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Semplicemente ritenendo rivelata la tua religione, ossia, prendi una credenza e fai nei suoi confronti un atto di fede per cui quella credenza tra le tante diventa certezza. Sì fa la stessa cosa con i gatti neri: chi dice che i gatti portino sfortuna o chi dice che proprio quelli neri e non, per esempio quelli grigi portino sfortuna? Facile: basta fare un atto di fede per cui i gatti neri portano sfortuna.
Innanzitutto per quanto riguarda me io non ho mai parlato di certezza religiosa, la mia posizione circa la fede è quella appunto di "fede" "fiducia", ovvero mettere da parte i dubbi dell'intelletto e dei sensi (dov'è ***? perchè c'è tanto male nel mondo etc?) in favore di un apertura ad una notizia annunciatami, che mi dice di non temere perché, per esempio, gli ultimi saranno i primi e i miti erediteranno la terra. Puoi constatare da solo quanto questo non sia certo un sistema di certezze, ma una presa di posizione tutta incondizionata (nel senso che non è condizionata da motivi materiali- visivi- empiricamente palpabili, un po' come la fiducia che si da ad un amico che dice di non aver commesso quella o quell'altra colpa) che è certo vacillante nel momento in cui i dubbi si ri-presentano, ma che resiste a merito della sua stessa consistenza: quella cioè di essere conveniente e quella di essere estremamente affine al mio personalissimo, diciamo intimo, apparato filosofico; cioè di sposarsi incredibilmente con il mio modo di intendere e vivere la vita, e implicitamente quindi di sposarsi benissimo con me.

Un buon esempio può essere a mia rappresentanza quello di Montaigne, scettico per eccellenza, il quale definì il cristianesimo proprio come la soluzione ultima e piu' adatta allo scetticismo in quanto tale: dovendo sospendere l'assenso sulle cose, sulla realtà e a tratti persino sull'io è naturale per lui (e per me) pensare alla fede Cristiana come alla religione piu' " scettica" che ci sia, poiché non basa la rivelazione sulle impressioni dell'uomo (fallace e finito), ma sulla parola di ***, che nel campo della verità ha molta piu' autorità di me. Gesu' stesso dice che noi (e tra noi, anche io)"non vedremo" e dunque non avremo l'evidenza, ma ciò nondimeno questo ci rende automaticamente beati, perché crederemo comunque.

E' quindi automatico ragionare sul come la fede non si basi né abbia obbligatoriamente ragione nella "vista", perché se all'evidenza e alla certezza si dessero il primato del luogo della fede allora ben pochi sarebbero i cristiani a predicare la buona novella, invece è proprio questo suo tratto sovrarazionale e specialmente dimissivo del giudizio verso chi ha veramente il potere di fare giudizi che mi ha trascinato a ripensare sempre in maniera nuova la mia fede.

E dal canto mio non è affatto detto che il percorso sia finito.

Ovviamente mi puoi e hai tutto il diritto di ribattere, come d'altronde ho fatto prima anche io, che il mio relativo approccio alla fede non fa la regola nè giustifica in qualche modo la definizione canonica di fede - che detto francamente, non conosco-, ma il mio intervento non ha un fine positivo quanto piuttosto uno negativo: mi serve a farti capire quanto banalizzare l'idea che hai della fede, considerandola una sorta di salto nel vuoto senza significato e paragonabile alla superstizione, non permette a te stesso di affacciarsi ad essa nè rende giustizia a tutti coloro che credono veramente e che hanno probabilmente usato molto, tanto, il proprio intelletto prima di dire "si, ci sto".

 
Chen tu stai lasciando fuori dal tuo ragionamento praticametne di tutto, la parola preghiera non è un dono di *** è una creazione umana, con un determinato significato, pregare significa chiedere a qualcuno in modo supplice, quindi benchè tu possa tentare di dargli tutti i significati positivi che vuoi il significato rimane quello
allo stesso modo nella tua visione noi siamo debitori a *** della vita, quindi non ci deve niente e non deve assecondare i nostri bisogni, e può concedere i suoi favori a chi vuole lui.. giusto? bhe a me pare che il *** che tu veneri più che un supremo essere incarnazione del bene assoluto sembra tanto umano

la chiesa ha costruito la vostra visione di *** su dei dogmi stanti... il *** che veneri non è altro che un idealizzazione umana che riempite di difetti senza neanche accorgervi, un essere supremo i ragionamenti che stai facendo tu non li farebbe mai, nella sua perfezione che bisogno avrebbe dei tuoi ringraziamenti? perchè mai dovrebbe concedere faoviritsmi ad cazzum? perchè in suo potere? non ti rendi conto di come sia un ragionamento umano?

e ancora di più la concezione di bene è estremamente relativa, il *** che veneri non è altro che una costruzione data dalla tua cultura, o dalla cultura del tempo in cui si è sviluppata questa idea di ***, tant'è che il *** delle varie religioni presenta delel differenze proprio perchè costruito secondo la loro cultura e seconda la loro v isione di bene supremo.. e bada bene io non sto negando assolutamente l'esistenza di *** sto negando la visione costruita dalla chiesa e da tutte le altre religioni e correnti filosofiche, perchè frutto del contesto storico e della cultura in cui si è sviluppata quella visione, non siete più vicini alla comprensione di *** di quanto una formica non lo sia al sole
Io essendo cattolico seguo la dottrina di Cristo. Cristo ci ha insegnato a pregare e ha dato il giusto significato al tutto.


Io prego per amore, il fatto che io chieda qualcosa a ***, è perchè mi affido totalmente a Lui.



Questo fa parte al rapporto paterno-filiale che si ha voluto stilare. Fa parte dell'Alleanza.


 




11 E chi è quel padre tra voi che, se il figliuolo gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece una serpe? 12 Oppure anche se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? 13 Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano!
Il fatto che un bambino chieda delle cose al proprio Padre e quest'ultimo ceda il richiesto, non significa che il bambino ami suo padre per ciò che riceve (semmai è felice di essere stato preso in considerazione e di aver ricevuto quello che desiderava, ma la crescita dell'affetto sta nel gesto ricevuto, non nell'atto a sè). Questo è un meccanismo contorto di recepire le cose, proprio perchè ci si limita a osservare ciò che si può percepire dai sensi (l'osservazione, tu vedi uno che prega ma non sai cosa prova in quel momento), ma non c'ho che vi sia dietro ai sensi (i sentimenti e i pensieri di chi prega).


Per cui non puoi che cadere nel pregiudizio. Il pre-giudizio (giudicare prima di conoscere tutto) è un atto errato che non ha fondamento.



Poi le tue opinioni... rimangono le tue opinioni.


 

 




 
Io essendo cattolico seguo la dottrina di Cristo. Cristo ci ha insegnato a pregare e ha dato il giusto significato al tutto.
Io prego per amore, il fatto che io chieda qualcosa a ***, è perchè mi affido totalmente a Lui.



Questo fa parte al rapporto paterno-filiale che si ha voluto stilare. Fa parte dell'Alleanza.


 




11 E chi è quel padre tra voi che, se il figliuolo gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece una serpe? 12 Oppure anche se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? 13 Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano!
Il fatto che un bambino chieda delle cose al proprio Padre e quest'ultimo ceda il richiesto, non significa che il bambino ami suo padre per ciò che riceve (semmai è felice di essere stato preso in considerazione e di aver ricevuto quello che desiderava, ma la crescita dell'affetto sta nel gesto ricevuto, non nell'atto a sè). Questo è un meccanismo contorto di recepire le cose, proprio perchè ci si limita a osservare ciò che si può percepire dai sensi (l'osservazione, tu vedi uno che prega ma non sai cosa prova in quel momento), ma non c'ho che vi sia dietro ai sensi (i sentimenti e i pensieri di chi prega).


Per cui non puoi che cadere nel pregiudizio. Il pre-giudizio (giudicare prima di conoscere tutto) è un atto errato che non ha fondamento.



Poi le tue opinioni... rimangono le tue opinioni.


 

 


si ma non mi parlare come se non conoscessi il mondo cattolico, sono pure cresimato, ero chirichetto.. in chiesa ci sono cresciuto, quindi non c'è bisogno che vieni a insegnarmi a me la dottrina cattolica, me ne sono distanziato proprio perchè hocapito che il *** che venerate e che veneravo altro non era che una costruzione umana, e ripeto non sto negando *** un quanto tale, non negola sua possibile esistenza, nego la visione che ne avete (e che avevo) perchè frutto della cultura umana e dei suoi timori, quel *** a cui ti rivolgi è una costruzione simile a *** quanto un ritratto realizzato da un cieco, tutti i dogmi e le credenze su cui si basa il credo sono invenzioni e regolamenti umani, non divini

 
si ma non mi parlare come se non conoscessi il mondo cattolico, sono pure cresimato, ero chirichetto.. in chiesa ci sono cresciuto, quindi non c'è bisogno che vieni a insegnarmi a me la dottrina cattolica, me ne sono distanziato proprio perchè hocapito che il *** che venerate e che veneravo altro non era che una costruzione umana, e ripeto non sto negando *** un quanto tale, non negola sua possibile esistenza, nego la visione che ne avete (e che avevo) perchè frutto della cultura umana e dei suoi timori, quel *** a cui ti rivolgi è una costruzione simile a *** quanto un ritratto realizzato da un cieco, tutti i dogmi e le credenze su cui si basa il credo sono invenzioni e regolamenti umani, non divini
Anche Marilyn Manson fu battezzato e cresimato, se è per questo.

 


Il fatto di aver ricevuto i sacramenti non significa che si sappia amare ***, nè tantomeno che si abbia conoscenze teologiche in materia.



È incredibile quanto la dottrina è stata sfigurata dall'ignoranza popolare, anche nelle parrocchie (parlo in generale, non è rivolta a te questa constatazione).


 


Per il resto, io ti scrivo come se scrivessi a qualcuno che non conosco. Non conoscendoti, riporto quello che è la dottrina; se la conosci già, tanto meglio. Le mie parole magari serviranno per qualcun altro.


 


Detto ciò, non sto qua a convertire la gente, nè a tentare di convincerla su cose più grandi pure del sottoscritto.


 


Se qualcuno ha qualche curiosità in materia di teologia, io sono qua. Il mio è e rimane solo un servizio (per questo che mi sono messo a disposizione come tutor di teologia sul forum, sia pubblicamente in questo thread, sia privatamente o via mp come sto già facendo).


 


Stare qua a fare la solita cantilena: *** esiste. *** non esiste. *** è fantasia. *** è reale.... onestamente stufa e non è neppure l'obiettivo del topic, ecco perchè si parlava di discussioni sterili.


 


Tutto qua.





 
Perché sono cose che possono facilmente essere confutate, mentre confutare l'esistenza di *** è difficile quanto dimostrarla.
Se invece vuoi farlo con la prima cosa "metafisica" che ti salta in mente fallo pure.
E chi ti ha chiesto di dimostrare qualcosa? La dimostrazione, con l'atto di fede diventa inutile. Posto che poi, se si vuole parlare di dimostrazione, l'onus probandi spetta a chi sostiene l'esistenza di una (o più) divinità, non a chi non crede. A parte questo, il fatto che, secondo te, si possa credere indistintamente nella prima cosa metafisica che ci viene in testa rimanda a quello che dicevo in alcuni post precedenti: se qualcuno decide di credere, in base a cosa decide cosa credere?

Innanzitutto per quanto riguarda me io non ho mai parlato di certezza religiosa, la mia posizione circa la fede è quella appunto di "fede" "fiducia", ovvero mettere da parte i dubbi dell'intelletto e dei sensi (dov'è ***? perchè c'è tanto male nel mondo etc?) in favore di un apertura ad una notizia annunciatami, che mi dice di non temere perché, per esempio, gli ultimi saranno i primi e i miti erediteranno la terra. Puoi constatare da solo quanto questo non sia certo un sistema di certezze, ma una presa di posizione tutta incondizionata (nel senso che non è condizionata da motivi materiali- visivi- empiricamente palpabili, un po' come la fiducia che si da ad un amico che dice di non aver commesso quella o quell'altra colpa) che è certo vacillante nel momento in cui i dubbi si ri-presentano, ma che resiste a merito della sua stessa consistenza: quella cioè di essere conveniente e quella di essere estremamente affine al mio personalissimo, diciamo intimo, apparato filosofico; cioè di sposarsi incredibilmente con il mio modo di intendere e vivere la vita, e implicitamente quindi di sposarsi benissimo con me.

Un buon esempio può essere a mia rappresentanza quello di Montaigne, scettico per eccellenza, il quale definì il cristianesimo proprio come la soluzione ultima e piu' adatta allo scetticismo in quanto tale: dovendo sospendere l'assenso sulle cose, sulla realtà e a tratti persino sull'io è naturale per lui (e per me) pensare alla fede Cristiana come alla religione piu' " scettica" che ci sia, poiché non basa la rivelazione sulle impressioni dell'uomo (fallace e finito), ma sulla parola di ***, che nel campo della verità ha molta piu' autorità di me. Gesu' stesso dice che noi (e tra noi, anche io)"non vedremo" e dunque non avremo l'evidenza, ma ciò nondimeno questo ci rende automaticamente beati, perché crederemo comunque.

E' quindi automatico ragionare sul come la fede non si basi né abbia obbligatoriamente ragione nella "vista", perché se all'evidenza e alla certezza si dessero il primato del luogo della fede allora ben pochi sarebbero i cristiani a predicare la buona novella, invece è proprio questo suo tratto sovrarazionale e specialmente dimissivo del giudizio verso chi ha veramente il potere di fare giudizi che mi ha trascinato a ripensare sempre in maniera nuova la mia fede.

E dal canto mio non è affatto detto che il percorso sia finito.

Ovviamente mi puoi e hai tutto il diritto di ribattere, come d'altronde ho fatto prima anche io, che il mio relativo approccio alla fede non fa la regola nè giustifica in qualche modo la definizione canonica di fede - che detto francamente, non conosco-, ma il mio intervento non ha un fine positivo quanto piuttosto uno negativo: mi serve a farti capire quanto banalizzare l'idea che hai della fede, considerandola una sorta di salto nel vuoto senza significato e paragonabile alla superstizione, non permette a te stesso di affacciarsi ad essa nè rende giustizia a tutti coloro che credono veramente e che hanno probabilmente usato molto, tanto, il proprio intelletto prima di dire "si, ci sto".
Ho messo buona parte del tuo post sotto spoiler il modo che il mio post non sia troppo lungo.

In ogni caso, se vuoi spostare il discorso su cosa pensi io della religione in generale, per me non hanno alcuna differenza sostanziale rispetto ad una qualsiasi superstizione, tanto che, a mio avviso, i due termini potrebbero anche essere sinonimi (e come tali io li uso). Questo, per me, non è un limite ma anzi, sono ben contento di non avere "fede" nella prima cosa che mi hanno raccontato né sono in alcun modo interessato ad affacciarmi a qualcosa che richieda, preventivamente, un atto di fede. Soprattutto se è irragionevole e irrazionale come quello che caratterizza le varie religioni e che ricalca una sorta di contratto dove una parte (il credente) firma anche per l'altra (la divinità o le divinità).

Non metto in dubbio (né mi sono mai sognato di farlo) il fatto che molti abbiano usato il proprio intelletto prima di aderire, né tanto meno contesto la libertà di credere in qualsiasi cosa (se incontrassi una persona che crede in Babbo Natale, chi sono io per dirgli di non credere in Babbo Natale, tanto per esempio?). Quello di cui mi interessa ragionare è il procedimento logico che consente di credere, ossia l'atto di fede che è il punto centrale di ogni credenza, a mio avviso. Questo, non è scandaloso di per sé, ma, comporta una serie di quesiti relativi a cosa si crede e al contenuto della cosa creduta. Perché non credere, per esempio che esiste una divinità che vuole che io stermini gli asiatici? Oppure, perché non credere che i gatti neri portino sfortuna? O che esiste una teiera invisibile e immateriale sopra la testa di ognuno di noi e che questa teiera dice che i gay vanno torturati atrocemente?

 
Può decidere di credere in base ad un sacco di cose, tutte soggettive, la fede non sarebbe tale se avesse una base di certezza.

Comunque sì, il discorso che facevi nei post passati è giusto, anche se parecchio semplicistico per certi versi.

 
Può decidere di credere in base ad un sacco di cose, tutte soggettive, la fede non sarebbe tale se avesse una base di certezza. Comunque sì, il discorso che facevi nei post passati è giusto, anche se parecchio semplicistico per certi versi.
Semplicistico? E perché?

In ogni caso il bello della fede è proprio quello: fa diventare vera una cosa che non lo è per quanto irrazionale e irragionevole sia e il motivo di fondo è sempre "perché sì".

 
Può decidere di credere in base ad un sacco di cose, tutte soggettive, la fede non sarebbe tale se avesse una base di certezza. Comunque sì, il discorso che facevi nei post passati è giusto, anche se parecchio semplicistico per certi versi.
A me piace la definizione del glossario di filosofia della parola fede:

 





fede
Virtù soprannaturale (teologale) con cui l'energia dello Spirito, che ci assimila a Cristo, ci abilita a riconoscere, in una realtà umana, la Presenza eccezionale, divina, di Gesù, che corrisponde alle attese del cuore.
Non può essere dimostrata dalla ragione; tuttavia non solo non è in contraddizione con essa, bensì la illumina e consente la soluzione di problemi che altrimenti per la sola ragione resterebbero insolubili, come quello del male e della morte.

perchè dice in poche parole.... tutto.

 

 




 
A me piace la definizione del glossario di filosofia della parola fede:  





fede
Virtù soprannaturale (teologale) con cui l'energia dello Spirito, che ci assimila a Cristo, ci abilita a riconoscere, in una realtà umana, la Presenza eccezionale, divina, di Gesù, che corrisponde alle attese del cuore.
Non può essere dimostrata dalla ragione; tuttavia non solo non è in contraddizione con essa, bensì la illumina e consente la soluzione di problemi che altrimenti per la sola ragione resterebbero insolubili, come quello del male e della morte.

perchè dice in poche parole.... tutto.

 

 


E grazie che consente di risolvere problemi che altrimenti per la ragione rimarrebbero insoluti: si inventa le soluzioni. E poi non è vero che la fede necessariamente illumini la ragione anzi, per fede si può credere qualcosa che va contro la ragione, per esempio che i gatti neri portano sfortuna. La stessa esistenza di una o più divinità è irragionevole e irrazionale (tanto che per superare tali problemi occorre proprio l'atto di fede).

 
Rispondo (un po' a tutta la conversazione) citando le frasi di Konrad Lorenz, nel suo trattato "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà", nel capitolo che riguarda la "Tradizione demolita" come sesto "peccato" di una cultura votata al suicidio.

Per chi non sapesse chi era Konrad Lorenz, basti dire che fu uno dei co-fondatori dell'etologia comparata e premio nobel per la medicina e la fisiologia insieme a Timbergeen.

Religiosamente era probabilmente agnostico.

Credere che faccia parte del patrimonio stabile di conoscenze dell'umanità soltanto ciò che è comprensibile per via razionale, o addirittura soltanto ciò che è scientificamente dimostrabile, è un errore che comporta conseguenze disastrose ed è anche l'errore che induce la gioventù 'illuminata dalla scienza' a gettare a mare l'ingente tesoro di conoscenze e di saggezza contenuto nelle tradizioni di tutte le antiche culture e nelle dottrine delle grandi religioni universali. Chi considera tutto questo superfluo e privo di valore commette un altro errore ugualmente pernicioso, quello cioè di vivere nella convinzione che la scienza sia in grado di dar vita dal nulla, unicamente per via razionale, a una intera cultura con tutto ciò che essa comporta. Chi crede una cosa simile è solo di poco meno stolto di chi ritiene che le nostre conoscenze siano sufficienti per poter 'migliorare' l'uomo mediante interventi arbitrari sul suo genoma. Una cultura contiene in sé tanta sapienza 'maturata' attraverso la selezione quanta ne potrebbe contenere una specie animale, che finora, come si sa, non siamo ancora in grado di 'fabbricare'!
 
Rispondo (un po' a tutta la conversazione) citando le frasi di Konrad Lorenz, nel suo trattato "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà", nel capitolo che riguarda la "Tradizione demolita" come sesto "peccato" di una cultura votata al suicidio. Per chi non sapesse chi era Konrad Lorenz, basti dire che fu uno dei co-fondatori dell'etologia comparata e premio nobel per la medicina e la fisiologia insieme a Timbergeen.

Religiosamente era probabilmente agnostico.
Tanto cale credere alla prima cosa che ci viene in testa, torniamo sempre lì. Un atto di fede vale l'altro.

 
Tanto cale credere alla prima cosa che ci viene in testa, torniamo sempre lì. Un atto di fede vale l'altro.
Tradizione=/=Fede, non rispondevo a te ma all'argomento che aleggiava sul discorso da 5-6 pagine //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

E Lorenz non parlava di religione, attenzione.

 
E grazie che consente di risolvere problemi che altrimenti per la ragione rimarrebbero insoluti: si inventa le soluzioni. E poi non è vero che la fede necessariamente illumini la ragione anzi, per fede si può credere qualcosa che va contro la ragione, per esempio che i gatti neri portano sfortuna. La stessa esistenza di una o più divinità è irragionevole e irrazionale (tanto che per superare tali problemi occorre proprio l'atto di fede).
Che i gatti neri portino sfortuna è addirittura una deduzione anti-fede. La fede è di natura teologale, quindi divina.


Il resto è superstizione.


 


Il fatto che ci sia una divinità è RAZIONALE, eccome se lo è. Mi sembra di aver già trattato l'argomento per abbastanza pagine, e non citando Papi, ma filosofi greci che la Ragione (quella vera, pulita e logica) sapevano palleggiarla con estrema lucidità, più di quanta potremmo averne tu e io messi insieme.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif

 


Ora rimane solo da raccattare maggiore documentazione e dedicarsi alla ricerca e allo studio della verità, qualsiasi essa sia.


 


Chi non cerca, non trova.


 
Bisogna saper cercare le risposte giuste. Se sei disposto ad accettare qualsiasi assurdità, la tua ricerca è un'inutile perdita di tempo.
L'inutilità sta nel pregiudizio e nella superbia di credere di sapere tutto.

 
Il pregiudizio sta (può stare) nel sì quanto nel no, la superbia anche.

Tuttavia il nostro pensiero e i nostri sentimenti si rifiutano di accettare questo fatto teoricamente inconfutabile. Anche se ci sforziamo di ricordare che tutto il nostro sapere, tutto ciò che la nostra percezione ci comunica sulla realtà extra-soggettiva, costituisce soltanto un'immagine grossolanamente semplificata e approssimativa della realtà esistente, noi non possiamo fare a meno di considerare senz'altro vere certe cose e di essere convinti della assoluta esattezza del nostro sapere. Se la consideriamo dal punto di vista psicologico e soprattutto fenomenologico, questa convinzione equivale in tutti i sensi a una fede. Quando un'ipotesi è stata sufficientemente verificata a livello sperimentale così da meritare il nome di teoria, e quando si può presumere che questa teoria non venga più modificata nei suoi principi fondamentali ma soltanto completata da ipotesi supplementari, noi 'crediamo' fermamente in essa.

[...]

Ma vi sono anche cose in cui credo tanto fermamente quanto nelle teorie dimostrate, pur senza avere la benché minima prova della fondatezza della mia convinzione. Così credo, ad esempio, che l'universo è retto da un unico insieme di leggi naturali tra cui non esistono contraddizioni possibili e che non vengono mai infrante. Questa convinzione, che per me personalmente ha un carattere addirittura assiomatico, esclude i fenomeni preternaturali [...].

Questa opinione non ha alcuna base scientifica: potrebbero esservi dei fenomeni preternaturali o molto rari o di entità molto modesta, e il fatto che io non ne sia mai stato personalmente testimone non mi dà certamente il diritto di esprimermi in merito alla loro esistenza o meno.

Confesso di credere, con fede assolutamente religiosa, che esiste un solo grande miracolo e che non ci sono miracoli al plurale; ossia, secondo l'espressione del poeta filosofo Kurd Lasswitz, che *** non ha bisogno di compiere miracoli.
Konrad Lorenz, Gli otto peccati capitali della nostra civiltà.

Scusatemi per le citazioni frequenti ma lo sto leggendo adesso (attenzione, non l'avevo letto prima della discussione dell'altra volta) e davvero penso che fosse perfetto per l'argomento, benché non parli assolutamente di religione

 
Che i gatti neri portino sfortuna è addirittura una deduzione anti-fede. La fede è di natura teologale, quindi divina.
Il resto è superstizione.


 


Il fatto che ci sia una divinità è RAZIONALE, eccome se lo è. Mi sembra di aver già trattato l'argomento per abbastanza pagine, e non citando Papi, ma filosofi greci che la Ragione (quella vera, pulita e logica) sapevano palleggiarla con estrema lucidità, più di quanta potremmo averne tu e io messi insieme.
//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif

 


Ora rimane solo da raccattare maggiore documentazione e dedicarsi alla ricerca e allo studio della verità, qualsiasi essa sia.


 


Chi non cerca, non trova.
Credere che esista una divinità è razionale solo dopo l'atto di fede. Esattamente come è razionale credere che i gatti neri portino sfortuna dopo che si è fatto un atto di fede in tal senso. Del resto chi dice che la fede (tout court e non nel cattolicesimo) sia divina? Nessuno, se non un atto di fede. Senza atto di fede credere in una divinità o nel fatto che i gatti neri portino sfortuna è sempre superstizione.

D'altra parte, se non è necessariamente che chi non cerca non trova, non è neanche vero che chi cerca trova né che chi cerca trovi le risposte giuste. In realtà, secondo me, se ci si inventa le risposte alle domande che ci si pone (il quiz di cui parlavi nei post precedenti), la ricerca non è neanche cominciata.

 
Non per fare lo gnorri, ma il primo passo della ricerca scientifica è proprio inventarsi la risposta, per poi verificare se questa è giusta o sbagliata.

Quindi sì, anche se le risposte si inventassero sarebbe una forma di ricerca, perché questo inventare può portare ad altro, a qualcosa di più complesso e più vicino al vero.

Anche se qui mi tiro fuori perché la MIA esperienza di fede con domande e risposte centra molto poco.

 
Non per fare lo gnorri, ma il primo passo della ricerca scientifica è proprio inventarsi la risposta, per poi verificare se questa è giusta o sbagliata.Quindi sì, anche se le risposte si inventassero sarebbe una forma di ricerca, perché questo inventare può portare ad altro, a qualcosa di più complesso e più vicino al vero.

Anche se qui mi tiro fuori perché la MIA esperienza di fede con domande e risposte centra molto poco.
Forse sbaglio, non studio filosofia, ma inventarsi le risposte e prenderle per buone elevandole, anzi, a dogma non mi pare una ricerca esauriente.

 
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