Si ma tu hai detto che leggi solo recensioni italiane e che sanno fare il loro lavoro e poi mi dici che fallout è un mezzo flop e le stesse testate da te citate lo promuovono a capolavoro.
Deciditi
io ho detto che leggo solo testate italiane...ma non ho detto che compro quello che mi dicono le testate italiane...l'aboto bethesda manco ricordavo avesse preso votoni pensa tu. E probabilmente all'epoca,dopo averlo giocato,mi sarò scandalizzato con le recensioni.
Magari i redattori di una volt amanco ci sono più . Ricordo che pure spazio anni e anni fece una rivisitazione al ribasso della scala dei giudizi dopo che troppi 9 fioccavano
ad esempio spazio
Ghost of Tsushima dimostra di essere l’opera più grande e ambiziosa di Sucker Punch, ma la storia troppo semplicistica e scontata, assieme a una gestione non perfetta delle meccaniche legate al combat system, non gli permette di porsi nel gradino più alto delle grandi esclusive PlayStation. Artisticamente incredibile e con scorci naturalistici sorprendenti,
Ghost of Tsushima è l’omaggio più riuscito al Giappone, con una mole di contenuti imponente che vi terrà impegnati ben oltre l’avventura canonica.
altra
Ghost of Tsushima chiude senza troppo clamore la generazione di PlayStation 4. Sucker Punch imbastisce un’avventura ricca di ambizioni che non sempre riescono a concretizzarsi o a trovare il loro equilibrio. Se da un lato il combat system propone un buon numero di tecniche e richiede una certa dose di tempismo, dall’altro la telecamera imprecisa mina inevitabilmente la lettura dell’azione. Allo stesso modo, l’uso di un’ambientazione nobilitata da una brillante art design si scontra con una storia dal ritmo altalenante, che solo in poche occasioni è riuscita a farci sussultare. Stealth e combattimento si alternano senza grossi impatti sul piano del gameplay e della narrazione, e in alcuni momenti l’impressione è che le idee iniziali del gioco fossero molto più stratificate di quanto mostrato nell’edizione definitiva, come se il team, ad un certo punto dello sviluppo, avesse smesso di affilare la propria lama creativa. Discretamente vasta e piena di attività secondarie, che però tendono molto presto a sfociare nella ripetitività, l’epopea di Jin Sakai si barcamena così tra soluzioni ludiche ispirate e altre dal concept fin troppo stantio, che non le permettono di distinguersi tra i membri più di spicco del clan Sony. Il vento di Ghost of Tsushima, insomma, soffia leggero.
mi pare che entrambe sottolineino gli stessi difetti, al di la del voto