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sei il difensore delle banche?
il complottismo? Io ho scritto dei fatti, di quello che è successo in maniera paradossale in un così detto Paese democratico, e non mi importa della "categoria" che protestava e per cosa si protestava ma di quello che hanno fatto.

infine ho scritto di quello che può succedere dopo un simile episodio, che ha creato un gustoso precedente nella così detta democrazia, e nella fatti specie ho scritto cosa potrebbe accadere in una società senza contanti, e mi meraviglio quando leggo persone che trovano carina la società con una moneta digitale, non facendo attenzione ai rischi che questa comporterebbe.

Se uno Stato blocca i conti, li congela o non permette ai suoi cittadini di prelevare, si tratta di un fatto avvenuto e verificato, non di un complotto. Come non si tratta di un complotto la minaccia di un prelievo arbitrario sulla liquidità dei correntisti, soprattutto in caso di crisi del debito pubblico. Ricordiamo la Grecia, Cipro e l’Argentina, dove, di fronte alla crisi, i prelievi di contanti sono stati limitati in nome dell’interesse generale. A volte i prelievi venivano effettuati direttamente sui depositi dei risparmiatori. Una direttiva della Commissione europea prevede peraltro la possibilità di tale tipo di prelievo in caso di grave crisi. Questa pratica è un’imposta ingiusta e discutibile, perché la porzione dei patrimoni tenuti nei conti correnti è tanto maggiore quanto minore è la ricchezza, e quindi grava di più sui redditi bassi. Essa è, inoltre, un’imposta non democratica, perché, come l’inflazione, l’addebito diretto sui conti correnti dei cittadini agisce subdolamente, al di fuori di ogni controllo parlamentare, non sulla ricchezza reale, ma solo sulla forma più esposta dei beni di ciascuno.

In Svezia, dove ormai è tutto digitale il loro stesso governatore dice: i promotori delle attività finanziarie private contro fondi pubblici «hanno torto» nel dire che gli svedesi non hanno nulla da temere. In tempi di crisi, spiega, il pubblico cerca sempre beni privi di rischio, come i contanti, garantiti dallo Stato. «È improbabile che gli attori commerciali si assumano in tutte le circostanze la responsabilità di assecondare la domanda del pubblico di avere mezzi di pagamento sicuri»
No, non sono il difensore delle banche, semplicemente affronto la questione con cognizione di causa, dato che studio questi temi quotidianamente e li insegno anche.

Nel dibattito sul tema suggerirei di lasciar perdere casi estremi che non rappresentano la realtà media delle cose, pur non sottovalutandone l'impatto in un'analisi generale, o improbabili governatori svedesi che non hanno, giocoforza, sotto gli occhi il caso specifico italiano e invece mi rivolgerei a fonti più consone alla nostra realtà come l'Unità Informativa Finanziaria, l'ente che studia, gestisce e redige statistiche in materia di riciclaggio nel nostro Paese (e che poi si riunisce a livello internazionale nel FATF-GAFI) o il Comitato di Sicurezza Finanziaria, di cui fanno parte i tecnici del MEF, del MISE, della GDF, della DIA, ecc...

Banalmente suggerisco di prendere in esame.

- Decreto del Ministero di Giustizia del 16 aprile 2010 il quale richiama come fattore oggettivo di rischio il ricorso per importi rilevanti al contante, a libretti di deposito al portatore ovvero ad altri titoli al portatore, nonché a valuta estera e all’oro.

- Decreto Legislativo 231/07 il quale richiama all'art. 24 come fattore oggettivo di rischio tutte le attività economiche caratterizzate da un elevato utilizzo del denaro contante

- l'Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo elaborata dal Comitato di sicurezza finanziaria, la quale addirittura si spinge ad assegnare ad ogni Provincia italiana un grado di rischio di riciclaggio e come indicatore utilizza proprio la diffusione del denaro contante. Cito dal documento: "Sulla base dei dati disponibili si evince che in Italia l’uso del contante è ancora generalizzato e continua a presentare un fattore contestuale di rischio per il riciclaggio e l’evasione fiscale , ma si osserva di recente un trend positivo di crescita dell’uso di strumenti alternativi". Trend, aggiungo, che ora ovviamente è facile immaginare verrà invertito da questo aumento della soglia. L'uso eccessivo del contante viene esplicitamente richiamato come indicatore di rischio per il settore privato.

Se ciò non ti bastasse ti invito ad andare a studiare i rapporti annuali della sopraccitata UIF e i quaderni antiriciclaggio della stessa su questo tema.
Posso inoltre aggiungere una mia statistica personale, perché non essendo un commentatore medio sulla tematica ma un docente pagato per studiare ed insegnare questa materia, ho prestato consulenza in più di trecento tra studi commercialisti, società di revisione e associazioni di categoria e posso garantire che il problema del contante legato all'evasione fiscale e ancor più al riciclaggio esiste ed è molto molto diffuso in Italia. Se dovesse salire la soglia come annunciato, già immagino ad esempio quali difficoltà avranno le società di elaborazioni dati che agiscono all'interno delle grandi associazioni di categoria (parliamo di soggetti che gestiscono migliaia di contabilità di esercenti) nel dover riconoscere la liceità dei movimenti di cassa in entrata ed in uscita. Penso ad esempio a tutti i negozi cinesi che sono puro veicolo di riciclaggio della mafia di medesima origine, che potranno molto più agevolmente riciclare attraverso un'accresciuta quantità di pagamenti a fornitori in contante.
Perché forse il dibattito in Italia è poco concentrato sul tema ma abbiamo ancora una grande questione irrisolta di contaminazione e infiltrazione di fenomeni mafiosi, i cui proventi sono principalmente in denaro contante e che necessitano delle più disparate tecniche per riciclare tale contante e l'innalzamento della soglia offre loro un ulteriore spunto.

Non a caso già si inizia a parlare nuovamente di voluntary disclosure e credo che la cosa sia molto rappresentativa della direzione che si intende dare a questi temi...

Non è mia intenzione demonizzare il contante in quanto tale né sottovalutarne la valenza, in alcuni casi persino simbolica, che possiede ma ogni situazione va analizzata per il caso specifico e far finta che in Italia non ci sia questo tipo di problema è sinonimo o di cecità o di connivenza. Non c'è alternativa.
 
L'esempio dei conti bloccati lascia il tempo che trova, a meno che non si dorma con tutti i risparmi sotto il materasso (nel qual caso avrei qualche legittimo dubbio sulla provenienza di quei risparmi) o in generale con almeno qualche migliaia di euro in casa (è un invito ai ratti d'appartamento?), se il conto viene bloccato si è nella merda uguale indipendentemente dal fatto che si abbiano in tasca 500 o 5 euro.
 
No, non sono il difensore delle banche, semplicemente affronto la questione con cognizione di causa, dato che studio questi temi quotidianamente e li insegno anche.

Nel dibattito sul tema suggerirei di lasciar perdere casi estremi che non rappresentano la realtà media delle cose, pur non sottovalutandone l'impatto in un'analisi generale, o improbabili governatori svedesi che non hanno, giocoforza, sotto gli occhi il caso specifico italiano e invece mi rivolgerei a fonti più consone alla nostra realtà come l'Unità Informativa Finanziaria, l'ente che studia, gestisce e redige statistiche in materia di riciclaggio nel nostro Paese (e che poi si riunisce a livello internazionale nel FATF-GAFI) o il Comitato di Sicurezza Finanziaria, di cui fanno parte i tecnici del MEF, del MISE, della GDF, della DIA, ecc...

Banalmente suggerisco di prendere in esame.

- Decreto del Ministero di Giustizia del 16 aprile 2010 il quale richiama come fattore oggettivo di rischio il ricorso per importi rilevanti al contante, a libretti di deposito al portatore ovvero ad altri titoli al portatore, nonché a valuta estera e all’oro.

- Decreto Legislativo 231/07 il quale richiama all'art. 24 come fattore oggettivo di rischio tutte le attività economiche caratterizzate da un elevato utilizzo del denaro contante

- l'Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo elaborata dal Comitato di sicurezza finanziaria, la quale addirittura si spinge ad assegnare ad ogni Provincia italiana un grado di rischio di riciclaggio e come indicatore utilizza proprio la diffusione del denaro contante. Cito dal documento: "Sulla base dei dati disponibili si evince che in Italia l’uso del contante è ancora generalizzato e continua a presentare un fattore contestuale di rischio per il riciclaggio e l’evasione fiscale , ma si osserva di recente un trend positivo di crescita dell’uso di strumenti alternativi". Trend, aggiungo, che ora ovviamente è facile immaginare verrà invertito da questo aumento della soglia. L'uso eccessivo del contante viene esplicitamente richiamato come indicatore di rischio per il settore privato.

Se ciò non ti bastasse ti invito ad andare a studiare i rapporti annuali della sopraccitata UIF e i quaderni antiriciclaggio della stessa su questo tema.
Posso inoltre aggiungere una mia statistica personale, perché non essendo un commentatore medio sulla tematica ma un docente pagato per studiare ed insegnare questa materia, ho prestato consulenza in più di trecento tra studi commercialisti, società di revisione e associazioni di categoria e posso garantire che il problema del contante legato all'evasione fiscale e ancor più al riciclaggio esiste ed è molto molto diffuso in Italia. Se dovesse salire la soglia come annunciato, già immagino ad esempio quali difficoltà avranno le società di elaborazioni dati che agiscono all'interno delle grandi associazioni di categoria (parliamo di soggetti che gestiscono migliaia di contabilità di esercenti) nel dover riconoscere la liceità dei movimenti di cassa in entrata ed in uscita. Penso ad esempio a tutti i negozi cinesi che sono puro veicolo di riciclaggio della mafia di medesima origine, che potranno molto più agevolmente riciclare attraverso un'accresciuta quantità di pagamenti a fornitori in contante.
Perché forse il dibattito in Italia è poco concentrato sul tema ma abbiamo ancora una grande questione irrisolta di contaminazione e infiltrazione di fenomeni mafiosi, i cui proventi sono principalmente in denaro contante e che necessitano delle più disparate tecniche per riciclare tale contante e l'innalzamento della soglia offre loro un ulteriore spunto.

Non a caso già si inizia a parlare nuovamente di voluntary disclosure e credo che la cosa sia molto rappresentativa della direzione che si intende dare a questi temi...

Non è mia intenzione demonizzare il contante in quanto tale né sottovalutarne la valenza, in alcuni casi persino simbolica, che possiede ma ogni situazione va analizzata per il caso specifico e far finta che in Italia non ci sia questo tipo di problema è sinonimo o di cecità o di connivenza. Non c'è alternativa.
a me pare invece che sei l'avvocatuccio delle banche, e pure di fronte all'evidenza dei fatti nel messaggio precedente hai scritto roba indicando il complottismo nei miei riguardi, quando quello che ho descritto è effettivamente avvenuto in Canada e sotto gli occhi di tutti. Per buona pace della così detta democrazia. Se scioperi o protesti per una roba, io ti blocco il conticino e ti faccio tornare al lavoro, questo è il precedente che hanno creato in Canada.
Inoltre le cose che ho scritto sono puntuali precisazioni del meccanismo UE nel caso di una crisi. Quindi a voglia a dire o fare..

Per quanto riguarda il POS, togli le commissioni e poi ne riparliamo, l'esercente non deve sottostare al racket delle banche per piccolissimi importi

come cliente chiedi lo scontrino se hai paura. Se uno sta convinto che il Pos sia la soluzione per frenare l'evasione credo che sia anche il primo a farsi scontrinare un acquisto una volta che il negoziante non gli accetta la Carta di credito. Ma ovviamente molti sono troppo ubriachi per rendersene conto.
 
Ultima modifica:
Il dibattito sul contante si è concentrato sull'evasione perché è un tema di maggiore appeal ma la questione vera legata all'uso del contante è inerente il riciclaggio. Vi invito a studiare qualsiasi documento in materia (schemi di comportamento anomalo di riciclaggio, indicatori di anomalia, analisi nazionale dei rischi, quaderni e relazioni UIF, ecc...) per capire che l'incentivo all'uso del contante in un Paese come il nostro è sinonimo diretto di aumento del rischio di riciclaggio di denaro provento da attività illecita. Dove c'è contante c'è un rischio oggettivo di riciclaggio, senza se e senza ma.
Ma il riciclaggio lo si fa anche (o soprattutto) sui piccoli importi, quindi avere un tetto a 1000 o 5000 € non sposterebbe nulla.
E' notorio che ci sono certe pizzerie che battono centinaia di scontrini ogni sera senza infornare più di una decina di pizze. :dsax:
 
Ma il riciclaggio lo si fa anche (o soprattutto) sui piccoli importi, quindi avere un tetto a 1000 o 5000 € non sposterebbe nulla.
E' notorio che ci sono certe pizzerie che battono centinaia di scontrini ogni sera senza infornare più di una decina di pizze. :dsax:
Che il riciclaggio si faccia soprattutto sui piccoli importi assolutamente no, anche con i piccoli importi sì. È notorio anzi che uno degli indicatori di riciclaggio più tenuti in considerazione è proprio il sovradimensionamento del valore di un'operazione in relazione ad un valore nominale o ad un valore medio di mercato. È altrettanto noto infatti che il riciclatore, qualora gli si presenti un'occasione per ripulire il denaro, ne approfitti spesso senza grande remore di spesa poiché la priorità è reintrodurre nel circuito legale quel provento da attività illecita, senza stare a "badare a spese". Tant'è che uno dei grandi effetti del riciclaggio sull'economia reale è l'alterazione dell'equilibrio domanda/offerta.
Innalzare la soglia del contante favorisce questo tipo di dinamica perché rende ancora più appetibile la singola piccola operazione, potendo contare su una soglia appunto più alta.
Ho già citato le miriadi di operazioni in contanti di uscita/entrata per cassa contabile che vedranno facilmente un aumento esponenziale di riciclaggio per effetto dell'aumento della soglia ma posso fare un ulteriore esempio di un ulteriore reato: la sovrafatturazione.
Mettiamo ad esempio che io sia un Presidente di una squadra di calcio dilettantistica e riceva una sponsorizzazione da un brand di una impresa per un valore di 50 mila euro. Quello che accade spesso è che l'azienda del brand benefici a livello di bilancio e di credito d'imposta della sponsorizzazione emessa ma in realtà chiede alla società sportiva di farsi restituire in contanti e sottotraccia fino al 95% del valore della sponsorizzazione medesima. Ora, con lo scenario attuale, il Presidente della squadra è costretto a prelevare dal conto della società delle piccole somme in contanti perché essendo il limite per legge basso, qualsiasi prelievo viene esaminato dal gestionale antiriciclaggio della banca con uno specifico algoritmo (solitamente è quello di GIANOS) che ne esamina la quantità e la ripetitività e sistematicità nel tempo. Se invece il limite dovesse salire, questo algoritmo andrà ricalibrato in coerenza con la capacità sociale di utilizzo del contante e quindi quel Presidente potrà avere più facilmente accesso a quel contante che servirà per riciclare l'evasione della società che emette la sponsorizzazione. In buona sostanza la vita per i riciclatori sarà più facile.

È un caso solo per fare capire ai profani della materia di cosa stiamo parlando ma ve ne potrei portare a centinaia eh.
 
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Che il riciclaggio si faccia soprattutto sui piccoli importi assolutamente no, anche con i piccoli importi sì. È notorio anzi che uno degli indicatori di riciclaggio più tenuti in considerazione è proprio il sovradimensionamento del valore di un'operazione in relazione ad un valore nominale o ad un valore medio di mercato. È altrettanto noto infatti che il riciclatore, qualora gli si presenti un'occasione per ripulire il denaro, ne approfitti spesso senza grande remore di spesa poiché la priorità è reintrodurre nel circuito legale quel provento da attività illecita, senza stare a "badare a spese". Tant'è che uno dei grandi effetti del riciclaggio sull'economia reale è l'alterazione dell'equilibrio domanda/offerta.
Innalzare la soglia del contante favorisce questo tipo di dinamica perché rende ancora più appetibile la singola piccola operazione, potendo contare su una soglia appunto più alta.
Ho già citato le miriadi di operazioni in contanti di uscita/entrata per cassa contabile che vedranno facilmente un aumento esponenziale di riciclaggio per effetto dell'aumento della soglia ma posso fare un ulteriore esempio di un ulteriore reato: la sovrafatturazione.
Mettiamo ad esempio che io sia un Presidente di una squadra di calcio dilettantistica e riceva una sponsorizzazione da un brand di una impresa per un valore di 50 mila euro. Quello che accade spesso è che l'azienda del brand benefici a livello di bilancio e di credito d'imposta della sponsorizzazione emessa ma in realtà chiede alla società sportiva di farsi restituire in contanti e sottotraccia fino al 95% del valore della sponsorizzazione medesima. Ora, con lo scenario attuale, il Presidente della squadra è costretto a prelevare dal conto della società delle piccole somme in contanti perché essendo il limite per legge basso, qualsiasi prelievo viene esaminato dal gestionale antiriciclaggio della banca con uno specifico algoritmo (solitamente è quello di GIANOS) che ne esamina la quantità e la ripetitività e sistematicità nel tempo. Se invece il limite dovesse salire, questo algoritmo andrà ricalibrato in coerenza con la capacità sociale di utilizzo del contante e quindi quel Presidente potrà avere più facilmente accesso a quel contante che servirà per riciclare l'evasione della società che emette la sponsorizzazione. In buona sostanza la vita per i riciclatori sarà più facile.

È un caso solo per fare capire ai profani della materia di cosa stiamo parlando ma ve ne potrei portare a centinaia eh.
Con il tetto a 5000 € l'operazione che porti come esempio farebbe scattare comunque l'alert dei soggetti di controllo, se il presidente dell'esempio facesso una decina di prelievi in un arco di tempo ridotto. Ed a dirla tutta lo stesso accadrebbe senza alcun limite, perché alla fine quel che fa la differenza sono i sistemi di controllo piuttosto che il limite. In presenza di un sistema di controllo e segnalazione efficiente si potrebbe anche fare a meno di qualsiasi limite (per quanto riguarda il riciclaggio. Diverso il discorso per l'evasione).
Il solo modo certo per abbattere il riciclaggio è la completa tracciabilità dei pagamenti, che però non si può avere finché la sola moneta avente corso legale è proprio quella non tracciabile.
 
Con il tetto a 5000 € l'operazione che porti come esempio farebbe scattare comunque l'alert dei soggetti di controllo, se il presidente dell'esempio facesso una decina di prelievi in un arco di tempo ridotto. Ed a dirla tutta lo stesso accadrebbe senza alcun limite, perché alla fine quel che fa la differenza sono i sistemi di controllo piuttosto che il limite. In presenza di un sistema di controllo e segnalazione efficiente si potrebbe anche fare a meno di qualsiasi limite (per quanto riguarda il riciclaggio. Diverso il discorso per l'evasione).
Il solo modo certo per abbattere il riciclaggio è la completa tracciabilità dei pagamenti, che però non si può avere finché la sola moneta avente corso legale è proprio quella non tracciabile.
Non è così sul primo punto perché è chiaro che se l'alert di rischio soggettivo permane, ci mancherebbe, gli algoritmi vengono ricalibrati su un piano oggettivo in funzione di una capacità di utilizzo del contante accresciuta e qualora il comparto antiriciclaggio della banca dovesse convocare il Presidente e dovesse chiedergli l'utilizzo effettuato del contante prelevato, sarebbe molto più facile fornire delle spiegazioni di utilizzo perché un conto è giustificare spese sotto la soglia di 1000 o 2000 euro e un conto è giustificare spese in un sistema che permette un utilizzo fino a 5000 euro. Così come banalmente è più facile pagare un fornitore con il nero se puoi arrivare a 5000 euro e nessun commercialista che tiene quella contabilità si struggerà eccessivamente per quell'uscita di cassa e quando ne analizzerà l'andamento sul lungo periodo troverà il modo di giustificarne gli ammontari e non fara alcuna segnalazione di operazione sospetta. Funziona così.
 
I marocchini stanno mettendo a soqquadro varie città in Europa per una vittoria di calcio, a Lille stanno lanciando fuochi d’artificio contro la polizia, a Milano hanno distrutto lo spazio messo a disposizione da Sala.

L’integrazione procede benissimo, avanti tutta
 
I marocchini stanno mettendo a soqquadro varie città in Europa per una vittoria di calcio, a Lille stanno lanciando fuochi d’artificio contro la polizia, a Milano hanno distrutto lo spazio messo a disposizione da Sala.

L’integrazione procede benissimo, avanti tutta
Davvero, scene mai viste nel calcio europeo.

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Non è così sul primo punto perché è chiaro che se l'alert di rischio soggettivo permane, ci mancherebbe, gli algoritmi vengono ricalibrati su un piano oggettivo in funzione di una capacità di utilizzo del contante accresciuta e qualora il comparto antiriciclaggio della banca dovesse convocare il Presidente e dovesse chiedergli l'utilizzo effettuato del contante prelevato, sarebbe molto più facile fornire delle spiegazioni di utilizzo perché un conto è giustificare spese sotto la soglia di 1000 o 2000 euro e un conto è giustificare spese in un sistema che permette un utilizzo fino a 5000 euro. Così come banalmente è più facile pagare un fornitore con il nero se puoi arrivare a 5000 euro e nessun commercialista che tiene quella contabilità si struggerà eccessivamente per quell'uscita di cassa e quando ne analizzerà l'andamento sul lungo periodo troverà il modo di giustificarne gli ammontari e non fara alcuna segnalazione di operazione sospetta. Funziona così.
Le spese prevedibili di una società non variano in base al limite di spesa con il contante. Se la ASD Alpha preleva 45000 € per restituirli sottobanco allo sponsor è irrilevante che lo faccia con nove operazioni da 5000 € o con quindici operazioni da 3000 €, in entrambi i casi è il totale a far scattare l'alert se la somma è considerata impropria per le dimensioni e le esigenze della società. E no, il limite di spesa maggiore non rende più facile la giustificazione, bisogna comunque produrre le fatture (che per la stragrande maggioranza delle partite IVA sono pure elettroniche, quindi l'amministrazione finanziara sa già quanti dei soldi ritirati sono stati effettivamente spesi), che nel nostro esempio ovviamente non possono esserci visto che lo sponsor non può ricevere quei soldi in maniera tracciata.
Il tutto sorvolando sempre sul piccolo dettaglio che tutti i Paesi che citiamo come esempi virtuosi hanno un tetto più alto dell'Italia o non lo hanno affatto.
 
Le spese prevedibili di una società non variano in base al limite di spesa con il contante. Se la ASD Alpha preleva 45000 € per restituirli sottobanco allo sponsor è irrilevante che lo faccia con nove operazioni da 5000 € o con quindici operazioni da 3000 €, in entrambi i casi è il totale a far scattare l'alert se la somma è considerata impropria per le dimensioni e le esigenze della società. E no, il limite di spesa maggiore non rende più facile la giustificazione, bisogna comunque produrre le fatture (che per la stragrande maggioranza delle partite IVA sono pure elettroniche, quindi l'amministrazione finanziara sa già quanti dei soldi ritirati sono stati effettivamente spesi), che nel nostro esempio ovviamente non possono esserci visto che lo sponsor non può ricevere quei soldi in maniera tracciata.
Il tutto sorvolando sempre sul piccolo dettaglio che tutti i Paesi che citiamo come esempi virtuosi hanno un tetto più alto dell'Italia o non lo hanno affatto.
Appunto, se c'è un accordo tra le parti sottotraccia, non c'è tracciabilità che tenga e ripeto, conoscendo bene e in concreto la circostanza, i soggetti obbligati ex art. 3 del D.Lgs. 231/07, non essendo poi organi di polizia valutaria, possono più agevolmente giustificare anche con se stessi, e non aspettano altro, delle movimentazioni contanti ritenute coerenti con l'innalzamento della soglia.
È vero che sia il totale a definire l'alert ma il confine tra operazione artificiosamente frazionata che soggiace un principio di univocità nella realizzazione e una prassi continuativa (penso al prelievo socio) è fin troppo labile e nella pratica viene SEMPRE giustificato con quest'ultima motivazione.
Lascerei stare il paragone con gli altri Paesi per le motivazioni che ho precedentemente esposto, tenendo in considerazione in primis quel documento del CSF che ho citato.
È chiaro che non sto sostenendo che tutto il riciclaggio del mondo ora passerà attraverso la soglia aumentata ma è altrettanto inutile nascondersi dietro un dito e fare finta che in Italia un innalzamento della soglia non abbia un effetto di facilitazione del fenomeno.
 
Il riciclaggio credo sia qualcosa che facciano solo criminali di " un certo livello " e con entrate di un certo livello e dubito si fermino per il tetto al contante, avranno 1000 modi per farlo.
Gli ultimi della catena ( piccole somme di denaro rispetto a potenziali milioni) non sanno nemmeno cosa sia il riciclaggio, mettono in tasca e stop.

Chi ha i soldi un modo " per " lo trova sempre anche fosse tutto elettronico, sono gli altri che rimangono fregati. Banalmente basta che i soldi li spendi/ripulisci in un paese senza tetto al contante ed hai già risolto.
 
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Appunto, se c'è un accordo tra le parti sottotraccia, non c'è tracciabilità che tenga e ripeto, conoscendo bene e in concreto la circostanza, i soggetti obbligati ex art. 3 del D.Lgs. 231/07, non essendo poi organi di polizia valutaria, possono più agevolmente giustificare anche con se stessi, e non aspettano altro, delle movimentazioni contanti ritenute coerenti con l'innalzamento della soglia.
È vero che sia il totale a definire l'alert ma il confine tra operazione artificiosamente frazionata che soggiace un principio di univocità nella realizzazione e una prassi continuativa (penso al prelievo socio) è fin troppo labile e nella pratica viene SEMPRE giustificato con quest'ultima motivazione.
Lascerei stare il paragone con gli altri Paesi per le motivazioni che ho precedentemente esposto, tenendo in considerazione in primis quel documento del CSF che ho citato.
È chiaro che non sto sostenendo che tutto il riciclaggio del mondo ora passerà attraverso la soglia aumentata ma è altrettanto inutile nascondersi dietro un dito e fare finta che in Italia un innalzamento della soglia non abbia un effetto di facilitazione del fenomeno.
Proprio perché l'accordo è sottotraccia quando la ASD Alpha verrà invitata a rendere chiarimenti non potrà rendere fatture giustificative di dove sono finiti quei contanti (ovvero tornati nella casse dello sponsor). :morristenda:
Se poi la ASD Alpha non venisse chiamata a rendere chiarimenti è un altro discorso; a quel punto il problema è il sistema di controllo che non ha funzionato, non la misura del tetto al contante.
 
Proprio perché l'accordo è sottotraccia quando la ASD Alpha verrà invitata a rendere chiarimenti non potrà rendere fatture giustificative di dove sono finiti quei contanti (ovvero tornati nella casse dello sponsor). :morristenda:
Se poi la ASD Alpha non venisse chiamata a rendere chiarimenti è un altro discorso; a quel punto il problema è il sistema di controllo che non ha funzionato, non la misura del tetto al contante.
magari fosse così semplice. I soggetti richiamati come collaboratori attivi nel sistema di contrasto, considera che parliamo pur sempre di privati che effettuano le segnalazioni in virtù di un comprovato sospetto o ragionevole dubbio ex art. 35 in mancanza del quale non sono sanzionabili per omissione, devono sempre commisurare i propri adempimenti su quello che nel gergo viene chiamato il "risk based approach". Pertanto se le soglie di contante si alzano per norma, è più che ragionevole che la soglia del rischio si innalzi a propria volta. E' sempre stato così, non è mica la prima volta che la soglia si alza/scende, anzi qu in Italia abbiamo avuto delle montagne russe non da poco.
O perlomeno un buon avvocato vince facilmente contro una sanzione per omessa SOS con una giustificazione del genere che regge ed è coerente con la ratio stessa di prevenzione della 231/07. Abbiamo già cassazioni in merito (in relazione a mancanza di elementi su cui poggiare la SOS)

la questione è questa: il contante è per propria natura veicolo di mancanza di tracciabilità e quindi oggettivamente più esposto ad un rischio di riciclaggio? Sì. Non esiste un esperto in materia di antiriciclaggio che si rispetti che dica il contrario, la norma stessa individua il contante come un fattore di alto rischio ma la pubblicistica è ampia.
Innalzare la soglia del contante aumenta il grado sistemico di esposizione a tale rischio? Assolutamente sì per un principio meramente induttivo.
Il "beneficio sociale" di innalzamento del contante vale questo rischio? Questa è una mera considerazione politica che varia a seconda dei governi e delle visioni e il dibattito dovrebbe concentrarsi unicamente su questo aspetto, tenendo per dati i primi due punti.
Come tecnico mi limito a prendere atto però che i primi due punti non sono derogabili.



Come ultima postilla, poi concludo, ti copio quanto sostenuto non più di qualche giorno fa nella Sintesi di Audizione dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio che si aggiunge alle fonti da me già citate negli interventi precedenti.
"La letteratura economica è pressoché concorde nel sostenere che l’aumento dei pagamenti in contanti possa comportare un incremento dell’evasione. Misure volte a limitare l’utilizzo del contante potrebbero svolgere un ruolo positivo nella lotta conto l’evasione e il riciclaggio. Da uno studio di Giammatteo et al. (2022) emerge che l’aumento del tetto ai contanti varato con la manovra del 2016 (da 1.000 a 3.000 euro) ha avuto l’effetto collaterale di far crescere l’economia sommersa. Un’analisi di Russo (2022) conclude invece che l’abbassamento adottato a fine 2011 (da 5.000 a1.000 euro) ha contribuito a far calare l’evasione, soprattutto nei settori in cui la propensione a evadere è più alta."
 
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