Io invece vedo sempre la stessa reazione, ossia difendere a spada tratta qualcosa che a te piace/doveva piacerti per forza perché l'hai pagato 80€. Se notate, i commenti delle recensioni non vanno MAI oltre a questo, nemmeno per sbaglio. Si parte dal voto cercando conferma o smentita al proprio bias – qua addirittura si sta cercando la conferma o smentita del bias dai provati, ignorando che sono su porzioni parziali del gioco controllate dal publisher, o che magari la recensione viene fatta da un redattore diverso.
Io continuo a dire, ma purtroppo è una battaglia che non potrò mai vincere nella specializzata nonostante ci abbia provato, che per il costo/beneficio osceno che hanno (traduco: portano forse 1/70 di quanto porta farvi una news tipo "ecco i giochi gratis del weekend su Steam", dato che va ricordato che i newser scrivono di quello che piace al pubblico, non di quello che piace a loro), le recensioni dovrebbero essere quantomeno senza voto. In quel modo, almeno quei tre che veramente leggono il testo e non solo il voto, se avessero qualcosa da dire parlerebbero del gioco – anziché andarsi a ricercare i voti di Miles Morales, Returnal e Ratchet & Clank per commentare Helldivers, come ho visto fare ieri in una piroetta grottesca, su queste pagine.
Purtroppo però è un cambiamento che non sono riuscita ad apportare e siamo ancora fermi a questa desolazione: quella dei giochi ridotti al numerino, commentati come se fossero una cena in ristorante buona o scadente, divisi tra chi deve difendere per forza il prodotto che gli hanno venduto a 80 euro dopo due trailer nonostante magari non si sforzi nemmeno di reinventare una minima cosa ma reskinni quelle già fatte da successi del passato e chi lo deve attaccare per partito preso, usando il voto come leva a favore o contro. Voto che sta ancora lì, a impoverire, svilire e umiliare qualsiasi discorso di crescita intorno al medium, perché lo vogliono i lettori e assurdamente lo preferiscono anche i publisher.
Fine rant, torno nel mio antro.