Secondo me la chiave di interpretazione è che una parola assume la morfologia di provenienza solo SE desideriamo per ragioni espressive che si capisca che il termine proviene da un'altra lingua (come appunto spiegano i vari estratti della Crusca). Ad esempio, se utilizziamo latinismi che non fanno parte del linguaggio quotidiano (come invece può esserlo "Ergo") in un contesto professionale/specialistico, spesso ne evidenziamo "l'estraneità" con espedienti grafici (ad esempio scrivendoli in corsivo, o utilizzando le virgolette).
"Persona" nel contesto della serie non è un latinismo, è proprio una parola specifica che indica entità soprannaturali, e come tale viene adattata in inglese. Per quanto mi riguarda, non ho dubbi che in questo contesto d'uso vada lasciata invariabile, esattamente come con l'adattamento inglese

. La forma italiana invece è da escludere del tutto. L'ambiguità è data solo dal fatto che noi abbiamo più familiarità con il latino di quanta non ne abbiano gli inglesi, e questo magari può portarci a forme di ipercorrettismo; in ogni caso il sistema dei casi in italiano nell'uso comune non si applica nemmeno ai latinismi veri e propri, se non per quanto riguarda la distinzione singolare/plurale, e anche in quei casi nemmeno in maniera consistente (vedere il caso di curriculum/curricula
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/plurale-di-curriculum/19 http://www.treccani.it/enciclopedia/curriculum-o-curricula_(La-grammatica-italiana)/)
Quindi, per quanto mi riguarda, nessun dubbio che sia "un Persona/i Persona"
Autòmata credo si pronunci con l'accento in seconda sede, anche perché così lo ha consolidato la tradizione in tutti i suoi derivati, anche in inglese mi pare