente innamorata di lui pur con i dieci e più anni di differenza.