Più o meno, e con qualche differenza qua e là, posso essere d'accordo su tutto, ma senza entrare nel merito di ogni parola che hai detto, dico solo una cosa, e la dico da persona che, mani avanti, reputa gli scivoloni progressisti (in film o videogiochi) un grosso problema. Certo, nato magari da una buona intenzione, ma comunque che finisce male.
E dunque, chi decide qual è l'inclusività forzata e quale no?
70 anni fa sarebbe stato considerata inclusività forzata fare un film con una attrice nera che non facesse la cameriera o un lavoro "umile".
Come ci vedranno i nostri discendenti? Come quelli che arrestarono Rosa Parks per non aver lasciato il posto ad un bianco?
Poi ripeto, per me certe opere "inclusive" sono uno sfacelo e fanno più danni che altro, ma possono avere il diritto di essere semplici opere brutte su minoranze, così come esistono opere brutte su bianchi/etero, senza dover giustificare la loro esistenza?
Perché ormai pare che per creare un'opera che tratti di discriminazione, o che abbia personaggi appartenenti a minoranze, bisogni per forza fare un capolavoro, altrimenti è woke ed è inclusività forzata.
Per me un bel prodotto è un bel prodotto indifferentemente dalla tematica affrontata o dai protagonisti presenti, ed un brutto prodotto è un brutto prodotto allo stesso modo, non è che è "brutto" se tratta bianchi etero ed è "inclusività forzata" se tratta sui gay neri. Sono brutti entrambi, e baci
Qui si entra in un campo molto piu'complesso, e' tardi e non so manco se e' la sede giusta, ma dai, ci provo.
Sintetizzando:
Non esiste, se vogliamo, un giusto o sbagliato a priori.
Altrimenti si perderebbe pure il senso di crescita e di acquisizione di determinati valori
Oggi noi possiamo reputare "sbagliate" alcune scelte del passato, ma e' anche grazie a quel passato che (almeno alcuni) sono arrivati alle conquiste (perche' comunque ce ne sono state) di oggi.
Per me ogni cosa e' figlia del suo tempo, lo sbaglio, in generale e' voler creare uno "standard" ed usare certi parametri per giustificare scelte (a volte molto ben poco sensate).
Il problema che c'e' oggi e' l'esapserazione di ogni cosa (ma e' un problema della societa' a 360 gradi, non solo dei media di intrattenimento)
Da qui partono alcune scelte che trasformano idee giuste in vaccate cosmiche.
Poi le opere valide e meno valide ci sono sempre state, indipendentemente da tutto questo.
Ma un conto e' un'opera scritta/sceneggiata/diretta in maniera poco valida, un'altro e' quando si vuole riscrivere parte di una storia (sia essa letteraria o di cultura generale o quello che si vuole) per infilarci l'inclusivita' forzata.
Ogni opera che si ispira a storie, film o scrutture del passato, per me, deve tenere conto di quel passato (non e' cancellandolo che si fa' un favore all'umanita')
Cosi' come ogni storia "nuova" deve essere libera di esprimersi al di la' di generi, orientamenti sessuali etc (e verra' quindi valutata per quello che e' e per quello che vuole raccontare)
Io penso che la consapevolezza di alcune cose non la si ottenga infilandocele ovunque, ma rendendole naturali.
E' quando non se ne parla, che una cosa e' davvero superata.
Oggi se ne parla proprio per colpa di chi ha calcato cosi' tanto la mano che gia' solo vedere un personaggio come quello del trailer dei cani, porta a dubbi e riflessioni.
E questo gia' solo, basta a considerare l'attuale uso dell'inclusivita' come una cosa che e' stata gestita alla pene di segugio.