Vorrei poterti dare una risposta più teorica ed esaustiva, ma in realtà non ne ho le competenze, quindi ti dico un po' la mia opinione e cosa penso a riguardo.Nella mia idea, previa spiegazione di cosa si intende per sesso biologico, genere, orientamento sessuale e identità di genere, il suddetto testo andrebbe poi integrato, come minimo, aggiungendo "(senza distinzione di) orientamento sessuale e identità di genere".
Secondo me questo Ddl Zan serva come grimaldello per tentare di normalizzare ed educare le persone alla presenza di omosessuali e transessuali in Italia - attraverso pene maggiori che dovrebbero disincentivare le discriminazioni fisiche e verbali portando, di conseguenza, le persone a sentirsi in un ambiente più sicuro, sia dal punto di vista dell'incolumità fisica, sia dal punto di vista dell'accettazione e dell'inclusione - senza bisogno di importanti modifiche strutturali. Per come la vedo io, il fatto che gli omosessuali non abbiano, sostanzialmente, il diritto di avere una famiglia in Italia è anticostituzionale, perché di fatto non rende tutti i cittadini uguali, ma li discrimina perché non li pone nelle medesime condizioni degli etero.
Il problema del nostro paese è culturale e prevalentemente d'ignoranza. Nessun oppositore è ancora riuscito a darmi una spiegazione del perché è contrario (che non sia omofobia o di natura religiosa). Non voglio offendere chi è contrario, ma mi è capitato spesso di toccare l'argomento e non ho mai sentito una spiegazione anche solo parzialmente condivisibile. Ecco perché penso che sia un argomento spinoso e di difficile risoluzione.
Credo che questo disegno di legge sia nato con l'intento, quindi, di mettere una pezza, di apportare una modifica non sostanziale (che credo genererebbe molto più ostruzionismo "perché ci sono questioni più importanti"). Anche perché siamo in un paese fintamente laico e sono sicuro che l'influenza politica del Vaticano sia ben più forte di quel che sembra, quindi è necessario aprire la scatola con calma, senza provocare una rottura e, vista l'apertura di Papa Francesco alle unioni civili (apertura immediatamente smentita dal Vaticano, ovviamente), si sta cercando di far maturare i tempi, provando a calcare un po' la mano, ma senza dare uno scossone troppo forte. Ho fatto quest'esempio anche nell'altro topic: mia madre è fortemente contraria ai matrimoni e il problema non è l'ignoranza (in parte si) o la chiusura mentale, quanto la sua forte fede cristiana.
Le modifiche importanti alla Costituzione, la modifica dell'Articolo 3 (in particolare), potrebbe essere difficile da attuare perché, per esempio, includerebbe l'idea di genere e di orientamento sessuale nella Costituzione, una cosa che i protettori della "Famiglia tradizionale" non possono permettere (anche perché il proprio elettorato faticherebbe a digerirlo). Neanche con un referendum popolare si risolverebbe il problema, perché dubito che ci sarebbe una maggioranza a favore.
Insomma, secondo me, Zan, nella preparazione del disegno di legge, ha dovuto tener conto di diversi aspetti interni alla politica e non è stato un errore, ma una scelta consapevole. Onestamente dubito che l'Italia sia pronta ad accettare la comunità LGBT, quindi, una via di mezzo accettabile potrebbe essere questa. Una sorta di step intermedio, non una condizione destinata a perdurare nel tempo.
Non so come vadano affrontate le discriminazioni da un punto di vista giuridico, però essendo la società in continua evoluzione, credo non sia così strano che in un determinato periodo storico (in cui gli attriti e le discriminazioni sono ben presenti) sia necessaria una legge che tuteli un certo gruppo sociale più degli altri. Se dall'altra parte si gettano le basi per una buona educazione (che non può che partire dalla scuola elementare e che deve rappresentare in maniera non ideologica la realtà, anziché nasconderla o ignorarla perché "non piace") si può tranquillamente arrivare a pretendere modifiche di altra natura che sostituiscano quelle che porterebbe il Ddl Zan.
L'obiettivo ultimo credo sia garantire loro diritti civili, ma è una battaglia che è stata portata avanti diverse volte senza successo. Sempre troppo piccola la minoranza favorevole, in Parlamento, e sempre un tema troppo poco importante per mettersi realmente di traverso.