Lindelof si leva definitivamente di dosso la necessità di starsene in sospeso come suo solito tra sovrannaturale e ragione, virando di prepotenza verso l'irrazionale. Lo fa parandosi il cul0 più di una volta, parlando attraverso i suoi personaggi e facendo trasparire tutta la frustrazione postlost che si teneva dentro da anni. Ho letto post di più di una persona dove si diceva che il confine tra capolavoro e presa per il **** atomica non è mai stato così sottile come in The Leftovers e, personalmente, non potrei che essere più d'accordo. Però devo dire che a me piace proprio per questa sua sfacciata presunzione e questa sua continua necessità di spacciarsi per qualcosa di più sofisticato di quanto in verità esso sia. E' difatti proprio nel suo essere esagerato su tutti i livelli che per me questo telefilm funziona. E comunque c'è qualcosa nel modo in cui scrive Lindelof che continua ad affascinarmi terribilmente... tra l'altro in questa stagione ci sono stati degli episodi come l'ottavo che mi hanno lasciato letteralmente a bocca aperta. Regia e colonna sonora sempre ottimi e perfettamente funzionali allo script, Justin Theroux e Carrie Coon sono due attori magnifici.