Ma la domanda "esiste un principio del mondo?" lascia spazio a molti pensieri diversi, *** è solo uno di questi. La sola definizione di *** non gli attribuisce più credibilità o probabilità di esistere. Capisco che la seconda domanda è più importante e merita più attenzione della prima, ma rimane allo stesso livello perchè non è ancora spiegabile visto l'assenza di metodi e strumenti per analizzarla.
*** è un nome come un altro per dire molte cose, tra le tante principio del mondo e *** coincidono, almeno nelle teologie "contro" le quali sei ateo, quindi non ha senso dire che sono pensieri molto diversi, perchè coincidono. Non mi interessa che non sia Gesu' o sia un carpentiere o una penna USB, come spiega San Tommaso d'altronde non stiamo parlando di quello o quell'altro singolare per definire ***, stiamo parlando di un universale "Che possiamo chiamare ***". Continuando:
Rimangono semplici racconti, non influenzano il fattore di credibilità o probabilità che esista. Se per il *** che muore e ritorna intendi Gesù, anche quella rimane una semplice storia che trovo poco credibile, con tutte le sue incongruenze. D'altronde, la storia dice che il giorno in cui Gesù sarebbe risorto, tutte le tombe del cimitero erano spalancate. Anche se la storia di Gesù fosse tutta vera, questa non è una prova o un evidenza che *** esisti.
Dunque non accetti la
possibilità del *** cristiano, perchè, come hai scritto,
è incongruente e presenta contraddizioni, e dunque fermandoci alla rivelazione Cristiana -ma suppongo anche Ebraica- tu sei
certo, o almeno hai un atteggiamento
positivo circa l'inesistenza di ***, e tutt'altro che negativo.
Ora sarei curioso di sapere
quale religione rivelata ti lascia il privilegio del dubbio circa l'esistenza di ***, e immaginando che mi risponderai "nessuna che io conosca" ti potrei dimostrare che hai fatto sofismi per due pagine dicendo che "non credi in *** ma non dico che è impossibile che esista", perchè hai allargato a
piacere il concetto di ***, da quello specifico a quello generale.
Dunque, consci che l'unico concetto di *** che potresti ammetteri non è di tipo rivelato ma di tipo logico,
Non trovo la contraddizione. Io non posso sapere se *** esiste o meno, quindi non lo nego ma secondo me non esiste. Non capisco dove sta l'errore.
L'errore va da se: non c'è nessun "secondo me", le contraddizioni sono tali in tutti i mondi possibili e quindi, sempre fermandoci alla religione rivelata, non è "secondo te" che cristo non è ***: Ma Cristo non è *** e basta, e ci aggiungi un secondo me dialettico per non offendere nessuno, cosa poco ortodossa e al quale preferisco di gran lunga l'onestà intellettuale -si fa per dire- di Alisalberto che mi prende a pezze sulla mia religione per pagine e pagine di No e No. Contro le religioni rivelate il tuo ateismo non è "non credere" all'esistenza di ***, ma è "non
bersi che quel personaggio in particolare sia ***" che è molto piu' concettuale di non-credere, è un argomento molto piu' forte espone una negazione netta, suffragata da argomentazioni logiche, e non da una tesi debole, suffragata dalle preferenze.
E infatti, scopriamo che:
Chiedermi se credo in "un ***" e se credo nel *** "cristiano" sono due cose diverse
che è
molto vero, considerato il trascorso che ti ho fatto in queste ultime righe, ma che Espone un altro tipo di problema, che è quello alla base del tuo ateismo:
Non è che *** ci può essere ma non ne abbiamo le prove e quindi non credi ci sia:
è che le prove che abbiamo non testimoniano che *** ci sia e non consideri razionale partire dal nulla di fatto per credere in ***. Che può sembrare la stessa cosa ma rivolge a un atteggiamento pratico completamente diverso: nessun
secondo me, *** con le attuali informazioni
non è possibile, e quindi il tuo è un Ateismo Positivistico che non si può ammantare del privilegio del dubbio. In verità, la resa dei conti la si vede:
Capisco che la seconda domanda è più importante e merita più attenzione della prima, ma rimane allo stesso livello perchè non è ancora spiegabile visto l'assenza di metodi e strumenti per analizzarla.
Perchè componi un equivoco altamente
irrazionale che già Newton -un deista piuttosto famoso- aveva fatto notare ai suoi colleghi atei:
Il metodo e lo strumento sono la base della
scienza dell'uomo circa il reale ed il fisico, ma se ci si sposta su una prerogativa della possibilità di *** -*** è possibile ma non lo conosciamo quindi non ci credo- si sta dando per scontato che, per ciò che si chiama *** ed è accettato come possibile,
ci siano effettivamente metodi di conoscienza fisici su una premessa già implicitamente spiegata come
pre-fisica. E' un atto di irrazionalità estremo perchè cerca di espandere la conoscenza umana
affermativamente sull'essenza di un "ipotesi", esistente o meno, di tipo a-fisico: non è altro che un delirio della ragione; e infatti gli atei un po' piu' furbi si tengono bene alla larga da concedere la
possibilità dell'esistenza di *** coincidente con la possibilità di una sua conoscenza umana, perchè hanno già affrontato il discorso e sanno che porta a un nulla di fatto. Altri ancora piu' furbi o semplicemente piu' coerenti e piu' studiosi, come purtroppo il signor Odifreddi (si, sono di parte), concedono a *** una dimensione fisica scientificamente dimostrabile e immanente, ma in quel caso ci allontaneremmo estremamente dal discorso sulla
possibilità di *** ma sulla
effettività, palpabile e un giorno verificabile , sperimentabile e specialmente matematizzabile di un principio non-trascendente, e quindi molto lontano dal precetto stesso di "religione". Nel nostro interesse e quello degli atei: Se *** è possibile è molto meglio ammettere che non può essere conosciuto, e questo fa comodo anche ai religiosi, che non basano la loro religione sulla conoscenza di ***, ma sulla sua Fede, che non è un atto razionale nel senso stretto della parola, ma nemmeno irrazionale (Non si può dire che sia razionale chiamare i carabinieri all'una di notte se senti dei rumori in casa, perchè magari è stato solo un gatto e non hai conoscenza del fatto che il gatto ti sia entrato in casa, ma non è nemmeno irrazionale chiamari i carabinieri, perchè magari è un ladro e non ti servono tanti complimenti per cercare protezione) In ogni caso lo spartiacque rimane quello saldo da secoli e che giustifica perchè le conversioni atei religiosi religiosi atei siano così eccezionali: perchè non ci sono veri punti di incontro che non siano sul campo dell'esperienza. Anche la piu' minima, anche l'esperienza di studio, anche quella del confronto, ma comunque esperienza: fatti a posteriori.