Vivi di fantaeconomia come al solito, oh perlomeno ora stai postando qualche gif tra un walltest e l’altro presi da wikipedia
Ma ce l'hai con me che ultimamente mi rispondi sempre con toni derisori?
Dopo le 118 pagine dello studio di Yale postato nell'altro topic per metterlo a disposizione del forum (ed altre risorse che non ho ancora postato perché non ancora lette) mi sono concesso un'immagine ironica. Andavo di fretta.
si nota il filoussiniano intrinsenco
Io? Il?
E poi definisci cosa ci riguarda, lo dicidi tu?
Decido io cosa è giusto (momentaneamente o più o meno lungamente) che io pensi. Ci riguarda tutto. La mia è una premessa ed impostazione internazionalista e transnazionale, credo di essere vicino a Varoufakis (che a marzo diceva "sanzioni utili, ma richiedono tempo") in questo. Se non siamo d'accordo su questa premessa è chiaro che le nostre posizioni sulla situazione attualmente in sviluppo difficilmente riusciranno a convergere. E' qualcosa che sta a monte dei calcoli economici.
A me da fastidio che le tribu indiane d’americana siano rinchiuse in spazi a loro designati, SANZIONI ALL’ameriga!!
Anche a me, più che fastidio, anche se il paragone per far scattare le sanzioni non è proprio calzante perché dovrebbe succede qualcosa (di ancora più grave) adesso. Stai parlando di sanzionare il risultato di un passato in cui le sanzioni non erano nemmeno ancora state concepite. La Russia non è stata sanzionata per l'Holodomor, ma a partire dall'annessione della Crimea e poi più aspramente per l'invasione. In entrambi i casi parliamo di fatti contemporanei ai provvedimenti.
Comunque USA, non America, non so se hai notato ma cerco sempre di chiamarli statunitensi piuttosto che americani, proprio per non farli coincidere con l'intero continente che ospita ben altri popoli.
Intanto mi stavo preparando a leggere anche questi altri due articoli rispettivamente di uno e due giorni fa (che potrebbero dire che le sanzioni non stanno funzionando, poi si fa il confronto fra le argomentazioni):
The lessons from a new era of economic warfare
www.economist.com
The most potent are the least talked about
www.economist.com
A parte l'evidente banalizzazione, è chi proponeva le sanzioni che avrebbe dovuto spiegare dettagliatamente gli obiettivi attesi, i dati sulla cui base ci si attendeva quegli obiettivi, la magnitudo degli obiettivi [...] E da loro e allora che dovevi pretendere dati, modelli, parametri e tutto il resto.
E tu hai consultato la documentazione dell'UE per vedere in che modo sono stati espressi/elaborati questi obiettivi? Inoltre è possibile calcolare tale base per fare una previsione su un quadro così complesso dove rientrano anche le capacità militari, di arsenale, strategiche delle forze armate ucraine rispetto a quelle russe?
i relativi intervallo di confidenza.
Su questo penso tu abbia ragione, almeno un tentativo di essere orientativi in tal senso.
E non solo non hai preteso dati e dettagli all'inizio ma ora li vorresti da me. La metodologia ricorda parecchio l'alternanza di targhe ma non diciamolo altrimenti arriva Jerry Polemica che controlla.
Ma allora da questa riga non si evince che le sanzioni non andavano imposte, bensì che bisognava spiegarne gli effetti molto di più.
Li vorrei da te perché tu non ti stai limitando a dire che andavano descritti dati e dettagli (sul cui concetto/sulla cui rivendicazione in parte ti ho già dato ragione e in parte ti ho fatto una domanda sincera), ma che, dopo aver preso visione di questi, non andavano imposte. E' su questa conclusione che ti sto chiedendo spiegazioni (non pretendendo). Infatti i "dati e dettagli" che ti sto chiedendo, cioè quelli che si possono ottenere oggi, scaturiscono/si ricavano sicuramente da basi diverse rispetto a quelle che si avevano a disposizione prima di imporle. Non può trattarsi degli stessi dati.
Detto ciò, se l'unica alternativa è "non fare niente", allora nei miei termini ciò non rappresenta un'alternativa. Ma logicamente presumo che sia un'alternativa valida per chi non è d'accordo con l'impostazione a monte citata nella risposta che ho dato sopra a Kuro.
Ma andiamo avanti. Dici "esiste solo l'economia". La banalizzazione è evidente e magari anche divertente. Solo che il divertimento nasce dal fatto che ora vorrebbero insegnarci l'empatia quelli che prima erano a favore del green pass e non si facevano problemi a dire "si fottano", "spiaze", "cazzi loro" e l'empatia è solo verso gli ucraini, chi dovrà attaccarsi al cazzo perché perderà il lavoro a causa di sanzioni il cui obiettivo non è chiaro né quantificato possono fottersi.
Diciamo che fra perdere il lavoro e vedere cancellata violentemente la propria nazione da quella che è la Russia adesso intercorrono delle differenze. In riferimento al grassetto niente è completamente giusto o sbagliato a seconda del punto di vista da cui lo si osserva e le priorità sono comunque scelte infelici. Se controbatti "e se fossi tu a perdere il lavoro?" io ti risponderei "e se fossi tu a perdere casa, famiglia e nazione?". Gireremmo a vuoto all'interno di un circolo vizioso. Ciò che contesto è il tuo essere così netto, il tuo voler sigillare il tema senza dare altro spazio a successive riflessioni. Per me un italiano non vale più di un ucraino né più di qualsiasi altro abitante di questo pianeta. L'empatia non me la faccio di sicuro insegnare dai governanti, infatti il mio pensiero secondo cui sia doveroso aiutare gli ucraini prescinde dagli interessi in gioco, ma non si esaurisce nel sostegno agli ucraini, è anche un segno di opposizione verso chi vuole risolvere le dispute internazionali con una violenza ingiustificata. Lo è adesso come lo era al tempo durante le proteste contro la guerra in Iraq.
Punto secondo, voler risolvere i problemi di un altro stato - [...] - implica trovare delle soluzioni, non fare cose a cazzo come applicare delle sanzioni completamente senza senso.
Dipende da cosa intendi col grassetto. Se intendi improvvisate sono d'accordo, se intendi inefficaci fino a prova contraria no. Poi è ovvio che la miopia sia stata mastodontica (e questo è il prezzo), già detto altre volte. Ciò non toglie che ci sia un punto di vista importante in base al quale è stato giusto reagire, anche in corsa e in maniera improvvisata.
-ma solo di alcuni stati, eh-
Hai ragione? Di nuovo: sì e no. Te l'ho già detto un'altra volta: il fatto che non si reagisca e/o non si sia reagito per altre situazioni che lo richiederebbero non significa che quando lo si fa ciò sia indubbiamente sbagliato. La logica che metti in campo paralizza ogni possibile azione e in questo contesto viene manipolata dalla propaganda russa per fare qualcosa in cui è compreso anche ciò che il governo russo contesta storicamente a quello statunitense. I russi esigono una presunta coerenza da parte tua quando loro stessi non la hanno. Non vedi il paradosso?
La matrice del multipolarismo è uguale a quella dell'unipolarismo. Aiutare gli ucraini purtroppo, probabilmente, favorisce temporaneamente l'influenza degli Stati Uniti, ma l'alternativa è la perdita totale dell'indipendenza con mezzi empiricamente violenti e un'instabilità territoriale che non è affatto scontato cesserebbe dopo l'ipotetica sottomissione russa.