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grazie mi avete chiarito alcuni concetti //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif 


---------- Post added at 15:42:03 ---------- Previous post was at 15:32:47 ----------

 


una cosa,cosa significa che il corpo verrà trasfigurato?

Trasfigurare significa (Trans-) cambiare (-figurare) figura, aspetto.

 


Gesù si trasfigurò su una montagna (il Tabor, si pensa), davanti a Pietro (il primo papa), Giacomo e Giovanni (i quali compongono la cerchia dei fedelissimi del Signore).


 


Detto in modo spicciolo cosa accadde? Il corpo di Cristo, seppure composto di carne, era un tutt'uno con la sua anima divina (Il Figlio, la Seconda persona di ***), per cui era irradiato dalla Gloria e dalla Potenza; il 'problema' dei corpi gloriosi è che quest'ultimi sono incapaci di soffrire, il che avrebbe suscitato l'impossibilità a Cristo di adempiere alla sua missione messianica fino a portarla alla sua morte umana.


 


Per questo che c'è voluto un miracolo permanente. Il miracolo è consistito nell'impedire allo spirito glorioso di Gesù di coinvolgere anche il suo corpo, in modo tale da poter piangere, soffrire e quindi vivere la Croce nel modo più umano e doloroso possibile (non per masochismo, ma per rendere sensato il sacrificio onde renderlo un teatrino. La salvezza non può essere originata dalla falsità).


 


Sul Monte Tabor, tuttavia, Cristo ha voluto mostrare davanti a tre testimoni quello che aveva realmente racchiuso dentro di sè... che sarebbe poi da lì a poco diventato il suo reale aspetto davanti al Padre.






Le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
(Marco)




E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce (Matteo)

Assieme a Cristo comparvero Mosè ed Elia, due grandissimi profeti che però non ebbero un corpo trasfigurato come quello di Gesù (la loro presenza era necessaria per richiamare le due grandi fazioni del popolo di ***: la Legge e i Profeti).

Ishramit ha detto che il nostro corpo verrà trasfigurato, perchè così c'è stato promesso:





La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo,
21il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. (Fil 3,21)

In parole povere, il nostro corpo dopo la morte tornerà a essere polvere (cioè smetterà d'esistere, perchè sarà tante altre sostanze). Dal momento che l'autore e creatore del nostro corpo e della nostra esistenza è ***, Egli rigenererà il corpo di ciascuno dal nulla, ridandocelo trasfigurato ma sempre personale (parlando di DNA, avremo nuovamente il medesimo in poche parole).


Il nostro corpo si trasfigurerà quindi non per capacità propria, ma per la Gloria di Cristo, il Verbo.


 


Scusa se sono andato un po' per le lunghe, spero almeno d'esser stato chiaro.
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Trasfigurare significa (Trans-) cambiare (-figurare) figura, aspetto. 


Gesù si trasfigurò su una montagna (il Tabor, si pensa), davanti a Pietro (il primo papa), Giacomo e Giovanni (i quali compongono la cerchia dei fedelissimi del Signore).


 


Detto in modo spicciolo cosa accadde? Il corpo di Cristo, seppure composto di carne, era un tutt'uno con la sua anima divina (Il Figlio, la Seconda persona di ***), per cui era irradiato dalla Gloria e dalla Potenza; il 'problema' dei corpi gloriosi è che quest'ultimi sono incapaci di soffrire, il che avrebbe suscitato l'impossibilità a Cristo di adempiere alla sua missione messianica fino a portarla alla sua morte umana.


 


Per questo che c'è voluto un miracolo permanente. Il miracolo è consistito nell'impedire allo spirito glorioso di Gesù di coinvolgere anche il suo corpo, in modo tale da poter piangere, soffrire e quindi vivere la Croce nel modo più umano e doloroso possibile (non per masochismo, ma per rendere sensato il sacrificio onde renderlo un teatrino. La salvezza non può essere originata dalla falsità).


 


Sul Monte Tabor, tuttavia, Cristo ha voluto mostrare davanti a tre testimoni quello che aveva realmente racchiuso dentro di sè... che sarebbe poi da lì a poco diventato il suo reale aspetto davanti al Padre.






Le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
(Marco)




E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce (Matteo)

Assieme a Cristo comparvero Mosè ed Elia, due grandissimi profeti che però non ebbero un corpo trasfigurato come quello di Gesù (la loro presenza era necessaria per richiamare le due grandi fazioni del popolo di ***: la Legge e i Profeti).

Ishramit ha detto che il nostro corpo verrà trasfigurato, perchè così c'è stato promesso:





La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo,
21il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. (Fil 3,21)

In parole povere, il nostro corpo dopo la morte tornerà a essere polvere (cioè smetterà d'esistere, perchè sarà tante altre sostanze). Dal momento che l'autore e creatore del nostro corpo e della nostra esistenza è ***, Egli rigenererà il corpo di ciascuno dal nulla, ridandocelo trasfigurato ma sempre personale (parlando di DNA, avremo nuovamente il medesimo in poche parole).


Il nostro corpo si trasfigurerà quindi non per capacità propria, ma per la Gloria di Cristo, il Verbo.


 


Scusa se sono andato un po' per le lunghe, spero almeno d'esser stato chiaro.
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la cosa mi è sempre interessata...quindi con questa trasfigurazione il corpo perderebbe anche i propri limiti terreni...con limiti intendo,per capirci,handicap vari etc...insomma,una sorta di "eliminazione di tutti i mali"?

 
la cosa mi è sempre interessata...quindi con questa trasfigurazione il corpo perderebbe anche i propri limiti terreni...con limiti intendo,per capirci,handicap vari etc...insomma,una sorta di "eliminazione di tutti i mali"?
L'aspetto interessante della rissurezione dei morti è il fatto che - al contrario di come siamo venuti al mondo - il nostro corpo sarà ricreato dal nulla, da zero.

 


Sarà un corpo glorioso (non perchè siamo di natura divina, ma perchè entreremo a partecipare alla Gloria di ***), i giudizi saranno già dati, e di conseguenza non avremo piû bisogno di avere delle croci.



Cristo quando risuscitò non sentiva più il peso della crocifissione e delle flagellazioni.


 


Esattamente come lui, dunque, non saremo più malati, non avremo più handicap, i mutilati di guerra riavranno i loro arti, ma è anche probabile che non avremo più certi impulsi (ad esempio quello sessuale, ormai inutile in un momento straordinario come quello).





 
Un aspetto che mi ha sempre incuriosito delle varie religioni è il rapporto fra bene e male. Nel cattolicesimo esiste la figura del diavolo e, se ricordo bene, ci sono diverse interpretazioni sull'idea di inferno.

Ma le altre religioni come si rapportano con l'idea di "male"?

 
Leggete il commento del sito Pontifex sul crollo dell'impalcatura del concerto di Jovanotti:
http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/9827-concerto-di-jovanotti-la-tragedia-di-trieste-faccia-riflettere

Vergognoso. Ecco fin dove riescono ad arrivare i fanatici cattolici. Partoriscono ragionamenti da medioevo. Già li vedo, seduti sulle loro poltrone di legno, con i forconi ben appuntiti e le torce accese.
Ma Pontifex praticamente per ogni tragedia punta il dito contro i peccatori dicendo "E' colpa vostra!!" dimenticandosi di dire perché ***, a cui "queste cose non piacciono", non fulmini direttamente Jovanotti invece di schiacciare uno studente che con le sue eresie ha poco a che fare.

Ah, ciliegina sulla torta in calce

Oggi 13 dicembre, al Teatro Capranichetta, Roma, ore 10:30 l'onorevole Domenico Scilipoti spiegherà i motivi secondo i quali la prossima manovra Monti sarebbe violativa della Costituzione.
:rickds:

 
Vergognoso. Ecco fin dove riescono ad arrivare i fanatici cattolici. Partoriscono ragionamenti da medioevo. Già li vedo, seduti sulle loro poltrone di legno, con i forconi ben appuntiti e le torce accese.

E fidati Alisalberto che questi non sono ragionamenti da medioevo, è tutta roba moderna.

 
lasciateli stare, sono solo degli impotenti che vorrebbero imporre il loro pensiero bigotto alla società

 
Leggete il commento del sito Pontifex ....
Va bhè, sono esseri penosi con l'attenuante che almeno non ti tagliano la gola se non la pensi come loro, però... alla larga!

...le altre religioni come si rapportano con l'idea di "male"?
Tralasciando profondi e dotti discorsi teologici appannaggio di Rabbini che hanno molto più tempo libero di quanto ne abbia io, a me è stato insegnato che è "male" tutto ciò che è proibito/condannato dalle scritture...

...con buonsenso però.

Ne deriva che seguire il culto non sia tra le condizioni obbligatorie per essere dalla parte del "bene" dal momento che i precetti "del fare" non proibiscono nulla.

Esempio pratico: il precetto che indica di santificare il Sabato non contiene proibizioni quindi non seguirlo non porta automaticamente nel "male".

Per contro rubare/uccidere fa parte dei precetti "del non fare" quindi tali azioni portano l'individuo nel "male".

Il buonsenso si applica alle regole obsolete che, pur rimanendo valide cadono in disuso.

Ovviamente l'applicazione di tutti i precetti porta vicini alla santità, ma è qualcosa di cui personalmente faccio a meno e che, in quanto donna, non mi tocca neppure.

E' da precisare che moltissimi precetti si riferiscono esclusivamente agli ebrei.

Da ciò deriva che, secondo l'ebraismo, per essere una persona giusta e quindi un individuo che pratica "il bene", non è necessario essere ebrei nè tantomento seguire le regole "del fare".

Questo si riflette nel concetto di paradiso/inferno.

Possono accedere al primo tutti coloro che sono stati "giusti" in terra, includendo quindi anche gentili (non ebrei), atei, buddisti, musulmani etc...

Vengono confinati nel secondo coloro che hanno agito contro i precetti fondamentali come appunto non uccidere, rubare etc...

Per l'ebraismo il paradiso è la Shekinà, cioè la Presenza del Signore, mentre l'inferno è il ghenninom, la Sua assenza.

Quindi non importa se sei ateo o segui un altro culto, l'importante è che tu abbia seguito oppure abbia infranto le regole, anche se non le conoscevi.

Se le hai seguite vuol dire che sei stato vicino a D-o, magari senza saperlo, e quindi passerai l'eternità con Lui, se Gli sei stato distante allora vuol dire che passerai l'eternità lontano da Lui.

Conseguenza logica più che punizione.


p.s.
rileggendo mi sono accorta di essere stata un po' confusionaria, però non riesco a scriverlo meglio, confido nelle vostre capacità cognitive ;-)

 
Leggete il commento del sito Pontifex sul crollo dell'impalcatura del concerto di Jovanotti:
http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/9827-concerto-di-jovanotti-la-tragedia-di-trieste-faccia-riflettere

Vergognoso. Ecco fin dove riescono ad arrivare i fanatici cattolici. Partoriscono ragionamenti da medioevo. Già li vedo, seduti sulle loro poltrone di legno, con i forconi ben appuntiti e le torce accese.
LOL... l'ultima volta dicevano che l'alluvione in Liguria ci fu perchè Crozza (ligure) è un bestemmiatore //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Se le hai seguite vuol dire che sei stato vicino a D-o, magari senza saperlo, e quindi passerai l'eternità con Lui, se Gli sei stato distante allora vuol dire che passerai l'eternità lontano da Lui.

Il primo comandamento non rientra nei precetti del non fare?

 
Il primo comandamento per me afferma D-o come Alleato e Salvatore del popolo Ebraico.

Mi preciseresti quale intendi per "primo"?

 
Va bhè, sono esseri penosi con l'attenuante che almeno non ti tagliano la gola se non la pensi come loro, però... alla larga!


Tralasciando profondi e dotti discorsi teologici appannaggio di Rabbini che hanno molto più tempo libero di quanto ne abbia io, a me è stato insegnato che è "male" tutto ciò che è proibito/condannato dalle scritture...

...con buonsenso però.

Ne deriva che seguire il culto non sia tra le condizioni obbligatorie per essere dalla parte del "bene" dal momento che i precetti "del fare" non proibiscono nulla.

Esempio pratico: il precetto che indica di santificare il Sabato non contiene proibizioni quindi non seguirlo non porta automaticamente nel "male".

Per contro rubare/uccidere fa parte dei precetti "del non fare" quindi tali azioni portano l'individuo nel "male".

Il buonsenso si applica alle regole obsolete che, pur rimanendo valide cadono in disuso.

Ovviamente l'applicazione di tutti i precetti porta vicini alla santità, ma è qualcosa di cui personalmente faccio a meno e che, in quanto donna, non mi tocca neppure.

E' da precisare che moltissimi precetti si riferiscono esclusivamente agli ebrei.

Da ciò deriva che, secondo l'ebraismo, per essere una persona giusta e quindi un individuo che pratica "il bene", non è necessario essere ebrei nè tantomento seguire le regole "del fare".

Questo si riflette nel concetto di paradiso/inferno.

Possono accedere al primo tutti coloro che sono stati "giusti" in terra, includendo quindi anche gentili (non ebrei), atei, buddisti, musulmani etc...

Vengono confinati nel secondo coloro che hanno agito contro i precetti fondamentali come appunto non uccidere, rubare etc...

Per l'ebraismo il paradiso è la Shekinà, cioè la Presenza del Signore, mentre l'inferno è il ghenninom, la Sua assenza.

Quindi non importa se sei ateo o segui un altro culto, l'importante è che tu abbia seguito oppure abbia infranto le regole, anche se non le conoscevi.

Se le hai seguite vuol dire che sei stato vicino a D-o, magari senza saperlo, e quindi passerai l'eternità con Lui, se Gli sei stato distante allora vuol dire che passerai l'eternità lontano da Lui.

Conseguenza logica più che punizione.


p.s.
rileggendo mi sono accorta di essere stata un po' confusionaria, però non riesco a scriverlo meglio, confido nelle vostre capacità cognitive ;-)
Scusa, ma stando a ciò che immagino tu creda non sarebbero condannati tutti i non ebrei, i politeisti, gli omosessuali, i sodomiti, chi mangia carne di maiale, chi mangia crostacei, chi mangia certi alimenti misti o cucinati in una certa maniera, chi lavora di sabato ecc ecc?

Si parla espressamente di pena di morte per questi trasgressori, mi sono sempre chiesto come facessero a conciliare ciò con il comandamento di "non uccidere".

 
Valefix, sapevo di essere stata un tantinello confusa nell'esposizione.

La pena di morte non è in contrasto col comandamento di non uccidere in quanto trattasi di punizione ma da millenni nessuno viene ucciso per quanto descrivi.

Volevo comunque dire che l'appartenenza o meno al culto ebraico è irrilevante nel "Giudizio finale" al contrario di quel che accade nel cristianesimo (credo) o nell'islam (qui son sicura), mentre alcune delle trasgressioni di cui scrivi (santificare il Sabato e cibo khosher) riguardano solo gli ebrei ma, è interpretazione comune, che non siano così importanti e che nessuno finisce nel ghenninom per una costoletta.

Per fare un esempio famoso prendiamo Shindler, un ubriacone, puttaniere, sfruttatore, attaccato al denaro e probabilmente grasso per grandi mangiate di maiale.

Eppure son sicura che in questo momento egli si trovi nella Gloria del Signore per le vite che ha salvato.

Sento però di dover precisare alcune cose.

Assodato che persino per i testimoni di geova ed atei incalliti c'è speranza di paradiso, toglierei i sodomiti e gli omosessuali dalle persone "condannabili".

Dimentica i fanatici khassidim che non attraverserebbero la strada di Sabato neppure se la casa stesse crollando, parliamo dell'interpretazione delle Scritture da parte di studiosi sani di mente.

L'ebraismo non condanna l'omosessualità perché non considera una categoria ma i singoli individui e non trova nulla di esecrabile nell'amare una persona dello stesso sesso perché alla fine sempre di amore si tratta.

Consiglia di astenersi dalle pratiche sessuali, ma non è un precetto e non è in contrasto con il comandamento di moltiplicarsi, perché tale prescrizione è subordinata alla salute della donna, alle condizioni economiche ed a qualsiasi disagio importante nella coppia tanto che già 2.500 anni fa si consigliavano metodi contraccettivi.

Ovviamente escluderei il porsche nuovo al posto del figlio (che comunque costa più di un'auto di lusso) come valido motivo, ma se un gay dovesse forzare la propria natura ed accoppiarsi con una persona di sesso opposto ne avrebbe, probabilmente, un danno psicologico.

Ovviamente come detto sopra, non parliamo di categoria ma di singoli individui per cui ognuno deve trovare la propria "quadra" nel problema, ma nessuna condanna può essere mossa per questo.

Allo stesso modo sodomia e masturbazione, non sono "peccati" in sè, lo è "spargere il seme" ma anche qui si dovrebbe vedere ogni singolo caso.

Un'ultima importante annotazione, al contrario di cristianesimo ed islam nell'ebraismo per "commettere peccato" è necessaria coscienza e volontarietà.

Faccio due esempi banali ma significativi, mi è capitato di mangiare pane con strutto ma me ne sono accorta solo dopo pranzo, in questo caso non ho trasgredito proprio perché non c'è stata volontarietà.

Mettiamo poi che tu veda una Torah aperta ed, affascinato dalle decorazioni, tu decida di toccare le lettere in rilievo commettendo, in teoria, un sacrilegio perché è vietatissimo toccare le "Lettere di fuoco".

Stai tranquillo che non solo non prenderai fuoco all'istante ma nessuno ti frusterà, al massimo ti faranno notare la cosa ma nessuna offesa sarà arrecata proprio perché non avevi coscienza della proibizione.

Ah, non provare a fare lo stesso col qaram, dubito che te la caveresti così bene ;-)

 
Sorrow, mi riferisco a questo (ammtto il copi incolla da wikipedia perchè non c'avevo voglia di trascrivere passo passo dalla mia bibbia xP) :

« E *** pronunciò tutte queste parole dicendo così:
Io sono il Signore tuo ***, che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa degli schiavi.

Non avrai altri dei al mio cospetto. Non farti alcuna scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque al di sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li adorare, perché io, il Signore tuo ***, sono un *** geloso che punisce il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, per coloro che mi amano ed osservano i miei comandamenti.
Punzecchiando Internet ho scoperto che la seconda parte di questo diventa nella tradizione ebraica il secondo comandamento. Chiedo perdono per lo svarione, però comunque il mio dubbio rimane. Non è un precetto del non fare?

 
Volevo comunque dire che l'appartenenza o meno al culto ebraico è irrilevante nel "Giudizio finale" al contrario di quel che accade nel cristianesimo (credo) o nell'islam (qui son sicura), mentre alcune delle trasgressioni di cui scrivi (santificare il Sabato e cibo khosher) riguardano solo gli ebrei ma, è interpretazione comune, che non siano così importanti e che nessuno finisce nel ghenninom per una costoletta.
Questione spinosa: per la santità perfetta bisogna aver accolto il cristianesimo e la Fede, però non c'è bisogno della santità perfetta ed assoluta per aspirare alla salvezza, anzi.

E' uno dei motivi per cui esiste il dogma del Purgatorio, se non vado errato.

 


---------- Post added at 16:24:13 ---------- Previous post was at 16:19:36 ----------

 




Un'ultima importante annotazione, al contrario di cristianesimo ed islam nell'ebraismo per "commettere peccato" è necessaria coscienza e volontarietà.
Ti sbagli: è così anche nel cristianesimo, in cui il vostro "commettere peccato" è associato al nostro "commettere peccato mortale", che di fatto è il peccato davvero grave e per cui davvero è necessaria la riconciliazione.

I peccati veniali sono considerati peccati perché disturbano la felicità dell'individuo, ma l'individuo non ne è responsabile, quindi tale peccato è irrilevante in una dimensione eterna.

 
Punzecchiando Internet ho scoperto che la seconda parte di questo diventa nella tradizione ebraica il secondo comandamento. .... Non è un precetto del non fare?
 


Su tale questione conosco studiosi che ci passerebbero sopra l'intera esistenza per discuterne ;-)


 


La mia interpretazione è che in realtà dica di credere in un solo D-o escludendo le altre cose pertanto và considerato come se recitasse: "
Credi esclusivamente in Me" e comunque riguarda esclusivamente i credenti, chi adora altri dei o idoli non è tenuto a seguire il comandamento.

 


Le "minacce" riportate poi fanno parte della cultura di 2.000 e passa anni fà dove rinnegare il credo significava aprire le porte al disfacimento della società che si riuniva attorno al Tempio, eppure anche in questa descrizione di un D-o tetragono e vendicatore c'è più pietà che violenza, la punizione arriva alla quarta generazione mentre la bontà supera la millesima.


 




Questione spinosa: per la santità perfetta bisogna aver accolto il cristianesimo e la Fede, però non c'è bisogno della santità perfetta ed assoluta per aspirare alla salvezza, anzi.
 


Immagino sia il punto di vista cattolico, per quanto mi concerne la Santità non è dell'essere umano che quindi vi si può avvicinare ma non è in grado di raggiungerla tanto che l'espressione "Uomo Santo" usata anche nel Talmud và interpretata in senso non letterale come "Uomo che vede la santità" perché solo il Signore può essere, ed è, Santo.

 




Ti sbagli: è così anche nel cristianesimo
Mi baso sul peccato originale che ammetto merita trattazione a parte, però se si è in peccato senza aver fatto nulla allora, per estensione, chiunque infranga le regole involontariamente o senza conoscerle rimane comunque peccatore. 


In passato era così (infedeli, popolazioni aborigene, etc...) ora non sò.


 




in cui il vostro "commettere peccato" è associato al nostro "commettere peccato mortale", che di fatto è il peccato davvero grave e per cui davvero è necessaria la riconciliazione.
Dissento, i miei "peccati" ma preferisco considerarle mancanze, sono un fatto personale tra me e Lui, quindi ogni singolo caso non si ascrive ad una catalogazione ma fà storia a sè, niente peccati veniali o mortali, solo qualche passo fuori dalla strada maestra che si risolve tra entità (l'individuo ed il Signore) con pari dignità.  


Ovviamente se la mancanza genera danno ad altri interviene anche un giudizio della comunità (oltre che della legge in senso temporale) ma questo non cambia il rapporto diretto con l'Altissimo, infatti i Rabbini sono solo degli studiosi (magari con scarsa voglia di lavorare) e non sacerdoti e non vengono "ordinati" da alcuno perché non serve alcun tramite tra individuo e Cielo.


 




I peccati veniali sono considerati peccati perché disturbano la felicità dell'individuo, ma l'individuo non ne è responsabile, quindi tale peccato è irrilevante in una dimensione eterna.
Però rimane "peccato" quindi la mia impressione è corretta, il peccato nel cristianesimo, così come nell'islam, prescinde dalla volontarietà / conoscenza. 





E' uno dei motivi per cui esiste il dogma del Purgatorio, se non vado errato.



 


Questa cosa del purgatorio mi sembra rafforzi la mia convinzione, se non erro lì ci vanno persone che magari han vissuto degnamente ma che però hanno rifiutato il cristianesimo tipo la sottoscritta, non riesco a capire come si possa affermare l'uguaglianza nelle azioni e poi negare il paradiso in funzione del credo.


 


Ma qui mi fermo, ho avuto uno scontro personale su tale questione e potrei trascendere e diventare offensiva.





 
Il purgatorio è per tutte le persone che, pur non avendo vissuto nella santità, non si sono opposte volontariamente a *** e non hanno scelto un'eternità infernale. Quelle, insomma, che non hanno scelto la Felicità assoluta per motivi involontari, a cui la misericordia divina dà la possibilità di conoscere finalmente questa realtà e di sceglierla o rifiutarla una volta per tutte.

Quindi non è detto che i non-cristiani siano destinati automaticamente al purgatorio, però si pensa sia molto probabile: ovvio che se credi che Cristo sia la Via, la Verità e la Vita dubiti che altrove si possa trovare una felicità equivalente a quella portata da Lui, però non si pongono limiti alla Provvidenza, e soprattutto non si decide in terra cosa accade in Cielo.

PS: il peccato è una condizione di allontanamento da ***, di infelicità, assoluta o parziale, quindi sì: si può peccare anche involontariamente, si può soffrire anche per distrazione, d'altronde.

Però sono sofferenze momentanee, effimere, il peccato è innanzitutto un danno arrecato a sé stessi, perché ovviamente non si può arrecare offesa all'essere perfetto, la riconciliazione è comprendere che il danno esiste, che era insensato, e che può essere riparato, tornando alla felicità.

Qui il ruolo della comunità c'è, ma la comunità, la Chiesa, serve a guidare il ritorno ad una felicità più vera, libera dall'errore, insomma è un supporto dato alla persona che da sola farebbe una fatica estrema a risolvere tutti i propri errori.

 
Ma voler andare all'inferno è peccato?

 
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