Finalmente concluso.
Ho già ampliamente detto cosa ne pensavo del gioco ma butto giù comunque due righe finali.
Alla fine quali sono le caratteristiche essenziali per le quali uno stealth funziona?
Libertà d’azione e un IA tale da essere definita intelligenza.
Ecco in Thief entrambi gli elementi non sono presenti.
Fin troppo facile eludere i nemici e sgattaiolare alle loro spalle, l’ombra è nostra amica ma fin troppo onnipresente ,nel caso venissimo individuati i nemici perdono immediatamente le nostre tracce fin a tornare alla loro solita ronda prefissata e non muovendosi in gruppo alla nostra ricerca,per delimitare il problema si è fatto modo che in uno scontro diretto le guardie avessero sempre la meglio e che fossero in grado di one-shottare estromettendo così la libertà di approccio nel caso qualcuno lo volesse giocare in maniera più sfrontata,senza dimenticare la modalità personalizzata dove si potranno attivare malus in maniera da rendere l’esperienza più difficoltosa,appunto materiale aggiuntivo e facoltativo ma quasi obbligatorio per avere un minimo di sfida.
La libertà di azione è limitata inoltre da una struttura lineare delle mappe del gioco,se prima dell’inizio di ogni capitolo potremmo gironzolare per la città a portare avanti il nostro mestiere da ladro e aprire finestre e cassetti durante le missioni ci limiteremmo a dei corridoi con sporadici passaggi e tunnel segreti,solo negli atti finali del gioco le vie alternative per giungere agli obiettivi saranno maggiori .
L’atmosfera ricalca la classica ambientazione medievale -steampunk,essendo un reboot si poteva osare di più con l’alone di mistero e angoscia dato che il capitolo 5 è l’unico degno di essere ricordato,la storia non è niente di trascendente e non va a finire da nessuna parte.
Tralascio l’aspetto sonoro del gioco,è come sparare alla croce rossa.
Per concludere Thief è un titolo che si fa giocare ma non di certo apprezzare ,voto 6 giusto perché non c’è il 5.
Ho già ampliamente detto cosa ne pensavo del gioco ma butto giù comunque due righe finali.
Alla fine quali sono le caratteristiche essenziali per le quali uno stealth funziona?
Libertà d’azione e un IA tale da essere definita intelligenza.
Ecco in Thief entrambi gli elementi non sono presenti.
Fin troppo facile eludere i nemici e sgattaiolare alle loro spalle, l’ombra è nostra amica ma fin troppo onnipresente ,nel caso venissimo individuati i nemici perdono immediatamente le nostre tracce fin a tornare alla loro solita ronda prefissata e non muovendosi in gruppo alla nostra ricerca,per delimitare il problema si è fatto modo che in uno scontro diretto le guardie avessero sempre la meglio e che fossero in grado di one-shottare estromettendo così la libertà di approccio nel caso qualcuno lo volesse giocare in maniera più sfrontata,senza dimenticare la modalità personalizzata dove si potranno attivare malus in maniera da rendere l’esperienza più difficoltosa,appunto materiale aggiuntivo e facoltativo ma quasi obbligatorio per avere un minimo di sfida.
La libertà di azione è limitata inoltre da una struttura lineare delle mappe del gioco,se prima dell’inizio di ogni capitolo potremmo gironzolare per la città a portare avanti il nostro mestiere da ladro e aprire finestre e cassetti durante le missioni ci limiteremmo a dei corridoi con sporadici passaggi e tunnel segreti,solo negli atti finali del gioco le vie alternative per giungere agli obiettivi saranno maggiori .
L’atmosfera ricalca la classica ambientazione medievale -steampunk,essendo un reboot si poteva osare di più con l’alone di mistero e angoscia dato che il capitolo 5 è l’unico degno di essere ricordato,la storia non è niente di trascendente e non va a finire da nessuna parte.
Tralascio l’aspetto sonoro del gioco,è come sparare alla croce rossa.
Per concludere Thief è un titolo che si fa giocare ma non di certo apprezzare ,voto 6 giusto perché non c’è il 5.