Giusto per farvi rosicare un pochino, da me al momento ci sono 16 gradi. La temperatura massima prevista per oggi nel pomeriggio e similmente nei giorni appena trascorsi è di 22 gradi. Non ho versato una goccia di sudore nell'ultima settimana e di notte dormo con la coperta
Siete cattivi, molto cattivi
Quindi? questo non prova affatto che l'attuale ciclo caldo sia dovuto a fattori di natura antropica..
Quella parte era principalmente per dirti che il fenomeno medievale non è paragonabile a quello attuale, quindi non lo puoi usare per provare il contrario, cioè che quello attuale non sia dovuto alle emissioni antropiche di gas serra, come mi sembra stessi facendo.
"L’HIMALAYA NON SI SCIOGLIE PIÙ." Non proprio:
La perdita di ghiacci nella catena montuosa dell'Himalaya è stata finora sottostimata: in media del 6,5%, ma le percentuali salgono addirittura fino al 65% nella regione centrale del Galong Co. Questo scioglimento ‘nascosto’ è stato rivelato dallo studio pubblicato sulla rivista Nature...
www.ansa.it
Un report dell’International Centre for Integrated Mountain Development (ICIMOD) riaccende i riflettori sugli effetti della scomparsa dei ghiacciai asiat…
www.repubblica.it
La previsione al 2035 è questa del 2007?
Perché nel report del 2013 non l'ho trovata o forse non sono stato abbastanza capace a cercare.
"PREVISIONI ERRATE DEL 300%" però non riesco a vedere il grafico.
Riguardo Lomborg sempre lo stesso autore che ho postato prima su Valigia Blu scrive che comunque "non contesta, almeno apertamente, l'esistenza e le cause antropiche del riscaldamento globale, ma nega o minimizza i suoi impatti".
Sul clima ad esempio, qui una piccola raccolta internazionale di bufale:
Una raccolta di previsioni apocalittiche dal 1967 ad oggi: disastri ambientali e climatici previsti da moltissimi anni ma mai avvenuti
www.meteoweb.eu
Non conoscevo questa rassegna anche se ovviamente non scopro adesso questo tipo di previsioni allarmiste non avveratesi. Però l'ONU è coinvolto solo in due degli articoli screenati: in quello sulle Maldive è riportato che "stesse pianificando uno studio del problema" e nel successivo parla un generico "alto funzionario dell'ambiente". Nella maggior parte dei casi non mi sembrano report che esprimono la posizione ufficiale di un organismo internazionale, o forse in nessuno (li ho letti un po' rapidamente). Poi c'è un biologo (?), giornalisti (?), politici... Per non parlare del Pentagono nel 2004, almeno per quanto riporta il Guardian secondo l'indiscrezione dell'Observer, che mischia crisi climatica con... guerra nucleare? "sommosse diffuse"?
Peraltro sul climate change non c'è affatto a livello scientifico consenso unanime:
Da Valigia Blu:
In uno studio pubblicato nel 2004 sulla rivista
Science, la storica della scienza Naomi Oreskes ha raccolto le sintesi di 928 articoli scientifici pubblicati tra il 1993 e il 2003. Nessuno di questi rifiutava la posizione secondo cui é in atto un riscaldamento globale causato dalle attività umane. Il 75% era d'accordo con questa posizione e il 25% non si esprimeva. Nel 2013 John Cook e altri autori
hanno analizzato gli
abstract di 11944 articoli pubblicati tra il 1991 e il 2011. Degli articoli che esplicitavano la posizione sul riscaldamento antropico, il 97,1% riconosceva la sua esistenza. Inoltre, gli autori hanno invitato gli scienziati a valutare i propri stessi articoli. Tra quelli che avevano risposto, il 97,2% dichiarava di aderire a questa posizione.
Un
articolo pubblicato nel 2016 ha presentato una sintesi degli studi svolti dal 1991 al 2015: dodici studi pubblicati e due sondaggi realizzati da due organizzazioni. La conclusione degli autori è stata che il consenso scientifico sul cambiamento climatico si può collocare attorno al 97%. Gli autori osservavano che, a seconda della metodologia, il consenso oscillava tra il 90% e il 100%. La discrepanza tra le percentuali derivava, principalmente, da differenze nella selezione del database di esperti; dall'esatta definizione della posizione su cui valutare il consenso; da differenze nel trattamento delle risposte che non esprimevano apertamente una posizione. Un aspetto importante era quello che riguarda la specifica competenza degli scienziati. «Maggiore è l'esperienza in campo climatico degli scienziati esaminati, maggiore è il consenso sul riscaldamento globale causato dall'uomo», scrivono gli autori.

Il consenso scientifico sul cambiamento climatico aumenta con il livello di competenza (ogni sigla indica uno studio diverso). Da: John Cook
et al., Consensus on consensus: a synthesis of consensus estimates on human-caused global warming.
Due nuove ricerche sono state pubblicate nel 2021. Quella di
Mark Lynas e colleghi ha applicato la metodologia dello studio del 2013 a un dabatase di articoli pubblicati tra il 2012 e il 2020, trovando una percentuale di consenso attorno al 99,6%. Se si considera che gli articoli valutati sono stati pubblicati in anni più recenti rispetto a quelli compresi nello studio del 2013, il fatto che la percentuale cresca, anche se da a un valore già molto alto, è coerente con un consenso che si rafforza nel tempo. All’interno di un database di 88125 pubblicazioni, Lynas e colleghi hanno trovato
28 articoli che hanno potuto classificare come “scettici”. Tra gli autori di cinque di questi articoli compare il nome di
Nicola Scafetta. Docente di fisica dell’atmosfera all’Università di Napoli, Scafetta è uno dei bastian contrari climatici italiani che, per il suo ruolo accademico, dovrebbe avere, almeno sulla carta, le competenze per occuparsi di cambiamento climatico. Le sue ricerche hanno però un unico obiettivo: dimostrare che il riscaldamento globale non è causato dalle attività umane.
[...]
Il
secondo studio sul consenso scientifico apparso nel 2021, di Krista Myers e altri autori, ha replicato una metodologia utilizzata in un lavoro del
2009. Gli autori hanno realizzato un sondaggio tra scienziati specializzati in scienze della Terra. Tra tutti quelli (2548) che hanno risposto alla domanda sulla causa del riscaldamento globale, il 91,1% ha indicato le attività umane. Restringendo il campo agli esperti di scienze climatiche e atmosferiche (153), per i quali è possibile verificare un elevato livello di competenza sul cambiamento climatico (almeno il 50% dei loro studi ha come oggetto questo argomento), il consenso sale al 98,7%. La percentuale tocca il 100% se si considerano gli autori che hanno pubblicato almeno 20 studi sul cambiamento climatico tra il 2015 e il 2019. Questi risultati dimostrano che «la competenza predice il consenso». Come già avevano dimostrato gli studi precedenti, i dati evidenziano che maggiore è la competenza, maggiore è l’accordo sull’esistenza e le cause antropiche del cambiamento climatico.
Un argomento di discussione tra gli esperti è stato il trattamento da applicare agli articoli scientifici che non dichiarano, apertamente, una posizione sul cambiamento climatico. Nello studio di Cook e colleghi del 2013 questi articoli comprendevano il 66,4% del database. Si deve considerare il fatto che uno stesso scienziato può aver pubblicato articoli in cui talvolta ha manifestato, attraverso qualche affermazione, la propria posizione e altri in cui non lo ha fatto. In altri casi la posizione può essere implicita. Questo non costituisce un'anomalia, lo si riscontra anche in altri settori della scienza. I sismologi e i vulcanologi non esplicitano in ogni loro studio cosa pensano della tettonica a placche, perché questa teoria è ormai da decenni un indiscusso pilastro della geologia. I biologi evoluzionisti non devono ribadire, ad ogni occasione, di essere convinti della correttezza della teoria dell’evoluzione e della selezione naturale, perché l’evoluzione è un caposaldo della biologia contemporanea («nulla in biologia ha senso, se non alla luce dell'evoluzione», affermava il genetista Theodosius Dobzhansky ).