Alert Religioni (Leggere il primo post prima di intervenire)

  • Autore discussione Autore discussione Staff
  • Data d'inizio Data d'inizio
Pubblicità
Tu hai detto che il miglior sistema religioso è la verità. Come può esserci verità se ognuno ha una sua interpretazione circa l'esigenza dell'uomo stesso di esprimersi? O la verità può essere più di una, o tutte?La natura umana è quella di ricercare, di scoprire, di relazionarsi: è chiaro come l'uomo, in qualsiasi parte del mondo, abbia raggiunto una cosiddetta "religiosità" un po' ovunque per dare un "senso" alla vita, alla morte, alle cose che ci circondano, a ciò che accade tutti i giorni. Partendo dall'osservazione degli astri (cosa comune in tutte le civiltà, chiaramente) per poi arrivare a fatti più complessi.

Poi, io sono tutt'altro che convinto di "La ragione, alla luce della logica quale strumento determinante dell'Uomo, conclude che un *** unico deve esistere (Aristotele, Tommaso d'Aquino, eccetera)." Queste cose non sono certe, anzi. Sono praticamente dei postulati, un qualcosa di sopra le parti che o lo prendi per vero o non vai da nessuna parte. Sbaglio? E questa cosa è assurda. Non deve essere così. Perchè ok che al momento non si riesce a dimostrare che esiste, ma anche che non esiste. Quindi la base fondamentale è già sbagliata in partenza.
La religiosità naturale serve all'Uomo per una cosa sola: creare un atteggiamento di ricerca.


Stop.



Ricerca di cosa? Della verità, appunto.


 


Poni una domanda corretta: se ci sono tante religioni e nel loro insieme si oppongono l'una all'altra, come si può parlare di verità?


 


In realtà la verità è una componente ispiratrice, non significa che in ogni religione vi è verità. Potrebbe esserci una verità parziale, come invece un'intera verità.



Faccio un esempio da cristiano (giusto per essere concreti).


 


Per me è vera la componente dell'Islam che si concentra su un *** unico, di conseguenza reputo falsa la conclusione induista che esistano milioni di dèi. Però condivido pienamente il vero significato che gli induisti danno a questi dèi, cioè quell'intento di dare un significato scientifico (per quanto mistico) dei fatti naturali (fisica).



Senza contare che esiste una legge naturale che è uguale per ogni uomo (un esempio astratto, il principio fondamentale dell'Etica: Il bene è da farsi, il male è da evitarsi).





Queste cose non sono certe, anzi. Sono praticamente dei postulati, un qualcosa di sopra le parti che o lo prendi per vero o non vai da nessuna parte. Sbaglio?
Sì, perchè se tu non sbagliassi non si parlerebbe di Logica. La logica è tale perchè è fredda e non barattabile col dubbio. È una scienza e, giusto per essere precisi, LA scienza che fa da motore alla matematica (quet'ultima scienza per eccellenza).


No Logica, no matematica, no scienza.


Chen, mi va tutto bene fino a qui:

"L'uomo è per sua stessa natura religioso, lo dimostra il fatto che non c'è stata e non c'è tutt'oggi una civiltà priva di religione (l'antropologia parla chiaro).


Come poi questa religiosità naturale s'esprime, è un altro discorso."


poi però dici:

"È quindi un'esigenza dell'uomo esprimersi, o nei confronti di falsi dèi o dell'Essere Assoluto (***), oppure in idolatrie varie (il denaro, tra i tanti, oppure la soddisfazione deviata dei sensi [il cibo, l'alcool, la droga, il proprio ego])."




Qui non è chiaro: queste (in grassetto) che cosa sono: le Opzioni, quelle possibili? Perchè se si parte da queste tre opzioni, già in partenza non ci siamo.

Io non mi riconosco in nessuna delle tre eppure mi sento profondamente religiosa.

Dire falsi dei e poi dire Essere Assoluto significa presupporre che ci siano falsi dei in contrapposizione a un *** assoluto; e se qualcuno credesse in questi supposti falsi dei, si sentirebbe sminuito nelle sue credenze, perchè per un ipotetico soggetto in cui ci crede, non sono falsi.
Le "opzioni" sono solo le prime che ho pensato, ce ne sono milioni che possono essere soggetto all'alimentare il bisogno di religiosità naturale.


Anche il
vegetarianismo potrebbe diventare soggetto al culto, io ho conosciuto un paio di ragazze che dedicano la loro vita a promuovere una dieta come se fosse la cosa più importante della loro esistenza.


È una loro scelta (secondo me errata).


 


Anche i figli possono diventare valvola di sfogo della religiosità naturale (e quando si arriva a questo punto, i figli -non per colpa loro, evidentemente- possono diventare degli idoli; ovvero ricevere attenzioni esagerate che determinano la qualità dell'essere del genitore, cosa sbagliata).


 


In altre parole, sono stato molto generico. Per la tua obiezione sui falsi dèi, m'importa poco se dire che il politeismo è qualcosa di falso, tanto da opporsi alla Logica (citata nella mia risposta qui sopra) e quindi alla ragione, possa far sentire sminuito qualcuno. È una mia opinione ed è posta con argomentazioni (se poi sono valide o meno è un altro discorso ed è soggettivo). Esattamente come sono state accettate tutte quelle affermazioni che ritengono falso il *** unico (ne trovi a bizzeffe in questo topic, io da cristiano non vedo perchè dovrei offendermi).


 


Socrate seguiva la religiosità naturale che gli veniva imposto dalla legge di Atene, e pregava molti dèi.



Ma durante le sue lezioni di filosofia, quando usava sapienza e ragione nel modo raffinato che sappiamo, escludeva le divinità e parlava "del ***"; tanto da costargli il processo e la pena di morte.


 




Poi fai una contrapposizione tra religiosità e ragione/filosofia. Chi ha stabilito che debba esserci una contrapposizione? Non sento nemmeno vero e valido il presupposto che si debba partire da una, appunto supposta, dualità tra le due.Perchè, per esempio, io non lo credo. Tant'è che, di fronte a una socialità che ci crede mi trovo a dover operare l'esercizio di un'apparente interazione delle due (non perchè io ci creda ma perchè un'ipotetica socialità di fronte a me lo crede) quando invece sono semplicemente una diversa rappresentazione della stessa sostanza, in cui la volontà ma soprattutto la capacità di determinare è dettata da una perfetta sintesi e commistione perchè l'una si completa nell'altra, e l'una non deve prevaricare sull'altra e viceversa.
Guarda che ti sbagli.

 


A parte il fatto che bisognerebbe fare una distinzione tra religiosità naturale (quella che ho citato), religione, e fede... ma vabbè.



Io non ho mai parlato di contrapposizione, anzi! Platone, Socrate, san Tommaso d'Aquino... insomma, i più alti vertici della filosofia fondamentale erano sia religiosi che filosofi. Per mia grandissima fortuna, ho potuto studiare sia teologia che filosofia... quindi nel mio piccolo sono la prova vivente che non v'è contrapposizione: la filosofia è al servizio della religione, la serve perchè mette in chiaro con sapienza e raffinatezza nel pensare ciò che è ragionevole.



*** è Ragione, per cui va a nozze con la filosofia (che ha come veicolo primo la ragione).


Ne consegue che per me, logicamente, l'affermazione che "non c'è da stupirsi che la propria naturale religiosità si sia focalizzata nell'adorazione del *** monoteista" non ha alcun senso.Ci sono altre religioni ugualmente valide tanto quanto il monoteismo.
Io non parlo di validità spirituale, per quello basta lo yoga.

 


Ha senso se capisci che l'Essere Assoluto per definizione non può che essere uno e sopra gli altri (altrimenti che assoluto sarebbe?).



Per questo basterebbe sfogliare un libricino di Parmenide per capire il concetto che è LOGICO. Cioè che è razionale a tal punto che non puoi contestarlo se non vuoi cadere in contraddizione (l'essere non può non essere).


 


Se oggi non esistono più religioni politeiste nel mondo civilizzato ed occidentale è perchè si ha fortunatamente smesso di vedere gli elementi della natura come dei singoli dèi, ma -al massimo- come parte bella della creazione.



Poi, oddio, il New Age l'abbiamo anche qua, ma quello è un altro discorso.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Infatti la religione serve a credere in qualcosa.La verità serve nella realtà.

La religione non deve mai sostituire la verità, sono due cose diverse.
La religione non deve sostituire la verità, perchè è un tragitto per raggiungerla. Il tragitto non può sostituire la meta, ovvio.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Grazie MAH, mi spiace non averti dato preavviso //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Eh persino io non ho trovato semplice il compito, e pensa che devo metterci su un quarto d'ora di riflessione e preghiera.

Grazie

 
sinceramente?

Credo non ci sia tesi universitaria in grado di salvarti :rickds:

La tua speranza è farti un piccolo sunto dei concetti più superficiali (mi veniva essoterici, come termine //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif) di ognuno dei pensieri religiosi che hai citato. Terra terra.

Ti faccio un paio di esempi concreti che spiegano la mia difficoltà nel post di prima.

La figura di un santo orientale , e la figura di un santo cristiano.

Cos'è per i due? Nel senso più stretto del termine sono la stessa identica cosa. Sono persone illuminate. Ma cos'è l'illuminazione? E' la stessa cosa per entrambi?

Concettualmente si potrebbe dire di si. E' l'essersi avvicinato alla comprensione totale del principio generatore del mondo.

Nel caso di un santo cristiano si traduce nell'abbracciare completamente l'insegnamento di ***.

wikipedia

Per la fede cattolica, "santo" è colui che sull'esempio di Gesù Cristo, animato dall'amore, vive e muore in grazia di ***; in senso particolare è colui che in vita si è distinto per l'esercizio delle virtù cristiane in forma eroica[3] o per aver dato la vita a causa della fede
Nel caso di un santo orientale IDEM, vivere secondo i principi che regolano l'universo, ma la comprensione del mondo riguarda il percepire la natura illusoria dell'ego, della materia e della creazione. Per un cristiano la materia è una creazione tangibile di *** e l'universo pure , per un buddista la materia è un evento e non un oggetto e l'universo è una intercorrelazione di eventi.

Bene e male esistono per un cristiano come per un taoista, ma per un taoista gli opposti sono da considerarsi singola entità che esiste grazie ad un equilibrio dinamico ed ogni opposto genera l'altro ed è generato dall'altro.

Purtroppo la dove tu voglia fare una descrizione sommaria della religione in questione, puoi farlo in modo asettico.

Dove tu voglia scendere più nel dettaglio o nei paragoni andresti a finire in discorsi che o non saresti in grado di gestire tu , o non sarebbero in grado di gestire sti pori ragazzi.

 
Ultima modifica da un moderatore:
 

 

 


Le "opzioni" sono solo le prime che ho pensato, ce ne sono milioni che possono essere soggetto all'alimentare il bisogno di religiosità naturale.


Anche il
vegetarianismo potrebbe diventare soggetto al culto, io ho conosciuto un paio di ragazze che dedicano la loro vita a promuovere una dieta come se fosse la cosa più importante della loro esistenza.


È una loro scelta (secondo me errata).


 


Anche i figli possono diventare valvola di sfogo della religiosità naturale (e quando si arriva a questo punto, i figli -non per colpa loro, evidentemente- possono diventare degli idoli; ovvero ricevere attenzioni esagerate che determinano la qualità dell'essere del genitore, cosa sbagliata).


 


In altre parole, sono stato molto generico. Per la tua obiezione sui falsi dèi, m'importa poco se dire che il politeismo è qualcosa di falso, tanto da opporsi alla Logica (citata nella mia risposta qui sopra) e quindi alla ragione, possa far sentire sminuito qualcuno. È una mia opinione ed è posta con argomentazioni (se poi sono valide o meno è un altro discorso ed è soggettivo). Esattamente come sono state accettate tutte quelle affermazioni che ritengono falso il *** unico (ne trovi a bizzeffe in questo topic, io da cristiano non vedo perchè dovrei offendermi).


 


Socrate seguiva la religiosità naturale che gli veniva imposto dalla legge di Atene, e pregava molti dèi.



Ma durante le sue lezioni di filosofia, quando usava sapienza e ragione nel modo raffinato che sappiamo, escludeva le divinità e parlava "del ***"; tanto da costargli il processo e la pena di morte.


 




 

 

 


Guarda che ti sbagli.

 


A parte il fatto che bisognerebbe fare una distinzione tra religiosità naturale (quella che ho citato), religione, e fede... ma vabbè.



Io non ho mai parlato di contrapposizione, anzi! Platone, Socrate, san Tommaso d'Aquino... insomma, i più alti vertici della filosofia fondamentale erano sia religiosi che filosofi. Per mia grandissima fortuna, ho potuto studiare sia teologia che filosofia... quindi nel mio piccolo sono la prova vivente che non v'è contrapposizione: la filosofia è al servizio della religione, la serve perchè mette in chiaro con sapienza e raffinatezza nel pensare ciò che è ragionevole.



*** è Ragione, per cui va a nozze con la filosofia (che ha come veicolo primo la ragione).


 

 

 

 


Io non parlo di validità spirituale, per quello basta lo yoga.

 


Ha senso se capisci che l'Essere Assoluto per definizione non può che essere uno e sopra gli altri (altrimenti che assoluto sarebbe?).



Per questo basterebbe sfogliare un libricino di Parmenide per capire il concetto che è LOGICO. Cioè che è razionale a tal punto che non puoi contestarlo se non vuoi cadere in contraddizione (l'essere non può non essere).


 


Se oggi non esistono più religioni politeiste nel mondo civilizzato ed occidentale è perchè si ha fortunatamente smesso di vedere gli elementi della natura come dei singoli dèi, ma -al massimo- come parte bella della creazione.



Poi, oddio, il New Age l'abbiamo anche qua, ma quello è un altro discorso.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 

 


 

 


Le opzioni che hai elencato contenevano un implicito
giusto e un implicito sbagliato.


Non è corretto per un giusto ragionare perchè implica a priori un contenuto di giudizio che può essere discutibile; il che non produce discussione. O perlomeno confronto.


 


Per quanto riguarda le fonti che citi, parti sempre da fonti (che per altro, quando si discute di
senso religioso, lascerei stare; infatti di proposito mi riprometto di non farlo) che servano a comprovare le tue parole.


Sulla rivisitazione ad hoc fatta dai patristi sui classici greci, chi sono io per confutarla? ma certo non ci baso la mia vita.


 


Socrate parlò di
daimon, creatura minore figlia delle divinità tradizionali e, come tale, questo implicava anche credenza agli dei tradizionali. Dunque mai parlò di monoteismo.

 


Per quanto riguarda la contrapposizione, anche qui il testo come era stato scritto da te lasciava evidentemente intendere che ci fosse.



Ora hai spiegato.


 


Oggi continuano ad esistere religioni che non sono monoteiste, qualcuna è anche politeista.



Ritenere il mondo occidentale civilizzato perchè monoteista è già di per sè un concetto errato, per quanto mi riguarda.


 


Ti porto, ad esempio, il caso dei Dogon, ritenuti da sempre una tribù di mentecatti selvaggi, dal
civilissimo occidente; finchè qualcuno (Griule) non "scoprì " che erano la testimonianza vivente di una raffinatissima cosmogonia. Il concetto di civilizzato è relativo.

 


Infine, e la cosa che veramente mi importa, al di là delle migliaia di sillogismi che l'essere umano si è inventato, o ha prodotto, per sostenere la propria tesi e condividerla col suo prossimo - quando non addirittura imporla (il che è un controsenso sul quale ci sarebbe da ridere se non fosse che non si conta il sangue versato), è che il senso religioso e l'effettività con il quale il singolo essere lo estrinseca, è un fatto assolutamente personale.



Tonnellate di teologia e studi sulle sacre scritture di qualsiasi religione, non fanno di un teologo/filosofo un credente (cioè un essere che pecepisce); e nemmeno gli infondono il senso del divino.


 


Edit: In verità, e comunque, mi scuso per l'interruzione. Mea culpa. Non credo di essere interessata a discutere di religione.



E' un fatto troppo privato e, come tale e per quel che mi riguarda, merita un assoluto silenzio.



Quando troppe voci parlano non si sente la parola di ***, o non si percepisce il senso divino, o non si viene insufflati del senso ultimo, o non si può ascoltare nulla che non sia solamente umano.



Nel silenzio, quando questo Quid prorompe, a me tremano le gambe. Letterale. E' come se non potessi sopportarlo eppure non schianto.



E' riso e pianto insieme. Paura e felicità sulla stessa altalena. Nessun futuro, nessun passato, solo l'istante che succede all'istante dopo; e tutto è come deve essere, limpido. Non giusto, non sbagliato. Tutto diventa sacro.


 
Ultima modifica:
Le opzioni che hai elencato contenevano un implicito giusto e un implicito sbagliato. Non è corretto per un giusto ragionare perchè implica a priori un contenuto di giudizio che può essere discutibile; il che non produce discussione. O perlomeno confronto.
Abbiamo un cervello disposto al ragionamento e al riconoscere il bene dal male, tra parentesi ho specificato che certi atteggiamenti li reputo sbagliati, ma ho precisato che è una mia opinione.

 


Ma il mio discorso non si basava su quello, bensì che l'uomo ha la sua religiosità naturale e che esprime quest'ultima in più modi.



Punto.





Per quanto riguarda le fonti che citi, parti sempre da fonti (che per altro, quando si discute di senso religioso, lascerei stare; infatti di proposito mi riprometto di non farlo) che servano a comprovare le tue parole.Sulla rivisitazione ad hoc fatta dai patristi sui classici greci, chi sono io per confutarla? ma certo non ci baso la mia vita.
Quali fonti? Se cito certi filosofi non è perchè li considero delle fonti, ma perchè sono gli autori di ragionamenti che strutturano il sano modo di ragionare.

Socrate parlò di daimon, creatura minore figlia delle divinità tradizionali e, come tale, questo implicava anche credenza agli dei tradizionali. Dunque mai parlò di monoteismo.
Neanche io ho mai parlato di monoteismo riferendomi a Socrate.


Ho detto che seguendo la sua religiosità naturale, Socrate rendeva culto agli dèi imposti dalla società e dalla legge ateniese, ma quando si trattava di fare una lezione di filosofia -e quindi obbligato all'uso della ragione- parlava di un solo ***.



Ed è ovvio, ce lo vedi un pezzo da novanta come Socrate che ripudia i principi fondamentali parmenidiani?


 


Non a caso, prima di morire per la sentenza ricevuta (colpevole d'aver insegnato ai giovani le virtù in ragione "del ***"
sconosciuto dall'olimpo ateniese), disse:

 


Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la bellezza. La ricerca porta alla verità. Un'ingiustizia non va commessa mai neppure quando la si riceve. Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né in vita né in morte, le cose che lo riguardano non vengono trascurate dal ***. Ma ormai è giunta l'ora di andare io a morire e voi invece a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio è oscuro a tutti tranne che al ***.

Oggi continuano ad esistere religioni che non sono monoteiste, qualcuna è anche politeista.Ritenere il mondo occidentale civilizzato perchè monoteista è già di per sè un concetto errato, per quanto mi riguarda.
Mai detto che il mondo occidentale è civilizzato perchè monoteista.


Anche in Afghanistan c'è una religione monoteista in maggioranza, ma me ne guarderei bene a ritenere un paese simile come "civilizzato".


Ti porto, ad esempio, il caso dei Dogon, ritenuti da sempre una tribù di mentecatti selvaggi, dal civilissimo occidente; finchè qualcuno (Griule) non "scoprì " che erano la testimonianza vivente di una raffinatissima cosmogonia. Il concetto di civilizzato è relativo.
Confondi la civilizzazione con la civiltà.


Le due espressioni sono già relative di loro, se poi fai confusione lo è ancora di più.


 


Ma poi perchè fare l'analisi logica di ogni singola parola, quando ho voluto esprimere solo un concetto di altra natura?


Infine, e la cosa che veramente mi importa, al di là delle migliaia di sillogismi che l'essere umano si è inventato, o ha prodotto, per sostenere la propria tesi e condividerla col suo prossimo - quando non addirittura imporla (il che è un controsenso sul quale ci sarebbe da ridere se non fosse che non si conta il sangue versato), è che il senso religioso e l'effettività con il quale il singolo essere lo estrinseca, è un fatto assolutamente personale.Tonnellate di teologia e studi sulle sacre scritture di qualsiasi religione, non fanno di un teologo/filosofo un credente; e nemmeno gli infondono il senso del divino.
È vero... lo insegnano anche a teologia.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Abbiamo un cervello disposto al ragionamento e al riconoscere il bene dal male, tra parentesi ho specificato che certi atteggiamenti li reputo sbagliati, ma ho precisato che è una mia opinione. 


Ma il mio discorso non si basava su quello, bensì che l'uomo ha la sua religiosità naturale e che esprime quest'ultima in più modi.



Punto.





Quali fonti? Se cito certi filosofi non è perchè li considero delle fonti, ma perchè sono gli autori di ragionamenti che strutturano il sano modo di ragionare.

Neanche io ho mai parlato di monoteismo riferendomi a Socrate.


Ho detto che seguendo la sua religiosità naturale, Socrate rendeva culto agli dèi imposti dalla società e dalla legge ateniese, ma quando si trattava di fare una lezione di filosofia -e quindi obbligato all'uso della ragione- parlava di un solo ***.



Ed è ovvio, ce lo vedi un pezzo da novanta come Socrate che ripudia i principi fondamentali parmenidiani?


 


Non a caso, prima di morire per la sentenza ricevuta (colpevole d'aver insegnato ai giovani le virtù in ragione "del ***"
sconosciuto dall'olimpo ateniese), disse:

 


Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la bellezza. La ricerca porta alla verità. Un'ingiustizia non va commessa mai neppure quando la si riceve. Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né in vita né in morte, le cose che lo riguardano non vengono trascurate dal ***. Ma ormai è giunta l'ora di andare io a morire e voi invece a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio è oscuro a tutti tranne che al ***.

Mai detto che il mondo occidentale è civilizzato perchè monoteista.


Anche in Afghanistan c'è una religione monoteista in maggioranza, ma me ne guarderei bene a ritenere un paese simile come "civilizzato".


Confondi la civilizzazione con la civiltà.


Le due espressioni sono già relative di loro, se poi fai confusione lo è ancora di più.


 


Ma poi perchè fare l'analisi logica di ogni singola parola, quando ho voluto esprimere solo un concetto di altra natura?


È vero... lo insegnano anche a teologia.
Ho fatto un edit, Chen. Ora leggo quello che hai scritto dopo.

 
Ultima modifica:
Io non ho ancora ben capito perché si da tanto credito ai vari filosofi, cioé alla fine cosa fanno in concreto? Boh loro pensano si beh quindi? Seghe mentali?

Illuminatemi

 
Io non ho ancora ben capito perché si da tanto credito ai vari filosofi, cioé alla fine cosa fanno in concreto? Boh loro pensano si beh quindi? Seghe mentali?Illuminatemi
Di per sè non dai credito al filosofo, dai credito al suo ragionamento a patto che rispetti la regola prima della Ragione: non dev'esserci contraddizione nel pensiero.

 


Facciamo un esempio: la legge dei contrari e l'immortalità dell'anima di Socrate.


 


È convenuto che una cosa non può contenere in sè stessa il suo contrario (es: il caldo non può essere freddo, il secco non può essere bagnato, il solido non può essere liquido e via dicendo). Ed è pure convenuto che nessun contrario sarà mai contrario a sè stesso (es: il freddo non può contenere il caldo, il bagnato non può contenere il secco, eccetera).



Domanda: cos'è che porta vita al corpo umano?



Risposta: L'
anima (parola greca che significa "soffio di vita", insomma: l'esercizio della vita o: essenza vitale).


Domanda: È sempre così?



Risposta: Sì.



L'anima quindi apporta vita qualunque corpo occupi; ma vi è il contrario di
vita? Sì, morte.


L'anima... che è vita e che porta la vita, non accoglierà mai il suo contrario.



Domanda: Come chiami ciò che non può contenere il giusto?



Risposta: Ingiusto.



Domanda: E ciò che non può cogliere morte?



Risposta: Immortale.



L'anima, che non può accogliere in sè la morte sarà quindi: immortale.



E siccome l'immortale è per sua natura incorruttibile (altrimenti sarebbe mortale) l'anima non può perire quando al corpo s'accosta la morte.


 


Voilà.



Ora, aldilà di quale possa essere la tua opinione in merito e aldilà del tentativo umano di voler smontare questa perla, capisci anche tu che questo discorso, seppure l'ha fatto Socrate, ha valore non perchè l'ha detto Socrate, bensì perchè invita a una riflessione dettata dalla logica.


 


Sega mentale? Boh. Ragionamento inutile? Chi lo sa. A te magari non serve, esattamente come a un contadino abbandonato in una qualche valle dimenticata da *** potrebbe non servire la lettura e la musica.



Interagendo con la filosofia l'Uomo può andare oltre s'è stesso e oltre ciò che è puramente percepibile ai sensi. Non a caso il
pensiero stesso è oltre i sensi.

 


Non m'aspetto d'averti illuminato, ma almeno di aver acceso un piiiiccolo lume.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Partire da un costrutto ritenuto assioma assoluto costruendoci sopra un ragionamento logico che porti a qualcosaltro è una modalità classica di pensiero dell'antica grecia.

Per la tipica filosofia orientale non esiste il concetto di assoluto, SPECIE per un costrutto mentale. La conoscenza razionale è relativa.

Per cui un simile ragionamento non sarebbe accettato come valido.

Inoltre un orientale ti direbbe che ogni concetto contiene in se il suo opposto.

La scienza ha dato di fatto ragione al secondo approccio.

Al di la di mettersi daccordo o meno, sinceramente , se la filosofia è inutile allora è inutile il pensiero stesso.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Al di la di mettersi daccordo o meno, sinceramente , se la filosofia è inutile allora è inutile il pensiero stesso.
Bella questa, perchè è vera.


E non avresti neppure potuto produrla, senza filosofia.





 
Ieri ero troppo stanco per integrare, lo faccio ora.

Come ho già detto la filosofia ha originato la scienza.

Perché prima di lei ha usato i mezzi che gli ha lasciato in "eredità" per analizzare il mondo circostante e la natura del pensiero stessa.

La scienza ha "solo" aggiunto metodologie, linguaggi e strumenti propri. Un tempo matematici, fisici , uomini di scienza in generale erano filosofi o avevano formato il proprio pensiero con la filosofia. Spesso accadeva (e forse accade ancora) che le teorie scientifiche su cui si sperimentava per capirne l'effettiva applicabilità e validità nascessero da convinzioni filosofiche.

Quindi.

È inutile saper capire il mondo circostante? È inutile saper capire le forme di pensiero? Torniamo sempre li, è inutile saper pensare?

 
Ultima modifica da un moderatore:
Bella questa, perchè è vera.
E non avresti neppure potuto produrla, senza filosofia.



Già //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

Se si deve filosofare, si deve filosofare, se non si deve filosofare, si deve filosofare [cit.]

 
Ultima modifica da un moderatore:
Di per sè non dai credito al filosofo, dai credito al suo ragionamento a patto che rispetti la regola prima della Ragione: non dev'esserci contraddizione nel pensiero. 


Facciamo un esempio: la legge dei contrari e l'immortalità dell'anima di Socrate.


 


È convenuto che una cosa non può contenere in sè stessa il suo contrario (es: il caldo non può essere freddo, il secco non può essere bagnato, il solido non può essere liquido e via dicendo). Ed è pure convenuto che nessun contrario sarà mai contrario a sè stesso (es: il freddo non può contenere il caldo, il bagnato non può contenere il secco, eccetera).



Domanda: cos'è che porta vita al corpo umano?



Risposta: L'
anima (parola greca che significa "soffio di vita", insomma: l'esercizio della vita o: essenza vitale).


Domanda: È sempre così?



Risposta: Sì.



L'anima quindi apporta vita qualunque corpo occupi; ma vi è il contrario di
vita? Sì, morte.


L'anima... che è vita e che porta la vita, non accoglierà mai il suo contrario.



Domanda: Come chiami ciò che non può contenere il giusto?



Risposta: Ingiusto.



Domanda: E ciò che non può cogliere morte?



Risposta: Immortale.



L'anima, che non può accogliere in sè la morte sarà quindi: immortale.



E siccome l'immortale è per sua natura incorruttibile (altrimenti sarebbe mortale) l'anima non può perire quando al corpo s'accosta la morte.


 


Voilà.



Ora, aldilà di quale possa essere la tua opinione in merito e aldilà del tentativo umano di voler smontare questa perla, capisci anche tu che questo discorso, seppure l'ha fatto Socrate, ha valore non perchè l'ha detto Socrate, bensì perchè invita a una riflessione dettata dalla logica.


 


Sega mentale? Boh. Ragionamento inutile? Chi lo sa. A te magari non serve, esattamente come a un contadino abbandonato in una qualche valle dimenticata da *** potrebbe non servire la lettura e la musica.



Interagendo con la filosofia l'Uomo può andare oltre s'è stesso e oltre ciò che è puramente percepibile ai sensi. Non a caso il
pensiero stesso è oltre i sensi.

 


Non m'aspetto d'averti illuminato, ma almeno di aver acceso un piiiiccolo lume.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Non capisco i bisogno di fare questa legge sui contrari, cioé a si beh interessante e quindi? Dopo 2 minuti passo ad altro.

Se ho capito bene lui parte dall'anima, in questo caso intesa come soffio di vita ma ovviamente lui non sapeva che un essere umano nasce da uno spermatozzo che feconda l'ovulo.

Cioé dimmi tu quale sarebbe la riflessione dettata dalla logica

//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/smile.png

Partire da un costrutto ritenuto assioma assoluto costruendoci sopra un ragionamento logico che porti a qualcosaltro è una modalità classica di pensiero dell'antica grecia.Per la tipica filosofia orientale non esiste il concetto di assoluto, SPECIE per un costrutto mentale. La conoscenza razionale è relativa.

Per cui un simile ragionamento non sarebbe accettato come valido.

Inoltre un orientale ti direbbe che ogni concetto contiene in se il suo opposto.

La scienza ha dato di fatto ragione al secondo approccio.

Al di la di mettersi daccordo o meno, sinceramente , se la filosofia è inutile allora è inutile il pensiero stesso.
Cioé?

Ieri ero troppo stanco per integrare, lo faccio ora.Come ho già detto la filosofia ha originato la scienza.

Perché prima di lei ha usato i mezzi che gli ha lasciato in "eredità" per analizzare il mondo circostante e la natura del pensiero stessa.

La scienza ha "solo" aggiunto metodologie, linguaggi e strumenti propri. Un tempo matematici, fisici , uomini di scienza in generale erano filosofi o avevano formato il proprio pensiero con la filosofia. Spesso accadeva (e forse accade ancora) che le teorie scientifiche su cui si sperimentava per capirne l'effettiva applicabilità e validità nascessero da convinzioni filosofiche.

Quindi.

È inutile saper capire il mondo circostante? È inutile saper capire le forme di pensiero? Torniamo sempre li, è inutile saper pensare?
Si ma matematico, uomo di scienza, fisici con filosofi è un'ossimoro. Non è con il pensiero che scopri la cura della malaria, come pilotare i fotoni o una formula per viaggiare a velocità luce.

Che poi le varie teoria scientifiche che derivavano da pensieri filosofici mi sembra normale visto che hanno avuto tanto tempo per pensare ma ad un certo punto finiscono i pensieri e ti basi sui dati scientifici.

Ammenoché non mi dite che quello che sto facendo è filosofeggiare per cui amici come prima //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png

 
Ultima modifica da un moderatore:
Non capisco i bisogno di fare questa legge sui contrari, cioé a si beh interessante e quindi? Dopo 2 minuti passo ad altro.Se ho capito bene lui parte dall'anima, in questo caso intesa come soffio di vita ma ovviamente lui non sapeva che un essere umano nasce da uno spermatozzo che feconda l'ovulo.

Cioé dimmi tu quale sarebbe la riflessione dettata dalla logica

//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/smile.png

Cioé?

Si ma matematico, uomo di scienza, fisici con filosofi è un'ossimoro. Non è con il pensiero che scopri la cura della malaria, come pilotare i fotoni o una formula per viaggiare a velocità luce.

Che poi le varie teoria scientifiche che derivavano da pensieri filosofici mi sembra normale visto che hanno avuto tanto tempo per pensare ma ad un certo punto finiscono i pensieri e ti basi sui dati scientifici.

Ammenoché non mi dite che quello che sto facendo è filosofeggiare per cui amici come prima //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png
Un ossimoro? Stai scherzando.

Non credevo che sto post che ho fatto senza apparente motivo mi sarebbe tornato utile in tante occasioni nel giro di qualche pagina //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Ti faccio qualche estratto da un post precedente, preso da un libro di un fisico delle alte energie (delle particelle, per capirci) E studioso di filosofie orientali (e non solo , direi).

Nel corso della storia si è constatato che la mente dell'uomo ècapace di due tipi di conoscenza, ovvero di due modalità di

coscienza, che spesso vennero chiamati rispettivamente razionale e

intuitiva e furono tradizionalmente associati alla scienza e alla

religione. In Occidente, la conoscenza intuitiva, di tipo religioso,

non è tenuta in grande considerazione, mentre si privilegia la

conoscenza razionale, scientifica; al contrario, l'atteggiamento

orientale tradizionale è in genere esattamente l'opposto


La conoscenza razionale è ricavata dall'esperienza che abbiamodegli oggetti e degli eventi del nostro ambiente quotidiano. Essa

appartiene al campo dell'intelletto, la cui funzione è quella di

discriminare, dividere, confrontare, misurare e ordinare in

categorie. In tal modo si producono un gran numero di distinzioni

intellettuali, di opposti che possono esistere solo l'uno in

rapporto all'altro; per questa ragione i Buddhisti definiscono «

relativo » questo tipo di conoscenza.


L'astrazione è una caratteristica tipica di questa conoscenza,perché per poter confrontare e classificare l'immensa varietà di

forme, di strutture e di fenomeni che ci circondano, non si possono

prenderne in considerazione tutti gli aspetti, ma se ne devono

scegliere solo alcuni significativi. Perciò si costruisce una mappa

intellettuale della realtà nella quale le cose sono ridotte ai loro

contorni: La conoscenza razionale è pertanto un sistema di concetti

astratti e di simboli, caratterizzata dalla struttura lineare e

sequenziale tipica del nostro modo di pensare e di parlare. Nella

maggior parte dei linguaggi questa struttura lineare è resa esplicita

dall'uso di alfabeti che servono a comunicare esperienze e

riflessioni con lunghe file di lettere.

Il mondo naturale, d'altra parte, è un mondo di varietà e

complessità infinite, un mondo multidimensionale che non contiene

né linee rette né forme perfettamente regolari, nel quale le cose non

avvengono in successione ma tutte contemporaneamente; un mondo

in cui – come ci insegna la fisica moderna – persino lo spazio vuoto

ha una curvatura. È chiaro che il nostro sistema astratto di pensiero

concettuale non potrà mai descrivere o comprendere questa realtà

nella sua complessità. Cercando di comprendere il mondo, ci

troviamo di fronte alle stesse difficoltà che incontra un cartografo

che cerchi di rappresentare la superficie curva della Terra con una

serie di mappe piane. Da un procedimento di questo tipo possiamo

attenderci solo una rappresentazione approssimata della realtà, e di

conseguenza tutta la conoscenza razionale è necessariamente

limitata.

Il campo della conoscenza razionale è, naturalmente, il campo

della scienza che misura e quantifica, classifica e analizza. I limiti di

una qualsiasi conoscenza ottenuta con questi metodi sono diventati

sempre più evidenti nella scienza moderna e in particolare nella

fisica la quale ci ha insegnato che, come dice Werner Heisenberg, «

ogni parola o concetto, per chiari che possano

sembrare, hanno soltanto un campo limitato di applicabilità ».

Per la maggior parte di noi è molto difficile tenere

costantemente presenti i limiti e la relatività della conoscenza

concettuale. Poiché la nostra rappresentazione della realtà è molto

più facile da afferrare che non la realtà stessa, noi tendiamo a

confondere le due cose e a prendere i nostri concetti e i nostri

simboli come fossero la realtà.


In fisica la conoscenza viene acquisita attraverso il processo diricerca scientifica che si può considerare avvenga in tre fasi

successive. Dapprima si raccolgono i dati sperimentali riguardanti il

fenomeno che dev'essere spiegato. Nella seconda fase, i dati

sperimentali vengono correlati con simboli matematici e si elabora

uno schema matematico che leghi questi simboli in modo preciso e

coerente. Di solito, uno schema di questo tipo viene chiamato

modello matematico oppure, se è più generale, teoria. Quest'ultima

viene quindi utilizzata per predire i risultati di ulteriori esperimenti

che vengono effettuati per controllare tutte le implicazioni della

teoria stessa. A questo punto, i fisici possono ritenersi soddisfatti

se sono riusciti a elaborare uno schema matematico e lo sanno

utilizzare per prevedere altri risultati sperimentali. Tuttavia, alla

fine del loro lavoro, essi vorranno divulgare al pubblico i risultati

ottenuti e dovranno allora esprimerli in forma più semplice. Per far

ciò dovranno costruire con il linguaggio comune un modello che

interpreti il loro schema matematico. La

formulazione di un siffatto modello verbale, che costituisce il terzo

momento del processo di ricerca, rappresenta anche per gli stessi

fisici un criterio di valutazione della comprensione raggiunta.

In pratica, naturalmente, le tre fasi non sono nettamente separate

e non si verificano sempre nello stesso ordine. Per esempio, un

fisico può essere spinto verso un certo modello da qualche sua

convinzione filosofica, nella quale può continuare a credere anche

in presenza di prove sperimentali contrarie. Egli cercherà allora - e

ciò in effetti accade molto spesso - di modificare il suo modello in

modo che esso possa spiegare i nuovi dati sperimentali. Ma se gli

esperimenti continuano a contraddire il modello, alla fine egli sarà

costretto ad abbandonarlo.

Questo modo di procedere, per cui ogni teoria è saldamente

basata sull'esperimento, è noto come metodo scientifico e vedremo

che esiste qualcosa di analogo anche nella filosofia orientale. Sotto

questo punto di vista, invece, la filosofia greca era totalmente

diversa. Sebbene i filosofi greci abbiano elaborato idee sulla natura

estremamente ingegnose, che spesso si avvicinano molto ai modelli

scientifici moderni, l'enorme differenza tra i due modi di affrontare

il problema è l'atteggiamento empirico della scienza moderna che

fu del tutto estraneo alla mentalità greca. I Greci costruirono i loro

modelli con metodo deduttivo partendo da alcuni assiomi o principi

fondamentali, e non per induzione da quanto era stato osservato.

D'altra parte, ovviamente, l'arte greca del ragionamento deduttivo e

della logica è un elemento essenziale della seconda fase della

ricerca scientifica, quella in cui si procede alla formulazione di un

modello matematico coerente, e quindi è anche una parte

fondamentale della scienza.


La conoscenza razionale e le attività razionali costituisconocertamente la parte più importante della ricerca scientifica, ma non

la comprendono tutta quanta. Infatti, la componente razionale della

ricerca sarebbe inutile se non fosse completata dall'intuito che

rende creativi gli scienziati fornendo loro nuove visioni. Queste visioni

tendono a manifestarsi improvvisamente e – tipicamente — non

quando si è seduti al tavolo di lavoro cercando di risolvere

equazioni, ma quando ci si rilassa, nel bagno, a passeggio nei

boschi, distesi sulla spiaggia, ecc. Durante questi momenti di

riposo, dopo un'intensa attività intellettuale, la mente intuitiva

sembra subentrare a quella razionale e può produrre improvvise visioni

chiarificatrici, dalle quali derivano la grande gioia e la

soddisfazione che il lavoro di ricerca scientifica può offrire.

Le visioni intuitive, tuttavia, non sono di alcuna utilità in fisica a

meno che non possano essere tradotte in una struttura matematica

coerente, integrata da un'interpretazione nel linguaggio comune.

L'astrazione è una caratteristica decisiva di questa struttura e

consiste, come già si è detto, di un sistema di concetti e di simboli

che costituiscono una mappa della realtà. Questa mappa

rappresenta solo alcuni aspetti della realtà;

Il metodo scientifico dell'astrazione è molto efficace e potente, macomporta un prezzo da pagare. Via via che

definiamo con maggior precisione il nostro sistema di concetti, che

lo rendiamo più efficiente e ne stabiliamo le connessioni interne in

modo sempre più rigoroso, esso si distacca sempre più dal mondo

reale. Servendoci nuovamente dell'analogia di Korzybski della

mappa e del territorio, potremmo dire che il linguaggio ordinario è

una mappa che possiede, per la sua intrinseca imprecisione, un

certo grado di flessibilità tale da poter seguire in una certa misura la

forma del territorio adattandosi alla sua curvatura. Via via che lo

rendiamo più preciso, questa flessibilità gradualmente scompare, e

con il linguaggio della matematica abbiamo raggiunto un punto in

cui i legami con la realtà sono talmente evanescenti che il rapporto

fra i simboli e la nostra esperienza sensoriale non è più

riconoscibile. Ecco perché dobbiamo integrare le teorie e i modelli

matematici con interpretazioni verbali, usando di nuovo concetti

che possono essere compresi intuitivamente, ma che sono in qualche

modo ambigui e imprecisi.

È importante rendersi conto della differenza che c'è tra modelli

matematici e i corrispondenti modelli verbali. I primi sono rigorosi e

coerenti per quanto riguarda la loro struttura interna, ma usano

simboli che non sono correlati direttamente alla nostra esperienza. I

modelli verbali, viceversa, si servono di concetti che possono

essere compresi intuitivamente, ma che sono sempre imprecisi e

ambigui. Da questo punto di vista essi non differiscono dai modelli

filosofici della realtà, con i quali è quindi certamente possibile

metterli a confronto.

Nella fisica, le interpretazioni degli esperimenti vengonochiamate modelli o teorie. Rendersi conto che tutti i modelli e tutte

le teorie sono approssimati è fondamentale per la moderna ricerca

scientifica, ed è proprio questo il significato dell'aforisma di

Einstein: « Nella misura in cui le proposizioni matematiche si

riferiscono alla realtà, esse non sono certe; e nella misura in cui esse

sono certe, non si riferiscono alla realtà »

se vuoi leggerti il post completo

http://forum.spaziogames.it/board/showthread.php?t=299392&p=18456968&viewfull=1#post18456968

La cosa più interessante è che questa analisi è in se e per se un ragionamento di natura filosofica.

 
Non capisco i bisogno di fare questa legge sui contrari, cioé a si beh interessante e quindi? Dopo 2 minuti passo ad altro.Se ho capito bene lui parte dall'anima, in questo caso intesa come soffio di vita ma ovviamente lui non sapeva che un essere umano nasce da uno spermatozzo che feconda l'ovulo.

Cioé dimmi tu quale sarebbe la riflessione dettata dalla logica
Il bello è che hai usato un termine giusto: legge.


La legge, nel suo vero significato, è qualcosa che l'Uomo può solo riconoscere ma non istituire. Perchè è una cosa naturale (un altro esempio è la LEGGE fisica: non è l'uomo che istituisce la gravità, è la natura stessa a produrla. L'essere umano può solo riconoscerla).


 


In questo caso Socrate ha riconosciuto la legge dei contrari.


 


Tu dopo averla assimilata magari dopo due minuti accendi la PS2 e pace. Qualcun altro invece fa di questa scoperta un motore di sviluppo per pensare in modo logico; c'è dietro una pedagogia quindi, che può aiutarti anche nella vita (se hai i pensieri in ordine, anche i tuoi atteggiamenti e molte tue decisioni saranno predisposti all'ordine).


 


In concreto, hai pure meno probabilità di cadere in contraddizione e fare la figura dell'asinello, tra l'altro.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 


Parlando di contraddizione, lo sai che 'spermatozoo' è una parola greca, e che Aristotele (384 a.C.!) ha scritto una breve tesi sullo sperma umano (e cento anni prima ne parlava anche la scuola pitagorica)?



Cosa pensi, che i greci non sapevano come nascevano i bambini?






Ma poi non capisco cosa c'entra questa tua obiezione, lo spermatozoo (e l'ovulo) sono gameti VIVI (se fossero morti non ci sarebbe alcuna fecondazione). Quindi la tesi esposta da Socrate è tutt'ora valida.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Ultima modifica da un moderatore:
Io sono visibilmente più pigro di chen //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
Fino qua andava bene, poi diventa un delirio :rickds:A parte che la storia è PIENA di contrasti (violenti) all'interno di religioni politeiste. A parte che non ho capito bene secondo che logica senza nemici un *** non può controllare il potere che ha.

A parte tutto ciò, di cosa stai parlando di preciso? Perchè non mi è chiaro in COSA consiste l'idea di religione e di divinità secondo la tua visione.

Consiste nel scegliersi un *** e tifare tipo ultrà? :morristend:

Perchè dovrebbe essere meglio una religione politeista rispetto ad una monoteista?

Meglio in cosa? La religione, come ha ben detto chen , dovrebbe avere come scopo lo studio delle verità più intime dell'esistenza. E' meglio quando lo fa meglio di un'altra al limite.
Senza offesa, ma ho l'impressione che non hai capito una fava di quello che dico. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/chris2.gif

Non dico che sono gli dei ad andare d'accordo, ma le religioni, nel senso che i popoli politeisti, tendono ad avere opinioni diverse, visto che ogni *** ha un ruolo diverso, e quindi anche idee diverse, inoltre se c'è un *** crudele, ti puoi rivolgere a un altro *** migliore, inoltre anche le divinità negative, hanno un lato umano che te li fa sembrare simpatici, infine, il fatto che gli dei abbiano pregi e difetti è un modo per renderli vicini alle persone normali.

Mentre nelle religioni monoteiste, esiste il pensiero unico, per cui c'è un *** che comanda a bacchetta e non accetta opinioni diverse dalle sue, motivo per cui si entra in conflitto con chi ha idee diverse, e non controlla il suo potere perchè dice di essere onnipotente ma non può impedire al male di esistere, Satana viene creato come capro espiatorio a cui dare la colpa del male nel mondo, se non ci fosse il Diavolo, *** dovrebbe prendersi le colpe delle ingiustizie nel mondo, così facendo si crea da solo un nemico che si ribella a lui, e che non può sconfiggere in nessun modo.

Non ho mai detto che la religione deve sostuirsi alla realtà.

 
Ultima modifica:
Senza offesa, ma ho l'impressione che non hai capito una fava di quello che dico. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/chris2.gif
Che è esattamente quel che ho affermato, nessuna offesa.

Non dico che sono gli dei ad andare d'accordo, ma le religioni, nel senso che i popoli politeisti, tendono ad avere opinioni diverse, visto che ogni *** ha un ruolo diverso, e quindi anche idee diverse, inoltre se c'è un *** crudele, ti puoi rivolgere a un altro *** migliore, inoltre anche le divinità negative, hanno un lato umano che te li fa sembrare simpatici, infine, il fatto che gli dei abbiano pregi e difetti è un modo per renderli vicini alle persone normali.
Mentre nelle religioni monoteiste, esiste il pensiero unico, per cui c'è un *** che comanda a bacchetta e non accetta opinioni diverse dalle sue, motivo per cui si entra in conflitto con chi ha idee diverse, e non controlla il suo potere perchè dice di essere onnipotente ma non può impedire al male di esistere, Satana viene creato come capro espiatorio a cui dare la colpa del male nel mondo, se non ci fosse il Diavolo, *** dovrebbe prendersi le colpe delle ingiustizie nel mondo, così facendo si crea da solo un nemico che si ribella a lui, e che non può sconfiggere in nessun modo.

Non ho mai detto che la religione deve sostuirsi alla realtà.
Ma ti ho già risposto in questo. SANGUINOSI contrasti interni in religioni politeiste ci sono sempre stati.

 
La religione non deve sostituire la verità, perchè è un tragitto per raggiungerla. Il tragitto non può sostituire la meta, ovvio.
Difatti io non voglio che la fede venga prima della ragione, solo che avere qualcosa in cui credere può darti coraggio nella vita di tutti i giorni, altrimenti in una società troppo materialista, si rischia di non avere più ideali o valori.

 


---------- Post added at 16:02:31 ---------- Previous post was at 16:00:25 ----------

 




Che è esattamente quel che ho affermato, nessuna offesa.
Prova a rileggerlo meglio.

Ma ti ho già risposto in questo. SANGUINOSI contrasti interni in religioni politeiste ci sono sempre stati.
Beh, sanguinosi non direi, visto che poi alla fine si riappacificano.

Ma non era quello che intendevo, non voglio dire che gli dei vadano d'amore e d'accordo, anzi per essere vicini ai mortali ci sono anche dei litigi, solo che però a ognuno viene dato il diritto di esprimere la sua opinione, il *** unico invece impedisce la libertà di parola.

 
Difatti io non voglio che la fede venga prima della ragione, solo che avere qualcosa in cui credere può darti coraggio nella vita di tutti i giorni, altrimenti in una società troppo materialista, si rischia di non avere più ideali o valori. 


---------- Post added at 16:02:31 ---------- Previous post was at 16:00:25 ----------

 




Prova a rileggerlo meglio.

Beh, sanguinosi non direi, visto che poi alla fine si riappacificano.

Ma non era quello che intendevo, non voglio dire che gli dei vadano d'amore e d'accordo, anzi per essere vicini ai mortali ci sono anche dei litigi, solo che però a ognuno viene dato il diritto di esprimere la sua opinione, il *** unico invece impedisce la libertà di parola.

No parlavo di sanguinosi contrasti interni fra i seguaci delle religioni politeiste.

Comunque non riesco bene a seguirti, davvero. Forse è colpa mia.

@Noctua

Stavo pensando di venirti incontro nel caso non avessi voluto leggere il mio post precedente per via della lunghezza.

Partendo da un'assunto. Capra , secondo alcuni detrattori , ha voluto far combaciare "brutalmente" filosofia e scienza. E ha avuto troppo fretta di far combaciare la visione del mondo data dalle nuove teorie fisiche con la visione del mondo delle filosofie orientali.

L'idea che personalmente mi sono fatto è quella di un'analisi comparativa asettica in cui si esaminano le caratteristiche del pensiero fra filosofia e scienza. Di come si arrivi alla conoscenza e che significato ha il termine stesso. Di come la natura più intima di entrambe le discipline sia la stessa. E di come in effetti la scienza DERIVI dalla filosofia e vi si sia intersecata molto spesso.

Durante la storia il pensiero filosofico , così come quello scientifico , ha dato adito a varie visioni del mondo circostante. Spesso la scienza ha descritto il mondo in modo non dissimile alle concezioni dei filosofi dell'antica grecia, a volte non dissimile dalla filosofia religiosa cristiana , poi man mano si è avvicinata con molte teorie ai modelli filosofici orientali (scontrandosi su paradossi non dissimili)

Per cui siamo passati da teorie atomistiche di particelle elementari perfette e indivisibili (a testimonianza della perfezione del creato di ***) a teorie per cui la materia e le leggi fondamentali dell'universo sono frutto di intercorrelazioni di eventi e quindi in pratica tali in quanto fedeli alla loro stessa natura (coerente con l'intuizione taoista). E poi si è andati ancora avanti (non sono un fisico , non ti so dire quali e quante teorie vi siano).

Siamo passati dal "il vuoto non è possibile" (*** non permette "imperfezioni) perchè non si poteva crearlo al vuoto torricelliano , per poi arrivare alla teoria dei campi quantistici per cui il vuoto è un concetto totalmente differente simile alla concezione del vuoto orientale. Poi magari il pensiero si è evoluto ancora.

Siamo passati da un universo fatto di "assiomi assoluti" e la materia è materia (alcune cose corrispondono alla forma mentis di alcune correnti filosofiche greche) ad un universo dove tutto è relativo, dove spazio e tempo sono indivisibili ed energia e materia sono la stessa cosa. Dove addirittura non si può più separare il fenomeno osservato dall'osservatore. Siamo passati dalla base del pensiero scientifico di Galileo (e anche qua la linea con la filosofia non è netta) per cui la scienza può solo misurare le caratteristiche APPARTENENTI ad un oggetto e non quelle percepite alla possibilità che le caratteristiche appartenenti esclusivamente all'oggetto osservato non esistano.

Ti rendi conto da te che separare scienza e filosofia , pensare di poter utilizzare il pensiero per trarne qualcosa di utile e confutare l'utilità della filosofia è quantomeno superficiale?

Tralasciando la semplice maggior consapevolezza che fornisce come strumento di pensiero grazie all'analisi sul pensiero stesso.

ti lascio con questa semplice citazione che ho messo anche nel post precedente

Nella fisica, le interpretazioni degli esperimenti vengonochiamate modelli o teorie. Rendersi conto che tutti i modelli e tutte

le teorie sono approssimati è fondamentale per la moderna ricerca

scientifica, ed è proprio questo il significato dell'aforisma di

Einstein: « Nella misura in cui le proposizioni matematiche si

riferiscono alla realtà, esse non sono certe; e nella misura in cui esse

sono certe, non si riferiscono alla realtà »
Utilità non è "portare alla comprensione totale, perfetta e assoluta della verità" cosa semplicemente non fattibile per tanti di quei motivi che mi ci vorrebbe una settimana per articolare. Se succede è chiamata illuminazione per un motivo. E , no , non è fattibile neppure per la scienza.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top