confermo.
ma Alle elementari non ho mai sentito insulti per orientamento sessuale, non ho mai subito, o assistito ad atti di discriminazione per queste cose relative alla sessualità, perché nessuno era capace di formulare ragionamenti complessi relativi alle ramificazioni sessuali, cha vadano oltre al fattore maschio e femmina. Oltre a questo si era tutti uguali.
Non sapevamo manco cosa volesse dire sesso e altre cose, che non le dovevamo sapere certe cose, non ci pensavamo a certe cose, e se un prof avesse insegnato noi qualche cosa, non so come sarebbe andata, probabilmente i miei genitori sarebbero venuti a scuola a dirgliene 4, se io a casa iniziavo a parlare di gay, trans e fare domande sul sesso.
In quel caso si che le avremmo usate le così dette parole volgari, perché se andavamo a casa a ripetere certe questioni, poi la famiglia ce le avrebbe spiegate in altri toni, e immagino che chiunque di noi, ha anche parenti anziani, e in dialetto non te le mandan a dire. In quel caso il bambino inizia ad apprendere anche volgarità se si parla di quelle cose di cui non si deve parlare.
Quindi più si lasciano in pace i bambini su certe questioni ed è meglio. Si devono far maturare senza pre-impostazioni tipo telecomando del televisore. Si devono lasciare in pace fino ad una maturazione sessuale e saranno loro a capire il rispetto, e per questo ci vuole educazione quando avranno raggiunto una determinata età per comprendere certe dinamiche. Non alle scuole elementari, che mi sembra da pazzi.
L'identità di genere non è legata alla dimensione sessuale, ma a quella culturale. Il genere e il sesso possono coincidere, ma sono due cose diverse. Il sesso è biologico ed è banalmente l'organo sessuale che ciascuno di noi possiede, mentre il genere è quell'insieme di comportamenti connotati che caratterizzano il classico agire dell'uomo e della donna nella concezione tradizionale (l'uomo che lavora, la donna che cucina, l'uomo che deve conquistare la donna, la donna che deve lasciarsi corteggiare, ecc). Ai bambini va insegnato questo, va insegnata la differenza tra generi, che ci possono essere famiglie e relazioni tra persone dello stesso sesso, che una donna può ambire alla carriera tanto quanto l'uomo, che essere sensibili e non particolarmente virili non è sbagliato, ma normale, senza introdurre la sfera sessuale. Ci arriveranno quando sarà il momento. A tal proposito, già in quarta elementare i miei compagni di classe usavano senza problemi la parola "gay" per additare qualcuno poco "virile" (che magari piangeva spesso) o chi magari stava solo con bambini e non parlava mai con bambine. E posso dirti di più, alcuni miei compagni di classe sapevano già cosa fosse il sesso. Io no, l'ho scoperto alle medie, ma alcuni miei compagni usavano tranquillamente parole e verbi sessuali che poi ho realizzato da più grande essere sessuali. E li usavano consapevolmente, non erano parole dette a caso e ripetute a pappagallo. E ne ho un ricordo vividissimo. Quando io ero piccolo le mie compagne di classe (soprattutto le figlie uniche o cresciute in famiglie di sole donne) chiedevano/volevano spesso vedere il pene dei propri compagni di classe (perché nonostante avessere 6/8/10 anni erano curiose e sapevano che c'erano delle differenze) senza saper nulla di sesso. E sono sicuro che queste stesse dinamiche te le potrebberi confermare anche altre persone. Altro fattore particolarmente rilevante: l'età media della pubertà in Italia si sta abbassando drasticamente, internet e la TV stanno rendendo la scoperta della sfera sessuale ancora più preoce. La scuola elementare non deve insegnare o spiegare come funziona il sesso, ma può parlare del genere, può parlare dei transessuali esattamente come venivano descritti a me dai miei genitori quand'ero piccolo io. La pre-impostazione è quella che stai facendo tu, cioè nascondere questioni scomode/spinose (che in realtà son soltanto questioni che collidono con la tua visione del mondo). Spiegare che esistono le diversità (che le famiglie possono essere composte da persone dello stesso sesso, per fare un altro esempio) in maniere non esplicitamente sessuali, è una cosa che si può fare, eh. Il sesso si studia alle scuole medie (per quei fortunati che lo studiano) quando già tutti sanno benissimo cos'è e come funziona.
L'immigrazione nel nostro Paese è diversa.
in America non fanno politiche di inclusione a scopo masochistico come le nostre. L'altra sera una nota trasmissione televisiva ha fatto un reportage a 360 gradi su come gli enti loschi sul territorio nazionale guadagnano con l'immigrazione, fanno entrare determinati individui poi licenziano immediatamente e ripetono, intanto questi finiscono a lavorare a nero, microcriminalità e altro.
Chi entra negli Stati Uniti non finisce automaticamente a delinquere , lavorare a nero o finire da altre parti tipo microcriminalità sul territorio o in galera come succede in Italia.
In Italia pochi migranti regolari riescono a seguire un percorso virtuoso di creazione di un nucleo familiare che si integra al territorio, quindi la faccenda risiede nelle politiche truffaldine dei soliti noti, come la criminalità organizzata e determinati enti finti accoglienza collusi con una certa politica, e creano i presupposti che si crei un ciclo malavitoso.
Lascia perdere il discorso che non è la sede adatta e non sono neppure d'accordo con la tua analisi, il sunto era che è riduttivo dire che l'immigrazione non può sopperire parzialmente al calo delle nascite di un paese. Non è l'Italia l'esempio giusto da guardare perché è un paese specifico con una condizione specifica.
Viviamo in un mondo sovrappopolato, ma non per questo credo che qualcuno mi possa dire di utilizzare questo fattore come un tipo di giustificazione al danno.
In realtà sì, palesemente il mondo si sta ribellando al nostro stile di vita e alla nostra ingombrante ed esosa presenza e ripeto, più gay e matrimoni omosessuali non significa meno nascite (non significative, quantomeno), ma principalmente più libertà, meno emarginazione e discriminazione. Non puoi reprimere qualcosa che non ti piace, se esistono delle persone omosessuali e la psicologia ci dice che non sono malati, vuol dire che hanno il diritto di esistere. Che ti piaccia o meno, che tu lo possa reputare pericolo per la sopravvivenza della nostra specie o meno. Tra l'altro sai cosa può mettere a rischio davvero la sopravvivenza della specie? L'aumento dell'infertilità che negli ultimi anni sta aumentando sempre più.
Anche se "aiutiamoli a casa loro" suona come razzista. E quindi per qualcuno non dobbiamo aiutarli a casa loro. Dobbiamo lasciare le cose come stanno.
Far si che in quei luoghi si continuino a creare i presupposti che facciano bambini al solo scopo di utilizzarli per lavori e cose spiacevoli, che tutti sappiamo, ma molti vogliono ignorare cosa avviene nei Paesi sottosviluppati.
Ti ripeto, non è la sede adatta, ma prima di chiudere l'argomento ci tengo a darti il mio parere del perché "aiutiamoli a casa loro" suona razzista alle mie orecchie. Una questione semplicissima: quando Salvini ha avuto la possibilità di fare/proporre concretamente qualcosa non ha mai fatto nulla. Ha fatto una guerra ideologica sulle pelle delle persone e sa benissimo che il problema Africa è molto più complesso di così. Ma è un approccio populista, l'approccio delle soluzioni semplici a problemi complessi.