Alert Religioni (Leggere il primo post prima di intervenire)

  • Autore discussione Autore discussione Staff
  • Data d'inizio Data d'inizio
Pubblicità
Dopo aver scritto paginate e paginate sull'argomento, credo che la tua frase sia sterile senza un'antitesi presentata a modo.
Semplicemente perchè voglio trovare una nuova impostazione alla discussione.

Ma prima di poter ragionare sulla concezione di ***, sull'influenza che tale idea ha avuto sulla società, bisogna prendere in considerazione una miriade di fattori diversi.

Iniziando dal definire ***. Di quale *** è lecito parlare. Di quelli descritti nelle varie religioni, scomparse e non, apparse nel corso della storia, o dobbiamo parlare di un *** concepito come forza invisibile, infinita e non senziente?

 
Semplicemente perchè voglio trovare una nuova impostazione alla discussione. Ma prima di poter ragionare sulla concezione di ***, sull'influenza che tale idea ha avuto sulla società, bisogna prendere in considerazione una miriade di fattori diversi.

Iniziando dal definire ***. Di quale *** è lecito parlare. Di quelli descritti nelle varie religioni, scomparse e non, apparse nel corso della storia, o dobbiamo parlare di un *** concepito come forza invisibile, infinita e non senziente?
Essere Assoluto o Colui di cui non c'è nulla di superiore vanno bene come definizioni.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Ultima modifica da un moderatore:
Essere Assoluto o Colui di cui non c'è nulla di superiore vanno bene come definizioni.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
E tuttavia sono definizioni che vanno molto sul vago. Ogni tipo di religione ha idealizzato, figurato, umanizzato il concetto di ***, riducendolo a figure che di Assoluto non presentano quasi più alcuna caratteristica.

Se si vuole limitare il discorso, prendendo in esame la sola religione cristiana, notiamo, dai passi della Bibbia, che questo *** cade numerose volte in palesi incoerenze, o assume comportamenti che di divino non hanno nulla.

"Esodo 34:14-16

(Il Signore disse: ... )

14 Tu non devi prostrarti ad altro ***, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un *** geloso."


1-Corinzi

11,3

(di san Paolo)

Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è ***.


Genesi

2,

18+19+20+22

- *** disse: "Non è bene che l'uomo sia solo; gli voglio fare un aiuto che gli sia simile"...

- Allora il Signore *** plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli...

- ma l'uomo non trovò [tra gli animali] un aiuto che gli fosse simile...

- *** plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo...

Rifacendosi alla definizione da te postata, direi che questo *** ebraico è palesemente un falso.

 
Nono, molla la Bibbia che riguarda la rivelazione e di conseguenza auspica la fede.

 


Tu hai scritto a chiare lettere:


 




Se non fosse che è il sano ragionamento ad escludere ***.
 


Allora usiamo solo la ragione e asteniamoci dalle Sacre Scritture (che per ritenerle anche solo Sacre bisogna andare ben oltre la ragione).


 


Mostrami con la tua testa che il sano ragionamento esclude ***.


 


Avevi bisogno di due definizioni?


 


Io t'ho dato le migliori, quelle di Aristotele e di Parmenide/Platone: ora usale.





 
Ultima modifica da un moderatore:
Nono, molla la Bibbia che riguarda la rivelazione e di conseguenza auspica la fede. 


Tu hai scritto a chiare lettere:


 




 


Allora usiamo solo la ragione e asteniamoci dalle Sacre Scritture (che per ritenerle anche solo Sacre bisogna andare ben oltre la ragione).


 


Mostrami con la tua testa che il sano ragionamento esclude ***.


 


Avevi bisogno di due definizioni?


 


Io t'ho dato le migliori, quelle di Aristotele e di Parmenide/Platone: ora usale.



Si può analizzare la figura di *** prescindendo dalle Sacre Scritture che l'hanno introdotto? No, senza quei testi la figura di *** non esisterebbe nemmeno.

Ma proviamoci. Se andiamo ad analizzare la maggior parte delle religioni concepite dall'uomo, notiamo che tutti gli dei apparsi dalla preistoria ad oggi hanno almeno un elemento in comune. Ovvero il fungere da risposta rapida e veloce alle più grandi domande che l'uomo da sempre si pone". Da dove veniamo? Dove andremo dopo la morte? CHi ha creato tutto? ". O in altri casi fungono da spiegazione a fenomeni naturali inspiegabili per l'epoca.

Non ci sono veri e propri elementi che lasciano intuire l'esistenza di un essere superiore, infinito, inimmaginabile a causa dei limiti della nostra mente. Esistono solo delle grandi lacune nelle nostre conoscenze.

La stessa definizione che mi hai fornito, per quanto estraniata dal contesto filosofico dalla quale l'hai recuperata, è stata concepita in un epoca nella quale le conoscenze dimostrabili erano esigue, rispetto alle nostre.

In ogni caso avevo chiesto una tua definizione, più personale, e per questo più valida ai fini della discussione.

 
Appunto!
In una parola: è un assurdo.
In teoria non bisognerebbe neppure discuterne vista l'ovvietà.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

@ MAH, ti rispondo appena ho un po' di tempo.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 


---------- Post added at 20:06:19 ---------- Previous post was at 20:00:18 ----------

 


Letto ora.

 


Non ti rispondo perchè non c'è nulla al fronte su cui rispondere, avevo solo visto il tuo avatar.
:rickds:
Più che altro quello che volevo dire è che non si possono fare ragionamenti basati sul linguaggio umano , perchè come è stato ampliamente dimostrato è incompleto. Lo sbaglio dei filosofi è che danno delle definizioni in modo assoluto, utilizzando un linguaggio che di assoluto non ha niente , è che porta inevitabilmente a paradossi , che utilizzando termini matematici , possiamo dire che sono anche degli assurdi .

Anche il solo fatto di definire l'assurdo è sbagliato proprio concettualmente, perchè si basa su delle premesse che potrebbero essere sbagliate.

Alla fine l'unica cosa che possiamo fare è partire da degli oggetti ,da delle relazioni, e da degli assiomi che definiremo noi arbitrariamente . Su questi possiamo impostare le nostre definizioni e cominciare a sviluppare dei teoremi . Ma attenzione , perchè tutto che definiamo vale solo nel campo di esistenza che abbiamo definito noi , quindi concetti quali vero , falso , assurdo , impossibile , sono limitati al nostro insieme . Fin quando non si conoscono tutti questi elementi è impossibile dare delle definizioni precise che valgano sempre.

Il discorso è molto complesso e sicuramente avrò fatto un sacco di casino :rickds: , però è molto interessante //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

EDIT : No , lasciamo perdere Achille e la tartaruga va :rickds:

 
Ultima modifica da un moderatore:
Più che altro quello che volevo dire è che non si possono fare ragionamenti basati sul linguaggio umano , perchè come è stato ampliamente dimostrato è incompleto. Lo sbaglio dei filosofi è che danno delle definizioni in modo assoluto, utilizzando un linguaggio che di assoluto non ha niente , è che porta inevitabilmente a paradossi , che utilizzando termini matematici , possiamo dire che sono anche degli assurdi .
Anche il solo fatto di definire l'assurdo è sbagliato proprio concettualmente, perchè si basa su delle premesse che potrebbero essere sbagliate.

Alla fine l'unica cosa che possiamo fare è partire da degli oggetti ,da delle relazioni, e da degli assiomi che definiremo noi arbitrariamente . Su questi possiamo impostare le nostre definizioni e cominciare a sviluppare dei teoremi . Ma attenzione , perchè tutto che definiamo vale solo nel campo di esistenza che abbiamo definito noi , quindi concetti quali vero , falso , assurdo , impossibile , sono limitati al nostro insieme . Fin quando non si conoscono tutti questi elementi è impossibile dare delle definizioni precise che valgano sempre.

Il discorso è molto complesso e sicuramente avrò fatto un sacco di casino :rickds: , però è molto interessante //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

Esempio : Il paradosso di Achille e la tartaruga , che pensandoci come ragionamento è correttissimo , purtroppo però non tiene conto che nella realtà geometrica dove viviamo il limite della somma di infiniti numeri può dare un numero finito .
E' esattamente quello che stavo cercando di dire poco più su quando lo definivo "concetto molto cedevole".

Un po' come quando ho specificato che le stesse leggi fisiche dipendono dal sistema a cui si riferiscono e che la stessa geometria cambia con questi.

Era giusto per mettere i puntini sulle i. Il tuo concetto di assoluto , chen , l'ho compreso. In natura tutto è sia assoluto che relativo , e non è veramente nessuna delle due cose. Qualcosa di VERAMENTE assoluto, qualcosa che permane quando non c'è più nessun sistema da cui possa dipenderne l'esistenza , sicuramente sarebbe divino. Ma di certo non va bene il ragionamento di Tommaso, per definirlo.

Giusto per mettere gli ultimi puntini sul discorso //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Ultima modifica da un moderatore:
E' banale dire "*** esiste sennò il big bang non c'era stato" e "*** non esiste perchè il mondo è stato creato dal big bang"
Perchè sarebbe banale?

E' ovvio che ci sono tante religioni e non si può stabilire quale sia vera, secondo me ce ne sono alcune migliori di altri.

 
Perchè sarebbe banale?
E' ovvio che ci sono tante religioni e non si può stabilire quale sia vera, secondo me ce ne sono alcune migliori di altri.
Semplicemente perchè non lo puoi dimostrare. La religione è il tappabuchi ideale della nostra conoscenza. Ma non è la verità.

 
Perchè sarebbe banale?
E' ovvio che ci sono tante religioni e non si può stabilire quale sia vera, secondo me ce ne sono alcune migliori di altri.
Provo a spiegartelo in poche righe.

Perchè se andiamo a discutere per ridicolizzare il sistema di credenze religiose messe in piedi per veicolare un insegnamento dicendo "non c'è niente di vero , è un sistema di credenze" facciamo un discorso inutile ed impreciso.

Questo per rispondere al solito "si però il *** con la barba..."

Poi.

Perchè il fatto che ci sia o non ci sia stato il big bang non dimostra che *** esista come non dimostra che *** non esista.

Perchè come dicevo sopra (e come abbiam detto diverse volte con chen , parlando del *** come motore primo) ci sono state persino teorie per cui le leggi dell'universo sono tali e l'universo è quello che è in base alla propria autocoerenza interna. Quindi l'universo in tale caso sarebbe tale perchè è coerente con la sua stessa natura. Che poi sarebbe praticamente il concetto di Dao. E questo mi porta al prossimo perchè.

Perchè state monopolizzando il concetto di *** parlando sempre dello stesso.

Le religioni panteiste ti diranno che *** non è il motore primo , che il creato non è opera di *** ma semmai *** è il tutto. Ovvero il TUTTO è l'emanazione stessa del Divino. Ossia la separazione non è così netta.

In entrambi i casi , nulla è dimostrabile. E ne abbiam discusso per pagine.

 
Tra l'altro dimostrare che qualcosa non esiste , vuol dire dimostrare che una delle sue proprietà porterebbe ad un assurdo nel nostro universo. Quindi è praticamente impossibile dimostrare la non esistenza di *** .

Come è impossibile dimostrare l'inesistenza di un unicorno rosa invisibile dentro il mio armadio //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Ultima modifica da un moderatore:
Si può analizzare la figura di *** prescindendo dalle Sacre Scritture che l'hanno introdotto? No, senza quei testi la figura di *** non esisterebbe nemmeno.
E TUTTI i filosofi greci fino ad Aristotele allora come avrebbero fatto?




Ma proviamoci. Se andiamo ad analizzare la maggior parte delle religioni concepite dall'uomo, notiamo che tutti gli dei apparsi dalla preistoria ad oggi hanno almeno un elemento in comune. Ovvero il fungere da risposta rapida e veloce alle più grandi domande che l'uomo da sempre si pone". Da dove veniamo? Dove andremo dopo la morte? CHi ha creato tutto? ". O in altri casi fungono da spiegazione a fenomeni naturali inspiegabili per l'epoca. Non ci sono veri e propri elementi che lasciano intuire l'esistenza di un essere superiore, infinito, inimmaginabile a causa dei limiti della nostra mente. Esistono solo delle grandi lacune nelle nostre conoscenze.

La stessa definizione che mi hai fornito, per quanto estraniata dal contesto filosofico dalla quale l'hai recuperata, è stata concepita in un epoca nella quale le conoscenze dimostrabili erano esigue, rispetto alle nostre.
Che l'Uomo abbia cercato di dare una risposta alle sue più grandi domande non è una novità.


Dici che la definizione che t'ho fornito, "estraniata"
dal contesto filosofico (perchè, ora cosa stiamo facendo?), è stata concepita in un'epoca dove le conoscenze dimostrabili erano esigue; bene, ma da allora ad oggi cosa sarebbe cambiato?


Il concetto di Essere Assoluto è stato migliorato, reso più raffinato, al massimo.


 


Ma non mi pare che da un punto di vista metafisico abbiamo fatto passi da gigante o subito cambiamenti particolari.


Visto che non sembra che tu possa davvero a dimostrare che il sano ragionamento addirittura esclude *** (o: esclude l'Essere Assoluto, o: esclude Colui di cui non c'è nulla di superiore), tanto da dover fare una mescolanza di antropologia e scienza delle religioni, allora, giusto per dare un po' di senso al tutto, riporto una parte di testo che ho trovato nei meandri del mio archivio, magari qualcuno può essere interessato.

Il fisico (agnostico) P. Davies 23 è lo studioso che si è dedicato con particolare passione alla

riflessione sulla genesi e sullo sviluppo dell’universo.

Sappiamo che l’universo ha avuto inizio 14 miliardi e mezzo di anni fa, quando tutta la materia e

l’energia esistente, concentrata in un piccolo punto – miliardi di volte più piccolo della testa di uno

spillo: precisamente 10 alla potenza di meno 33 (10 [elevato] -33), ossia 1 cm3 diviso per 1 seguito da 33 zeri – è esplosa (Big Bang) dando origine alla formazione dello spazio e del tempo, nonché

all’aggregazione della materia e alla nascita delle galassie.

Gli spazi interminabili del nostro cosmo misurano circa 15 miliardi di anni luce 24, ossia 15 miliardi

di volte 300.000 chilometri (che è la velocità della luce), moltiplicati per il numero di secondi in un

anno, ossia circa 300 milioni. Più precisamente, un anno luce corrisponde a 9.500.000.000.000 Km.

Cioè a poco meno di diecimila miliardi di chilometri, o a circa 63.241 volte la distanza fra la Terra

ed il Sole. L’anno luce è quindi una distanza enorme su scala umana.

Con il Big Bang hanno preso anche forma tutte le leggi della fisica e della chimica che ne regolano

l’esistenza. Dal lungo processo di evoluzione cosmica ha preso forma la Terra, circa 4,55 miliardi di

anni fa.

Gli scienziati si interrogano sulla fine dell’universo, ossia se continuerà ad espandersi in modo

indefinito, o se l’espansione dell’universo si esaurirà e inizierà una fase di concentrazione

accelerata, per cui ogni realtà si annienterà in un Big Crung ( Grande concentrazione) dal quale,

eventualmente, si potrebbe ricominciare daccapo.

Quello che ci interessa più da vicino ora, perché è un tema sensibile dal punto di vista filosofico,

è che l’universo si presenta con alcune caratteristiche che ancora P. Davies, riassume egregiamente

come segue:

A. L’universo è ordinato. L’universo obbedisce a leggi matematicamente semplici, dalle

galassie più remote ai più fondi abissi dell’atomo; vediamo regolarità e complessa

organizzazione. Vediamo che né la materia né l’energia sono distribuite in modo caotico; al

contrario, sono disposte secondo una gerarchia strutturale: atomi e molecole, cristalli, esseri

viventi, sistemi planetari, ammassi stellari, eccetera. Inoltre, i sistemi fisici non si

comportano in modo casuale, ma sistematico, rispettando certe leggi. Dunque, la materia e

l’energia non sono distribuite né uniformemente né casualmente, ma sono organizzate in

strutture chiaramente coerenti, talvolta di grande complessità.


B.
L’universo è regolare. Il corso della natura rivela evidenti regolarità. Le orbite dei pianeti,

per esempio, sono descritte da semplici forme geometriche, e i loro movimenti manifestano

precisi ritmi matematici. Schemi e ritmi si ritrovano anche negli atomi e nei loro

componenti. L’esistenza di tali regolarità – che noi chiamiamo leggi naturali e che sono

oggettive, ossia esistono prima ancora che l’uomo le scopra e le comprenda – rende

armonioso l’universo. Diversamente, questo precipiterebbe immediatamente nel caos.

L’universo reale è quindi altamente ordinato e ha leggi fisiche e rapporti di causa ed effetto

ben definiti.

C. Le leggi della natura, inoltre, posseggono alcune proprietà: sono universali e uniformi,

ossia valgono in tutti i punti dell’universo e funzionano sempre, non a intermittenza; sono

assolute, ossia non dipendono dall’osservatore o dallo scienziato che le scopre o le studia;

sono atemporali, vale a dire non sono condizionate dal tempo; sono semplici: le leggi

naturali possono essere comprese ed espresse in funzioni matematiche.

Ma ritorniamo alle caratteristiche dell’universo.

L’ordine e la complessità del cosmo sono di tipo organizzato. La regolarità dell’universo si è

sviluppata a seguito dello scoppio del primordiale, Big Bang, contenente tutta la materia e l’energia

esistente. Attraverso una serie di processi autoorganizzativi il cosmo si è progressivamente

arricchito e “complessificato”. Il mondo che ci circonda, dalle macro alle microstrutture, obbedisce

alle stesse leggi rigorose e immutabili. L’insieme di queste leggi si regge su Tre colonne e Tre

Forze Fondamentali:

a. La Forza Eletrodebole, che è la fusione di due Forze fondamentali. Essa produce sia le

forze Elettromagnetiche, come i fulmini, sia le Forze deboli, in virtù delle quali il sole brucia

a un ritmo costante.

b. La Forza Subnucleare forte, che agisce nel protone o nel neurone, i quali di distinguono

solo per la carica elettrica: positiva per il protone e zero per il neutrone. E’ la forza che

consente la formazione degli atomi e, nello stesso tempo, impedisce che questi si

disintegrino nelle particelle subatomiche di cui sono costituiti: protoni, neutroni ed elettroni.

c. La Forza di Gravità: è la forza che ha dato forma all’universo, consentendo la formazione

di stelle e pianeti mediante il movimento dei gas, trasformati successivamente in nubi

galattiche e quindi nelle masse rotanti dei corpi celesti. Essa tiene insieme l’universo

legando la Terra e i pianeti al Sole, il Sole e le altre stelle nella Galassia e le Galassie nel

cosmo.

L’universo è quindi intelligibile e ordinato che obbedisce a leggi matematiche semplici. Compito

dello scienziato è di studiare, catalogare e mettere in relazione l’ordine della natura. E’ a questo

punto che il dato descrittivo cede il passo alla riflessione filosofica, la quale promuove – peraltro –

anche l’impresa scientifica dello scienziato: perché l’universo è ordinato? Perché è sorretto da leggi

bel definite e connesse le une alle altre, e non è invece un mondo caotico regolato da forze cieche e

imprevedibili? E come è possibile che si sia evoluto, dal Big Bang, secondo un quadro di Colonne e

di Forze che lo tengono in esistenza? Queste domande, e altre ancora, si concentrano e si

racchiudono in un’altra più pressante e incisiva: se l’universo è ordinato, è stato programmato da un

Creatore intelligente o è frutto del puro caso? In definitiva, la nostra vita nell’universo o viene da un

progetto intelligente o è un prodotto del tutto fortuito, di circostanze favorevoli che chiamiamo

caso. Sono queste le domande che rappresentano l’interrogativo di fondo dell’esistenza.

Ebbene, se riflettiamo su alcuni dati scientifici non possiamo non trarne argomenti convincenti e

convergenti in forza dei quali è molto più ragionevole ritenere che vi sia una mente organizzatrice

dell’universo, piuttosto che pensare che esso sia il frutto del caso cieco. Il caso, infatti, è l’antitesi di

ogni spiegazione razionale. Per definizione, il caso è ciò che non può essere spiegato, è ciò che

sfugge alla ragione. Se, per ipotesi, l’origine dell’universo fosse del tutto casuale, quali

conseguenze ci sarebbero per l’esistenza dei pianeti e della Terra?

1. Se l’universo fosse un fatto del tutto casuale, le probabilità che al suo interno esistesse una

quantità apprezzabile di ordine sarebbero ridicolmente ridotte. Se il Big Bang fosse stato

solo un evento casuale, con grandissima probabilità il materiale cosmico così prodotto

avrebbe dovuto trovarsi in equilibrio termodinamico con entropia (disordine) massima e

ordine zero. E poiché non è sicuramente così, si può concludere che lo stato attuale

dell’universo è frutto di una scelta, di una selezione effettuata tra l’immenso numero degli

stati possibili, tutti privi di ordine tranne una minuscola percentuale. E se tutto ciò è stato

frutto di una scelta, di una selezione, occorre che vi sia un selezionatore, un’intenzionalità

che abbia fatto questa scelta.

2. Una creazione casuale, avrebbe comportato, con certezza, un universo completamente

disordinato.

3. R. Penrose ha calcolato la probabilità che l’universo sia comparso per caso: è pari a una su

10300.

4. Se l’esplosione iniziale avesse avuto un’energia diversa anche solo di 1/6060, l’universo

stesso e anche noi non esisteremmo: se fosse stata meno violenta, il cosmo sarebbe subito

ricaduto su se stesso (Big Crunch); se fosse stata più energia, il materiale cosmico si sarebbe

disperso così rapidamente che non ci sarebbe stato tempo per la formazione delle galassie.

L’universo che oggi conosciamo è quindi il risultato tra due forze antagoniste: quella

esplosiva che lo fa espandere e quella di gravità che risucchia indietro le schegge di quella

esplosione.

5. Ma l’aspetto ancora più impressionante che possiamo osservare è che non soltanto “una

minima alterazione delle costanti fondamentali muterebbe radicalmente la struttura del

mondo fisico, ma anche questa stessa struttura è estremamente sensibile a tali alterazioni.

Basta un minimo cambiamento delle forze in gioco per indurre sconvolgenti mutamenti

strutturali. Facciamo qualche esempio:

a) Se l’interazione (forte), cioè l’azione della mutua influenza delle due sostanze, quark

e gluoni, che tengono insieme l’atomo, fosse poco più debole produrrebbe instabilità

e, alla fine, l’atomo si disintegrerebbe a causa del fattore quantico. Gli effetti

sarebbero evidenti nel sole e nelle stelle, che sarebbero totalmente diverse da come le

conosciamo. Se invece dopo il Big Bang fosse stata poco più forte, non vi sarebbe

stato idrogeno: ciò significa che non avremmo né le stelle né l’acqua. Dunque,

nell’uno e nell’altro caso l’universo o non esisterebbe o sarebbe privo di vita.

b) Se l’intensità della forza di gravità fosse appena diversa da quella che è, poniamo di

uno su 1040 avremmo un universo in cui tutte le stelle sarebbero o giganti blu o nane

rosse. Certo non avremmo stelle come il sole, e perciò neanche tutte le forme di vita

che, come sul pianeta terra, dipendono da queste stelle.

6. Infine, una curiosità: se non ci fosse la Luna, cosa accadrebbe alla Terra? Scomparirebbero

le maree, dovute all’attrazione gravitazionale lunare. Senza le maree cambierebbe

l’ecosistema terrestre nella zona di confine tra terra e acqua; la terra aumenterebbe la sua

velocità di rotazione perché verrebbe a mancare il “freno” dovuto alla gravitazione lunare.

L’aumento della velocità di rotazione farebbe diventare i giorni più corti. Si modificherebbe

la circolazione atmosferica. La minore durata del giorno e i cambiamenti della circolazione

atmosferica influenzerebbero il clima del pianeta, e quindi gli ecosistemi e i ritmi biologici

di piante e animali. Il mondo, dunque, non sarebbe come lo vediamo noi oggi.

Ebbene, tenuto conto già solamente di questi dati, si presenta immediatamente il nodo davvero

cruciale attorno a cui tutte le domande ruotano: si tratta solo di coincidenze numeriche, o le costanti

fondamentali testimoniano un’intenzione per la vita? La risposta di P. Davies è sensata e

consequenziale: “Nel nostro universo le leggi e le condizioni iniziali sono uniche. Se è vero che

l’esistenza della vita richiede che le leggi fisiche e le condizioni iniziali siano regolate con alta

precisione, e che questa regolazione sussiste realmente, l’idea che ci sia un progetto appare

inevitabile” 25. Da qui la conclusione: “La coincidenza, si direbbe miracolosa, dei valori numerici

delle costanti fondamentali della natura resta la più convincente tra le testimonianze della presenza,

nel cosmo, di un elemento di intenzionalità e di un disegno che prepara la vita sulla terra (clima

adatto, abbondanza di acqua e ossigeno, forza di gravità perfetta ecc…” 26.

La convinzione che “dietro” il mondo della natura vi sia un disegno intelligente che lo regge e lo

mantiene nell’esistenza attraverso le leggi fisico-chimiche, si rinsalderà ulteriormente se

consideriamo il “mistero” della comparsa della vita sulla terra e l’evoluzione biologica che ha

condotto fino all’uomo.


23
P.DAVIES, Da dove viene la vita. Il mistero dell’origine della Terra e in altri mondi, Oscar Mondatori, Milano 2001.

24 Un anno luce è un'unità di misura delle lunghezze. È la distanza che la luce percorre in un anno. La luce viaggia nello

spazio ad una velocità di circa 300.000 chilometri al secondo. Se moltiplichiamo 300.000 (la velocità della luce) x 60

secondi (cioè un minuto), avremo la cifra di 18.000.000 di Km (che la luce percorre in un minuto per arrivare alla terra).

Sapendo che la luce impiega 20 minuti e 10 secondi per raggiungere la terra, moltiplicando i chilometri percorsi dalla

luce in un minuto (18.000.000 Km) x 20 minuti e 10 secondi (che è il tempo che la luce ci impiega per raggiungere la

terra), si ottiene la distanza tra la Terra e il Sole, che è di Km 36.180.000.000 (18.000.000x20,10).

25 Davies M, pp 252, 215; cfr Davies D, pp 275-308.

26 Davies M p. 253.


In ogni caso avevo chiesto una tua definizione, più personale, e per questo più valida ai fini della discussione.
A me sinceramente la definizione che meglio esprime *** è: Essere Assoluto e Colui di cui non c'è nulla di superiore.


Qualsiasi altra defizione rischia di diventare un antropomorfismo che vanno molto bene in teologia, ma molto meno in discorsi come questi.


 


Tra l'altro, parlando di sano ragionamento, non ti servono altre definizioni. Essere Assoluto comprende TUTTO quello che concerne la naturalità di ***.



L'Eternità, l'Amore, l'Infinito, l'Intensità, la Giustizia, l'Immobilità, la Semplicità, il puro Atto, l'Unicità, eccetera.





 


---------- Post added at 12:49:33 ---------- Previous post was at 12:47:55 ----------

 




Tra l'altro dimostrare che qualcosa non esiste , vuol dire dimostrare che una delle sue proprietà porterebbe ad un assurdo nel nostro universo. Quindi è praticamente impossibile dimostrare la non esistenza di *** .
Per questo che l'affermazione di moon knight non mi pare abbia molto senso, ma per scrupolo volevo appurare se aveva sfornato qualcosa di nuovo che magari non sapevo.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Ultima modifica da un moderatore:
Bene, ogni volta che discuto con qualcuno su qualsiasi argomento gli dico "eh ma osservatore e osservato sono relativi, nulla è dimostrabile" finita la conversazione.

Per avere una discussione pretendendo di concludere qualcosa bisogna entrambi avere dei presupposti e assunzioni su cui discutere, altrimenti si finisce nel tirare fuori la filosofia, si alzano le spalle e si sbarra la strada a qualsiasi altro intervento.

Una discussione logica e scientifica ha diversi presupposti, e se non sbaglio sono: 1) la realtà esiste. 2) la realtà esistente è quella in cui ci troviamo adesso. 3) un metodo di ricerca di fenomeni prevedibili è più affidabile attendibile di un metodo di ricerca di fenomeni non prevedibili. 4) l'universo ha ordine.

Una volta che i due interlocutori accettano queste premesse per la discussione entriamo nel campo della ragione, della logica e quindi della scienza. Per questo ho ignorato i vostri post filosofici in cui banalizzavate ogni tipo di ragionamento logico che facevo, perchè appunto non discutevamo in base alle stesse premesse. Se volete fare una discussione razionale ci sto ben volentieri, altrimenti non mi è possibile dialogare.

 
Più che altro quello che volevo dire è che non si possono fare ragionamenti basati sul linguaggio umano , perchè come è stato ampliamente dimostrato è incompleto. Lo sbaglio dei filosofi è che danno delle definizioni in modo assoluto, utilizzando un linguaggio che di assoluto non ha niente , è che porta inevitabilmente a paradossi , che utilizzando termini matematici , possiamo dire che sono anche degli assurdi .
È quello che hai appena fatto.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

In ogni caso l'atteggiamento dei filosofi non è sbagliato, è scientifico.

 


Ovvero, creano magari una struttura di ragionamento logico che è corretto e valido fino a quando non arriverà qualcuno che mostrerà la parte debole e convertirà il ragionamento che prima era valido e ora invalido, in un nuovo ragionamento valido.



È così che campa la scienza in ogni sua disciplina.


Anche il solo fatto di definire l'assurdo è sbagliato proprio concettualmente, perchè si basa su delle premesse che potrebbero essere sbagliate.
Non credo che Platone abbia sbagliato, perchè l'assurdo prende immagine del concetto a cui ci rivolgiamo.


Nel senso: l'assurdo è qualcosa di impossibile e di conseguenza di inesistente. Non rientra nè nella realtà ipotetica, nè nella realtà esistente.



Tu, questa definizione, la ripudi perchè fai relativismo: potrebbe essere sbagliata.



Io posso però dirti: potrebbe essere giusta e di fatto è provabile con logica che è giusta.


 


Non voglio ripetermi, recupera il mio esempio del cerchio quadrato e vedi se la definizione che ho dato suona sbagliata.


 
Ogni persona sa dentro di se nel suo cervello cosa è giusto e cosa è sbagliato,cosa è vero e cosa è falso

Tutti sappiamo che uccidere è un grave peccato ma le persone continuano ad uccidere e non si fanno problemi

Voi sapete la verità dentro di voi ma non l'accettate,preferite ignorarla o mettervi contro di essa

 
È quello che hai appena fatto.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
In ogni caso l'atteggiamento dei filosofi non è sbagliato, è scientifico.

 


Ovvero, creano magari una struttura di ragionamento logico che è corretto e valido fino a quando non arriverà qualcuno che mostrerà la parte debole e convertirà il ragionamento che prima era valido e ora invalido, in un nuovo ragionamento valido.



È così che campa la scienza in ogni sua disciplina.


Non credo che Platone abbia sbagliato, perchè l'assurdo prende immagine del concetto a cui ci rivolgiamo.


Nel senso: l'assurdo è qualcosa di impossibile e di conseguenza di inesistente. Non rientra nè nella realtà ipotetica, nè nella realtà esistente.



Tu, questa definizione, la ripudi perchè fai relativismo: potrebbe essere sbagliata.



Io posso però dirti: potrebbe essere giusta e di fatto è provabile con logica che è giusta.


 


Non voglio ripetermi, recupera il mio esempio del cerchio quadrato e vedi se la definizione che ho dato suona sbagliata.
Fondamentalmente concordo , quello che volevo dire è che non sempre è giusto . Alcuni ragionamenti si possono fare utilizzando il linguaggio umano , ma non tutti . Alcuni portano inevitabilmente a contraddizioni oppure il linguaggio è incompleto .

Giustissimo che il cerchio quadrato sia un assurdo , ma finchè sono concetti facilmente verificabili è facile dedurre il giusto . Il problema di fare assolutismi è quando le cose si complicano.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Fondamentalmente concordo , quello che volevo dire è che non sempre è giusto . Alcuni ragionamenti si possono fare utilizzando il linguaggio umano , ma non tutti . Alcuni portano inevitabilmente a contraddizioni oppure il linguaggio è incompleto .
E chi decide quali ragionamenti si possono fare e quali no?


Senza contare che per escludere dei ragionamenti, devi prima averli fatti (non escludi ciò che non c'è)... e quindi si cade in contraddizione.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
E chi decide quali ragionamenti si possono fare e quali no?
Senza contare che per escludere dei ragionamenti, devi prima averli fatti (non escludi ciò che non c'è)... e quindi si cade in contraddizione.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Esatto, tutti i linguaggi formali sono contraddittori , proprio perchè non possono essere coerenti e completi allo stesso tempo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif. Non mi chiedere come si arriva ad una dimostrazione simile e come fa a non essere contradditoria a sua volta perchè non ne ho la minima idea //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Il secondo teorema di incompletezza di Godel infatti afferma che :

Nessun sistema coerente può essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza.

 
Ultima modifica da un moderatore:
E TUTTI i filosofi greci fino ad Aristotele allora come avrebbero fatto?


Che l'Uomo abbia cercato di dare una risposta alle sue più grandi domande non è una novità.


Dici che la definizione che t'ho fornito, "estraniata"
dal contesto filosofico (perchè, ora cosa stiamo facendo?), è stata concepita in un'epoca dove le conoscenze dimostrabili erano esigue; bene, ma da allora ad oggi cosa sarebbe cambiato?


Il concetto di Essere Assoluto è stato migliorato, reso più raffinato, al massimo.


 


Ma non mi pare che da un punto di vista metafisico abbiamo fatto passi da gigante o subito cambiamenti particolari.


Visto che non sembra che tu possa davvero a dimostrare che il sano ragionamento addirittura esclude *** (o: esclude l'Essere Assoluto, o: esclude Colui di cui non c'è nulla di superiore), tanto da dover fare una mescolanza di antropologia e scienza delle religioni, allora, giusto per dare un po' di senso al tutto, riporto una parte di testo che ho trovato nei meandri del mio archivio, magari a qualcuno può essere interessato.

Il fisico (agnostico) P. Davies 23 è lo studioso che si è dedicato con particolare passione alla

riflessione sulla genesi e sullo sviluppo dell’universo.

Sappiamo che l’universo ha avuto inizio 14 miliardi e mezzo di anni fa, quando tutta la materia e

l’energia esistente, concentrata in un piccolo punto – miliardi di volte più piccolo della testa di uno

spillo: precisamente 10 alla potenza di meno 33 (10 [elevato] -33), ossia 1 cm3 diviso per 1 seguito da 33 zeri – è esplosa (Big Bang) dando origine alla formazione dello spazio e del tempo, nonché

all’aggregazione della materia e alla nascita delle galassie.

Gli spazi interminabili del nostro cosmo misurano circa 15 miliardi di anni luce 24, ossia 15 miliardi

di volte 300.000 chilometri (che è la velocità della luce), moltiplicati per il numero di secondi in un

anno, ossia circa 300 milioni. Più precisamente, un anno luce corrisponde a 9.500.000.000.000 Km.

Cioè a poco meno di diecimila miliardi di chilometri, o a circa 63.241 volte la distanza fra la Terra

ed il Sole. L’anno luce è quindi una distanza enorme su scala umana.

Con il Big Bang hanno preso anche forma tutte le leggi della fisica e della chimica che ne regolano

l’esistenza. Dal lungo processo di evoluzione cosmica ha preso forma la Terra, circa 4,55 miliardi di

anni fa.

Gli scienziati si interrogano sulla fine dell’universo, ossia se continuerà ad espandersi in modo

indefinito, o se l’espansione dell’universo si esaurirà e inizierà una fase di concentrazione

accelerata, per cui ogni realtà si annienterà in un Big Crung ( Grande concentrazione) dal quale,

eventualmente, si potrebbe ricominciare daccapo.

Quello che ci interessa più da vicino ora, perché è un tema sensibile dal punto di vista filosofico,

è che l’universo si presenta con alcune caratteristiche che ancora P. Davies, riassume egregiamente

come segue:

A. L’universo è ordinato. L’universo obbedisce a leggi matematicamente semplici, dalle

galassie più remote ai più fondi abissi dell’atomo; vediamo regolarità e complessa

organizzazione. Vediamo che né la materia né l’energia sono distribuite in modo caotico; al

contrario, sono disposte secondo una gerarchia strutturale: atomi e molecole, cristalli, esseri

viventi, sistemi planetari, ammassi stellari, eccetera. Inoltre, i sistemi fisici non si

comportano in modo casuale, ma sistematico, rispettando certe leggi. Dunque, la materia e

l’energia non sono distribuite né uniformemente né casualmente, ma sono organizzate in

strutture chiaramente coerenti, talvolta di grande complessità.


B.
L’universo è regolare. Il corso della natura rivela evidenti regolarità. Le orbite dei pianeti,

per esempio, sono descritte da semplici forme geometriche, e i loro movimenti manifestano

precisi ritmi matematici. Schemi e ritmi si ritrovano anche negli atomi e nei loro

componenti. L’esistenza di tali regolarità – che noi chiamiamo leggi naturali e che sono

oggettive, ossia esistono prima ancora che l’uomo le scopra e le comprenda – rende

armonioso l’universo. Diversamente, questo precipiterebbe immediatamente nel caos.

L’universo reale è quindi altamente ordinato e ha leggi fisiche e rapporti di causa ed effetto

ben definiti.

C. Le leggi della natura, inoltre, posseggono alcune proprietà: sono universali e uniformi,

ossia valgono in tutti i punti dell’universo e funzionano sempre, non a intermittenza; sono

assolute, ossia non dipendono dall’osservatore o dallo scienziato che le scopre o le studia;

sono atemporali, vale a dire non sono condizionate dal tempo; sono semplici: le leggi

naturali possono essere comprese ed espresse in funzioni matematiche.

Ma ritorniamo alle caratteristiche dell’universo.

L’ordine e la complessità del cosmo sono di tipo organizzato. La regolarità dell’universo si è

sviluppata a seguito dello scoppio del primordiale, Big Bang, contenente tutta la materia e l’energia

esistente. Attraverso una serie di processi autoorganizzativi il cosmo si è progressivamente

arricchito e “complessificato”. Il mondo che ci circonda, dalle macro alle microstrutture, obbedisce

alle stesse leggi rigorose e immutabili. L’insieme di queste leggi si regge su Tre colonne e Tre

Forze Fondamentali:

a. La Forza Eletrodebole, che è la fusione di due Forze fondamentali. Essa produce sia le

forze Elettromagnetiche, come i fulmini, sia le Forze deboli, in virtù delle quali il sole brucia

a un ritmo costante.

b. La Forza Subnucleare forte, che agisce nel protone o nel neurone, i quali di distinguono

solo per la carica elettrica: positiva per il protone e zero per il neutrone. E’ la forza che

consente la formazione degli atomi e, nello stesso tempo, impedisce che questi si

disintegrino nelle particelle subatomiche di cui sono costituiti: protoni, neutroni ed elettroni.

c. La Forza di Gravità: è la forza che ha dato forma all’universo, consentendo la formazione

di stelle e pianeti mediante il movimento dei gas, trasformati successivamente in nubi

galattiche e quindi nelle masse rotanti dei corpi celesti. Essa tiene insieme l’universo

legando la Terra e i pianeti al Sole, il Sole e le altre stelle nella Galassia e le Galassie nel

cosmo.

L’universo è quindi intelligibile e ordinato che obbedisce a leggi matematiche semplici. Compito

dello scienziato è di studiare, catalogare e mettere in relazione l’ordine della natura. E’ a questo

punto che il dato descrittivo cede il passo alla riflessione filosofica, la quale promuove – peraltro –

anche l’impresa scientifica dello scienziato: perché l’universo è ordinato? Perché è sorretto da leggi

bel definite e connesse le une alle altre, e non è invece un mondo caotico regolato da forze cieche e

imprevedibili? E come è possibile che si sia evoluto, dal Big Bang, secondo un quadro di Colonne e

di Forze che lo tengono in esistenza? Queste domande, e altre ancora, si concentrano e si

racchiudono in un’altra più pressante e incisiva: se l’universo è ordinato, è stato programmato da un

Creatore intelligente o è frutto del puro caso? In definitiva, la nostra vita nell’universo o viene da un

progetto intelligente o è un prodotto del tutto fortuito, di circostanze favorevoli che chiamiamo

caso. Sono queste le domande che rappresentano l’interrogativo di fondo dell’esistenza.

Ebbene, se riflettiamo su alcuni dati scientifici non possiamo non trarne argomenti convincenti e

convergenti in forza dei quali è molto più ragionevole ritenere che vi sia una mente organizzatrice

dell’universo, piuttosto che pensare che esso sia il frutto del caso cieco. Il caso, infatti, è l’antitesi di

ogni spiegazione razionale. Per definizione, il caso è ciò che non può essere spiegato, è ciò che

sfugge alla ragione. Se, per ipotesi, l’origine dell’universo fosse del tutto casuale, quali

conseguenze ci sarebbero per l’esistenza dei pianeti e della Terra?

1. Se l’universo fosse un fatto del tutto casuale, le probabilità che al suo interno esistesse una

quantità apprezzabile di ordine sarebbero ridicolmente ridotte. Se il Big Bang fosse stato

solo un evento casuale, con grandissima probabilità il materiale cosmico così prodotto

avrebbe dovuto trovarsi in equilibrio termodinamico con entropia (disordine) massima e

ordine zero. E poiché non è sicuramente così, si può concludere che lo stato attuale

dell’universo è frutto di una scelta, di una selezione effettuata tra l’immenso numero degli

stati possibili, tutti privi di ordine tranne una minuscola percentuale. E se tutto ciò è stato

frutto di una scelta, di una selezione, occorre che vi sia un selezionatore, un’intenzionalità

che abbia fatto questa scelta.

2. Una creazione casuale, avrebbe comportato, con certezza, un universo completamente

disordinato.

3. R. Penrose ha calcolato la probabilità che l’universo sia comparso per caso: è pari a una su

10300.

4. Se l’esplosione iniziale avesse avuto un’energia diversa anche solo di 1/6060, l’universo

stesso e anche noi non esisteremmo: se fosse stata meno violenta, il cosmo sarebbe subito

ricaduto su se stesso (Big Crunch); se fosse stata più energia, il materiale cosmico si sarebbe

disperso così rapidamente che non ci sarebbe stato tempo per la formazione delle galassie.

L’universo che oggi conosciamo è quindi il risultato tra due forze antagoniste: quella

esplosiva che lo fa espandere e quella di gravità che risucchia indietro le schegge di quella

esplosione.

5. Ma l’aspetto ancora più impressionante che possiamo osservare è che non soltanto “una

minima alterazione delle costanti fondamentali muterebbe radicalmente la struttura del

mondo fisico, ma anche questa stessa struttura è estremamente sensibile a tali alterazioni.

Basta un minimo cambiamento delle forze in gioco per indurre sconvolgenti mutamenti

strutturali. Facciamo qualche esempio:

a) Se l’interazione (forte), cioè l’azione della mutua influenza delle due sostanze, quark

e gluoni, che tengono insieme l’atomo, fosse poco più debole produrrebbe instabilità

e, alla fine, l’atomo si disintegrerebbe a causa del fattore quantico. Gli effetti

sarebbero evidenti nel sole e nelle stelle, che sarebbero totalmente diverse da come le

conosciamo. Se invece dopo il Big Bang fosse stata poco più forte, non vi sarebbe

stato idrogeno: ciò significa che non avremmo né le stelle né l’acqua. Dunque,

nell’uno e nell’altro caso l’universo o non esisterebbe o sarebbe privo di vita.

b) Se l’intensità della forza di gravità fosse appena diversa da quella che è, poniamo di

uno su 1040 avremmo un universo in cui tutte le stelle sarebbero o giganti blu o nane

rosse. Certo non avremmo stelle come il sole, e perciò neanche tutte le forme di vita

che, come sul pianeta terra, dipendono da queste stelle.

6. Infine, una curiosità: se non ci fosse la Luna, cosa accadrebbe alla Terra? Scomparirebbero

le maree, dovute all’attrazione gravitazionale lunare. Senza le maree cambierebbe

l’ecosistema terrestre nella zona di confine tra terra e acqua; la terra aumenterebbe la sua

velocità di rotazione perché verrebbe a mancare il “freno” dovuto alla gravitazione lunare.

L’aumento della velocità di rotazione farebbe diventare i giorni più corti. Si modificherebbe

la circolazione atmosferica. La minore durata del giorno e i cambiamenti della circolazione

atmosferica influenzerebbero il clima del pianeta, e quindi gli ecosistemi e i ritmi biologici

di piante e animali. Il mondo, dunque, non sarebbe come lo vediamo noi oggi.

Ebbene, tenuto conto già solamente di questi dati, si presenta immediatamente il nodo davvero

cruciale attorno a cui tutte le domande ruotano: si tratta solo di coincidenze numeriche, o le costanti

fondamentali testimoniano un’intenzione per la vita? La risposta di P. Davies è sensata e

consequenziale: “Nel nostro universo le leggi e le condizioni iniziali sono uniche. Se è vero che

l’esistenza della vita richiede che le leggi fisiche e le condizioni iniziali siano regolate con alta

precisione, e che questa regolazione sussiste realmente, l’idea che ci sia un progetto appare

inevitabile” 25. Da qui la conclusione: “La coincidenza, si direbbe miracolosa, dei valori numerici

delle costanti fondamentali della natura resta la più convincente tra le testimonianze della presenza,

nel cosmo, di un elemento di intenzionalità e di un disegno che prepara la vita sulla terra (clima

adatto, abbondanza di acqua e ossigeno, forza di gravità perfetta ecc…” 26.

La convinzione che “dietro” il mondo della natura vi sia un disegno intelligente che lo regge e lo

mantiene nell’esistenza attraverso le leggi fisico-chimiche, si rinsalderà ulteriormente se

consideriamo il “mistero” della comparsa della vita sulla terra e l’evoluzione biologica che ha

condotto fino all’uomo. E’ quanto faremo nel paragrafo seguente.


23
P.DAVIES, Da dove viene la vita. Il mistero dell’origine della Terra e in altri mondi, Oscar Mondatori, Milano 2001.

24 Un anno luce è un'unità di misura delle lunghezze. È la distanza che la luce percorre in un anno. La luce viaggia nello

spazio ad una velocità di circa 300.000 chilometri al secondo. Se moltiplichiamo 300.000 (la velocità della luce) x 60

secondi (cioè un minuto), avremo la cifra di 18.000.000 di Km (che la luce percorre in un minuto per arrivare alla terra).

Sapendo che la luce impiega 20 minuti e 10 secondi per raggiungere la terra, moltiplicando i chilometri percorsi dalla

luce in un minuto (18.000.000 Km) x 20 minuti e 10 secondi (che è il tempo che la luce ci impiega per raggiungere la

terra), si ottiene la distanza tra la Terra e il Sole, che è di Km 36.180.000.000 (18.000.000x20,10).

25 Davies M, pp 252, 215; cfr Davies D, pp 275-308.

26 Davies M p. 253.



A me sinceramente la definizione che meglio esprime *** è: Essere Assoluto e Colui di cui non c'è nulla di superiore.


Qualsiasi altra defizione rischia di diventare un antropomorfismo che vanno molto bene in teologia, ma molto meno in discorsi come questi.


 


Tra l'altro, parlando di sano ragionamento, non ti servono altre definizioni. Essere Assoluto comprende TUTTO quello che concerne la naturalità di ***.



L'Eternità, l'Amore, l'Infinito, l'Intensità, la Giustizia, l'Immobilità, la Semplicità, il puro Atto, l'Unicità, eccetera.





 


---------- Post added at 12:49:33 ---------- Previous post was at 12:47:55 ----------

 




Per questo che l'affermazione di moon knight non mi pare abbia molto senso, ma per scrupolo volevo appure se aveva sfornato qualcosa di nuovo che magari non sapevo.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
No. A parte che la maggior parte dei filosofi greci discutevano di *** idealizzandolo in modo differente da come ci è pervenuto attraverso le varie religioni, se vogliamo discutere del cristianesimo, ebraismo, ecc.. (il topic si chiama Religioni) non si può prescindere dai Testi Sacri. E' come voler giocare a Calcio prescindendo dal regolamento.

[ Nel nostro universo le leggi e le condizioni iniziali sono uniche. Se è vero che

l’esistenza della vita richiede che le leggi fisiche e le condizioni iniziali siano regolate con alta

precisione, e che questa regolazione sussiste realmente, l’idea che ci sia un progetto appare

inevitabile” 25. Da qui la conclusione: “La coincidenza, si direbbe miracolosa, dei valori numerici

delle costanti fondamentali della natura resta la più convincente tra le testimonianze della presenza,

nel cosmo, di un elemento di intenzionalità e di un disegno che prepara la vita sulla terra (clima

adatto, abbondanza di acqua e ossigeno, forza di gravità perfetta ecc…” 26.

La convinzione che “dietro” il mondo della natura vi sia un disegno intelligente che lo regge e lo

mantiene nell’esistenza attraverso le leggi fisico-chimiche, si rinsalderà ulteriormente se

consideriamo il “mistero” della comparsa della vita sulla terra e l’evoluzione biologica che ha

condotto fino all’uomo. E’ quanto faremo nel paragrafo seguente. ]

C'è un errore di fondo in questo paragrafo, un errore che inficia le finalità dell'articolo. La "prova" dell'esistenza di un disegno divino sarebbe data dall'unicità delle condizioni iniziali necessarie per lo sviluppo della vita, o dal "mistero" della comparsa della stessa sulla Terra? A parte che il "mistero" è stato in parte risolto con la teoria dell'abiogenesi, tale ragionamento è fallace poichè indimostrabile. Esiste un numero spropositato di galassie, con altrettante stelle, la maggior parte facenti parte di sistemi planetari. Assumere che che le condizioni e le leggi fisiche siano uniche, o che ci sia stato un disegno dietro la comparsa della vita sulla Terra è scorretto, poichè non dimostrabile.

A me sinceramente la definizione che meglio esprime *** è: Essere Assoluto e Colui di cui non c'è nulla di superiore. Qualsiasi altra defizione rischia di diventare un antropomorfismo che vanno molto bene in teologia, ma molto meno in discorsi come questi.

Tra l'altro, parlando di sano ragionamento, non ti servono altre definizioni. Essere Assoluto comprende TUTTO quello che concerne la naturalità di ***.

L'Eternità, l'Amore, l'Infinito, l'Intensità, la Giustizia, l'Immobilità, la Semplicità, il puro Atto, l'Unicità, eccetera.
Quindi anche l'Odio, se è un Essere Assoluto. Ciò va contro qualsiasi concezione religiosa sin ora esistita, ma va benissimo.

Il punto è che si tratta di valori umani idealizzati in una figura assoluta, divina, trascendente. E' la piena realizzazione dell'affermazione di Feuerbach "Non è *** che crea l'uomo, ma l'uomo che crea l'idea di ***".

Tra l'altro dimostrare che qualcosa non esiste , vuol dire dimostrare che una delle sue proprietà porterebbe ad un assurdo nel nostro universo. Quindi è praticamente impossibile dimostrare la non esistenza di *** .
Come è impossibile dimostrare l'inesistenza di un unicorno rosa invisibile dentro il mio armadio //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Non si può dimostrare che qualcosa non esiste, e non è compito di chi nega. Non si può dimostrare l'inesistenza, ma si può dimostrare l'esistenza. Dimostrare è il compito di chi afferma.

Anche se potrei obiettare che la fallacità del tentativo di dimostrare l'inesistenza di qualcosa che non esiste è la prova stessa della sua non esistenza. Questo perchè ogni mio tentativo di dimostrare la non esistenza di qualsiasi cosa nel campo del reale sarà sempre negativo, tranne per ciò che concerne il pensiero umano.

In ogni caso, l'esempio non è calzante. Io posso dimostrare la non esistenza dell'unicorno rosa invisibile nel tuo armadio, semplicemente occupandolo del tutto.

 
Esatto, tutti i linguaggi formali sono contraddittori , proprio perchè non possono essere coerenti e completi allo stesso tempo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif. Non mi chiedere come si arriva ad una dimostrazione simile e come fa a non essere contradditoria a sua volta perchè non ne ho la minima idea //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Il secondo teorema di incompletezza di Godel infatti afferma che :

Nessun sistema coerente può essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza.
Sulla completezza sono d'accordo, ma non tanto sulla contraddizione.

 


A pensarci bene, l'affermazione stessa "
*** non esiste" è contradditoria.

 


Se concepiamo (anche solo su piano teorico) che *** sia Colui di cui non c'è nulla di superiore, allora *** sarebbe superiore al nostro stesso pensiero (altrimenti non sarebbe assoluto e quindi non sarebbe ***, come già spiegato in precedenza).



In altre parole, non possiamo comprenderlo tutto.



Ma se non possiamo comprendere tutto ***, come possiamo dire che non esiste?



È come un cieco dalla nascita che dice che il tappetino blu che ho in bagno... non è blu. Ma se non sa nè cos'è il blu, nè se è veramente blu, come può negarlo?


 


Come fai a negare qualcosa che non puoi pienamente comprendere?


 

 




 
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top