Alert Religioni (Leggere il primo post prima di intervenire)

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Come altrove è già stato riscontrato c'è la volontà di creare problemi quando la conversazione stava avanzando civilmente.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
Civilmente non significa necessariamente intelligentemente, o logicamente.

Allora: la domanda iniziale era: perchè il pedofilo non è stato messo nelle condizioni di non agire?

Mi piacerebbe conoscere l'opinione sulle motivazioni che possono spingere qualcuno a non bloccare un pedofilo conclamato.

 
Civilmente non significa necessariamente intelligentemente, o logicamente.


Allora: la domanda iniziale era: perchè il pedofilo non è stato messo nelle condizioni di non agire?

Mi piacerebbe conoscere l'opinione sulle motivazioni che possono spingere qualcuno a non bloccare un pedofilo conclamato.
I sacerdoti non possono bloccare né trattenere nessuno dal compiere le proprie azioni

 
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Civilmente non significa necessariamente intelligentemente, o logicamente.


Allora: la domanda iniziale era: perchè il pedofilo non è stato messo nelle condizioni di non agire?

Mi piacerebbe conoscere l'opinione sulle motivazioni che possono spingere qualcuno a non bloccare un pedofilo conclamato.
Se si legge tutto il discorso si potrà vedere come vi è una logica di fondo.Se invece si vuole creare problemi ci si appiglia a uno o due post.La domanda iniziale non era perchè il pedofilo non è stato messo nelle condizioni di non agire,ma cosa ne si pensasse della questione,io ho risposto ora si passi la palla ad altri.

 
I sacerdoti non possono bloccare né trattenere nessuno dal compiere le proprie azioni
Però il sacerdote del video ha testimoniato di avere esplicitato in alte sfere la tendenza del pedofilo, esplicitata al punto tale da non poterla più definire una parafilia. E dunque lo si sarebbe dovuto allontanare dall'esercizio religioso a contatto con il pubblico. Ci sono i conventi.

Perchè non è stato fatto?

 
Ultima modifica:
I sacerdoti non possono bloccare né trattenere nessuno dal compiere le proprie azioni
La magistratura però si, e se un prete ha un briciolo di onestà lo denuncia.

 
Però il sacerdote del video ha testimoniato di avere esplicitato in alte sfere la tendenza del pedofilo, esplicitata al punto tale da non poterla più definire una parafilia. E dunque lo si sarebbe dovuto allontanare dall'esercizio religioso a contatto con il pubblico. Ci sono i conventi.Perchè non è stato fatto?
E come allontanarlo dall'ordine avrebbe potuto esserlo?

Avranno convenuto che il miglior modo per evitare che esso possa esprimere questa sua malattia psicologica, avrebbe potuto essere quello di reintegrarlo in una comunità, evidentemente sbagliando. Però son solo congetture dato che io non conosco ciò che si sono detti.

La magistratura però si, e se un prete ha un briciolo di onestà lo denuncia.
No :cat:

Non è questione di onestà o meno, sono promesse, patti, che si stringono prendendo il sacerdozio.

 
E come allontanarlo dall'ordine avrebbe potuto esserlo?Avranno convenuto che il miglior modo per evitare che esso possa esprimere questa sua malattia psicologica, avrebbe potuto essere quello di reintegrarlo in una comunità, evidentemente sbagliando. Però son solo congetture dato che io non conosco ciò che si sono detti.

No :cat:

Non è questione di onestà o meno, sono promesse, patti, che si stringono prendendo il sacerdozio.
Nel caso in cui un sacerdote si rende evidentemente un pedofilo conclamato, si arriva al ricovero in un convento; ci pensa la chiesa stessa ad allontanarlo. Cosa che non è stata fatta, a quanto pare. E mi sembra oltremodo strano, perfino la stessa volontà dei vescovi di non parlarne. E' controproducente non fare almeno una dichiarazione pubblica perchè alimenta solo la curiosità il non farlo, a volte una curiosità perfino insana.

Ho conosciuto un prete pedofilo, non omo ma etero.

In seguito alla denuncia dei genitori delle ragazzine, la chiesa, dopo un processo, lo ha allontanato dall'esercizio religioso pubblico e stabilito la residenza all'interno di un convento.

E' anche conveniente per lo stesso pedofilo perchè, in questo modo, può fare ammenda oltre a non avere più l'occasione di reiterare l'atto.

 
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No :cat:Non è questione di onestà o meno, sono promesse, patti, che si stringono prendendo il sacerdozio.
Ed è proprio per questo che parlo di onestà come valore laico //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif

 
Nel caso in cui un sacerdote si rende evidentemente un pedofilo conclamato, si arriva al ricovero in un convento; ci pensa la chiesa stessa ad allontanarlo. Cosa che non è stata fatta, a quanto pare. E mi sembra oltremodo strano, perfino la stessa volontà dei vescovi di non parlarne. E' controproducente non fare almeno una dichiarazione pubblica perchè alimenta solo la curiosità il non farlo, a volte una curiosità perfino insana.
Ho conosciuto un prete pedofilo, non omo ma etero.

In seguito alla denuncia dei genitori delle ragazzine, la chiesa, dopo un processo, lo ha allontanato dall'esercizio religioso pubblico e stabilito la residenza all'interno di un convento.

E' anche conveniente per lo stesso pedofilo perchè, in questo modo, può fare ammenda oltre a non avere più l'occasione di reiterare l'atto.
Ci penso va bene? In giornata ti rispondo

 


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Ed è proprio per questo che parlo di onestà come valore laico //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif
Che, come sono certo che capirai, i sacerdoti non possono esercitare :cat:

EDIT

Quantomeno non quando tale confessione è fatta nel confessionale

 
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Ci penso va bene? In giornata ti rispondo 


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Che, come sono certo che capirai, i sacerdoti non possono esercitare :cat:
Okey :rickds:

Mi viene in mente, però, che nel caso che ho potuto seguire da vicino, c'era stata la denuncia dei genitori.

In questo caso, invece, non ci sono state denunce perché i ragazzini, o si vergognavano, o non si rendevano conto della gravità della coercizione, e solo uno, mi pare, è arrivato alla denuncia. Questo potrebbe essere stato uno dei motivi del silenzio clericale.

Ma, in ogni caso, non si sarebbe dovuto arrivare a un continuo trasferimento del pedofilo che, simbolicamente, è stato come un posticipare di fatto il problema.

Si chiama omissione.

 
Ultima modifica:
Ed è proprio per questo che parlo di onestà come valore laico //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif
L'"onestà" come valore laico a cui alludi tu, è il rispetto della legge.


Peccato che la legge italiana non obbliga il cittadino a denunciare un reato.



Quindi il non denunciare un reato non fa della persona un disonesto.


 




Art. 357.

Nozione del pubblico ufficiale.

Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa.

Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi.

Art. 358.

Nozione della persona incaricata di un pubblico servizio.

Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio.

Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata, dalla mancanza dei poteri tipici di quest'ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale.

Art. 359.

Persone esercenti un servizio di pubblica necessità.

Agli effetti della legge penale, sono persone che esercitano un servizio di pubblica necessità:

1) i privati che esercitano professioni forensi o sanitarie, o altre professioni il cui esercizio sia per legge vietato senza una speciale abilitazione dello Stato, quando dell'opera di essi il pubblico sia per legge obbligato a valersi;

2) i privati che, non esercitando una pubblica funzione, né prestando un pubblico servizio, adempiono un servizio dichiarato di pubblica necessità mediante un atto della pubblica amministrazione.

Art. 361.

Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale.

Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all'autorità giudiziaria, o ad un'altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516.

La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto.

Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa.

(Vedi anche artt. 362 e 363).

Art. 364.

Omessa denuncia di reato da parte del cittadino.

Il cittadino , che, avendo avuto notizia di un delitto contro la personalità dello Stato, per il quale la legge stabilisce la pena di morte (1) o l'ergastolo, non ne fa immediatamente denuncia all'Autorità indicata nell'art. 361, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 103 a euro 1.032.

Si noti che il delitto della pedofilia NON è un delitto contro la personalità dello Stato.


E si noti pure che un prete, un vescovo, un diacono o chi volete voi, non è un pubblico ufficiale.

Questa come premessa.


 


Poi se si hanno delle prove che un prete (o qualsiasi altra persona) è un pedofilo e l'informazione arriva fuori dal segreto confessionale, allora è un grande atto denunciarlo alle autorità, anche laiche.





 
Ultima modifica da un moderatore:
L'"onestà" come valore laico a cui alludi tu, è il rispetto della legge.
Peccato che la legge italiana non obbliga il cittadino a denunciare un reato.



Quindi il non denunciare un reato non fa della persona un disonesto.


 




Art. 357.

Nozione del pubblico ufficiale.

Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa.

Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi.

Art. 358.

Nozione della persona incaricata di un pubblico servizio.

Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio.

Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata, dalla mancanza dei poteri tipici di quest'ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale.

Art. 359.

Persone esercenti un servizio di pubblica necessità.

Agli effetti della legge penale, sono persone che esercitano un servizio di pubblica necessità:

1) i privati che esercitano professioni forensi o sanitarie, o altre professioni il cui esercizio sia per legge vietato senza una speciale abilitazione dello Stato, quando dell'opera di essi il pubblico sia per legge obbligato a valersi;

2) i privati che, non esercitando una pubblica funzione, né prestando un pubblico servizio, adempiono un servizio dichiarato di pubblica necessità mediante un atto della pubblica amministrazione.

Art. 361.

Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale.

Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all'autorità giudiziaria, o ad un'altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516.

La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto.

Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa.

(Vedi anche artt. 362 e 363).

Art. 364.

Omessa denuncia di reato da parte del cittadino.

Il cittadino , che, avendo avuto notizia di un delitto contro la personalità dello Stato, per il quale la legge stabilisce la pena di morte (1) o l'ergastolo, non ne fa immediatamente denuncia all'Autorità indicata nell'art. 361, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 103 a euro 1.032.

Si noti che il delitto della pedofilia NON è un delitto contro la personalità dello Stato.


E si noti pure che un prete, un vescovo, un diacono o chi volete voi, non è un pubblico ufficiale.

Questa come premessa.


 


Poi se si hanno delle prove che un prete (o qualsiasi altra persona) è un pedofilo e l'informazione arriva fuori dal segreto confessionale, allora è un grande atto denunciarlo alle autorità, anche laiche.



Allora non parlo di onestà come valore laico, parlo di onestà come mio valore personale e spero condivisibile, che impone a chi è onesto la denuncia di atti di pedofilia. Hai chiarito molto bene questo punto.

Ma in caso un prete denunci un collega alla magistratura, non corre il rischio di essere scomunicato/licenziato ?

 
Okey :rickds:
Mi viene in mente, però, che nel caso che ho potuto seguire da vicino, c'era stata la denuncia dei genitori.

In questo caso, invece, non ci sono state denunce perché i ragazzini, o si vergognavano, o non si rendevano conto della gravità della coercizione, e solo uno, mi pare, è arrivato alla denuncia. Questo potrebbe essere stato uno dei motivi del silenzio clericale.

Ma, in ogni caso, non si sarebbe dovuto arrivare a un continuo trasferimento del pedofilo che, simbolicamente, è stato come un posticipare di fatto il problema.

Si chiama omissione.
Mi sa che hanno cazzato i superiori :kep88:

E poi mi pare ci sia una falla regolamentare nella confessione e cioè se il crimine deve ancora essere perpetrato, ma viene già confessato al confessore (scusate) esso ha il dovere (credo) di evitare che il fattaccio accada.

È altresì vero che se a qualche confessore viene confessata una forma di perversione, esso ha l'obbligo morale di riportare sulla retta via quella persona con discorsi o altro insomma.

Vorrei poi ricordarvi che di solito gli abusatori son stati sottomessi in età infantile probabilmente e perciò non vorrei che scadeste in facile populismo. Ovviamente punire e giusto ma bisogna anche rieducare mentalmente.

Aggiungo che adesso, in sede di selezione dei sacerdoti, sottopongono anche a sedute psicologiche. Comunque un passo avanti rispetto a prima.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Il servizio mi ha colpito particolarmente, mi spiace che la chiesa stessa sia stata immobile per così tanti anni e il conto delle vite che ha rovinato quel prete è davvero elevato.

Cosa ancor più grave le non spiegazioni dei Vescovi e dei Cardinali, un atto di meaculpa durante le interviste potevano anche farlo, anche solo per non sembrare delle persone totalmente distaccate all'argomento. Il comportamento tenuto ieri, è il cassico del politico o del malfattore messo di fronte alla verità

 
Ultima modifica da un moderatore:
Evidentemente si tiene tutto nascosto perché il fenomeno magari è molto più esteso di quanto si pensi e se, in paesi occidentali qualcosa viene fuori in altri paesi tipo Africa o Sud America ci deve essere di peggio altrimenti non vedo nessun motivo di proteggere personaggi del genere visto che la chiesa sarebbe la prima a farci "bella figura" denunciando casi simili.

Mi chiedo dove è questo *** quando un bambino ma anche una persona normale viene violata nel suo intivo o nella sua dignità, bah!

 
L'aspetto di cui parli te (che non è quello psicologico, bensì antropologico [antropologia delle religioni]) è interessante. 


Però non si può dire che l'uomo ha umanizzato la natura, perchè ne fa parte. Inoltre bisogna anche capire cosa intendiamo per "religione".


 


Se la religione la intendiamo con il suo significato più corretto ("creare un legame con una divinità per mezzo del culto") è una cosa; e allora non si può parlare di infantilismo perchè l'essere umano risponde solo ad un'esigenza naturale (la religiosità naturale è un istinto, tant'è che non esiste una sola civiltà al mondo che non abbia mai avuto una religione tra il proprio popolo, Unione Sovietica compresa).



Se per religione intendiamo invece l'insieme di attività spirituali su piano generico, allora anche in questo caso non si può parlare di infantilismo: bensì di scienza.



Non so che cosa abbia d'infantile il Taoismo, ad esempio, o il Cristianesimo (quest'ultimo ha cullato grandi logici come Tommaso d'Aquino e Alberto Magno, che addirittura rinnegavano l'immaginazione per lasciar spazio alla pura ragione).


 


Inoltre vorrei capire in cosa s'assomigliano le religioni per concludere che sono "inimmaginabilmente simili". il Buddhismo è qualcosa di completamente diverso dall'Islam, l'Islam è completamente diverso dall'Induismo e quest'ultimo è l'opposto dell'Ebraismo.
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Io non sono una persona profondamente religiosa.

Nonostante sia cresciuto in comunità neo-catecumenali , nonostante mi interessi molto leggere argomenti legati alla religione (cabala, vangeli apocrifi , testi gnostici) e nonostante studi Taoismo.... Quest'ultimo lo studio e pratico , eppure l'ho sempre visto in modo laico.

Sono sempre stato molto diffidente sull'effettiva necessità di un pensiero religioso, e ho sempre pensato alla religione come fonte di ogni male umano.

Ultimamente mi sono dovuto ricredere. Il male delle persone son le persone. Il male del pensiero religioso è il fraintendimento e/o l'utilizzo dello stesso per manipolare. Ma, tutto sommato, è ingiusto pensare che lo stesso non valga e non sia valso per il pensiero scientifico o quello filosofico. Forse il testo che più ha unito i puntini sulla nuova consapevolezza che maturavo è quello di cui ho condiviso un estratto qua dentro qualche giorno fa , che mi ha fatto vedere alcune cose che conoscevo con una luce diversa.

Alla fine scienza, filosofia e religione mirano tutte alla comprensione del mondo che ci circonda, ed ognuno lo fa con i propri mezzi. Mezzi che si compenetrano e alternano.

Sminuire / dare troppo peso ad uno o l'altro è sbagliato in egual misura. Bisognerebbe imparare a trarre il giusto beneficio dall'apporto che ognuno può dare alla conoscenza di se stessi e del mondo.

Anche io un tempo pensavo alla religione come qualcosa nato per "paura della morte" o per spiegare "questo o quel fenomeno naturale con delle favolette" , ma ho dovuto man mano ammettere con me stesso che è ben più complesso di così.

Per il discorso "tutte le religioni sono uguali" bisogna fare due assunti.

Il primo è che sistemi filosofici / religiosi come Taoismo, Buddismo , Induismo han scambiato conoscenze l'un l'altro nel corso di secoli se non millenni. Sarebbe un po' ingenuo prendere le eventuali somiglianze come indice del fatto che tutte le religioni sono uguali.

In secondo luogo, come fai notare, non è vero per un cavolo che son tutte uguali e i punti di contatto eventuali fra pensieri filosofici e religiosi distanti migliaia di anni / migliaia di km fra di loro semmai potrebbero derivare proprio dal fatto che utilizzano mezzi non dissimili fra loro per formare il proprio pensiero.

 


---------- Post added at 17:35:57 ---------- Previous post was at 17:31:18 ----------

 




Ragazzi non è meglio parlare di tutte le religioni sotto un punto di vista differente ? per esempio, io proporrei da un punto di vista psicologico. Ecco qua : l'uomo ha creato lui tutte le religioni esistenti, perchè ha umanizzato la natura attraverso il suo infantilismo ed attraverso la sua pura immaginazione, ed è per questo che la maggior parte delle religioni si assomigliano in un modo inimmaginabile.
per te, se ne hai tempo/voglia/coraggio ho questo

http://forum.spaziogames.it/board/showthread.php?t=299392&p=18456968&viewfull=1#post18456968

 
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Allora non parlo di onestà come valore laico, parlo di onestà come mio valore personale e spero condivisibile, che impone a chi è onesto la denuncia di atti di pedofilia. Hai chiarito molto bene questo punto.
Ma in caso un prete denunci un collega alla magistratura, non corre il rischio di essere scomunicato/licenziato ?
E qui casca l'asino, purtroppo o per fortuna.

 


Il valore personale... è personale. Può valere per te, ma non per me.


 


Anche perchè il "codice etico fai da me" ha lo spiacevole difetto di essere modificabile dal legislatore a proprio piacimento.



Ad esempio: io, per mia morale personale, decido che dire le bugie e' sbagliato. Poi un bel giorno me ne scappa una (mento sul periodo del disco del posteggio al vigile urbano, per evitare la multa).



In questo caso e' assai difficile che io mi riconosca colpevole davanti a me stesso; e' piu' probabile che mi giustifichi dicendo: "vabbe', era una bugia che m'ha dato un vantaggio economico e che non ha danneggiato nessuno".



Ed ecco che il mio codice etico e' stato modificato secondo convenienza personale.


 


Per la tua domanda conclusiva, se un prete denuncia penalmente per mezzo di una magistratura laica un altro prete, per pedofilia (come qualsiasi altro reato penale, del resto), non sono assolutamente previste ritorsioni di nessun genere (e ci mancherebbe).



Unica eccezione fatta nel caso in cui il reato e' stato scoperto per mezzo del segreto confessionale. In questo caso il prete denunciante (ma non per il fatto che ha denunciato, bensi' perche' ha rivelato a terzi cio' che e' stato riferito nel segreto) e' scomunicato.



Non e' necessario che ci sia qualcuno che decreti la scomunica, essa e' in atto automaticamente nello stesso istante in cui avviene la violazione.



Il prete, per ricomunicarsi con la Chiesa, dovra' rivolgersi direttamente alla Santa Sede (non ci sono altre vie).





L'imporre l'obbligo di denuncia non e' di competenza del Romano Pontefice, bensi' delle singole Conferenze Episcopali (quella Australiana, ad esempio, ha messo l'obbligo: http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/australia-abusi-abusos-abuse-20137/ , quella italiana no... anche per evitare di elevare la figura del prete/vescovo allo stesso livello di un pubblico ufficiale laico, vedere articoli sopraccitati nel precedente post).

 


Spero d'essere stato abbastanza chiaro.
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Mi sa che hanno cazzato i superiori :kep88:
E poi mi pare ci sia una falla regolamentare nella confessione e cioè se il crimine deve ancora essere perpetrato, ma viene già confessato al confessore (scusate) esso ha il dovere (credo) di evitare che il fattaccio accada.

È altresì vero che se a qualche confessore viene confessata una forma di perversione, esso ha l'obbligo morale di riportare sulla retta via quella persona con discorsi o altro insomma.

Vorrei poi ricordarvi che di solito gli abusatori son stati sottomessi in età infantile probabilmente e perciò non vorrei che scadeste in facile populismo. Ovviamente punire e giusto ma bisogna anche rieducare mentalmente.

Aggiungo che adesso, in sede di selezione dei sacerdoti, sottopongono anche a sedute psicologiche. Comunque un passo avanti rispetto a prima.
Il Sacramento della Riconciliazione (la confessione) ha lo scopo di assolvere la persona dalla pena dei suoi mali compiuti.


Di conseguenza, se si parla di crimini, è chiaro che non si può essere assolti per atti non commessi ancora (se si culla il desiderio di compierli è chiaro che non si è pentiti, per cui il prete non può assolvere il fedele).


 


Il confessore può anche rinviare l'assoluzione. Ad esempio chiedendo prima come penitenza di rivolgersi a uno psichiatra, sia per tutelare le altre persone, sia come atto di dimostrazione del proprio pentimento.



Nel caso in cui il crimine è già stato commesso, il confessore potrebbe chiedere come penitenza l'atto di costituirsi.



Conosco preti, dalle mie parti, che hanno proprio fatto così (casi d'altra natura).


 


Certo che lavorare in un confessionale non è facile, e c'è anche parecchia responsabilità.





 


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Io non sono una persona profondamente religiosa.Nonostante sia cresciuto in comunità neo-catecumenali , nonostante mi interessi molto leggere argomenti legati alla religione (cabala, vangeli apocrifi , testi gnostici) e nonostante studi Taoismo.... Quest'ultimo lo studio e pratico , eppure l'ho sempre visto in modo laico.

Sono sempre stato molto diffidente sull'effettiva necessità di un pensiero religioso, e ho sempre pensato alla religione come fonte di ogni male umano.

Ultimamente mi sono dovuto ricredere. Il male delle persone son le persone. Il male del pensiero religioso è il fraintendimento e/o l'utilizzo dello stesso per manipolare. Ma, tutto sommato, è ingiusto pensare che lo stesso non valga e non sia valso per il pensiero scientifico o quello filosofico. Forse il testo che più ha unito i puntini sulla nuova consapevolezza che maturavo è quello di cui ho condiviso un estratto qua dentro qualche giorno fa , che mi ha fatto vedere alcune cose che conoscevo con una luce diversa.

Alla fine scienza, filosofia e religione mirano tutte alla comprensione del mondo che ci circonda, ed ognuno lo fa con i propri mezzi. Mezzi che si compenetrano e alternano.

Sminuire / dare troppo peso ad uno o l'altro è sbagliato in egual misura. Bisognerebbe imparare a trarre il giusto beneficio dall'apporto che ognuno può dare alla conoscenza di se stessi e del mondo.

Anche io un tempo pensavo alla religione come qualcosa nato per "paura della morte" o per spiegare "questo o quel fenomeno naturale con delle favolette" , ma ho dovuto man mano ammettere con me stesso che è ben più complesso di così.

Per il discorso "tutte le religioni sono uguali" bisogna fare due assunti.

Il primo è che sistemi filosofici / religiosi come Taoismo, Buddismo , Induismo han scambiato conoscenze l'un l'altro nel corso di secoli se non millenni. Sarebbe un po' ingenuo prendere le eventuali somiglianze come indice del fatto che tutte le religioni sono uguali.

In secondo luogo, come fai notare, non è vero per un cavolo che son tutte uguali e i punti di contatto eventuali fra pensieri filosofici e religiosi distanti migliaia di anni / migliaia di km fra di loro semmai potrebbero derivare proprio dal fatto che utilizzano mezzi non dissimili fra loro per formare il proprio pensiero.
Grazie, bella riflessione.

 
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chiarissimo come sempre //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
Io non sono una persona profondamente religiosa.Nonostante sia cresciuto in comunità neo-catecumenali , nonostante mi interessi molto leggere argomenti legati alla religione (cabala, vangeli apocrifi , testi gnostici) e nonostante studi Taoismo.... Quest'ultimo lo studio e pratico , eppure l'ho sempre visto in modo laico.

Sono sempre stato molto diffidente sull'effettiva necessità di un pensiero religioso, e ho sempre pensato alla religione come fonte di ogni male umano.

Ultimamente mi sono dovuto ricredere. Il male delle persone son le persone. Il male del pensiero religioso è il fraintendimento e/o l'utilizzo dello stesso per manipolare. Ma, tutto sommato, è ingiusto pensare che lo stesso non valga e non sia valso per il pensiero scientifico o quello filosofico. Forse il testo che più ha unito i puntini sulla nuova consapevolezza che maturavo è quello di cui ho condiviso un estratto qua dentro qualche giorno fa , che mi ha fatto vedere alcune cose che conoscevo con una luce diversa.

Alla fine scienza, filosofia e religione mirano tutte alla comprensione del mondo che ci circonda, ed ognuno lo fa con i propri mezzi. Mezzi che si compenetrano e alternano.

Sminuire / dare troppo peso ad uno o l'altro è sbagliato in egual misura. Bisognerebbe imparare a trarre il giusto beneficio dall'apporto che ognuno può dare alla conoscenza di se stessi e del mondo.

Anche io un tempo pensavo alla religione come qualcosa nato per "paura della morte" o per spiegare "questo o quel fenomeno naturale con delle favolette" , ma ho dovuto man mano ammettere con me stesso che è ben più complesso di così.

Per il discorso "tutte le religioni sono uguali" bisogna fare due assunti.

Il primo è che sistemi filosofici / religiosi come Taoismo, Buddismo , Induismo han scambiato conoscenze l'un l'altro nel corso di secoli se non millenni. Sarebbe un po' ingenuo prendere le eventuali somiglianze come indice del fatto che tutte le religioni sono uguali.

In secondo luogo, come fai notare, non è vero per un cavolo che son tutte uguali e i punti di contatto eventuali fra pensieri filosofici e religiosi distanti migliaia di anni / migliaia di km fra di loro semmai potrebbero derivare proprio dal fatto che utilizzano mezzi non dissimili fra loro per formare il proprio pensiero.


 


Bellissimo post
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Riassumibile con una parola: laicità, la cosa più bella del mondo
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Ma come si fa a pensare che ci sia un volere divino? Come si fa a pensare che ci siano stati adamo ed eva quando si hanno prove di dinosauri, ad esempio? Gia questo non ha senso
ho gia detto che adamo ed eva sono storie superate

quello che fa incazzare è la supponenza e superificialità con cui gli atei danno per scontate cose che nn lo sono manco per niente

se grandi scienziati sono ferventi credenti,forse la tua amica scienza ti ha insegnato meno di quanto credi

 
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