È qui che sbagli: prima di pregare non sono AFFATTO intenzionato a compiere la volontà di ***. Anzi, ti dirò, ormai durante la preghiera non penso nemmeno più, non formulo pensieri, parole, la mia unica preghiera è sondare i volti delle persone con cui entro in contatto quotidianamente. Dopo la preghiera, giungo alla conclusione che le mie pretese, i miei desideri, sono spesso ridicoli, si forma una nuova volontà che sostituisce la vecchia, vengo posto in confronto con Cristo nella sua passione, e mi rendo conto che sì, sono uno stupido e un ingrato, e che non merito di chiedere alcunchè.
Poi il desiderio di essere al suo posto, l'accettazione dell'inesistenza dell'Amore con la A maiuscola senza sofferenza e abnegazione, il rendersi conto che tutto ciò che pretendo sarebbe così inutile che farei meglio a privarmi di ciò che ho già.
So che difficilmente mi capirai, ancora una volta, ma sto cercando di esprimere l'inesprimibile in modi diversi perchè qualcuno magari lo capisca: la preghiera è un rovescianento della volontà, la nascita di una volontà nuova, ogni giorno. E non chiedo proprio niente, nessun tornaconto, perchè ho potuto sperimentare che la felicità sta nel compiere la volontà di ***, non la mia. E se compiere la Sua volontà è un vantaggio per me, mi chiedo che senso avrebbe il fatto che la preghiera con me funzioni, di chi sarebbe questa volontà che nemmeno conosco? Del caso? Benedetto sia quel caso, allora, che mi convince a donare me stesso contro la convenienza!
Ps: la preghiera di fatto serve a ME per godere del rapporto con ***, mica a lui come indirizzo, se non prego decido liberamente di non intrattenere questo rapporto, *** non mi costringerà a goderne.
Riguardo alla psicoterapia: no grazie, ho tutto ciò di cui ho bisogno.
Ad ogni modo mi tornano ora in mente parole pronunciate molto tempo fa, quando ancora non le comprendevo appieno.
"A quale fine?"
"Per imparare a meglio Servire *** ed il prossimo."
"Quali vantaggi materiali pensi di ottenerne?"
"Nessuno."
Mai ottenuti, di fatto, di vantaggi spirituali invece sì, grazie anche a quelle parole ero nel luogo in cui mi convertii, ma quelle parole non avevano a che fare con la preghiera, di fronte a me era un uomo. Nessuna meraviglia, dunque, che si possano ottenere anche con la preghiera, ma resta il fatto che questa non è sincera se l'obiettivo è proprio quel tipo di vantaggio, e non la disposizione a distruggere l'egoismo che gonfia tanto l'ego,