E' ovvio che spendere due parole su un prodotto di questo tipo è complesso, non si può descrivere nel dettaglio perché si andrebbe
ad inquinare l'esperienza altrui, ma non si possono neanche omettere le sensazioni che dona un gioco di questo tipo, ma premetto dicendo che:
Un videogioco NON è un opera d'arte, ma un'opera d'arte PUO' diventare un videogioco.
Journey è senz'altro il secondo caso, reminescente di atmosfere familiari ai prodotti del TEAM ICO, ma badate bene, senza oscurare l'abile
mano degli artigiani di fantasie alla THATGGAMECOMPANY, il "deserto" è ironicamente ricco di dettagli e ogni zona è curata in maniera da
servire scenari evocativi da ogni inquadratura li si guardi, potreste farvi facilmente una galleria di bellissimi sfondi per la PS3 se il gioco
salvasse uno screenshot ogni 20 secondi.
L'esperienza vissuta nel gioco è decisamente figlia di una visione, o di un sogno, che è stato reso interagibile in una maniera che a qualcuno
farà storcere il naso, inizialmente soffrirete la mancanza di possibilità di interazione con l'ambiente (le azioni di gioco sono veramente poche)
ma poi capirete che tale limitazione è una scelta di design abbastanza profonda, dopotutto nei sogni (anche quelli lucidi) non si ha il
controllo totale delle cose...
Come dicevo, Journey si esprime, vuole raccontare una storia alla sua maniera tramite cutscenes criptiche e mai noiose
(nella beta il gioco si resetta ad ogni avvio, quindi si rifanno sempre le stesse cose), alle quali possono essere dati uno o
più significati, sta in mano al fruitore (altro punto in comune con i giochi di UEDA)
L'unica pecca che avevo riscontrato ingame era la gestione della telecamera legata al motion control, ma è stata subito
patchata al secondo giorno di BETA (quando si parla di sviluppatori che vogliono bene ai loro fan, ricordatevi dei TGC)
L'interazione multiplayer è minima (nella beta ancor di più inquanto sono esplorabili solo 3 aree, di cui 1 single e 2 multi), solo due giocatori
in completo anonimato, il quale primo incontro è piuttosto suggestivo (non vi spoilero nulla) e che possono anche andare avanti anche
autonomamente, non c'è co-op forzata, ma è divertente provarci soprattutto quando si scoprono piccole chicche come lo sfruttare l'unico
modo d'interazione (il canto tramite il tasto O) per donare "energia magica" (usata per saltare e fluttuare) l'uno all'altro galleggiando
nell'aria fino a ricadere sulle dune in discesa per una bella surfata sulla sabbia.
Detto a parole è strano lo so, ma provarlo è qualcosa di unico, anche perché sarete consci di esserci riusciti senza alcun metodo
di comunicazione convenzionale, proverete un senso di complicità e soddisfazione simile a quando riuscite ad interdervi con un
vostro amico con solo uno sguardo.
Se poi devo anche disquisire sulla colonna sonora minimalista ma azzeccata, e sulla notevole qualità delle animazioni dei personaggi,
ma ancor di più quella dei brandelli di tessuto che sembrano vivi dal modo in cui popolano l'abientazione e interagiscono con voi,
si può allungare il brodo ancora un pò.
Ma non mi sembra il caso, così come questo gioco in una lasso di tempo così breve mi ha comunicato tanto, penso sia il caso stia
a voi farvi un'idea di che tipo d'esperienza che può essere Journey quando sarà disponibile sul PSN.