A me sembra che durante la saga sia peggiorato. Il primo libro era l'unico ad avere vicende che si susseguivano con un ritmo discreto, gli altri tre libri sanno di minestra allungata. In particolare l'ultimo ha dei brani addirittura grotteschi, più da fumetto o film a buon mercato che da opera letteraria.
Lo stile lascia a desiderare per tutta la saga: oltre ad essere piatto è anche troppo spudoratamente inadatto al contesto, anche al livello di lessico. I dialoghi hanno lo stesso tono di conversazioni tra persone del presente e della realtà più che tra protagonisti di una vicenda epica ambientata in un mondo fantastico. Le disquisizioni di Oromis sulla logica e sul pensiero degli elfi sono l'apoteosi dell'inadeguatezza.
In pratica la vicenda si spoglia di pathos mano a mano che ogni cosa viene spiegata e analizzata con lucidità da metodo scientifico del ventesimo secolo.
A volte sembra quasi che l'autore si compiaccia nel far svolgere ai personaggi azioni che non hanno il minimo riscontro ne a livello artistico, ne a livello di trama.
Inoltre lo svolgimento dei romanzi è impostato in maniera quasi ingenua, cinematografica, nei primi libri: viaggi ed incontri con battaglia finale e stop. Mentre negli ultimi due assume un ritmo caotico, confuso. Personaggi vengono fatti morire in modo gratuito nel tentativo di rendere la trama più tragica, ma il risultato è opposto: la rendono rozza e banale.
Queste sono più o meno le considerazioni che mi spingono a considerare i libri di Paolini come opere di infima categoria: intrattenimento più che arte, adatti al massimo a riempire un pomeriggio di noia.