Joker | Joaquin Phoenix Migliore Attore Protagonista | Leone d'oro 2019

  • Autore discussione Autore discussione Gouki
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Macché, di cosa non ti ha convinto che io vado stasera e voglio essere pronto  :hmm:


Ecco il mio pensiero (meglio se leggi stasera quando torni a questo punto, così non ti influenzo)

Attenzione SPOILER

non mi è piaciuto che abbiano dato al film esattamente l'impostazione che temevo, ovvero di trasformare Joker in un antieroe, una vittima con cui empatizzare.

Ammetto che di per sé questa scelta è ancora qualcosa che può essere influenzata dai gusti personali, il fatto però è che si traduce anche in scelte di scrittura tutt'altro che azzeccate a mio parere:

- ho visto davvero poca ambiguità morale nel film. I confini "etici" sono piuttosto netti: ci sono personaggi stronzi e personaggi gentili, personaggi che trattano bene Arthur e altri che non lo fanno. In nome di questo dualismo, sostanzialmente quasi ogni cattiva azione di Arthur, per quanto comunque intrinsecamente ingiustificabile, ha un'attenuante. Esempi: i tipi ai quali ha sparato in metropolitana erano personaggi assolutamente negativi, non penso ci sia stato spettatore che non abbia provato una catartica soddisfazione nel vederli fatti fuori. Non parliamo poi di Thomas Wayne, personaggio assolutamente e totalmente negativo, monodimensionale e davvero poco credibile...il suo confronto nel bagno pubblico con Arthur non ha giustificazioni, così come le dichiarazioni pubbliche che sembrano fatte ad arte per legittimare tutta la tematica della lotta di classe basata su "ricchi cattivi poveri buoni" (cioè, omicidio dei tre tizi, commento: "tutti bravi ragazzi e buoni lavoratori, a proposito non li conoscevo personalmente" wtf?
Sempre su questa linea la scena della donna con la bambina sull'autobus a inizio film, veramente forzata a mio avviso.

- se non bastassero scelte di scrittura un po' superficiali e banali a legittimare questa visione, ci pensa il film con più di un paio di sviolinate moraliste talmente esplicite da essere inequivocabili, per esempio sempre quella del discorso in bagno con Thomas, o quella finale con Murray, nella quale viene sostanzialmente detto esplicitamente "se trattate in questa maniera i poveracci, ecco cosa succede".

 Probabilmente è da questo tipo di scrittura ingenua che qualche recensore sarà stato infastidito, ma la tentazione di buttarla sulla retorica dei "film perikolosii1!!1!" è stata irresistibile, così da far perdere di vista quello che secondo me è il vero punto.

 Di fatto il film e le sensazioni che veicola dipendono praticamente all'80% da Joaquin e dalla sua interpretazione straordinaria, il restante 20 da regia, fotografia, montaggio e musiche...tutto il resto non è pervenuto, soprattutto gli altri personaggi (penso che passato qualche giorno non me ne ricorderò uno).

 E' evidente l'intento di usare "Joker" come una sorta di minaccia, spauracchio, delle estreme conseguenze alle quali può portare la patologia mentale. Questo è un tema con il quale ho potuto sentire una certa risonanza, avendo una persona a me vicina affetta da simili disturbi: è così che quando Joker dice di non avvertire rimorso per i suoi omicidi non riesco a vedere malvagità; e quando dice che ha smesso di prendere i farmaci, capisco automaticamente che ha avuto inizio un aggravamento del suo delirio mentale del quale però non si può considerare il responsabile. Andrebbe in contraddizione con quella che è forse la frase più bella del film..."la cosa più brutta di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che ti comporti come se tu non ce l'abbia". Quindi perché dovrei io ignorare che Arthur sia malato?

 E per chiudere, vorrei far notare che anche il film nei confronti del quale questo ha un evidente debito, ovvero Taxi Driver, affronta la patologia mentale...ma lo fa in maniera decisamente meno netta, con molta più ambiguità. Questo era quello che personalmente auspicavo per il film.


Detto questo, comunque ripeto: è un prodotto di spessore, e l'interpretazione di Joaquin è magistrale, e vale abbondantemente il prezzo del biglietto.

 
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Sparda ha detto:
 
Ecco il mio pensiero (meglio se leggi stasera quando torni a questo punto, così non ti influenzo)
 
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Ammetto che di per sé questa scelta è ancora qualcosa che può essere influenzata dai gusti personali, il fatto però è che si traduce anche in scelte di scrittura tutt'altro che azzeccate a mio parere:
 
- ho visto davvero poca ambiguità morale nel film. I confini "etici" sono piuttosto netti: ci sono personaggi stronzi e personaggi gentili, personaggi che trattano bene Arthur e altri che non lo fanno. In nome di questo dualismo, sostanzialmente quasi ogni cattiva azione di Arthur, per quanto comunque intrinsecamente ingiustificabile, ha un'attenuante. Esempi: i tipi ai quali ha sparato in metropolitana erano personaggi assolutamente negativi, non penso ci sia stato spettatore che non abbia provato una catartica soddisfazione nel vederli fatti fuori. Non parliamo poi di Thomas Wayne, personaggio assolutamente e totalmente negativo, monodimensionale e davvero poco credibile...il suo confronto nel bagno pubblico con Arthur non ha giustificazioni, così come le dichiarazioni pubbliche che sembrano fatte ad arte per legittimare tutta la tematica della lotta di classe basata su "ricchi cattivi poveri buoni" (cioè, omicidio dei tre tizi, commento: "tutti bravi ragazzi e buoni lavoratori, a proposito non li conoscevo personalmente" wtf?
Sempre su questa linea la scena della donna con la bambina sull'autobus a inizio film, veramente forzata a mio avviso.

- se non bastassero scelte di scrittura un po' superficiali e banali a legittimare questa visione, ci pensa il film con più di un paio di sviolinate moraliste talmente esplicite da essere inequivocabili, per esempio sempre quella del discorso in bagno con Thomas, o quella finale con Murray, nella quale viene sostanzialmente detto esplicitamente "se trattate in questa maniera i poveracci, ecco cosa succede".

 Probabilmente è da questo tipo di scrittura ingenua che qualche recensore sarà stato infastidito, ma la tentazione di buttarla sulla retorica dei "film perikolosii1!!1!" è stata irresistibile, così da far perdere di vista quello che secondo me è il vero punto.

 Di fatto il film e le sensazioni che veicola dipendono praticamente all'80% da Joaquin e dalla sua interpretazione straordinaria, il restante 20 da regia, fotografia, montaggio e musiche...tutto il resto non è pervenuto, soprattutto gli altri personaggi (penso che passato qualche giorno non me ne ricorderò uno).

 E' evidente l'intento di usare "Joker" come una sorta di minaccia, spauracchio, delle estreme conseguenze alle quali può portare la patologia mentale. Questo è un tema con il quale ho potuto sentire una certa risonanza, avendo una persona a me vicina affetta da simili disturbi: è così che quando Joker dice di non avvertire rimorso per i suoi omicidi non riesco a vedere malvagità; e quando dice che ha smesso di prendere i farmaci, capisco automaticamente che ha avuto inizio un aggravamento del suo delirio mentale del quale però non si può considerare il responsabile. Andrebbe in contraddizione con quella che è forse la frase più bella del film..."la cosa più brutta di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che ti comporti come se tu non ce l'abbia". Quindi perché dovrei io ignorare che Arthur sia malato?

 E per chiudere, vorrei far notare che anche il film nei confronti del quale questo ha un evidente debito, ovvero Taxi Driver, affronta la patologia mentale...ma lo fa in maniera decisamente meno netta, con molta più ambiguità. Questo era quello che personalmente auspicavo per il film.
 
 
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non mi è piaciuto che abbiano dato al film esattamente l'impostazione che temevo, ovvero di trasformare Joker in un antieroe, una vittima con cui empatizzare.

Ammetto che di per sé questa scelta è ancora qualcosa che può essere influenzata dai gusti personali, il fatto però è che si traduce anche in scelte di scrittura tutt'altro che azzeccate a mio parere:

- ho visto davvero poca ambiguità morale nel film. I confini "etici" sono piuttosto netti: ci sono personaggi stronzi e personaggi gentili, personaggi che trattano bene Arthur e altri che non lo fanno. In nome di questo dualismo, sostanzialmente quasi ogni cattiva azione di Arthur, per quanto comunque intrinsecamente ingiustificabile, ha un'attenuante. Esempi: i tipi ai quali ha sparato in metropolitana erano personaggi assolutamente negativi, non penso ci sia stato spettatore che non abbia provato una catartica soddisfazione nel vederli fatti fuori. Non parliamo poi di Thomas Wayne, personaggio assolutamente e totalmente negativo, monodimensionale e davvero poco credibile...il suo confronto nel bagno pubblico con Arthur non ha giustificazioni, così come le dichiarazioni pubbliche che sembrano fatte ad arte per legittimare tutta la tematica della lotta di classe basata su "ricchi cattivi poveri buoni" (cioè, omicidio dei tre tizi, commento: "tutti bravi ragazzi e buoni lavoratori, a proposito non li conoscevo personalmente" wtf?
Sempre su questa linea la scena della donna con la bambina sull'autobus a inizio film, veramente forzata a mio avviso.

- se non bastassero scelte di scrittura un po' superficiali e banali a legittimare questa visione, ci pensa il film con più di un paio di sviolinate moraliste talmente esplicite da essere inequivocabili, per esempio sempre quella del discorso in bagno con Thomas, o quella finale con Murray, nella quale viene sostanzialmente detto esplicitamente "se trattate in questa maniera i poveracci, ecco cosa succede".

 Probabilmente è da questo tipo di scrittura ingenua che qualche recensore sarà stato infastidito, ma la tentazione di buttarla sulla retorica dei "film perikolosii1!!1!" è stata irresistibile, così da far perdere di vista quello che secondo me è il vero punto.

 Di fatto il film e le sensazioni che veicola dipendono praticamente all'80% da Joaquin e dalla sua interpretazione straordinaria, il restante 20 da regia, fotografia, montaggio e musiche...tutto il resto non è pervenuto, soprattutto gli altri personaggi (penso che passato qualche giorno non me ne ricorderò uno).

 E' evidente l'intento di usare "Joker" come una sorta di minaccia, spauracchio, delle estreme conseguenze alle quali può portare la patologia mentale. Questo è un tema con il quale ho potuto sentire una certa risonanza, avendo una persona a me vicina affetta da simili disturbi: è così che quando Joker dice di non avvertire rimorso per i suoi omicidi non riesco a vedere malvagità; e quando dice che ha smesso di prendere i farmaci, capisco automaticamente che ha avuto inizio un aggravamento del suo delirio mentale del quale però non si può considerare il responsabile. Andrebbe in contraddizione con quella che è forse la frase più bella del film..."la cosa più brutta di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che ti comporti come se tu non ce l'abbia". Quindi perché dovrei io ignorare che Arthur sia malato?

 E per chiudere, vorrei far notare che anche il film nei confronti del quale questo ha un evidente debito, ovvero Taxi Driver, affronta la patologia mentale...ma lo fa in maniera decisamente meno netta, con molta più ambiguità. Questo era quello che personalmente auspicavo per il film.


Detto questo, comunque ripeto: è un prodotto di spessore, e l'interpretazione di Joaquin è magistrale, e vale abbondantemente il prezzo del biglietto.
Io non vedo la figura di

Thomas Wayne come assolutamente negativa. O meglio, agli occhi di Arthur e dei rivoltosi lo è di certo, ma il film lascia una certa ambiguità e può far sospettare che non sia realmente così.

Per la scena del bagno, parliamo di un tipo che il giorno prima si era infiltrato a casa sua, gli ha traumatizzato il figlio e per poco non gli ammazzava il maggiordomo. Un cazzotto in faccia è il minimo, non mi aspettavo di certo una scena tarallucci e vino. Poi ovvio che quel pugno può derivare da una possibile indole "malvagia" di Thomas, come anche dal suo senso di protezione paterno, non lo sapremo mai.

Il film non ti dà una risposta certa su Thomas, ti mostra solo come viene visto e percepito dal proletariato.
La scrittura non l'ho trovata ingenua come l'hai percepita tu,

i rivoltosi pur avendo le loro ragioni, hanno anch'essi le loro colpe. E il film non si risparmia nel mostrarli sotto un'ottica negativa.

Stesso dicasi di Arthur. E' vero che spesso "punisce" chi se lo merita, ma la sua figura è decisamente ambivalente.

 
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Ammetto che di per sé questa scelta è ancora qualcosa che può essere influenzata dai gusti personali, il fatto però è che si traduce anche in scelte di scrittura tutt'altro che azzeccate a mio parere:
 
- ho visto davvero poca ambiguità morale nel film. I confini "etici" sono piuttosto netti: ci sono personaggi stronzi e personaggi gentili, personaggi che trattano bene Arthur e altri che non lo fanno. In nome di questo dualismo, sostanzialmente quasi ogni cattiva azione di Arthur, per quanto comunque intrinsecamente ingiustificabile, ha un'attenuante. Esempi: i tipi ai quali ha sparato in metropolitana erano personaggi assolutamente negativi, non penso ci sia stato spettatore che non abbia provato una catartica soddisfazione nel vederli fatti fuori. Non parliamo poi di Thomas Wayne, personaggio assolutamente e totalmente negativo, monodimensionale e davvero poco credibile...il suo confronto nel bagno pubblico con Arthur non ha giustificazioni, così come le dichiarazioni pubbliche che sembrano fatte ad arte per legittimare tutta la tematica della lotta di classe basata su "ricchi cattivi poveri buoni" (cioè, omicidio dei tre tizi, commento: "tutti bravi ragazzi e buoni lavoratori, a proposito non li conoscevo personalmente" wtf?
Sempre su questa linea la scena della donna con la bambina sull'autobus a inizio film, veramente forzata a mio avviso.

- se non bastassero scelte di scrittura un po' superficiali e banali a legittimare questa visione, ci pensa il film con più di un paio di sviolinate moraliste talmente esplicite da essere inequivocabili, per esempio sempre quella del discorso in bagno con Thomas, o quella finale con Murray, nella quale viene sostanzialmente detto esplicitamente "se trattate in questa maniera i poveracci, ecco cosa succede".

 Probabilmente è da questo tipo di scrittura ingenua che qualche recensore sarà stato infastidito, ma la tentazione di buttarla sulla retorica dei "film perikolosii1!!1!" è stata irresistibile, così da far perdere di vista quello che secondo me è il vero punto.

 Di fatto il film e le sensazioni che veicola dipendono praticamente all'80% da Joaquin e dalla sua interpretazione straordinaria, il restante 20 da regia, fotografia, montaggio e musiche...tutto il resto non è pervenuto, soprattutto gli altri personaggi (penso che passato qualche giorno non me ne ricorderò uno).

 E' evidente l'intento di usare "Joker" come una sorta di minaccia, spauracchio, delle estreme conseguenze alle quali può portare la patologia mentale. Questo è un tema con il quale ho potuto sentire una certa risonanza, avendo una persona a me vicina affetta da simili disturbi: è così che quando Joker dice di non avvertire rimorso per i suoi omicidi non riesco a vedere malvagità; e quando dice che ha smesso di prendere i farmaci, capisco automaticamente che ha avuto inizio un aggravamento del suo delirio mentale del quale però non si può considerare il responsabile. Andrebbe in contraddizione con quella che è forse la frase più bella del film..."la cosa più brutta di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che ti comporti come se tu non ce l'abbia". Quindi perché dovrei io ignorare che Arthur sia malato?

 E per chiudere, vorrei far notare che anche il film nei confronti del quale questo ha un evidente debito, ovvero Taxi Driver, affronta la patologia mentale...ma lo fa in maniera decisamente meno netta, con molta più ambiguità. Questo era quello che personalmente auspicavo per il film.
 
 
Detto questo, comunque ripeto: è un prodotto di spessore, e l'interpretazione di Joaquin è magistrale, e vale abbondantemente il prezzo del biglietto.
Ti è sfuggita una cosa fondamentale, che fa cadere questa critica. Ossia che
molto di quello che vedi, anche la scena finale in cui viene acclamato in realtà accade nella sua testa. È lui che si vede così, non gli altri. Nello stesso modo in cui immaginava la tipa con lui o lo spettacolo in tv
 
Ecco il mio pensiero (meglio se leggi stasera quando torni a questo punto, così non ti influenzo)

Attenzione SPOILER

non mi è piaciuto che abbiano dato al film esattamente l'impostazione che temevo, ovvero di trasformare Joker in un antieroe, una vittima con cui empatizzare.

Ammetto che di per sé questa scelta è ancora qualcosa che può essere influenzata dai gusti personali, il fatto però è che si traduce anche in scelte di scrittura tutt'altro che azzeccate a mio parere:

- ho visto davvero poca ambiguità morale nel film. I confini "etici" sono piuttosto netti: ci sono personaggi stronzi e personaggi gentili, personaggi che trattano bene Arthur e altri che non lo fanno. In nome di questo dualismo, sostanzialmente quasi ogni cattiva azione di Arthur, per quanto comunque intrinsecamente ingiustificabile, ha un'attenuante. Esempi: i tipi ai quali ha sparato in metropolitana erano personaggi assolutamente negativi, non penso ci sia stato spettatore che non abbia provato una catartica soddisfazione nel vederli fatti fuori. Non parliamo poi di Thomas Wayne, personaggio assolutamente e totalmente negativo, monodimensionale e davvero poco credibile...il suo confronto nel bagno pubblico con Arthur non ha giustificazioni, così come le dichiarazioni pubbliche che sembrano fatte ad arte per legittimare tutta la tematica della lotta di classe basata su "ricchi cattivi poveri buoni" (cioè, omicidio dei tre tizi, commento: "tutti bravi ragazzi e buoni lavoratori, a proposito non li conoscevo personalmente" wtf?
Sempre su questa linea la scena della donna con la bambina sull'autobus a inizio film, veramente forzata a mio avviso.

- se non bastassero scelte di scrittura un po' superficiali e banali a legittimare questa visione, ci pensa il film con più di un paio di sviolinate moraliste talmente esplicite da essere inequivocabili, per esempio sempre quella del discorso in bagno con Thomas, o quella finale con Murray, nella quale viene sostanzialmente detto esplicitamente "se trattate in questa maniera i poveracci, ecco cosa succede".

 Probabilmente è da questo tipo di scrittura ingenua che qualche recensore sarà stato infastidito, ma la tentazione di buttarla sulla retorica dei "film perikolosii1!!1!" è stata irresistibile, così da far perdere di vista quello che secondo me è il vero punto.

 Di fatto il film e le sensazioni che veicola dipendono praticamente all'80% da Joaquin e dalla sua interpretazione straordinaria, il restante 20 da regia, fotografia, montaggio e musiche...tutto il resto non è pervenuto, soprattutto gli altri personaggi (penso che passato qualche giorno non me ne ricorderò uno).

 E' evidente l'intento di usare "Joker" come una sorta di minaccia, spauracchio, delle estreme conseguenze alle quali può portare la patologia mentale. Questo è un tema con il quale ho potuto sentire una certa risonanza, avendo una persona a me vicina affetta da simili disturbi: è così che quando Joker dice di non avvertire rimorso per i suoi omicidi non riesco a vedere malvagità; e quando dice che ha smesso di prendere i farmaci, capisco automaticamente che ha avuto inizio un aggravamento del suo delirio mentale del quale però non si può considerare il responsabile. Andrebbe in contraddizione con quella che è forse la frase più bella del film..."la cosa più brutta di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che ti comporti come se tu non ce l'abbia". Quindi perché dovrei io ignorare che Arthur sia malato?

 E per chiudere, vorrei far notare che anche il film nei confronti del quale questo ha un evidente debito, ovvero Taxi Driver, affronta la patologia mentale...ma lo fa in maniera decisamente meno netta, con molta più ambiguità. Questo era quello che personalmente auspicavo per il film.


Detto questo, comunque ripeto: è un prodotto di spessore, e l'interpretazione di Joaquin è magistrale, e vale abbondantemente il prezzo del biglietto.
l'ho visto anche io oggi pomeriggio al cinema e condivido in pieno ciò che hai scritto :ahsisi:

anche io ho notato il fatto che il joker macchietta/nemico di batman è stato preso e di fatto trasformato in un Travis Bickle 2.0, ovvero una persona già di suo molto debole e a tutti gli effetti disturbata che viene inesorabilmente spinta in una certa dimensione e direzione da una società opprimente... il tipico cane bastonato che dopo la trentesima bastonata inizia a mordere senza più controllarsi...
anche se non condivido affatto certe posizioni, ora capisco perchè alcuni possano pensare che questo sia un film potenzialmente pericoloso agli occhi di determinati arthur fleck del mondo reale... :unsisi: dato che avrebbero un "modello" a cui rispecchiarsi.

E condivido anche il fatto che manchino del tutto le zone grigie nei personaggi... wayne spinto dall'arrivismo e dall'ambizione dall'inizio alla fine fà da contraltare all'arthur debole che diventa di colpo il folle joker senza scrupoli e inibizioni dopo aver scoperto la verità su sua madre :unsisi:   manca del tutto una fase di transizione, ad esempio l'arthur che non spende nemmeno un minuto in preda ai rimorsi per i primi 3 omicidi (cmq su leggittima difesa) o che non avverta il minimo senso di colpa quando non è diventato ancora joker è un pò un controsenso per una persona debole e malata ma fino a quel punto cmq con un animo buono e timoroso di tutto praticamente.

Vabbè inutile parlare della performance di phoenix, basta solo vedere il suo cambiamento fisico e dell'espressione facciale per calarsi nella parte
alla fine gli do un 7.5 perchè il concetto di joker è più una gimmick a cornice di un contesto ben diverso :ahsisi:

il problema è che mancano tante sfaccettature.

PS ovviamente dando tutto quel che succede nel film

come vero, perchè è difficile capire quanto fosse reale e quanto solo un illusione dello stesso arthur

 
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Io non vedo la figura di

Thomas Wayne come assolutamente negativa. O meglio, agli occhi di Arthur e dei rivoltosi lo è di certo, ma il film lascia una certa ambiguità e può far sospettare che non sia realmente così.

Per la scena del bagno, parliamo di un tipo che il giorno prima si era infiltrato a casa sua, gli ha traumatizzato il figlio e per poco non gli ammazzava il maggiordomo. Un cazzotto in faccia è il minimo, non mi aspettavo di certo una scena tarallucci e vino. Poi ovvio che quel pugno può derivare da una possibile indole "malvagia" di Thomas, come anche dal suo senso di protezione paterno, non lo sapremo mai.

Il film non ti dà una risposta certa su Thomas, ti mostra solo come viene visto e percepito dal proletariato.
La scrittura non l'ho trovata ingenua come l'hai percepita tu,

i rivoltosi pur avendo le loro ragioni, hanno anch'essi le loro colpe. E il film non si risparmia nel mostrarli sotto un'ottica negativa.

Stesso dicasi di Arthur. E' vero che spesso "punisce" chi se lo merita, ma la sua figura è decisamente ambivalente.
non lo so, io non ho visto niente di ambiguo in Thomas...riguardo al suo personaggio, non c'è niente che sia lasciato all'interpretazione dello spettatore. In ogni caso ci sono dati oggettivi - che esulano dalla presunta percezione distorta di Arthur -  su cui lavorare, tipo il rapporto con la madre. La diffidenza e l'aggressività che dimostra verso di lui in bagno l'avrei potuta capire nei confronti di un estraneo/di una persona mai vista, ma una volta realizzato che Arthur era il figlio di una persona che conosceva, e sapendo anche solo vagamente l'entità dei problemi che portava con sé - del resto era a conoscenza dei trascorsi della madre - comportarsi in quel modo denota la più totale mancanza di empatia. Non so, tu ti comporteresti così con una persona di tua conoscenza con visibili problemi mentali?

Per il resto, non penso che i rivoltosi siano giustificati dal film, solo Arthur. Anche perché i rivoltosi non sono altro che figure di sfondo, anch'esse totalmente monodimensionali (del resto li stiamo chiamando "rivoltosi", non c'è molto altro su cui lavorare)


Ti è sfuggita una cosa fondamentale, che fa cadere questa critica. Ossia che

molto di quello che vedi, anche la scena finale in cui viene acclamato in realtà accade nella sua testa. È lui che si vede così, non gli altri. Nello stesso modo in cui immaginava la tipa con lui o lo spettacolo in tv


In un film ci si deve basare su quello che si vede o sulle "spie" lasciate dal regista. Ci sono segmenti ben determinati nei quali è esplicitamente mostrato o anche soltanto suggerito quello che scrivi, altri in cui c'è spazio per interpretazione. Ma è decisamente anti-economico e secondo me abbastanza forzato pretendere di estendere questa intera lettura all'intero film: non c'è alcun motivo di pensarlo, salvo

interpretare la scena finale come il segnale che l'intera vicenda sia stata solo una rievocazione/fantasia di Arthur; ma in tal caso mi chiedo cosa abbiamo visto 2 ore.


In ogni caso, sempre basandosi su quello che si vede nel film, ci sono chiare spie che permettono di delimitare dei confini più o meno oggettivi:

1. Le fantasie di Arthur sono praticamente sempre positive per lui: la storia con la ragazza, il momento "special guest" nello show di Murray, la stand-up comedy con il pubblico che lo acclama, l'ovazione da parte dei rivoltosi, l'atmosfera onirica nel manicomio; non c'è nessun momento del film nel quale viene esplicitamente suggerito che egli viva una qualche forma di delirio persecutorio che gli fa immaginare di subire cose che in realtà non ha subito, i soprusi che subisce sono tutti chiari e tangibili (addirittura certificati, come l'abuso, che del resto non solo non è rievocato, ma è addirittura rimosso). I bambini lo picchiano? Gli escono dei lividi. Poi noi possiamo ipotizzarlo lo stesso, ma senza basi all'interno del film è una teoria un po' campata per aria.

2. alcuni fatti semplicemente non possono essere frutto della sua fantasia; il filmato viene mostrato nello show di Murray che lo prende in giro, che senso avrebbe avuto immaginarsi prima un comico di successo e poi un comico fallito ingiustamente deriso?


E per concludere, se anche volessimo concedere in una visione estrema del film che questo sia vero, resta un fatto:

Arthur è malato, non è colpevole nè malvagio; ergo è una vittima, e il film suggerisce chiaramente di chi, almeno nell'economia della storia, che questo sia vero o meno.
 
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Sparda ha detto:
 
In un film ci si deve basare su quello che si vede o sulle "spie" lasciate dal regista. Ci sono segmenti ben determinati nei quali è esplicitamente mostrato o anche soltanto suggerito quello che scrivi, altri in cui c'è spazio per interpretazione. Ma è decisamente anti-economico e secondo me abbastanza forzato pretendere di estendere questa intera lettura all'intero film: non c'è alcun motivo di pensarlo, salvo
 
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interpretare la scena finale come il segnale che l'intera vicenda sia stata solo una rievocazione/fantasia di Arthur; ma in tal caso mi chiedo cosa abbiamo visto 2 ore.
 
In ogni caso, sempre basandosi su quello che si vede nel film, ci sono chiare spie che permettono di delimitare dei confini più o meno oggettivi:
 
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1. Le fantasie di Arthur sono praticamente sempre positive per lui: la storia con la ragazza, il momento "special guest" nello show di Murray, la stand-up comedy con il pubblico che lo acclama, l'ovazione da parte dei rivoltosi, l'atmosfera onirica nel manicomio; non c'è nessun momento del film nel quale viene esplicitamente suggerito che egli viva una qualche forma di delirio persecutorio, i soprusi che subisce sono tutti chiari e tangibili. I bambini lo picchiano? Gli escono dei lividi. Poi noi possiamo ipotizzarlo lo stesso, ma senza basi all'interno del film è una teoria un po' campata per aria.
2. alcuni fatti semplicemente non possono essere frutto della sua fantasia; il filmato viene mostrato nello show di Murray che lo prende in giro, che senso avrebbe avuto immaginarsi prima un comico di successo e poi un comico fallito ingiustamente deriso?
 
E per concludere, se anche volessimo concedere in una visione estrema del film che questo sia vero, resta un fatto:
 
 

Arthur è malato, non è colpevole nè malvagio; ergo è una vittima, e il film suggerisce chiaramente di chi, almeno nell'economia della storia, che questo sia vero o meno.
Lui si erge in quel modo. Lui si crede in quel modo.Non la gente. Il film mette in mostra tutta la ferocia e la paranoia del personaggio altro che anti eroe. Stai facendo lo stesso errore di chi ha scritto certo recensioni abominevoli.
 
Lui si erge in quel modo. Lui si crede in quel modo.Non la gente. Il film mette in mostra tutta la ferocia e la paranoia del personaggio altro che anti eroe. Stai facendo lo stesso errore di chi ha scritto certo recensioni abominevoli.


Io sto partendo dal film e da fatti oggettivi, ci sta non essere d'accordo, ma dopo tutto il tempo speso ad argomentare mi farebbe piacere qualcosina di più di un "non è così"; altrimenti non è uno scambio di opinioni ma un braccio di ferro.

In quale "modo" si erge? Dove si vede la paranoia? Un esempio? Più che paranoia e ferocia mi sembra che traspaia abbondantemente la frustrazione e l'esasperazione di un povero cristo, SOPRATTUTTO l'esasperazione...

"spero che la mia morte abbia più senso della mia vita"



una frase che si commenta da sola.

Il paragone con i recensori poi proprio non ha senso, sembra che tu non abbia nemmeno letto la mia risposta.

 
Sparda ha detto:
 
In un film ci si deve basare su quello che si vede o sulle "spie" lasciate dal regista. Ci sono segmenti ben determinati nei quali è esplicitamente mostrato o anche soltanto suggerito quello che scrivi, altri in cui c'è spazio per interpretazione. Ma è decisamente anti-economico e secondo me abbastanza forzato pretendere di estendere questa intera lettura all'intero film: non c'è alcun motivo di pensarlo, salvo
 
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In ogni caso, sempre basandosi su quello che si vede nel film, ci sono chiare spie che permettono di delimitare dei confini più o meno oggettivi:
 
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1. Le fantasie di Arthur sono praticamente sempre positive per lui: la storia con la ragazza, il momento "special guest" nello show di Murray, la stand-up comedy con il pubblico che lo acclama, l'ovazione da parte dei rivoltosi, l'atmosfera onirica nel manicomio; non c'è nessun momento del film nel quale viene esplicitamente suggerito che egli viva una qualche forma di delirio persecutorio, i soprusi che subisce sono tutti chiari e tangibili. I bambini lo picchiano? Gli escono dei lividi. Poi noi possiamo ipotizzarlo lo stesso, ma senza basi all'interno del film è una teoria un po' campata per aria.
2. alcuni fatti semplicemente non possono essere frutto della sua fantasia; il filmato viene mostrato nello show di Murray che lo prende in giro, che senso avrebbe avuto immaginarsi prima un comico di successo e poi un comico fallito ingiustamente deriso?
 
E per concludere, se anche volessimo concedere in una visione estrema del film che questo sia vero, resta un fatto:
 
 

Arthur è malato, non è colpevole nè malvagio; ergo è una vittima, e il film suggerisce chiaramente di chi, almeno nell'economia della storia, che questo sia vero o meno.
Lui si erge in quel modo. Lui si crede in quel modo.Non la gente. Il film mette in mostra tutta la ferocia e la paranoia del personaggio altro che anti eroe. Stai facendo lo stesso errore di chi ha scritto certo recensioni abominevoli.
non sono d'accordo
 

arthur ha subito traumi fisici dalla madre adottiva da bambino che hanno avuto gravi ripercussioni sulla sua psiche da adulto... è chiaramente una persona vista con disprezzo e indifferenza dalla società e la sua indole debole certo non lo aiuta, un pò alla volta un pò alla volta è stato spinto verso quella direzione e ha lasciato uscire tutta la rabbia e follia covata negli anni... come diceva un altro joker, la follia è come la gravità, basta una piccola spinta. Questo differenzia un pò arthur dagli altri joker dei film...

il joker di jack nicholson era già un criminale fatto e finito, nella sua trasformazione è stato solo spinto a uccidere i suoi ex soci che l'hanno tradito; così come il joker di the dark knight che nasce già come un folle sociopatico :ahsisi: arthur è un Travis Bickle più traumatizzato ed esaurito inserito in un contesto ancora più opprimente.

 
Ragazzi non so cosa dire, ho i brividi da quando sono uscito, avrei potuto scoppiare a piangere dall'emozione in qualsiasi, che film, che attore. Assolutamente una delle mie pellicole preferite, domani a freddo commenteró, ora non ce la faccio. Guardatelo, tutti

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Appena tornato dal cinema. Una delle migliori prestazioni attoriali che io abbia mai visto, c'è poco da dire. Devo ancora riprendermi.

 
Sono andato a vederlo al cinema stasera, e niente semplicemente spettacolare, un Joaquin Phoenix fantastico.  :polmo:

 
Film mostruoso! Phoenix riesce a trasmettere 

T U T T O .

Un film incredibilmente (imho) perfetto. Sono uscito dalla sala 25 minuti fa, e non riesco a togliermi dalla testa la main theme del film. 
Fotografia, musica, regia. Da pelle d’oca. 
C’è ppi una quantità mastodontica di piccole rappresentazioni del film e del personaggio che faccio davvero fatica a ricordarle tutte (in senso positivo). 
È la prima volta poi che la risata del Joker riesca realmente a rappresentare l’idea centrale del film. E quando la sento provo pena e paura allo stesso tempo.

so che è sbagliato fare il classico paragone con Ledger, ma...questo è più profondo e dannatamente più vero. Un Joker che potrebbe realmente esistere. Ovviamente quello di Nolan è un co-protagonista antagonista, e che quello co Phoenix è un film incentrato solo su questo personaggio, ma non riesco a non paragonarli. Non ho mai visto un Joker come quello di stasera. Mai. 
È chiaramente un Taxi Driver dei giorni nostri. Posso capire le critiche e i gusti personali, ma dare un 20 (su 100) come il Time significa essere delle grandissime teste di c. 
 

So benissimo che questo film vuole essere stand alone, ma spero con tutto il cuore di vedere un seguito, o un Batman rispettando le stesse tematiche/mondo del film. Cioè, vorrei un seguito, ma allo stesso tempo non lo vorrei. Non so che dire.
 

Per la prima volta ho dato 10 come voto sul thread. 
 

Preciso che questo per me NON È un film d’autore, ma un cinecomic. Etichettandolo come film d’autore, pellicole come il Joker se ne vedranno poche, troppo poche. I soliti cinecomic ormai hanno rotto le palle, soprattutto dopo questo. 

 
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@Sparda nella parte finale del tuo commento

Lui non è una vittima. O meglio, lui è il prodotto di una società malata e menefreghista, ma Flink, anche se malato, gioisce nell’uccidere alla fine. “Non provavo sensi di colpa” come disse durante il Late Show. L’intero film non lo elogia, non lo rappresenta nemmeno come un anti-eroe. Joker rappresenta esattamente i problemi odierni portati allo stremo, un uomo incastrato in una spirale di violenza (fisica e psicologica) pronto a trasformarsi poi in una bestia vendicativa.
Todd Philips ti mostra come la vittima diventa un carnefice.

L’esempio di sua madre e della sua morte calzano a pennello col discorso.

Pure nel finale del film, emblematico, l’intento è quello di mostrare la violenza anarchica, Arthur in mezzo alla folla in delirio mentre un qualsiasi Joker ucciderà la famiglia Wayne. 
 

il film mostra come la violenza genera altra violenza. Nessuno è innocente in questo film. A parte il nano :asd:  

 
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rivisto

lo trovo eccezionale, fotografia, montaggio, scenografia, comparto sonoro, costumi, tutti gli attori a partire da Phoenix e la scrittura di tutti i personaggi a partire da Joker

li ho trovati tutti funzionali, abbiamo i buoni e i cattivi ma anche, e soprattutto, i finti buoni e i finti cattivi
Todd Philips si dimostra molto capace dietro la macchina da presa ed è sorprendente che sia la stessa persona di Parto col Folle, cioè davvero, è incredibile, fortuna che ha intrapreso questa direzione ora (si spera continui...)

La sceneggiatura mi è piaciuta e non ci trovo problemi

attenzione


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nel caso fosse vero il tutto, ha avuto sfortuna ma anche molta fortuna che il video del suo sketch capitasse proprio nel programma che seguiva da sempre


un'informazione

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la ragazza madre e la figlia sono morte?

perché dopo essere stato da loro fa la risata che per tutto il film fa nei momenti tristi
non mi prendo responsabilità se uno apre per sbaglio


e per il finale

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Ad Arkham si riferisce a pensieri/sogni/viaggi mentali che non abbiamo visto, alla parte dopo l'incidente o ad un periodo ancora più lungo?

il dubbio mi è venuto anche perché tra le prime scene vediamo un flashback di lui dentro una struttura come quella nel finale, poi quando parla con l'archivista non ha idea di come si possa finire lì dentro e infine nel finale è nella stessa saletta del flashback (sempre che non sia in realtà un flashforward)

inoltre ho notato che tutte le donne tranne la madre son di colore, esattamente come la psicologa del finale
stesso discorso dello spoiler di prima


poi altre cose che mi son piaciute

l'ironia inversa


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ogni volta che Fleck se la ride, noi non dovremmo perché le battute o non fan ridere o sono atti terroristici, mentre quando lui non vuole far ridere, viene spontaneo ridere, ad esempio con la porta dell'ospedale
la metafora ad inizio film

quando De Niro parla dei supertopi per me è stata una chiara metafora del Joker, però poi quando ha detto che la soluzione sono i supergatti non m'ha fatto ridere ma mi son gasato perché sembrava proprio una metafora del buon vecchio batman


direi che per la prima volta da praticamente sempre, assegnerò un 10 ad un film (ad una qualsiasi cosa in realtà)

e visto che avrò tempo per cambiare idea e rifletterci, al momento oso pure dire che potrebbe diventare il mio film preferito

non mi son mai emozionato così tanto al cinema

 
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rivisto

lo trovo eccezionale, fotografia, montaggio, scenografia, comparto sonoro, costumi, tutti gli attori a partire da Phoenix e la scrittura di tutti i personaggi a partire da Joker

li ho trovati tutti funzionali, abbiamo i buoni e i cattivi ma anche, e soprattutto, i finti buoni e i finti cattivi
Todd Philips si dimostra molto capace dietro la macchina da presa ed è sorprendente che sia la stessa persona di Parto col Folle, cioè davvero, è incredibile, fortuna che ha intrapreso questa direzione ora (si spera continui...)

La sceneggiatura mi è piaciuta e non ci trovo problemi

attenzione


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nel caso fosse vero il tutto, ha avuto sfortuna ma anche molta fortuna che il video del suo sketch capitasse proprio nel programma che seguiva da sempre


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la ragazza madre e la figlia sono morte?

perché dopo essere stato da loro fa la risata che per tutto il film fa nei momenti tristi
non mi prendo responsabilità se uno apre per sbaglio


e per il finale

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Ad Arkham si riferisce a pensieri/sogni/viaggi mentali che non abbiamo visto, alla parte dopo l'incidente o ad un periodo ancora più lungo?

il dubbio mi è venuto anche perché tra le prime scene vediamo un flashback di lui dentro una struttura come quella nel finale, poi quando parla con l'archivista non ha idea di come si possa finire lì dentro e infine nel finale è nella stessa saletta del flashback (sempre che non sia in realtà un flashforward)

inoltre ho notato che tutte le donne tranne la madre son di colore, esattamente come la psicologa del finale
stesso discorso dello spoiler di prima


poi altre cose che mi son piaciute

l'ironia inversa


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ogni volta che Fleck se la ride, noi non dovremmo perché le battute o non fan ridere o sono atti terroristici, mentre quando lui non vuole far ridere, viene spontaneo ridere, ad esempio con la porta dell'ospedale
la metafora ad inizio film

quando De Niro parla dei supertopi per me è stata una chiara metafora del Joker, però poi quando ha detto che la soluzione sono i supergatti non m'ha fatto ridere ma mi son gasato perché sembrava proprio una metafora del buon vecchio batman


direi che per la prima volta da praticamente sempre, assegnerò un 10 ad un film (ad una qualsiasi cosa in realtà)

e visto che avrò tempo per cambiare idea e rifletterci, al momento oso pure dire che potrebbe diventare il mio film preferito

non mi son mai emozionato così tanto al cinema
Sulla parte:

della ragazza di colore e la figlia ci ho riflettuto parecchio pure io e analizzando la situazione credo che entrambe siano state uccise. 

In quella fase oramai il Joker si è completamente impossessato di Arthur ed è proprio da lì che inizia a strappare tutti i rami secchi dalla sua vita:


 


-uccide il collega traditore


-uccide la madre bugiarda 


-uccide il conduttore televisivo che voleva umiliarlo


-si compiace dell’omicidio dei tre ragazzi 


 


e quindi presumo abbia ucciso anche la ragazza che da sempre l’ha ignorato (come il resto della società).


 


Comunque la sequenza lascia intendere proprio quella sorte, lo sguardo perso nel vuoto quando era seduto sul divano di lei, l’uscita dall’appartamento con passo pesante e con sottofondo la theme, il ritorno nel suo appartamento con aria sollevata e risata isterica (come hai notato pure te) e poco dopo si sente sullo sfondo la sirena di un’ambulanza e qualcuno che che urla nell’appartamento vicino al suo.








 
Preciso che questo per me NON È un film d’autore, ma un cinecomic. Etichettandolo come film d’autore, pellicole come il Joker se ne vedranno poche, troppo poche. I soliti cinecomic ormai hanno rotto le palle, soprattutto dopo questo.
La penso allo stesso modo  :gab:

 
Sulla parte:

della ragazza di colore e la figlia ci ho riflettuto parecchio pure io e analizzando la situazione credo che entrambe siano state uccise. 

In quella fase oramai il Joker si è completamente impossessato di Arthur ed è proprio da lì che inizia a strappare tutti i rami secchi dalla sua vita:

 

-uccide il collega traditore

-uccide la madre bugiarda 

-uccide il conduttore televisivo che voleva umiliarlo

-si compiace dell’omicidio dei tre ragazzi 

 

e quindi presumo abbia ucciso anche la ragazza che da sempre l’ha ignorato (come il resto della società).

 

Comunque la sequenza lascia intendere proprio quella sorte, lo sguardo perso nel vuoto quando era seduto sul divano di lei, l’uscita dall’appartamento con passo pesante e con sottofondo la theme, il ritorno nel suo appartamento con aria sollevata e risata isterica (come hai notato pure te) e poco dopo si sente sullo sfondo la sirena di un’ambulanza e qualcuno che che urla nell’appartamento vicino al suo.
 
Tutto giusto e penso anche io che sia andata così ma un solo appunto

la persona che grida nell'appartamento di fianco se la prende palesemente con Arthur stesso che sta facendo casino con la sua risata isterica :sisi:

 
TestaMatta89 ha detto:
 
Todd Phillips ha detto che il Batman di Pattinson e il Joker di Phoenix non si incontreranno in un futuro prossimo.
Peccato, il personaggio sta talmente bene cucito su Phoenix che mi dispiacerebbe non rivederlo più

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