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La sofferenza è rimasta invariata da diecimila anni fa ad oggi, non confondiamola con le sue cause.
La sofferenza non è un male.Una donna che partorisce soffre,un bambino che cade soffre,un uomo che si taglia un dito soffre.La sofferenza è una cosa naturale,ti fanno,ti fai,ti succede qualcosa che ti ferisce e soffri.Non c'è scritto da nessuna parte che in questo mondo non bisogna soffrire anzi,dalla Genesi:Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai figli: i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su di te». 17 Poi disse ad Adamo: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero circa il quale io ti avevo comandato dicendo: "Non ne mangiare", il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. 18 Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l'erba dei campi; 19 mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai».

 
La sofferenza non è un male.Una donna che partorisce soffre,un bambino che cade soffre,un uomo che si taglia un dito soffre.La sofferenza è una cosa naturale,ti fanno,ti fai,ti succede qualcosa che ti ferisce e soffri.Non c'è scritto da nessuna parte che in questo mondo non bisogna soffrire anzi,dalla Genesi:Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai figli: i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su di te». 17 Poi disse ad Adamo: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero circa il quale io ti avevo comandato dicendo: "Non ne mangiare", il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. 18 Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l'erba dei campi; 19 mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai».
quella non è sofferenza indotta da altri

è un po' debole come argomentazione, imo

 
Come diavolo fa ***, onnipotente onnisciente e tutto il resto, a non sapere cosa MI succederà (per me è futuro, per lui boh e non m'interessa)?
Innanzitutto per Te non è nemmeno futuro: Il futuro non esiste, noi chiamiamo futuro il presente che deve ancora arrivare, e chiamiamo passato il presente quando era presente e che ora non lo è piu', passato e futuro in se non sono cose realmente esistenti. *** sa cosa ti succederà perchè vede il presente nella sua totalità, ovvero vede il presente quando sarà presente quando lo è stato e quando lo è. E' tutto al presente, VedrA' è sbagliato, è giusto dire STA Vedendo quello che TI succede. E' un concetto difficile da assimilare perchè siamo abituati a considerare il passato e il futuro come cose esistenti, quando non sono altro che misurazioni arbitrarie di stati di cose e di per se non hanno una ontologicità. Ma l'unico vero tempo, se così lo si può chiamare, è il presente: nel futuro e nel passato non è mai successo niente.

La sofferenza è rimasta invariata da diecimila anni fa ad oggi, non confondiamola con le sue cause.
quella non è sofferenza indotta da altri
Perchè la sofferenza del prossimo sarebbe un male? Dove sta scritto?

 
La sofferenza non è un male.Una donna che partorisce soffre,un bambino che cade soffre,un uomo che si taglia un dito soffre.La sofferenza è una cosa naturale,ti fanno,ti fai,ti succede qualcosa che ti ferisce e soffri.Non c'è scritto da nessuna parte che in questo mondo non bisogna soffrire anzi,dalla Genesi:Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai figli: i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su di te». 17 Poi disse ad Adamo: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero circa il quale io ti avevo comandato dicendo: "Non ne mangiare", il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. 18 Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l'erba dei campi; 19 mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai».
La sofferenza non è un male? Diavolo non so per te, ma per me lo è eccome! E il fatto che sia naturale non la giustifica in alcun modo, visto che stiamo parlando proprio di chi la natura l'ha creata.

Innanzitutto per Te non è nemmeno futuro: Il futuro non esiste, noi chiamiamo futuro il presente che deve ancora arrivare, e chiamiamo passato il presente quando era presente e che ora non lo è piu', passato e futuro in se non sono cose realmente esistenti. *** sa cosa ti succederà perchè vede il presente nella sua totalità, ovvero vede il presente quando sarà presente quando lo è stato e quando lo è. E' tutto al presente, VedrA' è sbagliato, è giusto dire STA Vedendo quello che TI succede. E' un concetto difficile da assimilare perchè siamo abituati a considerare il passato e il futuro come cose esistenti, quando non sono altro che misurazioni arbitrarie di stati di cose e di per se non hanno una ontologicità. Ma l'unico vero tempo, se così lo si può chiamare, è il presente: nel futuro e nel passato non è mai successo niente.
... cioé, due post per dire che dovrei chiamare presente quello che chiamo passato e futuro? Ok basta capirsi, ma non era quello il succo della questione :rickds:

 
... cioé, due post per dire che dovrei chiamare presente quello che chiamo passato e futuro? Ok basta capirsi, ma non era quello il succo della questione :rickds:
E invece lo è, se chiami presente quello che chiami futuro, puoi dire che *** sta vedendo quello che accade e che tu STAI facendo insieme a lui ciò che lui vede che tu scegli. Non essendoci pre-temporalità dell'una cosa sull'altra tu rimani libero e lui rimane onnisciente

 
E invece lo è, se chiami presente quello che chiami futuro, puoi dire che *** sta vedendo quello che accade e che tu STAI facendo insieme a lui ciò che lui vede che tu scegli. Non essendoci pre-temporalità dell'una cosa sull'altra tu rimani libero e lui rimane onnisciente
Non capisco il nesso, mi ha fatto *** e sa come mi comporterò/comporto, rimane la causa di tutto. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/mellow.png

 
Non mi pare, tu nel presente hai totale libertà di scelta, sei contingente, ovvero puoi e non puoi compiere un azione. *** sa quello che fai perchè lo sta vedendo, non lo sa "prima" che tu lo faccia perchè in *** non c'è nessun prima.

Ora starai per rispondere a questo post, e starai per compiere un azione presente: quell'azione nel modo in cui tu la farai è lasciata alla tua totale libertà, e *** la conosce con precisione perchè, per rendertela semplice, puoi immaginare che sia proprio li accanto a te a vedere che la fai.

 
Non mi pare, tu nel presente hai totale libertà di scelta, sei contingente, ovvero puoi e non puoi compiere un azione. *** sa quello che fai perchè lo sta vedendo, non lo sa "prima" che tu lo faccia perchè in *** non c'è nessun prima.
Ora starai per rispondere a questo post, e starai per compiere un azione presente: quell'azione nel modo in cui tu la farai è lasciata alla tua totale libertà, e *** la conosce con precisione perchè, per rendertela semplice, puoi immaginare che sia proprio li accanto a te a vedere che la fai.
Io francamente non capisco il perché di questa negazione del flusso degli eventi. Gli eventi PER NOI si sussegguono, quindi per noi è giusta la divisione fra passato, presente e futuro, e quando parlo di essi mi riferisco alla nostra cognizione di passato (quello che abbiamo già visto), presente (ora) e futuro (quello che ci immaginiamo accada). Se poi *** è sopra il tempo e per lui è tutto uguale, a me poco cambia, per me questa divisione rimane.

E non capisco come questa tolga responsabilità a ***, soprattutto. Sarò tardo...

 
Infatti per noi gli eventi si susseguono, ma sempre il presente viviamo, mica il futuro o il passato XD L'ambito della libertà, il palco, è nel presente, se *** è sciente del presente allora è sciente di tutti i momenti presenti (che per noi equivale a dire quando saranno presenti.) Conoscere il presente non è come conoscere "il futuro", non è come dire "le cose accadranno così" ma è come dire "Le cose stanno accadendo così"

L'impostazione del problema, ripeto, è su una difficoltà di interpretazione del concetto di tempo, che viene da un uso quotidiano che poco si sposa con quello analitico teologico.

E poi che intendi con responsabilità di ***? Circa cosa?

 
Infatti per noi gli eventi si susseguono, ma sempre il presente viviamo, mica il futuro o il passato XD L'ambito della libertà, il palco, è nel presente, se *** è sciente del presente allora è sciente di tutti i momenti presenti (che per noi equivale a dire quando saranno presenti.) Conoscere il presente non è come conoscere "il futuro", non è come dire "le cose accadranno così" ma è come dire "Le cose stanno accadendo così" L'impostazione del problema, ripeto, è su una difficoltà di interpretazione del concetto di tempo, che viene da un uso quotidiano che poco si sposa con quello analitico teologico.

E poi che intendi con responsabilità di ***? Circa cosa?
Circa ogni cosa che succede, dato che si stava accusando *** di aver creato un mondo con qualche problema. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Circa ogni cosa che succede, dato che si stava accusando *** di aver creato un mondo con qualche problema. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Non mi pare che il mondo abbia problemi, e non intendo negare che ci sia del male nel mondo, intendo dire che il mondo funziona perfettamente come funzionerebbe perfettamente un computer che non va mai in crash. L'esistenza del male è negazione della provvidenza di ***, che è un atto creativo eterno e presente e che rende sempre merito alla libertà dell'uomo. (qui andrebbe fatto un appunto ulteriore ma diventerebe difficile alle 00.48 XD)

Ammetto che a sentirlo così suona estremamente difficile e persino contraddittorio, non posso che invitare a studiare a proposito catechismo e specialmente tommaso per capire cosa s'intende; posso assicurare che è il tripudio della ragione, anche troppo (e lo dico da studioso esterno, non da persona interessata)

 
Oh, quanta roba ragazzi, e dire che nell'immaginario collettivo siete tutti dei nullafacenti attaccati al grande fratello ;-)

Nei discorsi portati vedo alcune delle grandi differenze tra l'ebraismo.

Del "peccato orginale" ho già parlato per me è una amenità tout court, un'interpretazione priva di senso per me ma che trova vasta applicazione nel cristianesimo (e nell'islam) dove si può essere "in peccato" anche agendo involontariamente.

Su questo copio&incollo quanto scrissi tempo fà


...Secondo il mio punto di vista non si trattò nè di peccato nè di punizione o di malvagità.


 


Adamo ed Eva erano immortali ma senza coscienza di sè, come animali felici insomma.


 


Scoprendosi nudi in realtà prendono coscienza di esistere a quel punto D-o ha di fronte un dilemma.


 


E' ovvio che avendo intelligenza ed immortalità i due prima o poi diventeranno sempre più simili a D-o e quindi dato il tempo infinto come Lui, quindi Egli deve togliergli uno dei due.


 


Decide di togliere l'immortalità lasciandogli l'intelligenza, quindi li trasferisce sulla terra perché quello è il loro posto, d'ora in avanti faticheranno non perché "puniti" ma perché indipendenti.


 


In questo io vedo una metafora dei figli che crescono e lasciano la casa dei genitori.






Che il cristianesimo ne faccia un peccato di superbia, presunzione o quel che si voglia ha per me la sola logica della repressione del pensiero che nell'islam diventa anche peggio.

Colgo l'occasione per rispondere a chi me lo aveva chiesto (Perché i nostri figli sono battezzati essendo io ebrea) rispondo che la nostra famiglia è mista, mio marito ha proposto il battesimo per non farli sentire isolati dai compagni di classe visto che in questa zona non c'è una comunità ebraica, per me i bambini non devono occuparsi di cose religiose prima dei 13 anni (12 le femmine) quindi che seguissero o meno il catechismo mi interessa poco, li abbiamo cresciuti bene (credo) ed ora che i primi due hanno 18 e 13 anni non seguono più la messa per scelta personale (o pigrizia non sò...) mentre con la piccola, credo che dai 12 anni le spiegherò chi siamo e quali sono le sue radici, poi sarà sua scelta se seguire o meno una strada o incontrare Alias e diventare atea d'assalto... //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/tristenev.png.

Nella mia scelta c'è anche la mia educazione tradizionalista dove, nelle cose poco rilevanti agli effetti pratici è costume che la moglie faccia un passo indietro.

FFLegend, dissento dalla tua affermazione (ormai tre pagine addietro) dove la fede non sia razionale, ma ovviamente non posso dimostrarlo più di quanto non potrei spiegare il giorno alla notte.

Non è che tu sia limitato, semplicemente non vedi quel che vedo io ed io non vedo quel che vedi tu, però in me c'è una forte componente secolarizzata.

Sò benissimo che l'universo non è nato 6.000 anni fà e sò che si è trattato di un fenomeno fisico ma questo non esclude (per me) l'esistenza di D-o, anzi è prova che Egli opera con mezzi che possiamo comprendere, ogni giorno ne sappiamo qualcosa di più e, sebbene noi non si sia immortali, come razza c'è la possibilità che si esista così a lungo da avvicinarci alla Sua natura e forse allora, diventati simili a Lui si compirà l'avvento...

Ma questa non è la posizione ufficiale dell'ebraismo, è la mia idea ed interpretazione.





Il libero arbitrio,
come si concilia col fatto che tutto è scritto?

Col fatto che non non sappiamo cosa è scritto, quindi per noi è a tutti gli effetti libero arbitrio.

Se D-o esiste come può permettere che accadano cose così tremende come quelle che vediamo ogni giorno? Proprio per lasciare il libero arbitrio, io non ho tutte le risposte ed ancora non sò perché siano accadute a me ed a persone a me care cose così tremende, sò che non tutto accade per Sua volontà ma sò che nulla accade senza di Lui, quindi era presente in quei momenti e per me è una certezza che lenisce il dolore.

Il dolore è il male? Certo ne è un'espressione, trovo le figure dei martiri interessanti e degne di stima ma l'uso che si fà delle loro sofferenze mi lascia perplessa, il dolore è comunque dovuto al male inteso nel senso di qualcosa che possiamo combattere, il dolore non è un merito, è qualcosa da evitare se possibile.

Sono sicura che solo un uomo poteva tirare fuori un'espressione idiota come quella sulla sofferenza del parto ed a costui voglio dire: "OK, nebbeckh, ora ti infilo nel di dietro un pallone di cuoio sgonfio (offerto da Maresca) poi lo gonfiamo a sei atm e te lo tiriamo fuori..."

Seriamente, è vero che abbiamo mille eventi eroici di persone che hanno affrontato il dolore per un bene superiore (parlo anche di soldati non solo di santi) ma appunto costoro hanno subito il dolore per affrontare qualcosa che ritenevano malvagio, quindi: sì il dolore è espressione del male.

... mi son persa, se c'erano altri argomenti li recupero poi ;-)

 
Il fatto che possa essere superata non vedo come possa giustificarla. Se ti do un pugno guarisci, quindi ti posso dare un pugno?


Come diavolo fa ***, onnipotente onnisciente e tutto il resto, a non sapere cosa MI succederà (per me è futuro, per lui boh e non m'interessa)?

La sofferenza è rimasta invariata da diecimila anni fa ad oggi, non confondiamola con le sue cause.
Nessuno qui vuole giustificare la sofferenza, giustificarla sarebbe distruggere l'equilibrio che permette l'esistenza di qualsiasi libertà.

 


---------- Post added at 13:50:33 ---------- Previous post was at 13:38:51 ----------

 


@sorrow: ti sbagli, nel cristianesimo la consapevolezza e la volontarietà dell'atto è indispensabile per identificare un peccato, il peccato originale è invece la condizione dell'uomo che lo mette nella posizione di essere soggiogato dal peccato finché non avviene una liberazione. Insomma, se il peccato è assenza di ***, non-comunione con ***, per i cattolici l'uomo nasce separato, quindi nel peccato, e deve accogliere *** prima di uscire da tale condizione. Il peccato come azione deleteria, invece è ciò che fa ricadere l'uomo in tale condizione, però è veramente "peccato" solo se si è in comunione con ***. Lo so, la questione è complicata e ingarbugliata, ma non ho tempo di analizzarla in toto ora //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 


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Ps: ad ogni modo noi la consideriamo "punizione" e "malvagità" perchè si suppone che in presenza di *** si stia meglio che nella sua assenza, *** non è un genitore come tutti, e l'uomo non può, dopo l'adolescenza, .costruire una famiglia simile a quella in cui visse nell'infanzia, è destinato ad un'eterna adolescenza solitaria o alla riconciliazione con il padre con il successivo ritorno alla sua casa. Insomma, piuttosto che la beatitudine eterna del volto divino i due hanno scelto invece un'esistenza limitata e lontana da ***, un gesto infantile, certo, e forse anche naturale, il problema è che il bambino che lascia quella casa non può diventare "padre", è destinato ad un vuoto incolmabile anche con la prospettiva futura della costruzione di un nuovo nido. A meno che non torni dal padre, che è un padre misericordioso e pronto ad accogliere a braccia aperte il bambino ormai cresciuto, e a gioire più per lui che per il figlio che rimase sempre fedele (in caso ci fosse, nella bibbia non é contemplato)

 
Fermo restando che -ma qui non ho uno studio approfondito in merito- l'interpretazione su ciò che è peccato e ciò che non lo è si ricollega a un discorso di matrice Socratica che riguarda l'intelletto: "L'uomo quando compie il male lo fa deliberatamente, cioè cosciente che sia male, e lo perpetra?"

Ognuno risponde a modo suo e una delle maggiori differenze della teologia scolastica medievale e degli ordini mendicanti, e pensieri di filosofi e teologi verte su questo punto: Per dire la mia, io credo che l'uomo è intellettualmente portato a farsi sempre del bene , nel senso che l'intelletto propone all'uomo l'azione e questa azione è proposta e portata avanti tra una serie di diverse azioni sempre perchè ritenuta, inconsciamente o meno "Piu' bene" per l'uomo stesso. gli uomini che compiono il male non hanno reale coscienza del fatto che si stiano facendo del male a loro volta: sono confusi e poco razionacinanti, operano per difetto di considerazione, per mancata considerazione o per pura istintualità: uno spregevole dittatore si inganna sulla fonte del bene, cioè il potere, e giudica il potere un bene per lui.

La delibera della volontà è poi il meccanismo che decide se fare o non fare ciò che si intende fare. Il raziocinio in un certo senso è la cautela nel considerare se quello che si crede bene è veramente un bene, e per questo conviene sempre che l'uomo saggio misuri tutti i possibili punti di vista: il peccato, a mia personale interpratizione, è proprio la tentazione e l'offuscamento della ragione, la condizione per cui questo avvenga, e ancora piu' in la l'orgoglio della volontà e dell'intelletto di non prendersi le proprie responsabilità, di non accettare di aver pensato male o aver pensato poco o non aver pensato affatto, una sorta di voglia di "indipendenza", ma sarebbe meglio dire rivolta, dal bene; un difetto costitutivo della natura umana nella purezza del suo pensare. L'uomo, tra farsi del bene e farsi del male è sempre portato a farsi del bene, ma non è detto che ciò che lui considera gli sarà un bene lo diventerà effettivamente: come io che al posto di studiare per l'esame di dopodomani in questo momento sto al computer perchè ho spento il cervello per evitare di pensare al fatto che per quanto sia piacevole cazzeggiare al computer sarebbe un bene molto piu' grande per me fare esattamente l'opposto, e ora che ci ho ragionato e sto combattendo la mia pigrizia alzo le chiappe e mi metto a studiare XD

 
E' ovvio che avendo intelligenza ed immortalità i due prima o poi diventeranno sempre più simili a D-o e quindi dato il tempo infinto come Lui, quindi Egli deve togliergli uno dei due.
A parte che questa è una tua interpretazione personale della storia della genesi non ho capito perché secondo te avrebbe agito così.

 
FFLegend, dissento dalla tua affermazione (ormai tre pagine addietro) dove la fede non sia razionale, ma ovviamente non posso dimostrarlo più di quanto non potrei spiegare il giorno alla notte.
Non è che tu sia limitato, semplicemente non vedi quel che vedo io ed io non vedo quel che vedi tu, però in me c'è una forte componente secolarizzata.
Scusa eh, non per insistere ma non puoi dimostrarlo perché ovviamente è impossibile, non è che è una mia opinione che la fede sia irrazionale, è semplicemente una questione di termini, di definizioni: cos'è la fede? Essere convinti di qualcosa senza che ve ne siano le prove, corretto? Bene, questo è definito irrazionale. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Se D-o esiste come può permettere che accadano cose così tremende come quelle che vediamo ogni giorno? Proprio per lasciare il libero arbitrio, io non ho tutte le risposte ed ancora non sò perché siano accadute a me ed a persone a me care cose così tremende, sò che non tutto accade per Sua volontà ma sò che nulla accade senza di Lui, quindi era presente in quei momenti e per me è una certezza che lenisce il dolore.
Ti stai contraddicendo secondo me, prima dici che è tutto scritto (ed è partito tutto dalla sua creazione), poi dici che non tutto accade per sua volontà?

E riguardo al libero arbitrio, vorrebbe dire che ha barattato la sofferenza per la libertà di fare del male? Non ci vedo un vantaggio...

Il dolore è il male? Certo ne è un'espressione, trovo le figure dei martiri interessanti e degne di stima ma l'uso che si fà delle loro sofferenze mi lascia perplessa, il dolore è comunque dovuto al male inteso nel senso di qualcosa che possiamo combattere, il dolore non è un merito, è qualcosa da evitare se possibile.
Appunto, è da evitare, e c'è qualcuno lassù che non lo fa pur essendo onnipotente... per cosa, per la nostra libertà? La libertà di fare del male che ci ha dato lui creandoci così? A me qualcosa non torna... ovvero il nostro vantaggio, o i suoi meriti, stessa cosa.

 
In conclusione o *** non é infinitamente buono e dunque non é *** e non esiste, o *** non é così onnipotente da impedire il male e quindi non può essere ***.

Q.E.D

 
In conclusione o *** non é infinitamente buono e dunque non é *** e non esiste, o *** non é così onnipotente da impedire il male e quindi non può essere ***. Q.E.D
Veramente, per un cervellone come Sant'Agostino, questa domanda non è la conclusione ma appena l'inizio di quesiti ben più complessi.


«
***, essendo sommamente buono, non permetterebbe in alcun modo che nelle sue opere ci fosse del male se non fosse così potente e buono da trarre il bene anche dal male» (Somma Teologica).

Per il resto, da quello che ho leggicchiato nelle ultime pagine, faccio i miei complimenti a Eris sulla sua giusta idea di *** in materia d'Eternità.


Sapere quelle basi risolve moltissime domande esistenziali che ci poniamo.


 


Provo a riassumere il tutto con parole più semplici e per rispondere a
FFlegend.

 


*** è Eternità. *** è eterno.



L'Eternità è come un istante (pensa a quanti istanti stanno passando mentre leggi questo post) unico e infinito (che non finisce mai, ma non c'è il rischio di annoiarsi. Ci si annoia con il tempo lungo... ma essendo solo un istante questo pericolo non c'è).



In questo istante è racchiuso ogni evento passato e ogni evento futuro, vissuto da *** come un unico presente.



Per ***, io sto scrivendo questo post, tu stai ponendo la domanda, cadono le Torri Gemelle, viene creato il mondo, è la fine del mondo, Gesù viene crocifisso, nasci tu, Maria partorisce il Figlio di ***, io compio 18 anni... e così via.



Tutto in un unico istante.


 


Questo è dovuto dal fatto che il tempo in verità corrisponde al moto.



Il tempo è legato al moto. Esiste perchè le cose si muovono (il pianeta gira su sè stesso ed ecco trascorse 24h, gira attorno al sole ed ecco che chiamiamo quel movimento "anno". Le lancette dell'orologio si muovono per misurare il tempo, le tue ossa s'allungano e invecchiano, così anche il tuo corpo, il seme è diventato albero, eccetera). Prima della Creazione di Tutto, esisteva il nulla fisico e materiale. Non c'era spazio, quindi non c'era tempo.



Niente.



C'era ***.



Quindi anche per logica *** è al di sopra del tempo, in quanto Egli è fatto di spirito e non di materia, la materia non esisteva, non esisteva spazio... *** è in sè stesso... e quel "è
in sè stesso" noi lo chiamiamo Eternità.


Cos'ê l'Eternità?



Un istante infinito che racchiude il passato e il futuro vissuti come un unico presente.


 


Di conseguenza *** non prevede il tuo futuro, ma lo vede.



Sa cosa ti capiterà nel futuro in quanto lo vede come un presente.



Ecco perchè le tue azioni sono libere e incondizionate.


 

 




 
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