Riguardo la battaglia di Vittorio Veneto, forse volevi dire che il nemico era in minoranza ?
Da quello che ho letto, l'intervento tedesco a caporetto, si è tradotto in una vittoria schiacciante più che per questione di numeri, per questioni di tattica militare, un ambito su cui l'esercito tedesco era molto più moderno di quello italiano. Questo era un po il succo del discorso che volevo fare, l'Italia a livello militare non è mai stato un paese al passo con le altre potenze. Storicamente i nostri successi sono dovuti più all'abilità (o anche la spregiudicatezza) in campo politico internazionale, che ci ha permesso di trovarci al fianco di alleati potenti quando abbiamo conseguite le vittorie più importanti come nazione.
Le guerre coloniali vinte in solitaria possiamo anche contarle per fare numero, ma dicono secondo me poco della nostra reale capacità bellica. Il discorso era partito da un'eventuale uscita dalla NATO da parte dell'Italia. Come si diceva, non abbiamo una grande tradizione bellica alle spalle. Uscire adesso dalla NATO, in questa fase storica in cui sembriamo ancora più piccoli nei confronti degli attuali superpotenze, è qualcosa che solo dei fulminati come pappalardo, orsini o di battista o possono proporre
Il numero preciso non me lo ricordo, mi ricordavo di aver letto il telegramma della vittoria che annunciava ciò e infatti facendo ora per scrupolo una ricerca la wiki inglese conferma la maggioranza numerica austroungarica. Una battaglia che ad ogni modo sentivano parecchio e non avrebbero mai accettato di perdere contro l'Italia con l'esercito che si sfaldò solo alla sconfitta permettendo così all'esercito italiano di occupare fino a Trieste.
Sì la Germania in quegli anni era il non plus ultra militare che quasi da sola era a tanto così dal vincere la Grande Guerra, ma in quel caso non ne facevo un discorso di numeri quanto col fatto che con l'Austria Ungheria, per quanto arretrata era comunque un impero che poteva contare su molto manpower, si era in una situazione tutto sommato favorevole tanto che si stava avanzando seppur lentamente sul loro territorio.
Bismarck era un uomo un po' così, perculava un po' tutti, nella sua breve storia l'Italia riunificata ha sicuramente alternato cose belle a cose meno belle, ma sarebbe esagerato ridurla a una Cenerentola, alcuni episodi andrebbero meglio contestualizzati.
Spiegandomi meglio, uno dei problemi principali era farsi capire coi comandi di uno stato riunificatosi da pochi anni dopo secoli generando incomprensioni che portarono alla disastrosa battaglia di Lissa (l'italiano esisteva già da prima dei tempi di Dante chiaramente ma non tutti lo parlavano correttamente) nonostante una marina decisamente superiore a quella austriaca.
Le campagne militari in Africa non vanno sminuite, sia perché pensando fossero ancora a livello tribale si fa lo stesso gioco che fecero gli italiani dell'epoca sottovalutando gli abissini e perdendo poi miseramente, sia perché le caratteristiche del territorio rendono molto difficili le operazioni militari* (e comunque nella guerra italoturca l'Italia non si stava facendo problemi a spostare il conflitto in Anatolia per forzare la resa turca). Facendo un ripasso avalutativo, l'Italia giustamente venne redarguita dalla comunità internazionale per aver fatto uso di armi chimiche nella guerra fascista d'Etiopia, però oggi si pensa bastassero solo quelle quando in realtà sarebbe stato molto più difficile, molti commentatori dell'epoca "lodarono" la capacità di manovra italiana nella regione che sarebbe stata ugualmente pesantissima per ogni altra potenza. E infatti in quella guerra l'Italia usò quasi tutto quello che aveva trovandosi grandemente in difficoltà per il futuro.
Il punto è proprio questo, il più grande limite dell'Italia è sempre stato il non avere un'industria capace di stare al passo a livello quantitativo. Non avevamo i nostri Krupp per intenderci. Molte innovazioni militari nascono proprio in Italia, la comunicazione via radio, la guerra aerea stessa (con le prime operazioni aeronautiche proprio nella guerra italoturca... e come nota di colore con Hayao Miyazaki la cui passione per gli aerei è nata proprio vedendo gli aerei italiani). Anche dopo la guerra gli alleati rimasero stupiti dall'ingegnerizzazione dei mini tank che l'Italia aveva costruito proprio per cercare di produrne di più ma comunque non bastavano.
E con tutto che eravamo i pionieri in aeronautica capitavano errori da dilettanti, divago un po' ma è un aneddoto che dalle mie parti si racconta spesso a scuola e nelle università, anche perché essendo vicino... in pratica per le sue caratteristiche storicamente il Golfo di Taranto concede un vantaggio assoluto ai suoi difensori e l'Italia ben pensò di portarvici la marina nel caso di un attacco della Royal Navy, peccato però che non presero le dovute precauzioni contro un attacco aereo e agli inglesi bastò semplicemente bombardare il porto
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Poi sì per forza di cose serviva anche una forte azione politica, non poteva essere altrimenti anche perché gli stati preunitari italiani che provarono a riunificare l'Italia si trovavano costantemente in condizioni di netta inferiorità contro eserciti più grandi e con più disponibilità. Cavour fu il primo ad averlo capito e si organizzò di conseguenza.
Per fare altri esempi "politici" anche la terza guerra d'indipendenza sarebbe potuta non esistere dato che l'Austria si stava dimostrando favorevole a cedere il Veneto a patto della neutralità dell'Italia nella guerra con la Prussia.
La Marmora però non voleva rimangiarsi la parola data a Bismarck (cosa che probabilmente Cavour o un politico più abile avrebbe fatto) e pensava pure di poter ottenere dei termini ancora più vantaggiosi del solo Veneto. E infatti Garibaldi stava ottenendo importanti successi nel Tirolo, se non fosse per le due disastrose sconfitte di cui una (la più grave, Lissa, dove in pratica vincevi 99,9 volte su 100) avevo accennato e ci è andata pure bene che Bismarck mantenne le promesse visto che non è stato mai veramente confermato ma pareva gli ronzasse la mezza idea di non dare il Veneto all'Italia dopo tutto. Era semplicemente ancora troppo presto per impegnare l'Italia in un conflitto del genere.
*cioè francesi e britannici ci stavano anche perdendo contro i turchi a un certo punto.
Per tornare a oggi comunque l'uscita dalla NATO darebbe ovviamente diversi problemi all'Italia. Anzi in realtà già essendo nella NATO abbiamo diversi problemi. Non siamo malissimo, abbiamo una storica tradizione marina e aerea e abbiamo riformato un po' l'esercito di terra con addestramenti angloamericani nel dopoguerra ma il problema più grande è che si spende poco e male. Gran parte del budget della difesa va in stipendi, meno in acquisti e ancor di meno (quasi le briciole) in addestramenti e innovazione che dovrebbero essere le priorità. E senza considerare anche il deterrente nucleare, che secondo gli Orsini e compagnia sono quasi un sacrificio e un'imposizione per l'Italia quando è una cosa che il paese ha ricercato ardentemente per anni rinunciandovi più per una questione di costi che di ideologia (a quel punto si era fatto molto più conveniente lo sharing della NATO).
Ho un paio di conoscenze in marina e rimasi stupito dall'apprendere che una buona parte della flotta italiana è in realtà condivisa con altri paesi (per lo più Francia, Spagna e Grecia), sempre per una questione di costi. Tanto che qualche anno fa quando Erdogan minacciò con le sue navi le navi dell'Eni che erano state autorizzate per un mandato di esplorazione delle coste di Cipro, si decise di non rispondere per non creare un'escalation, ma anche perché non si aveva la forza per farlo
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Pur avendo oggi giorno un'industria bellica importante sarebbe necessario investire di più e già eravamo il paese che aveva deciso di riarmarsi in modo più soft tra le maggiori potenze europee, "grazie" all'intrusione del M5S che ha allargato la forbice del raggiungimento del 2% al 2028 praticamente sono briciole in più.