Non posto mai in questo topic, ma questo commento mi ha incuriosito.
Penso che tutti abbiamo visto il grafico di openpolis in cui si vede che dal 1990 al 2020, l'Italia è l'unico paese dell'eurozona in cui gli stipendi medi sono diminuiti.
GRAFICO Visualizza L’Italia è l’unico paese europeo in cui i salari sono diminuiti rispetto al 1990 - La variazione percentuale dei salari annuali medi tra il 1990 e il 2020, nei paesi Ue Ocse DESCRIZIONE Nei paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) il salario medio annuale è più che...
www.openpolis.it
Visualizza allegato 5036
Io nella mia ignoranza di economia e sociologia, direi che il motivo è che abbiamo una classe dirigente politica ed imprenditoriale peggiore degli altri paesi. Qual'è una spiegazione alternativa ?
Allora, provo a risponderti.
Per prima cosa, dobbiamo mettere alcuni paletti:
1. Non tutti i paesi della classifica fanno parte dell'area euro, tipo Polonia, Ungheria o Rep. Ceca o la Svezia.
2. Praticamente tutti i paesi della top 10 sono paesi ex socialisti che nel '90-'94 avevano salari veramente infimi se confrontati con quelli occidentali perché a. venivano da un altro sistema economico ma, soprattutto, b. si erano beccati una ondata di politiche economiche liberiste che ha distrutto i salari (stessa sorte è toccata alla Russia, fra l'altro, dove i lavoratori riusciranno ad uscire dalla situazione di merda creata da Eltsin solo nei primi anni di Putin, anche se non necessariamente grazie a Putin) e, quindi, al di là del dato statistico, i dati sono poco confrontabili fra di loro. Banalmente: se prendi uno "stipendio" da 300 euro, è facile raddoppiarlo o, addirittura, tripicarlo -e, comunque, sempre uno stipendio di merda rimane-. Se prendi uno stipendio di 2000 euro al mese, è più difficile raddoppiarlo o triplicarlo.
3. L'idea che la politica faccia o debba fare cose "per il popolo" è infantile, infondata, smentita da migliaia di anni di storia ma, soprattutto cretina a poi livelli: promo perché non esiste un "popolo" non meglio identificato ma tante classi sociali (tu, per esempio, ne identifichi, una, gli imprenditori e intuitivamente capisci che questi hanno interessi diversi dai lavoratori; in realtà gli imprenditori poi hanno anche interessi diversi fra di loro ma, per ora, non divaghiamo).
4. Quando si dice "peggiore" o "migliore", "utile" o "inutile" bisogna specificare il punto di riferimento sulla cui base uno dice questa cosa è utile o no oppure questa cosa è peggiore o migliore dell'altra. In genere, serve un parametro oggettivo e non un indice a sensazione/percezioni perché le percezioni sono soggettive (esempio banalizzante ma chiarificatore: se chiedi ad un disoccupato se è facile trovare lavoro questi ti dirà di no, che lo cerca ma non trova niente mentre se lo chiedi ad un lavoratore ti dirà che si, è facile perché lui lavora e i disoccupati sono nullafacenti).
Detto questo, su quale base definisci la classe politica italiana migliore o peggiore di altre? E su quale base definisci peggiore la classe imprenditoriale italiana rispetto alle altre? In questo caso, mi pare di capire, che tu faccia riferimento al salario. Bene. Però, vedi? Non sta scritto da nessuna parte che la politica sia interessata a tutelare i salari. La politica, anzi, può tranquillamente essere interessata a distruggere i salari come fece Monti, per esempio, una decina di anni fa, ma come fece anche la Tatcher tipo 35 anni fa che mandò i minatori letteralmente in mezzo alla strada.
Certo, mi chiederai: come mai, nonostante questo, tutti gli altri paesi hanno avuto degli aumenti? Bene. Devi tenere conto che quelle sono medie. Ad esempio, in Germania è diffusissimo il mini job a 450 euro. Caso a parte l'Irlanda, che nel grafico occupa le prime posizioni: lì hanno messo una toppa alla disoccupazione con tasse da paradiso fiscale (quelli bravi chiamano il fenomeno dumping fiscale). La Spagna e la Grecia, invece, hanno un percorso non troppo diverso dai paesi ex comunisti: anche questi paesi, infatti, venivano fuori da dittature fasciste.
Ora, per cercare di farla breve, il problema dell'Italia è l'appartenenza ad una unione monetaria non ottimale che costringe a salari demmerda. Come? Per prima cosa impone un tasso di disoccupazione minimo (sì, ho scritto bene, non volevo dire massimo), il famoso Nairu, del 9% -e lo impone a tutti gli altri paesi aderenti con percentuali diverse- ma, soprattutto, c'è il problema della bilancia dei pagamenti: l'euro, in breve, rende conveniente acquistare prodotti tedeschi piuttosto che produrre in Italia e così si importa troppo. Come si risolve il problema se non si può agire sul cambio e/o suo dazi? Si abbassano i salari così le persone hanno meno soldi da spendere e così si importa di meno. Nonostante sembri un meme questa è proprio la strategia usata da Monti e che egli stesso descrive in una intervista alla CNN (o forse era la BBC, quelli bravi mi correggeranno se ho sbagliato). A questo si aggiunge un altro problema: l'Italia è in avanzo primario da quasi 35 anni. Significa che lo Stato vive al di sotto delle proprie possibilità. Hai presente le pubbliche amministrazioni dove non si assume, si riduce l'organico, ci sono PC del '98 con Windows XP? Ecco: non è un caso ma una scelta politica ben definita.
Giustamente mi dirai: vedi che ho ragione? La politica fa schifo!
Però le cose stanno un po' diversamente: prima di tutto, alcuni politici si erano fortemente opposti sia all'entrata nello SME (è famoso il discorso di Napolitano, membro del PCI del '79), sia all'euro ma, evidentemente, non sono stati ascoltati né dai cittadini né, tanto meno, dai politici.
D'altra parte, come saprai, tutti se ne vengono nelle mutande quando si parla di tagliare i dipendenti pubblici e i loro salari ma poi i risultati sono proprio questi: personale pubblico di 60enni che non hanno idea di cosa sia un PC, ospedali fatiscenti con almeno il 15% del personale in meno rispetto a quello che servirebbe, scuole fatiscenti con classi da 30 persone e così via.
Altro punto: la classe imprenditoriale. Gli imprenditori, indipendentemente dalla loro provenienza geografica, hanno lo stesso interesse: pagare il lavoro il meno possibile. Questo, in realtà, per molti imprenditori è controproducente e lo è in modo inversamente proporzionale alle dimensioni dell'impresa ma, generalmente (almeno limitatamente agli imprenditori che conosco io) la percezione che questi hanno è che il lavoratore va pagato niente. E questo tanto in Italia quanto in Francia quanti in Germania: le imprese tedesche hanno reso Peter Hartz e Schroeder i macellai della classe lavoratrice.
Quindi, per riassumere: ad un disoccupazione strutturale determinata dall'euro e da politiche di avanzo primario si aggiunge la cialtroneria degli imprenditori che hanno sguazzato nella situazione come hanno fatto quelli di tutta Europa.
Ora, credo di aver messo tanta carne al fuoco e non vorrei dilungarmi, tanto più che, comunque, queste cose le ho scritte più volte in questo thread. Voglio però rivolgerti una domanda: una spiegazione un filino più tecnica tipo questa non è più convincente di un generico "eh ma la politica peggiore di tutte"?