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Macché, di cosa non ti ha convinto che io vado stasera e voglio essere pronto![]()
Ecco il mio pensiero (meglio se leggi stasera quando torni a questo punto, così non ti influenzo)
Attenzione SPOILER
non mi è piaciuto che abbiano dato al film esattamente l'impostazione che temevo, ovvero di trasformare Joker in un antieroe, una vittima con cui empatizzare.
Ammetto che di per sé questa scelta è ancora qualcosa che può essere influenzata dai gusti personali, il fatto però è che si traduce anche in scelte di scrittura tutt'altro che azzeccate a mio parere:
- ho visto davvero poca ambiguità morale nel film. I confini "etici" sono piuttosto netti: ci sono personaggi stronzi e personaggi gentili, personaggi che trattano bene Arthur e altri che non lo fanno. In nome di questo dualismo, sostanzialmente quasi ogni cattiva azione di Arthur, per quanto comunque intrinsecamente ingiustificabile, ha un'attenuante. Esempi: i tipi ai quali ha sparato in metropolitana erano personaggi assolutamente negativi, non penso ci sia stato spettatore che non abbia provato una catartica soddisfazione nel vederli fatti fuori. Non parliamo poi di Thomas Wayne, personaggio assolutamente e totalmente negativo, monodimensionale e davvero poco credibile...il suo confronto nel bagno pubblico con Arthur non ha giustificazioni, così come le dichiarazioni pubbliche che sembrano fatte ad arte per legittimare tutta la tematica della lotta di classe basata su "ricchi cattivi poveri buoni" (cioè, omicidio dei tre tizi, commento: "tutti bravi ragazzi e buoni lavoratori, a proposito non li conoscevo personalmente" wtf?
Sempre su questa linea la scena della donna con la bambina sull'autobus a inizio film, veramente forzata a mio avviso.
- se non bastassero scelte di scrittura un po' superficiali e banali a legittimare questa visione, ci pensa il film con più di un paio di sviolinate moraliste talmente esplicite da essere inequivocabili, per esempio sempre quella del discorso in bagno con Thomas, o quella finale con Murray, nella quale viene sostanzialmente detto esplicitamente "se trattate in questa maniera i poveracci, ecco cosa succede".
Probabilmente è da questo tipo di scrittura ingenua che qualche recensore sarà stato infastidito, ma la tentazione di buttarla sulla retorica dei "film perikolosii1!!1!" è stata irresistibile, così da far perdere di vista quello che secondo me è il vero punto.
Di fatto il film e le sensazioni che veicola dipendono praticamente all'80% da Joaquin e dalla sua interpretazione straordinaria, il restante 20 da regia, fotografia, montaggio e musiche...tutto il resto non è pervenuto, soprattutto gli altri personaggi (penso che passato qualche giorno non me ne ricorderò uno).
E' evidente l'intento di usare "Joker" come una sorta di minaccia, spauracchio, delle estreme conseguenze alle quali può portare la patologia mentale. Questo è un tema con il quale ho potuto sentire una certa risonanza, avendo una persona a me vicina affetta da simili disturbi: è così che quando Joker dice di non avvertire rimorso per i suoi omicidi non riesco a vedere malvagità; e quando dice che ha smesso di prendere i farmaci, capisco automaticamente che ha avuto inizio un aggravamento del suo delirio mentale del quale però non si può considerare il responsabile. Andrebbe in contraddizione con quella che è forse la frase più bella del film..."la cosa più brutta di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che ti comporti come se tu non ce l'abbia". Quindi perché dovrei io ignorare che Arthur sia malato?
E per chiudere, vorrei far notare che anche il film nei confronti del quale questo ha un evidente debito, ovvero Taxi Driver, affronta la patologia mentale...ma lo fa in maniera decisamente meno netta, con molta più ambiguità. Questo era quello che personalmente auspicavo per il film.
Ammetto che di per sé questa scelta è ancora qualcosa che può essere influenzata dai gusti personali, il fatto però è che si traduce anche in scelte di scrittura tutt'altro che azzeccate a mio parere:
- ho visto davvero poca ambiguità morale nel film. I confini "etici" sono piuttosto netti: ci sono personaggi stronzi e personaggi gentili, personaggi che trattano bene Arthur e altri che non lo fanno. In nome di questo dualismo, sostanzialmente quasi ogni cattiva azione di Arthur, per quanto comunque intrinsecamente ingiustificabile, ha un'attenuante. Esempi: i tipi ai quali ha sparato in metropolitana erano personaggi assolutamente negativi, non penso ci sia stato spettatore che non abbia provato una catartica soddisfazione nel vederli fatti fuori. Non parliamo poi di Thomas Wayne, personaggio assolutamente e totalmente negativo, monodimensionale e davvero poco credibile...il suo confronto nel bagno pubblico con Arthur non ha giustificazioni, così come le dichiarazioni pubbliche che sembrano fatte ad arte per legittimare tutta la tematica della lotta di classe basata su "ricchi cattivi poveri buoni" (cioè, omicidio dei tre tizi, commento: "tutti bravi ragazzi e buoni lavoratori, a proposito non li conoscevo personalmente" wtf?
Sempre su questa linea la scena della donna con la bambina sull'autobus a inizio film, veramente forzata a mio avviso.
- se non bastassero scelte di scrittura un po' superficiali e banali a legittimare questa visione, ci pensa il film con più di un paio di sviolinate moraliste talmente esplicite da essere inequivocabili, per esempio sempre quella del discorso in bagno con Thomas, o quella finale con Murray, nella quale viene sostanzialmente detto esplicitamente "se trattate in questa maniera i poveracci, ecco cosa succede".
Probabilmente è da questo tipo di scrittura ingenua che qualche recensore sarà stato infastidito, ma la tentazione di buttarla sulla retorica dei "film perikolosii1!!1!" è stata irresistibile, così da far perdere di vista quello che secondo me è il vero punto.
Di fatto il film e le sensazioni che veicola dipendono praticamente all'80% da Joaquin e dalla sua interpretazione straordinaria, il restante 20 da regia, fotografia, montaggio e musiche...tutto il resto non è pervenuto, soprattutto gli altri personaggi (penso che passato qualche giorno non me ne ricorderò uno).
E' evidente l'intento di usare "Joker" come una sorta di minaccia, spauracchio, delle estreme conseguenze alle quali può portare la patologia mentale. Questo è un tema con il quale ho potuto sentire una certa risonanza, avendo una persona a me vicina affetta da simili disturbi: è così che quando Joker dice di non avvertire rimorso per i suoi omicidi non riesco a vedere malvagità; e quando dice che ha smesso di prendere i farmaci, capisco automaticamente che ha avuto inizio un aggravamento del suo delirio mentale del quale però non si può considerare il responsabile. Andrebbe in contraddizione con quella che è forse la frase più bella del film..."la cosa più brutta di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che ti comporti come se tu non ce l'abbia". Quindi perché dovrei io ignorare che Arthur sia malato?
E per chiudere, vorrei far notare che anche il film nei confronti del quale questo ha un evidente debito, ovvero Taxi Driver, affronta la patologia mentale...ma lo fa in maniera decisamente meno netta, con molta più ambiguità. Questo era quello che personalmente auspicavo per il film.
Detto questo, comunque ripeto: è un prodotto di spessore, e l'interpretazione di Joaquin è magistrale, e vale abbondantemente il prezzo del biglietto.
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