Gillian Seed ace
Secondo me il successo dell’anime di Solo Leveling va visto più per quello che rappresenta che per il valore effettivo della trama.
È un’opera che non punta alla profondità e nemmeno finge di farlo: è costruita per essere gasamento puro, tutto hype, estetica e ritmo. E in questo è estremamente efficace. Ma il vero punto è
a chi si rivolge.
SL non è pensato per colpire chi cerca profondità o sottotesti: è un'opera modellata per un pubblico molto preciso, prevalentemente giovane, spesso con poca o nessuna esperienza di anime/manga più datati o strutturati. In quel contesto
SL è perfetto: è semplice da seguire, ha un protagonista che cresce in fretta e spacca tutto, tutto condito da tanta spettacolarità. Ma l’elemento che ha fatto davvero esplodere l’anime è il
protagonista.
Sung Jinwoo è l’incarnazione del personaggio figo. Forte, silenzioso, oscuro, con poteri over the top e un character design che buca lo schermo. E non ha colpito solo il pubblico maschile, ma anche quello femminile, che lo
idolatra, esattamente come succede con personaggi alla Gojo. Tra animazione, regia e OST pompata al massimo, ogni sua entrata in scena è stata costruita come un evento. E i social hanno fatto il resto: clip virali, reaction, cosplay, fanart a pioggia...
Viviamo un’epoca in cui l’intrattenimento è sempre più orientato verso l’immediatezza: vogliamo essere catturati subito, travolti da qualcosa che ci coinvolga a livello emotivo o sensoriale nel giro di pochi minuti. Solo Leveling è nato e cresciuto in quell’ambiente. È costruito con una struttura estremamente semplice, quasi ritualistica, che crea una gratificazione costante: crescita esponenziale, sfide superate con stile, escalation continua. Non ti chiede molto, ma ti dà esattamente quello che promette, con una regolarità che quasi crea dipendenza.
L’anime ha potenziato tutto questo. Non ha adattato soltanto la storia: ha adattato
l’esperienza. La regia, le musiche, la direzione dell’azione; tutto è pensato per creare un coinvolgimento emotivo immediato, anche se passeggero. Il “successo” non nasce dalla qualità della scrittura, ma dall’efficacia con cui l’opera sa giocare con le aspettative del pubblico e con il piacere quasi primordiale del vedere qualcosa di potente, cool, visivamente appagante.