Oh, quanta roba ragazzi, e dire che nell'immaginario collettivo siete tutti dei nullafacenti attaccati al grande fratello ;-)
Nei discorsi portati vedo alcune delle grandi differenze tra l'ebraismo.
Del "peccato orginale" ho già parlato per me è una amenità tout court, un'interpretazione priva di senso per me ma che trova vasta applicazione nel cristianesimo (e nell'islam) dove si può essere "in peccato" anche agendo involontariamente.
Su questo copio&incollo quanto scrissi tempo fà
...Secondo il mio punto di vista non si trattò nè di peccato nè di punizione o di malvagità.
Adamo ed Eva erano immortali ma senza coscienza di sè, come animali felici insomma.
Scoprendosi nudi in realtà prendono coscienza di esistere a quel punto D-o ha di fronte un dilemma.
E' ovvio che avendo intelligenza ed immortalità i due prima o poi diventeranno sempre più simili a D-o e quindi dato il tempo infinto come Lui, quindi Egli deve togliergli uno dei due.
Decide di togliere l'immortalità lasciandogli l'intelligenza, quindi li trasferisce sulla terra perché quello è il loro posto, d'ora in avanti faticheranno non perché "puniti" ma perché indipendenti.
In questo io vedo una metafora dei figli che crescono e lasciano la casa dei genitori.
Che il cristianesimo ne faccia un peccato di superbia, presunzione o quel che si voglia ha per me la sola logica della repressione del pensiero che nell'islam diventa anche peggio.
Colgo l'occasione per rispondere a chi me lo aveva chiesto (Perché i nostri figli sono battezzati essendo io ebrea) rispondo che la nostra famiglia è mista, mio marito ha proposto il battesimo per non farli sentire isolati dai compagni di classe visto che in questa zona non c'è una comunità ebraica, per me i bambini non devono occuparsi di cose religiose prima dei 13 anni (12 le femmine) quindi che seguissero o meno il catechismo mi interessa poco, li abbiamo cresciuti bene (credo) ed ora che i primi due hanno 18 e 13 anni non seguono più la messa per scelta personale (o pigrizia non sò...) mentre con la piccola, credo che dai 12 anni le spiegherò chi siamo e quali sono le sue radici, poi sarà sua scelta se seguire o meno una strada o incontrare Alias e diventare atea d'assalto... //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/tristenev.png.
Nella mia scelta c'è anche la mia educazione tradizionalista dove, nelle cose poco rilevanti agli effetti pratici è costume che la moglie faccia un passo indietro.
FFLegend, dissento dalla tua affermazione (ormai tre pagine addietro) dove la fede non sia razionale, ma ovviamente non posso dimostrarlo più di quanto non potrei spiegare il giorno alla notte.
Non è che tu sia limitato, semplicemente non vedi quel che vedo io ed io non vedo quel che vedi tu, però in me c'è una forte componente secolarizzata.
Sò benissimo che l'universo non è nato 6.000 anni fà e sò che si è trattato di un fenomeno fisico ma questo non esclude (per me) l'esistenza di D-o, anzi è prova che Egli opera con mezzi che possiamo comprendere, ogni giorno ne sappiamo qualcosa di più e, sebbene noi non si sia immortali, come razza c'è la possibilità che si esista così a lungo da avvicinarci alla Sua natura e forse allora, diventati simili a Lui si compirà l'avvento...
Ma questa non è la posizione ufficiale dell'ebraismo, è la mia idea ed interpretazione.
Il libero arbitrio, come si concilia col fatto che tutto è scritto?
Col fatto che non non sappiamo cosa è scritto, quindi per noi è a tutti gli effetti libero arbitrio.
Se D-o esiste come può permettere che accadano cose così tremende come quelle che vediamo ogni giorno? Proprio per lasciare il libero arbitrio, io non ho tutte le risposte ed ancora non sò perché siano accadute a me ed a persone a me care cose così tremende, sò che non tutto accade per Sua volontà ma sò che nulla accade senza di Lui, quindi era presente in quei momenti e per me è una certezza che lenisce il dolore.
Il dolore è il male? Certo ne è un'espressione, trovo le figure dei martiri interessanti e degne di stima ma l'uso che si fà delle loro sofferenze mi lascia perplessa, il dolore è comunque dovuto al male inteso nel senso di qualcosa che possiamo combattere, il dolore non è un merito, è qualcosa da evitare se possibile.
Sono sicura che solo un uomo poteva tirare fuori un'espressione idiota come quella sulla sofferenza del parto ed a costui voglio dire: "OK, nebbeckh, ora ti infilo nel di dietro un pallone di cuoio sgonfio (offerto da Maresca) poi lo gonfiamo a sei atm e te lo tiriamo fuori..."
Seriamente, è vero che abbiamo mille eventi eroici di persone che hanno affrontato il dolore per un bene superiore (parlo anche di soldati non solo di santi) ma appunto costoro hanno subito il dolore per affrontare qualcosa che ritenevano malvagio, quindi: sì il dolore è espressione del male.
... mi son persa, se c'erano altri argomenti li recupero poi ;-)