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Ho spostato tutti i post sulla questione Hamas e Israele nel Topic Geopolitico


I post sul tema scritti qui nel Topic Politico da ora in poi verranno cancellati
 
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Vabbè questa è una minkiata dai, ti pare che i Paladini delle Libertà™ fanno una cosa del genere!?





Le minacce di togliere la licenza dei canali con trasmissioni ritenute contro l'amministrazione Trump vanno avanti da mesi, però ehi almeno il Woke™ e il Pensiero Unico™ sono stai sconfitti :sisi:



Nel frattempo su Fox News si inneggia a una "soluzione finale" per i senza-tetto americani. Questa è la libertà di parola "buona" :unsisi:

Gli americani che scoprono e addirittura peggiorano l’editto bulgaro, ma quanto siamo avanti come paese :tè:
 
Sembra altrettanto comico vedere i democratici implodere dopo aver assaggiato solo 1/1000 della loro medicina :asd:.
Cioè? Minacciare di chiudere una TV perche non piace cosa si dice nei programmi che trasmettono per te è una cosa di poco conto? Eppure sostenevi che con Trump la censura non esiste, comincio a farmi due domande :unsisi:

Leggere robe del genere mi fa pensare che è troppo tardi, ormai questa narrativa di regime ha vinto e ce la stiamo per puppare pure qua, e visto l'andazzo sarà il momento di chiudere gli account :asd:
 
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Vedo che in questi casi c'è la certezza di censura e che sia stato direttamente Trump a licenziare sia lui che Colbert.

Ricordo che lo show di colbert perdeva 50 milioni all'anno e anche Kimmel era in perdita o al massimo in pareggio.

A me personalmente stupisce che non sia ancora stato arrestato Comey che ha diffuso una foto in cui inneggiava all'omicidio del presidente, o che Trump non abbia fatto causa alla CNN e a Jack Dorsey per come ha gestito twitter durante la campagna del 2020.
 
Vedo che in questi casi c'è la certezza di censura e che sia stato direttamente Trump a licenziare sia lui che Colbert.
Certo, perché le opinioni che vengono espresse da Trump sono come quelle di un privato cittadino, vero? E il fatto che l'amministrazione sia ripetutamente ostile ai late night show è solo una mera coincidenza con la chiusura di due di questi in appena 2 mesi. E nel caso in cui chiudessero Fallon e Meyers dopo che Trump ha espresso pubblicamente il desiderio che chiudano pure Fallon e Meyers, sarebbe anche in quel caso solo un'altra fortuita coincidenza.

Puoi addurre tutte le motivazioni che vuoi, certo è che il tempismo non è dalla tua parte, né lo sono i desideri espressi di Trump.

Le supposte perdite (non ho trovato dati certi, solo stime) economiche di Colbert non giustificano la chiusura del late show più un seguito in un panorama in cui tutti i late show sono in calo.

Poi le denunce dovrebbero arrivare per la gestione di Twitter nella campagna 2020? Tu ricordi quello della campagna elettorale e delle elezioni del 2020? Non quello che successe 2 mesi dopo? :asd: boh Ken, stiamo parlando davvero del nulla. E stai prendendo le difese (mettendoti abbastanza in imbarazzo) di uno che è apertamente ostile agli organi di informazione a lui non compiacenti. Di cosa stiamo parlando?
 
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Vedo che in questi casi c'è la certezza di censura e che sia stato direttamente Trump a licenziare sia lui che Colbert.

Ricordo che lo show di colbert perdeva 50 milioni all'anno e anche Kimmel era in perdita o al massimo in pareggio.

A me personalmente stupisce che non sia ancora stato arrestato Comey che ha diffuso una foto in cui inneggiava all'omicidio del presidente, o che Trump non abbia fatto causa alla CNN e a Jack Dorsey per come ha gestito twitter durante la campagna del 2020.

Articolo che riprende le testuali parole al podcast di Benny Johnson da parte del presidente della Federal Communications Commission (la commissione americana che vigila sulle telecomunicazioni) Brendan Carr



Appearing on Benny Johnson’s podcast on Wednesday, Carr suggested that the FCC has “remedies we can look at.”
“We can do this the easy way or the hard way,” Carr said. “These companies can find ways to change conduct and take action, frankly, on Kimmel or there’s going to be additional work for the FCC ahead.”

Carr suggested that Disney, ABC’s parent company, should address Kimmel’s conduct before the FCC gets involved. “You could certainly see a path forward for suspension over this,” Carr said.
Carr suggested that the FCC could pursue news distortion allegations against local licensees.
“Frankly I think it’s past time that a lot of these licensed broadcasters themselves push back on Comcast and Disney, and say ’We are going to preempt — we are not going to run Kimmel anymore until you straighten this out,’” he said. “It’s time for them to step up and say this garbage — to the extent that that’s what comes down the pipe in the future — isn’t something that serves the needs of our local communities.”

Il presidente della FCC che dice "possiamo farlo con le buone o con le cattive, queste compagnie possono scegliere come fare e nel secondo caso ci sarà più lavoro per noi" non è censura, solo uno spassionato consiglio :unsisi:
 
Certo, perché le opinioni che vengono espresse da Trump sono come quelle di un privato cittadino, vero? E il fatto che l'amministrazione sia ripetutamente ostile ai late night show è solo una mera coincidenza con la chiusura di due di questi in appena 2 mesi. E nel caso in cui chiudessero Fallon e Meyers dopo che Trump ha espresso pubblicamente il desiderio che chiudano pure Fallon e Meyers, sarebbe anche in quel caso solo un'altra fortuita coincidenza.

Puoi addurre tutte le motivazioni che vuoi, certo è che il tempismo non è dalla tua parte, né lo sono i desideri espressi di Trump.

Le supposte perdite (non ho trovato dati certi, solo stime) economiche di Colbert non giustificano la chiusura del late show più un seguito in un panorama in cui tutti i late show sono in calo.

Poi le denunce dovrebbero arrivare per la gestione di Twitter nella campagna 2020? Tu ricordi quello della campagna elettorale e delle elezioni del 2020? Non quello che successe 2 mesi dopo? :asd: boh Ken, stiamo parlando davvero del nulla. E stai prendendo le difese (mettendoti abbastanza in imbarazzo) di uno che è apertamente ostile agli organi di informazione a lui non compiacenti. Di cosa stiamo parlando?
Senza dimenticare l'autocensura preventiva :asd:

 
Mammina...papino... :bruniii:





ECCEZIONALE :asd:

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Certo, perché le opinioni che vengono espresse da Trump sono come quelle di un privato cittadino, vero? E il fatto che l'amministrazione sia ripetutamente ostile ai late night show è solo una mera coincidenza con la chiusura di due di questi in appena 2 mesi. E nel caso in cui chiudessero Fallon e Meyers dopo che Trump ha espresso pubblicamente il desiderio che chiudano pure Fallon e Meyers, sarebbe anche in quel caso solo un'altra fortuita coincidenza.

Puoi addurre tutte le motivazioni che vuoi, certo è che il tempismo non è dalla tua parte, né lo sono i desideri espressi di Trump.

Le supposte perdite (non ho trovato dati certi, solo stime) economiche di Colbert non giustificano la chiusura del late show più un seguito in un panorama in cui tutti i late show sono in calo.

Poi le denunce dovrebbero arrivare per la gestione di Twitter nella campagna 2020? Tu ricordi quello della campagna elettorale e delle elezioni del 2020? Non quello che successe 2 mesi dopo? :asd: boh Ken, stiamo parlando davvero del nulla. E stai prendendo le difese (mettendoti abbastanza in imbarazzo) di uno che è apertamente ostile agli organi di informazione a lui non compiacenti. Di cosa stiamo parlando?

Non si tratta di "censura" e nemmeno di "tappare la bocca"... Nessuno ti impedisce di dire stupidaggini negli USA, il primo emendamento protegge la libertà di parola ed è sacro per gli americani. Infatti nessuno ha impedito a Kinnel di dire le sue cazzate, e in 20 anni ha ricevuto parecchi ammonimenti ma credo che questa sia la prima volta che sbeffeggia pure un fatto di cronaca. Quindi di cosa parliamo? Parliamo di un’azienda privata (ABC) che ha deciso di liberarsi di una figura che poteva rappresentare un danno commerciale. È la stessa logica con cui molti marchi di moda hanno interrotto i rapporti con Chiara Ferragni dopo il caso del panettone.

Se sei un personaggio pubblico o un influencer e fai dichiarazioni fuori luogo, specie su temi delicati come una tragedia, è molto probabile che la tua azienda decida di interrompere i rapporti con te. Non è censura: è tutela della propria immagine e del proprio prodotto.
Un esempio simile è quello della DC Comics, che ha cancellato un nuovo spin-off fumetto di Batman dopo che la sceneggiatrice idiota aveva pubblicato sui social commenti ironici proprio su questa tragedia. Quando si decide di "festeggiare" su cose serie o dolorose, si finisce spesso per pentirsene ma a quel punto non si può invocare la censura. È semplicemente un tuo atto volontario di esprimere un'opinione, in questo caso il voler esibire un’ideologia in modo superficiale e provocatorio porta conseguenze.

Quando si sceglie di esercitare la propria libertà di espressione per “commentare” tragedie con battute stupide o ciniche, non ci si può poi sorprendere se arrivano delle conseguenze. In questo caso, l’azienda ha esercitato a sua volta la propria libertà quella di tutelare l’immagine del marchio attraverso il licenziamento. Quindi anche per la sceneggiatrice licenziata dalla DC, quindi ha stato Trump? Ovviamente no, ci sono tantissimi altri episodi di licenziamenti di persone che tu ignori, perché settori che non frequenti, gente che ha avuto le stesse ripercussioni lavorative in questi giorni per i loro stupidi commenti sui social su questa tragedia. Sono cose che sono sempre avvenute, non le scopriamo oggi, durante l'era Biden dems e soci si licenziava per altri fatti ecc ecc è sempre stato così per ogni episodio "divisivo" (anche se per mia opinione personale, su una tragedia bisognerebbe solo far silenzio e senza fare il tifo, o commentare cose strampalate ideologiche come alcuni impudentemente hanno fatto e poi scoprire che "esistono conseguenze lavorative")

Gridare alla censura, in questi casi, è solo un modo per sottrarsi alle responsabilità delle proprie parole. Non è censura, è la naturale conseguenza di un uso irresponsabile della libertà di parola.
Questo episodio è emblematico di una dinamica sempre più diffusa nella nostra società: la confusione tra libertà di espressione e libertà dalle conseguenze.
Viviamo in un’epoca iperconnessa, in cui ogni dichiarazione pubblica anche fatta “a titolo personale” viene percepita come rappresentativa di un’identità più ampia, quella professionale, politica o culturale. Le piattaforme sociali hanno abbattuto il confine tra sfera privata e pubblica, e molte persone sembrano ignorare che la visibilità comporta anche responsabilità.
In questo contesto, invocare la “censura” ogni volta che un’opinione provoca una "conseguenza" negativa in ambito professionale è un sintomo di immaturità culturale.
 
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Non si tratta di "censura" e nemmeno di "tappare la bocca"... Nessuno ti impedisce di dire stupidaggini negli USA, il primo emendamento protegge la libertà di parola ed è sacro per gli americani. Infatti nessuno ha impedito a Kinnel di dire le sue cazzate, e in 20 anni ha ricevuto parecchi ammonimenti ma credo che questa sia la prima volta che sbeffeggia pure un fatto di cronaca. Quindi di cosa parliamo? Parliamo di un’azienda privata (ABC) che ha deciso di liberarsi di una figura che poteva rappresentare un danno commerciale. È la stessa logica con cui molti marchi di moda hanno interrotto i rapporti con Chiara Ferragni dopo il caso del panettone.

Se sei un personaggio pubblico o un influencer e fai dichiarazioni fuori luogo, specie su temi delicati come una tragedia, è molto probabile che la tua azienda decida di interrompere i rapporti con te. Non è censura: è tutela della propria immagine e del proprio prodotto.
Un esempio simile è quello della DC Comics, che ha cancellato un nuovo spin-off fumetto di Batman dopo che la sceneggiatrice idiota aveva pubblicato sui social commenti ironici proprio su questa tragedia. Quando si decide di "festeggiare" su cose serie o dolorose, si finisce spesso per pentirsene ma a quel punto non si può invocare la censura. È semplicemente un tuo atto volontario di esprimere un'opinione, in questo caso il voler esibire un’ideologia in modo superficiale e provocatorio porta conseguenze.

Quando si sceglie di esercitare la propria libertà di espressione per “commentare” tragedie con battute stupide o ciniche, non ci si può poi sorprendere se arrivano delle conseguenze. In questo caso, l’azienda ha esercitato a sua volta la propria libertà quella di tutelare l’immagine del marchio attraverso il licenziamento. Quindi anche per la sceneggiatrice licenziata dalla DC, quindi ha stato Trump? Ovviamente no, ci sono tantissimi altri episodi di licenziamenti di persone che tu ignori, perché settori che non frequenti, gente che ha avuto le stesse ripercussioni lavorative in questi giorni per i loro stupidi commenti sui social su questa tragedia. Sono cose che sono sempre avvenute, non le scopriamo oggi, durante l'era Biden dems e soci si licenziava per altri fatti ecc ecc è sempre stato così per ogni episodio "divisivo" (anche se per mia opinione personale, su una tragedia bisognerebbe solo far silenzio e senza fare il tifo, o commentare cose strampalate ideologiche come alcuni impudentemente hanno fatto e poi scoprire che "esistono conseguenze lavorative")

Gridare alla censura, in questi casi, è solo un modo per sottrarsi alle responsabilità delle proprie parole. Non è censura, è la naturale conseguenza di un uso irresponsabile della libertà di parola.
Questo episodio è emblematico di una dinamica sempre più diffusa nella nostra società: la confusione tra libertà di espressione e libertà dalle conseguenze.
Viviamo in un’epoca iperconnessa, in cui ogni dichiarazione pubblica anche fatta “a titolo personale” viene percepita come rappresentativa di un’identità più ampia, quella professionale, politica o culturale. Le piattaforme sociali hanno abbattuto il confine tra sfera privata e pubblica, e molte persone sembrano ignorare che la visibilità comporta anche responsabilità.
In questo contesto, invocare la “censura” ogni volta che un’opinione provoca una "conseguenza" negativa in ambito professionale è un sintomo di immaturità culturale.
No no, probabilmente è solo un'allucinazione collettiva (l'ennesima, sarà un'epidemia)



Quando però si lamentavano i liberals (quelli veri), allora erano snowflake. E non mi sembra che il gov. dello Utah sia stato fatto dimettere, né che ci siano state ripercussioni per le perculate al marito di Pelosi.

Fermo restando che Kimmel non ha detto LETTERALMENTE NIENTE se non la verità. Ma si sa che spesso i MAGA sono degli illitterati



Dove sarebbero le battute aggressive?
Consiglio delle ventose migliori per arrampicarsi sugli specchi.

Comunque questo discorso sulle "conseguenze per le parole dette" comicamente presta il fianco ai sostenitori dell'omicidio di Kirk :asd:

Inutile, immagino, ri-sottolineare che l'opinione a cui ti stai allineando ha sempre difeso fino alla nausea le parole di odio da sempre diffuse dai beniamini MAGA.
 
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Non si tratta di "censura" e nemmeno di "tappare la bocca"... Nessuno ti impedisce di dire stupidaggini negli USA, il primo emendamento protegge la libertà di parola ed è sacro per gli americani. Infatti nessuno ha impedito a Kinnel di dire le sue cazzate, e in 20 anni ha ricevuto parecchi ammonimenti ma credo che questa sia la prima volta che sbeffeggia pure un fatto di cronaca. Quindi di cosa parliamo? Parliamo di un’azienda privata (ABC) che ha deciso di liberarsi di una figura che poteva rappresentare un danno commerciale. È la stessa logica con cui molti marchi di moda hanno interrotto i rapporti con Chiara Ferragni dopo il caso del panettone.

Se sei un personaggio pubblico o un influencer e fai dichiarazioni fuori luogo, specie su temi delicati come una tragedia, è molto probabile che la tua azienda decida di interrompere i rapporti con te. Non è censura: è tutela della propria immagine e del proprio prodotto.
Un esempio simile è quello della DC Comics, che ha cancellato un nuovo spin-off fumetto di Batman dopo che la sceneggiatrice idiota aveva pubblicato sui social commenti ironici proprio su questa tragedia. Quando si decide di "festeggiare" su cose serie o dolorose, si finisce spesso per pentirsene ma a quel punto non si può invocare la censura. È semplicemente un tuo atto volontario di esprimere un'opinione, in questo caso il voler esibire un’ideologia in modo superficiale e provocatorio porta conseguenze.

Quando si sceglie di esercitare la propria libertà di espressione per “commentare” tragedie con battute stupide o ciniche, non ci si può poi sorprendere se arrivano delle conseguenze. In questo caso, l’azienda ha esercitato a sua volta la propria libertà quella di tutelare l’immagine del marchio attraverso il licenziamento. Quindi anche per la sceneggiatrice licenziata dalla DC, quindi ha stato Trump? Ovviamente no, ci sono tantissimi altri episodi di licenziamenti di persone che tu ignori, perché settori che non frequenti, gente che ha avuto le stesse ripercussioni lavorative in questi giorni per i loro stupidi commenti sui social su questa tragedia. Sono cose che sono sempre avvenute, non le scopriamo oggi, durante l'era Biden dems e soci si licenziava per altri fatti ecc ecc è sempre stato così per ogni episodio "divisivo" (anche se per mia opinione personale, su una tragedia bisognerebbe solo far silenzio e senza fare il tifo, o commentare cose strampalate ideologiche come alcuni impudentemente hanno fatto e poi scoprire che "esistono conseguenze lavorative")

Gridare alla censura, in questi casi, è solo un modo per sottrarsi alle responsabilità delle proprie parole. Non è censura, è la naturale conseguenza di un uso irresponsabile della libertà di parola.
Questo episodio è emblematico di una dinamica sempre più diffusa nella nostra società: la confusione tra libertà di espressione e libertà dalle conseguenze.
Viviamo in un’epoca iperconnessa, in cui ogni dichiarazione pubblica anche fatta “a titolo personale” viene percepita come rappresentativa di un’identità più ampia, quella professionale, politica o culturale. Le piattaforme sociali hanno abbattuto il confine tra sfera privata e pubblica, e molte persone sembrano ignorare che la visibilità comporta anche responsabilità.
In questo contesto, invocare la “censura” ogni volta che un’opinione provoca una "conseguenza" negativa in ambito professionale è un sintomo di immaturità culturale.
Non é assolutamente così. La ABC ha fatto fuori Kimmel non per "proteggersi l'immagine" ma sotto diretta minaccia di Trump e del suo tirapiedi il Presidente del FCC Brendan Carr. Non fare cherry picking, le parole di Carr sono pubbliche e le ho anche riportate qua:

Articolo che riprende le testuali parole al podcast di Benny Johnson da parte del presidente della Federal Communications Commission (la commissione americana che vigila sulle telecomunicazioni) Brendan Carr







Il presidente della FCC che dice "possiamo farlo con le buone o con le cattive, queste compagnie possono scegliere come fare e nel secondo caso ci sarà più lavoro per noi" non è censura, solo uno spassionato consiglio :unsisi:
 
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