Dipende se un gioco é costruito attorno alla sua difficoltà o meno. Non voglio dire che i giochi difficili siano per pro hardcore gamer, mentre quelli facili siano giochini di massa, ma più semplicemente che ci sono giochi la cui difficoltà é una caratteristica intrinseca.
Un gioco fortemente story driven, con tante attività secondarie, magari ow, non lo snaturi se lo setti in maniera da uccidere i nemici con 2 pugni anziché con 5, al massimo a seconda dei settaggi è più o meno impegnativo.
Viceversa un gioco come sekiro o questo sifu, necessitano di essere giocati in questo modo perché il cardine del loro gameplay sta nello stimolare la memoria muscolare del giocatore. Facilitarli significherebbe non offrire la stessa esperienza semplificata, ma offrirne una diversa. Poi tutto é possibile, ma ci sta che i developers scelgano di non andare incontro a tutti.
Discorso più ampio, se ci pensi, é che non tutto deve essere per tutti. In letteratura non tutti gli autori scelgono un linguaggio accessibile a chiunque, così come in musica o al cinema. Questione di genere, di stile, di intenzione e di autorialità.
Poi vabbè, secondo me é anche bello così: i giochi difficili riportano un po' in vita quella vecchia anima del videogame da sala giochi/8-16 bit, dove dovevi essere bravo oppure ciao ciao.