il terzultimo.
Un episodio fondamentale sotto innumerevoli punti di vista anche per quanto riguarda, tristemente, i tagli.
Qualunque spettatore minimamente attento si sarà reso conto della "brusca" accelerazione che la narrazione ha subito
Si veda, ad esempio, il modo in cui i ragazzi arrivano ad avvicinarsi e a "mettere al sicuro" Nakanishi Aya ma sono sicuro che i post di Koyomi saranno molto più precisi a riguardo.
Ho infatti cercato di evitare ogni informazione relativa al materiale tagliato, avendo pianificato una lettura del manga alla conclusione della serie.
Tagli a parte, l'episodio rimane con tutta probabilità uno dei più notevoli registicamente(dando il meglio di se durante la seconda parte dell'episodio)
Più in generale si può dire che l'intero episodio si giochi su alcuni termini fondamental: la completezza, la delizia(che da anche il titolo) e la realizzazione,.
Ma procediamo con ordine.
I primissimi secondi traggono profondamente in inganno, distratti dalle parole del maestro Yashiro non si fa caso allo "scorrere" della pellicola dei ricordi di Satoru e, anche se per una attimo, ipotizziamo che il nostro protagonista possa aver fallito vista la presenza del ritratto del piccolo Hiromi in mano ai suoi genitori.
Poi però Satoru inizia a ricordare, la scena si allarga e tiriamo un sospiro di sollievo.
Siamo in un'altra classe, un altro 1988.
Assistiamo al rimpianto di Satoru "Io incolpai me stesso per non essere riuscito a salvare nessuno. Mi sforzai di dimenticare. E ciò che rimase scavo un buco enorme nel mio petto."
Un buco che Satoru ha cercato riempire negli anni spinto, ancora una volta, dalle parole del maestro Yashiro
"Oggi lasciate la scuola elementare ma non siete ancora persone complete. E lo stesso vale per me. Però, secondo me, vivere significa proprio trovare il modo di riempire quella incompletezza"
Tali parole ebbero un enorme impatto su Satoru.
Il suo potere gli ha dato la possibilità di rimediare al suo errore, di colmare quel vuoto che anche da adulto continua ad incatenarlo.
è proprio la primissima scena dell'anime a mostrarcelo, quando Satoru ricorda il suo incontro con l'editore che gli esprime le sue perplessità sul suo ultimo lavoro.
Ed ancora Airi, la quale era stata però molto più diretta su quali fossero i problemi della storia del "*** della morte" inscindibili da quelle che erano i problemi caratteriali di Satoru.
La narrazione riprende da dove si era interrotta nell'episodio nove.
Con Satoru, Kenya ed Hiromi che cercano di avvicinare Aya.
Per quanto il personaggio della bambina venga approfondito poco, queste poche scene sono estremamente preziose per quanto riguarda Kenya e Jun.
Il biondo non è solo "spiazzato" di fronte all'importanza delle letture della coetanea ma perde per la primissima volta la calma.
Dimostra di essere pur sempre un bambino di undici anni, nel momento in cui viene usata la parola "infantile" per definire quello che lui e suoi compagni stanno "nascondendo" e difendendo con tanta cura fin dall'inizio della serie e Satoru(nonostante sia un adulto) non è da meno, quando arrivano anche le critiche agli eroi.
Solo la spontaneità di Kazu, fino ad ora sempre sullo sfondo, riesce a fare breccia nel cuore della bambina(con suo immenso imbarazzo) che decide quindi di avvicinarsi al gruppetto di amici.
Aya è una bambina molto intelligente e sola, sarebbe interessante conoscere quali fossero gli argomenti delle sue conversazioni con Jun.
Il ragazzo è, come Satoru stesso ha capito solo grazie ai revival, molto più maturo di quello che da a vedere eppure riusce a parlare mettendosi "al livello" dei bambini, facendoli sempre sentire a proprio agio.
In che modo si rapportava ad una bambina che, con tutta probabilità, aveva dietro di se dei genitori che pretendevano il massimo da lei(il piano, letture impegnative per una bambina ma anche il doposcuola)?
Forse la risposta è più semplice di quanto possa sembrare e nel manga ha almeno qualche accenno, visto che l'anime sorvola completamente sul processo che ha portato Kazu ed Aya ad avvicinarsi con un semplice frase "Oggi vai di nuovo a casa di Nakanishi?"
Con Aya al sicuro, un Hiromi raggiante per essere stato reso "partecipe" delle azioni degli amici(ed i guanti recuperati) tutto sembra andare per il meglio.
O forse no? Il regista ci ricorda(come già anticipato sul finale dell'episodio precedente) con poche semplici inquadrature come Misato,compagna di banco di Satoru, un tempo fra le più grandi "fan" del maestro Yashiro sia ora, proprio per via delle azioni del ragazzino, tenuta a distanza dal resto della classe ed il maestro, da bravo osservatore, lo ha notato subito.
Un bersaglio perfetto per un killer che "starà senza dubbio cercando qualcosa di nuovo su cui ripiegare ora che ha perso i suoi bersagli".
Satoru mette nuovamente da parte l'idea di identificare il killer, nonostante sia conscio del fatto che debba essere qualcuno che sua madre conosceva nel 1988, e spinto dalle parole di Hiromi, decide di non lasciare da sola Misato seguendola alla partita di hockey.
Il ragazzino sembra ignorare il pericolo a cui sta andando in contro, saluta tranquillamente la madre al mattino e si separa volontariamente dai suoi amici, nonostante questi si fossero proposti di accompagnarlo "Vabbé, comunque, lo rivedremo domani" neppure Kenya, sempre cosi attento, pare realizzare la gravità della situazione.
Per quanto sia un adulto nell'animo, Satoru è un bambino nel corpo.
Lui è conscio del fatto che non sia un gioco sa che se dovesse incontrare il killer non potrebbe fare nulla a causa dei limiti del suo corpo ma si convince di potercela fare da solo.
Gli eventi precipitano.
Spaventato dalla prolungata assenza di Misato, Satoru la segue verso il bagno del palazzetto ed incontra il maestro Yashiro intento a succhiare un lecca lecca che lo indirizza fuori verso il camioncino del padre di Yuuki.
Satoru non dubita delle parole dell'insegnante, non si assicura della effettiva assenza di Misato e chiede il supporto di questi e lo segue in macchina per pedinare il camioncino degli Shiratori.
Cosi come nell'episodio precedente la tensione è alla stelle, sembra quasi di soffocare
Satoru non se ne rende conto ma è caduto in trappola eppurecontinua a confrontarsi con il maestro con la medesima sincerità e spontaneità di sempre.
Gli parla del loro "giocare agli investigatori", di come abbiano tentato di avvicinare le ragazze sole per non renderle bersagli di "presunti" rapimenti, di come non sia riuscito ad avvicinarsi a Misato finendo per usarla come "esca" e questi continua a parlargli con la sua solita area rassicurante e giudica positivamente le sue azioni,soprattutto in cui si rende conto che per il bambino non è un gioco
"Allora è per questo che sei cambiato ed hai cominciato a fare amicizia con quelli che ti stanno intorno" diventando quindi il quarto personaggio dopo Kayo, Kenya e(implicitamente) sua madre a notare il suo cambiamento.
Il tutto mentre picchietta sempre le dita sul volante(indossa dei guanti) ed invita Satoru ad allacciarsi la cintura.
è l'inverso di quanto accade normalmente in un'opera del genere.
è il "detective" a confessarsi, mentre il colpevole lo sta a sentire.
A questo punto Satoru dichiara le sue intenzioni "Ho deciso che volevo trovare il modo di riempire l'incompletezza che sentivo nel cuore. Sia quella altrui che la mia" queste sono le parole che Yashiro avrebbe usato alla cerimonia del diploma di li a qualche settimana(siamo pur sempre a Marzo), questo è il suo mantra.
Non c'è alcun bisogno di sentirsi in colpa per aver "usato" Misato "Poiché l'essenza delle buone e cattive azioni è la medesima. Sono entrambe atte a coprire le mancanze dell'animo umano" ed è proprio quello che ha cercato disperatamente di fare lui di recente, voleva avvicinarsi ad una certa persona, utilizzando ogni mezzo possibile anche il più scorretto.
Satoru è disorientato, il suo disagio e palpabili, prova a cambiare discorso, spostando l'interesse sui dolciumi...ma non ci sono, perché quella non è l'auto del maestro.
La delizia del titolo, è quello del maestro Yashiro, quella del rapitore.
Quella che prova ogni volta che trova il modo per riempire l'incompletezza dentro di se e che tenta di ripetere ancora ed ancora, maggiore è la difficoltà affrontata più grande è la soddisfazione provata nell'ottenerla, la delizia, la gioia, il gaudio supremo che gli da solo l'uccidere.
I dolci erano effettivamente uno strumento per sfogare la frustrazione accumulata...ma non era il fumo a mancargli era l'impossibilità di uccidere.
Satoru ha capito, semplicemente la sua mente si rifiuta di accettare quantomeno fino a quando non vede i lassativi...e solo allora che l'assassino inizia a scoprire le sue carte.
"Hai detto che ipotizzi che ci sia un rapitore ma poi ti comporti come se un rapitore c'è davvero.Mi riusciva difficile da accettare. Non riuscivo a crederci. Anzi non volevo crederci. Non volevo credere al fatto che ci fosse qualcuno che prevedeva le mie mosse"
Misato era si un'esca, ma per Satoru e non per il killer.
Messo in allarme dalla presenza del bambino proprio nel luogo e nel giorno in cui aveva deciso di rapire Aya "Ho risposto seriamente alle tue domande eppure tu stavi cercando di sottrarmi la mia preda".
Una coincidenza? No, un tipo prudente come lui doveva accertarsene ed ha quindi sfruttato Hiromi e Misato per farlo cadere in trappola, come un ragno che tessa la sua tela.
"Quando ti vidi arrivare, il mio sospetto si trasformò in certezza.Satoru, tu sei il mio nemico"
E mentre il mosaico di bugie ed inganni costruito dal maestro si mostra nella sua forma più perfetta e crudele con tanto di esca e di capro espiatorio identificabile nella figura del padre di Jun, chiamato sul posto proprio da Yashiro , le certezze di Satoru vanno in pezzi.
Il suo mondo va in pezzi "Non può essere", la vera natura del maestro, l'identità del killer era tutto evidente fin dall'inizio(con tanto di occhi rossi...).
In questo frangente qualche perplessità mi è data dal fatto che questi abbia "numerose" auto identiche, è pur sempre un "semplice" maestro non dovrebbe potersele permettere...non per il momento almeno(in futuro è un altro discorso).
Satoru ha peccato, ha peccato di presunzione e...di troppo fiducia.
Ha rifiutato l'aiuto dei suoi amici,lo stesso aiuto che gli ha permesso di mettere al sicuro Kayo, Hiromi ed Aya.
La verità era li, era davanti ai suoi occhi...anche il documento di Sawada riportava il nome del maestro fra i possibili sospettati,come quello di suo madre daltronde, semplicemente...non lo aveva ritenuto importante
Per lo spettatore tutto questo potrà sembrare sciocco, gli indizi a carico del colpevole erano un'infinità nonostante mancassero delle "alternative" concrete.
Satoru potrebbe sembrare uno stupido, ma non me la sento di condannarlo.
Abbiamo avuto prova più e più volte negli episodi precedenti dell'enorme fiducia che il ragazzo riponeva nel colpevole il suo incitarlo ad aiutare Kayo mettendosi anche in prima linea con i servizi sociali, il suo essere sempre cosi disponibile a rispondere ad i suoi quesiti(cosi come quelli di tutti gli studenti) quelle parole sul "colmare" l'incompletezza che tanto lo colpirono in origine.
Senza contare le implicazioni accennate nell'episodio nove, Satoru era arrivato a vedere nel maestro una figura paterna e lo aveva(velatamente) incitato ad intraprendere una relazione con sua madre, essendo questi non sposato.
Non poteva credere che fosse lui,che dietro al suo angelo custode si nascondesse un demonio capace di ingannare tutti quelli che gli stanno intorno.
Non poteva accettare che quella stesso uomo, tanto benvoluto, e da lui tanto ammirato avesse potuto sfruttare la già drammatica condizione della piccola Kayo per il suo mero diletto, facendola cadere in una disperazione ancora più profondare rispetto alla sua già drammatica situazione.
Satoru Fujinuma è la vera nemesi di Yashiro Gaku, entrambi cercano di colmare l'incompletezza dentro di loro, l'uno con il male, uccidendo, l'altro con il bene, aiutando e proteggendo gli altri.
Entrambi hanno seguito la medesima filosofia ma ponendosi ai poli opposti.
Satoru ha accettato la realtà ma ora è tardi, troppo, troppo tardi.
Tentare la fuga è inutile, la cintura di sicurezza è stata manomessa appositamente per questo.
La partita è finita, è un game over per Satoru ma anche per il suo assassino.
Un uomo che trovandosi in procinto di assaggiare una delizia mai provata prima nell'uccidere un avversario capace di metterlo all'angolo ironizza sulle azioni del ragazzino ma( "è quasi come se tu avessi visto il futuro")rivela di non odiarlo, anzi lo stima profondamente in quanto sua nemesi.
Ucciderlo sarà un ripiego perfetto per colmare momentaneamente quel vuoto ma allo stesso tempo sarà l'ultimo "pasto" che potrà concedersi per un po "Satoru, il tuo premio sarà la pace di questa città. Non è quello che desideravi?".
Il nostro killer non è uno sciocco sa che Satoru ha parlato ad altri dei suoi sospetti, sa che la madre del ragazzino non si darà pace di fronte alla morte del figlio sa che continuare ad agire in quella città alla sua morte sarebbe troppo, troppo rischioso.
Ha bisogno di cambiare aria e la presenza del padre di Jun sul luogo del delitto, gli permetterà di allontanare i sospetti mentre lui reciterà la parte dell'insegnante "distrutto" dai sensi di colpa e dall'incapacità di credere ai segnali lanciatili da un suo studente.
Il ragazzino precipita nel fiume ghiacciato con la macchina maledicendo il suo carnefice mentre questi si ferma per un attimo solo quando il ragazzino gli urla di conoscere il suo futuro.
La macchina sprofonda nel fiume, sprofonda a causa della sua presunzion e sopraggiungono il freddo e l'acqua.
Quella stessa acqua che, cosi come il fuoco, vediamo nella opening mentre travolge Satoru.
E mentre la coscienza del nostro protagonista si fa sempre più debole, il grande nucleo di pellicole, il "simbolo" stesso del potere del Revival, che donava a Satoru la conoscenza degli eventi necessaria a rimetterli a posto, inizia ad andare in pezzi.
Sta morendo.
Kayo, Hiromi, Aya, sua madre...sono tutti salvi, tutti sono al sicuro...tutti tranne lui.
Che sia questo il vero significato di Erased?
"La città in cui io non esisto" non sarà quella di Kayo ma quella di Satoru?
O forse ci penserà il *** della morte a salvare il fanciullo che non doveva morire?
Dopotutto abbiamo visto il fuoco e l'acqua ma manca quel proiettile dell'opening all'appello.
Ed intanto con soli due episodi rimasti, non posso che temere per la resa effettiva di una storia a cui i dodici episodi canonici stanno decisamente stretti.